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martedì 7 marzo 2023

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martedì 31 dicembre 2019

IL ROBOT CHE TI LICENZIERA'

Marco Bentivogli, uno dei sindacalisti più stimati in circolazione, ha scritto un libro sul tema del futuro: occupazione e robot. Non l'ho letto, anche se ho intenzione di farlo, ma prima di attaccare ho intenzione di riordinare le idee che mi sono fatto in proposito in questo post: mai presentarsi di fronte alla lettura in forma di tabula rasa!
Man mano che software e hardware si potenziano, in molti si preoccupano che l'automazione crescente porti ad una sorta di crisi economica. Di fronte a questa minaccia c'è chi invoca un reddito universale e chi invece vorrebbe tassare le macchine. Ma oggi la disoccupazione tecnologica è davvero un problema? A livello mondiale, i tassi di occupazione sono sui livelli storici. Ciò sembra dimostrare che i lavori creati tengono il passo con quelli automatizzati. La prospettiva per alcuni lavori in particolare resta rosea: assistenza sanitaria, energie rinnovabili e diverse professioni informatiche. Per altri volge al grigio: segretarie, impiegati, assemblatori, manutentori di tecnologie obsolete come treni o orologi da polso. L'automazione sembra soprattutto minacciare le medie competenze: cio' ha spinto a specializzarsi oppure a rassegnarsi ad assumere lavori meno prestigiosi.
Ma guardiamo al passato: prima della rivoluzione agricola, quasi tutti erano cacciatori e/o raccoglitori. Durante il periodo compreso tra l'8000 e il 4000 a.C., ci fu la grande riconversione all'agricoltura. Prima del 1400, circa il 70% dell'intera occupazione era in agricoltura. Oggi, nelle economie avanzate, è solo un 1-5% della forza lavoro è in quel settore. Al suo apice, durante la seconda guerra mondiale, quasi il 40% dell'occupazione era nell'industria produttiva. Oggi quel numero è inferiore al 10. Anche il lavoro casalingo è crollato da 60 ore settimanali nel 1900 a solo 15 ore settimanali oggi. Ecco, nel corso di queste drammatiche transizioni il lavoro complessivo, lungi dal diminuire, è anzi cresciuto!
Un'altra variabile da tenere d'occhio è il PIL. Prima del 1000 d.C., il PIL pro capite era ovunque inferiore a 1000 dollari. Oggi nei paesi occidentali è di circa 50000 dollari. Poiché le doti naturali dell'uomo non sono cambiate, l'aumento di produttività è dovuto alla tecnologia (istruzione, processi, strumenti, macchinari, know-how), che consentono alle persone di produrre più valore per ogni ora di lavoro. Ciò significa, è una metafora, che ad ogni persona si sono affiancati circa 49 "robot". Tuttavia, l'occupazione è allo stesso livello di sempre, per cui questi 49 robot che lavorano al nostro posto jon ci hanno affatto sostituito. Certo, resta vero il fatto che se il ritmo dell'automazione del lavoro fosse molto rapido potrebbe non esserci il tempo per le persone di riqualificarsi abbastanza velocemente, il che causerebbe tassi di disoccupazione più elevati. Non sembra però che siamo a questo punto.
Volendo fantasticare possiamo chiederci se ci sono cose in cui i computer non supereranno mai l'uomo. In passato l'elenchino è stato fatto: scrivere barzellette, scrivere romanzi, esprimere compassione, cucinare in modo creativo, agire in modo creativo, rappresentare e inventare concetti, astrarre da pochi dati disponibili, esprimere emozioni, darsi una motivazione, avere un'intelligenza sociale e collaborare. Oggi si è molto meno fiduciosi sul fatto che queste aree restino vergini. I ricercatori sono consapevoli dei limiti dell'automazione tradizionale e stanno attivamente cercando di trovare modi per eluderli: esistono già robot che raccontano barzellette, scrivono romanzi, eccetera. Il fatto è che chi afferma che una macchina non può provare emozioni, tira il sasso e nasconde la mano: può infatti sempre dire che la macchina si comporta COME SE provasse un'emozione ma in realtà non ha nessuna coscienza dell'emozione stessa. La coscienza, infatti, è qualcosa su cui nessuno puo' indagare, non abbiamo nessuna idea di come testare se la coscienza fenomenica sia presente in una persona, in un animale o in una macchina. Tuttavia, ai fini dell'assunzione per un posto di lavoro, è sufficiente la capacità di simulare accuratamente le emozioni, non di provarle. Quindi concluderei dicendo - in modo un po' pessimistico per i lavoratori - che le macchine possono sostituire l'uomo in ogni lavoro.
Quali lavori saranno automatizzati a breve? Alcuni studiosi hanno provato a rispondere dando importanza alla destrezza manuale, allo spazio di lavoro, alle posizioni scomode, alla creatività e alla percezione sociale del ruolo. Si giunge alla conclusione che circa metà dei lavori saranno automatizzati in breve tempo. Ciò include la maggior parte dei lavori amministrativi, dei lavori legati alla vendita, alcuni lavori di servizio e la maggior parte dei lavori di produzione e trasporto. Tuttavia, altri studiosi mettono in rilievo la formazione ideale sarà comunque un mix uomo macchina. Tenendo conto di questi aspetti, solo un 10% dei posti di lavoro risulta essere a rischio.
Alla fine, tuttavia, tutte le abilità umane saranno automatizzabili, anche se molto probabilmente non saremo testimoni di questo passaggio nelle nostre vite. Non sembra che ci siano limiti fisici fondamentali che lo impediscano. I computer continueranno ad aumentare di capacità fino a quando saranno in grado di svolgere qualsiasi compito intellettuale richiesto ad un essere umano. Quando i costi di sviluppo e implementazione della tecnologia scenderanno sotto il costo del lavoro, i lavoratori saranno inevitabilmente sostituiti. Il prezzo dell'informatica è in costante calo ormai da diversi decenni e non ci sono limiti a questo miglioramento.
Vi sono, tuttavia, alcuni lavori che per una certa sensibilità sociale pretenderemo che siano svolti da un essere umano. Per esempio: produzione di articoli fatti a mano, creazione di opere d'arte, cucina, arti e spettacolo ( recitazione, danza, cabaret, ecc ...), servizio domestico (servitori personali come maggiordomi, giardinieri, ecc.), sport, parrucchieri e simili, massaggi e altri servizi alla persona, alcuni aspetti dell'assistenza medica, alcuni aspetti dell'insegnamento (motivazione, tutoraggio), alcuni aspetti della guerra (decisioni su quando usare la violenza), servizi religiosi, servizi mortuari, politica.
Con l'automazione, quali effetti economici dovremmo aspettarci? Intorno al 1800, l'economista Jean-Baptiste Say sostenne che i lavoratori spiazzati dalle nuove tecnologie avrebbero trovato lavoro altrove una volta che il mercato avesse avuto il tempo di adeguarsi. In seguito Marx avrebbe chiamato l'idea di Say "teoria della compensazione". Ciò include un'occupazione aggiuntiva nel settore dei beni strumentali, una riduzione dei prezzi, nuovi investimenti e nuovi prodotti. Say ebbe ragione e, in generale, questa è ancora l'opinione prevalente tra gli economisti. Secondo la teoria di Say, il fatto che certi lavoratori vengono licenziati dalle macchine, libera il capitale che il proprietario utilizzerà per assumere altri lavoratori in modo da svolgere altri lavori. Per questo motivo, il numero di lavoratori assunti non diminuisce a causa dell'automazione, anzi, aumenta. Inoltre, l'automazione riduce i prezzi dei beni, rendendoli più convenienti. Riduce anche i prezzi dei componenti, rendendo possibili nuovi prodotti. Le aziende che producono questi beni realizzano maggiori profitti, cio' consente di investire e assumere. A causa di questi effetti, finché il mercato avrà il tempo di adattarsi, non dovremmo aspettarci di vedere livelli crescenti di disoccupazione. È possibile che questo processo continui fino al punto in cui tutti i lavori saranno eseguiti dalle macchine. In teoria, fino a un attimo prima, la "legge di Say" è in vigore. Penso che Bentivogli abbia in mente dinamiche del genere visto e considerato l'ottimismo che ostenta.
Altri concludono che in futuro l'automazione eserciterà comunque una pressione al ribasso sui salari, aumentando nel contempo l'importo guadagnato dagli azionisti. L'automazione spinta migliorerà gli standard di vita poiché la quantità di valore prodotto pro capite aumenterà sempre di più. Un altro effetto potrebbe essere la riduzione dell'orario di lavoro - man mano che l'automazione procede, si potrebbe impiegare lo stesso numero di persone, ma con meno ore a settimana o più giorni di ferie all'anno. E' lecito attendersi che man mano che le macchine avanzano, sempre più persone si troveranno sotto la linea di galleggiamento, incapaci di trovare un lavoro che l'IA non possa fare meglio, saranno forse quelli con il QI più basso o qualcosa del genere.
Supponiamo di arrivare al punto in cui i robot potranno fare letteralmente qualsiasi lavoro. Cosa succederà all'economia? Le persone continueranno probabilmente a dirigere le fabbriche, specie quelle che fabbricano robot. Ma la maggior parte delle persone non lavorerà più: o vivrà di rendità, o con i benefici elargiti da un welfare state ricchissimo. Fino a che punto l'economia ridistribuirà la ricchezza generata da questa economia, è una questione politica. Una cosa è certa: se sarà possibile creare macchine con intelligenza e abilità a livello umano, sarà possibile anche andare oltre, ovvero creare, magari a cura dei robot intelligenti stessi, macchine con intelligenza e abilità sovrumane, il che complica tutto e rende ogni previsione velleitaria.
Conclusione: anche se quasi tutti i posti di lavoro attualmente esistenti alla fine saranno automatizzati, man mano che avanziamo verso quel punto, continueranno ad essere creati nuovi posti di lavoro, prevenendo il tipo di disoccupazione di massa o bassi salari, purché il mercato abbia il tempo di adeguarsi. La politica dovrebbe limitarsi a gestire delle transizioni. Un problema potrebbe sorgere se i ritmi dell'innovazione dovessero accelerare. Tuttavia, una volta che le macchine supereranno le capacità umane, giungeremo ad un punto di "singolarità", l'intera economia che conosciamo si muterà in un oggetto misterioso e non possiamo dire più nulla nel merito, i nostri modelli economici diventerebbero carenti e il futuro imprevedibile. Un po' come la fisica tradizionale che si ritrova impotente nel descrivere il cuore del buco nero. Ci sarà chi vivrà di rendita e chi di welfare, ma in realtà non sappiamo nemmeno fino a che punto gli uomini controlleranno l'economia e la loro civiltà, per non parlare del modo in cui funzionerà l'occupazione. Ad ogni modo, i guadagni economici che derivano da tutta questa automazione affluiranno principalmente a coloro che possiedono le macchine. Investendo di più, creeranno nuovi prodotti, spenderanno di più, pagheranno più tasse e faranno più beneficenza, la civiltà in generale ne trarrà un beneficio. Una cosa è certa: la ricchezza in circolazione sarà incredibile rispetto agli standard attuali. E la felicità? Boh.

mercoledì 23 maggio 2018

L’IMPERATIVO ESTETICO NEL MONDO SENZA LAVORO

L’IMPERATIVO ESTETICO NEL MONDO SENZA LAVORO
Pessimisti anni novanta: la macchina ci ruberà il lavoro. Un pensiero che alligna a destra (Pat Buchanan) come a sinistra (Jeremy Rifkin). Best seller: The End of Work.
Ecco, questo pessimismo non tiene conto dell’imperativo estetico che domina sempre più. Difficile pensare che in questo campo la macchina sostituirà l’uomo.
Le macchine svolgeranno il 99% del lavoro ma la macchina è replicabile e se a fare la differenza sarà il tocco estetico dell’uomo tutto il valore si concentrerà in questo gesto.
AMAZON.COM

mercoledì 26 luglio 2017

Disoccupazione tecnologica

Disoccupazione tecnologica

Creative Destruction: The Economics of Accelerating Technology and Disappearing Jobs – Race Against The Machine: How the Digital Revolution is Accelerating Innovation, Driving Productivity, and Irreversibly Transforming Employment and the Economy – Erik Brynjolfsson and Andrew McAfee
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Trigger warning: luddismo – più produttivi e più poveri – stagnazione dei redditi – PIL e lavoro – saper cambiare – superstar – compensi CEO – tutti capitalisti – effetti della diseguaglianza –
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We are being afflicted with a new disease of which some readers may not yet have heard the name, but of which they will hear a great deal in the years to come—namely, technological unemployment.
Note:KEYNES
The individual technologies and the broader technological acceleration discussed in Chapter 2 are creating enormous value. There is no question that they increase productivity, and thus our collective wealth.
Note:TECNOLOGIA => PIÙ VALORE… PIÙ PRODUTTIVITÀ
the computer, like all general purpose technologies, requires parallel innovation in business models, organizational processes structures, institutions, and skills.
Note:COSA DEVE CAMBIARE
And that’s a problem. Digital technologies change rapidly, but organizations and skills aren’t keeping pace. As a result, millions of people are being left behind. Their incomes and jobs are being destroyed, leaving them worse off in absolute purchasing power than before the digital revolution.
Note:TENERE IL PASSO
While the foundation of our economic system presumes a strong link between value creation and job creation, the Great Recession reveals the weakening or breakage of that link. This is not merely an artifact of the business cycle but rather a symptom of a deeper structural change in the nature of production.
Note:JOBLESS RECOVERY
How can so much value creation and so much economic misfortune coexist?
Note:IL DIBATTITO
Growing Productivity
In the long run, productivity growth is almost the only thing that matters for ensuring rising living standards. Robert Solow earned his Nobel Prize for showing that economic growth does not come from people working harder but rather from working smarter.
Note:LA PRODUTTIVITÀ È TUTTO
if it grows at 4% per year, as it did in 2010, then living standards are 16 times higher after 70 years.
Note:PICCOLI INCREMENTI… GRANDI PROGRESSI
While 4% growth is exceptional, the good news is that the past decade was a pretty good one for labor productivity growth—the best since the 1960s.
Note:BUONE NOTIZIE
While bushels of wheat and tons of steel are relatively easy to count, the quality of a teacher’s instruction, the value of more cereal choices in a supermarket, or the ability to get money from an ATM 24 hours a day is harder to assess.
Note:QUALITÀ DIFFICILE DA QUANTIFICARE
Compounding this measurement problem is the fact that free digital goods like Facebook, Wikipedia, and YouTube are essentially invisible to productivity statistics.
Note:BENI INVISIBILI AL PIL
Furthermore, most government services are simply valued at cost, which implicitly assumes zero productivity growth for this entire sector, regardless of whether true productivity is rising at levels comparable to the rest of the economy.
Note:SERVIZI PUBBLICI SENZA MARKET TEST
Health care productivity is poorly measured and often assumed to be stagnant, yet Americans live on average about 10 years longer today than they did in 1960. This is enormously valuable, but it is not counted in our productivity data.
Note:ESEMPIO DELLA SALUTE
Earlier eras also had significant unmeasured quality components, such as the welfare gains from telephones, or disease reductions from antibiotics.
Note:L‘INCOMMENSURABILE NEL PASSATO
Stagnant Median Income
In contrast to labor productivity, median family income has risen only slowly since the 1970s (Figure 3.2) once the effects of inflation are taken into account. As discussed in Chapter 1, Tyler Cowen and others point to this fact as evidence of economy-wide stagnation.
Note:STAGNAZIONE DEI REDDITI
at the same time, GDP per person has continued to grow fairly steadily (except during recessions). The contrast with median income is striking
Note:MEDIA E MEDIANA
There have been trillions of dollars of wealth created in recent decades, but most of it went to a relatively small share of the population. In fact, economist Ed Wolff found that over 100% of all the wealth increase in America between 1983 and 2009 accrued to the top 20% of households.
Note:POCHI CREANO VALORE
This squares with the evidence from Chapter 2 of the growing performance of machines. There has been no stagnation in technological progress or aggregate wealth creation as is sometimes claimed.
Note:NESSUNA STAGNAZIONE PRODUTTIVA
Not only are income and wages—the price of labor—suffering, but so is the number of jobs or the quantity of labor demanded (Figure 3.4). The last decade was the first decade since the depths of the Great Depression that saw no net job creation.
Note:NESSUN LAVORO CREATO
Lack of hiring, rather than increases in layoffs, is what accounts for most of the current joblessness.
Note:ASSUNZIONI E LICENZIAMENTI
This reflects a pattern that was noticeable in the “jobless recovery” of the early 1990s, but that has worsened after each of the two recessions since then. Economists Menzie Chinn and Robert Gordon, in separate analyses, find that the venerable relationship between output and employment known as Okun’s Law has been amended.
Note:JOBLESS RECOVERY
The historically strong relationship between changes in GDP and changes in employment appears to have weakened as digital technology has become more pervasive and powerful.
Note:PIL E LAVORO
How Technology Can Destroy Jobs
At least since the followers of Ned Ludd smashed mechanized looms in 1811, workers have worried about automation destroying jobs. Economists have reassured them that new jobs would be created even as old ones were eliminated.
Note:LUDDISMO
People with little economics training intuitively grasp this point. They understand that some human workers may lose out in the race against the machine.
Note:SOSTITUITI
technological progress is not a rising tide that automatically raises all incomes.
Note:LA MAREA TECNOLOGICA
If wages can freely adjust, then the losers keep their jobs in exchange for accepting ever-lower compensation as technology continues to improve. But there’s a limit to this adjustment.
Note:SALARI RIGIDI
David Ricardo, who initially thought that advances in technology would benefit all, developed an abstract model that showed the possibility of technological unemployment. The basic idea was that at some point, the equilibrium wages for workers might fall below the level needed for subsistence.
Note:DISOCCUPAZIONE TECNOLOGICA
There was a type of employee at the beginning of the Industrial Revolution whose job and livelihood largely vanished in the early twentieth century. This was the horse. The population of working horses actually peaked in England long after the Industrial Revolution, in 1901, when 3.25 million were at work. Though they had been replaced by rail for long-distance haulage and by steam engines for driving machinery, they still plowed fields, hauled wagons and carriages short distances, pulled boats on the canals, toiled in the pits, and carried armies into battle. But the arrival of the internal combustion engine in the late nineteenth century rapidly displaced these workers, so that by 1924 there were fewer than two million. There was always a wage at which all these horses could have remained employed. But that wage was so low that it did not pay for their feed.
Note:UN LAVORATORE SFORTUNATO: IL CAVALLO
We also now understand that technological unemployment can occur even when wages are still well above subsistence if there are downward rigidities
Note:RIGIDITÀ
Minimum wage laws, unemployment insurance, health benefits, prevailing wage laws,
Note:FATTORI RIGIDITÁ
employers will often find wage cuts damaging to morale. As the efficiency wage literature notes, such cuts can be demotivating to employees and cause companies to lose their best people.
Note:EFFICENCY WAGE
To understand this threat, we’ll define three overlapping sets of winners and losers that technical change creates: (1) high-skilled vs. low-skilled workers, (2) superstars vs. everyone else, and (3) capital vs. labor.
Note:VINCITORI E VINTI
Ultimately, the effects of technology are an empirical question—one that is best settled by looking at the data.
Note:UNA QUESTIONE EMPIRICA
High-Skilled vs. Low-Skilled Workers
This is technical change that increases the relative demand for high-skill labor while reducing or eliminating the demand for low-skill labor. A lot of factory automation falls into this category,
Note:AUTOMAZIONE DELLA FABBRICA
Over the past 40 years, weekly wages for those with a high school degree have fallen and wages for those with a high school degree and some college have stagnated. On the other hand, college-educated workers have seen significant gains, with the biggest gains going to those who have completed graduate training …wage divergence accelerated in the digital era. As documented in careful studies by David Autor, Lawrence Katz, and Alan Krueger, as well as Frank Levy and Richard Murnane and many others, 
Note:DIVERGENZA CRESCENTE
Skill-biased technical change has also been important in the past. For most of the 19th century, about 25% of all agriculture labor threshed grain. That job was automated in the 1860s.
Note:IERI: AGRICOLTURA
Echoing the first Nobel Prize winner in economics, Jan Tinbergen, Harvard economists Claudia Goldin and Larry Katz described the resulting SBTC as a “race between education and technology.” Ever-greater investments in education, dramatically increasing the average educational level of the American workforce, helped prevent inequality from soaring as technology automated more and more unskilled work.
Note:ISTRUZIONE
Studies by this book’s co-author Erik Brynjolfsson along with Timothy Bresnahan, Lorin Hitt, and Shinku Yang found that a key aspect of SBTC was not just the skills of those working with computers, but more importantly the broader changes in work organization that were made possible by information technology.
Note:IT
Superstars vs. Everyone
Many industries are winner-take-all or winner-take-most competitions, in which a few individuals get the lion’s share of the rewards. Think of pop music, professional athletics, and the market for CEOs. Digital technologies increase the size and scope of these markets. These technologies replicate not only information goods but increasingly business processes as well.
Note:WINNER TAKE ALL…WTA
The top 10% of the wage distribution has done much better than the rest of the labor force, but even within this group there has been growing inequality. Income has grown faster for the top 1% than the rest of the top decile. In turn, the top 0.1% and top 0.01% have seen their income grow even faster.
Note:1%
Sherwin Rosen, himself a superstar economist, laid out the economics of superstars in a seminal 1981 article. In many markets, consumers are willing to pay a premium for the very best.
Note:TOP PLAYER
Technology can convert an ordinary market into one that is characterized by superstars. Before the era of recorded music, the very best singer might have filled a large concert hall but at most would only be able to reach thousands of listeners over the course of a year. Each city might have its own local stars, with a few top performers touring nationally, but even the best singer in the nation could reach only a relatively small fraction of the potential listening audience. Once music could be recorded and distributed at a very low marginal cost, however, a small number of top performers could capture the majority of revenues in every market, from classical music’s Yo-Yo Ma to pop’s Lady Gaga.
Note:MUSICA
digital technologies make it possible to replicate not only bits but also processes. For instance, companies like CVS have embedded processes like prescription drug ordering into their enterprise information systems. Each time CVS makes an improvement, it is propagated across 4,000 stores nationwide, amplifying its value. As a result, the reach and impact of an executive decision, like how to organize a process, is correspondingly larger.
Note:LEVA MANAGERIALE
the ratio of CEO pay to average worker pay has increased from 70 in 1990 to 300 in 2005, and much of this growth is linked to the greater use of IT, according to recent research that Erik did with his student Heekyung Kim. They found that increases in the compensation of other top executives followed a similar, if less extreme, pattern. Aided by digital technologies, entrepreneurs, CEOs, entertainment stars, and financial executives have been able to leverage their talents across global markets and capture reward that would have been unimaginable in earlier times.
Note:COMPENSI CEO
financial services sector has grown dramatically as a share of GDP and even more as a share of profits and compensation, especially at the top of the income distribution. While efficient finance is essential to a modern economy, it appears that a significant share of returns to large human and technological investments in the past decade, such as those in sophisticated computerized program trading, were from rent redistribution rather than genuine wealth creation.
Note:FINANZA E IT
Capital vs. Labor
If the technology decreases the relative importance of human labor in a particular production process, the owners of capital equipment will be able to capture a bigger share of income from the goods and services produced. …In particular, if technology replaces labor, you might expect that the shares of income earned by equipment owners would rise relative to laborers—the 
Note:LA FETTA DEL CAPITALE
As noted by Kathleen Madigan, since the recession ended, real spending on equipment and software has soared by 26% while payrolls have remained essentially flat.
Note:SPESA IN PC E IN LAVORO
there is growing evidence that capital has captured a growing share of GDP in recent years. As shown in Figure 3.6, corporate profits have easily surpassed their pre-recession levels.
Note:PROFITTI
As noted by economists Susan Fleck, John Glaser, and Shawn Sprague, the trend line for labor’s share of GDP was essentially flat between 1974 and 1983 but has been falling since then.
Note:LA FETTA DEI SALARI
Inequality Can Affect the Overall Size of the Economy
Is this simply a zero-sum game where the losses of some are exactly offset by gains to others? Not necessarily. On the positive side of the ledger, inequality can provide beneficial incentives for skill acquisition, efforts toward superstardom, or capital accumulation.
Note:MA NON È UN GIOCO A SOMMA ZERO
one of the most basic regularities of economics is the declining marginal utility of income. A $1,000 windfall is likely to increase your happiness, or utility, less if you already have $10 million than if you only have $10,000.
Note:INCONVENIENTE DELL’ UTILITÀ MARGINALE
equality of opportunity is important to the efficiency and fairness of a society,
Note:ETICA
inequality inevitably affects politics, and this can be damaging and destabilizing.
Note:INSTABILITÀ POLITICA
When SBTC increases the incomes of high-skill workers and decreases the incomes and employment of low-skill workers, the net effect may be a fall in overall demand. High-skill workers, given extra income, may choose to increase their leisure and savings rather than work extra hours. Meanwhile, low-skill workers lose their jobs, go on disability, or otherwise drop out of the labor force. Both groups work less than before, so overall output falls.
Note:EFFETTO REDDITO SUI RICCHISSIMI ED EFFETTO SCORAGGIAMENTO SUI POVERI. TUTTI LAVORANO MENO
it’s easy to see how a shift in income from labor to capital would lead to a similar reduction in overall demand. Capitalists tend to save more of each marginal dollar than laborers. In the short run, a transfer from laborers to capitalists reduces total consumption, and thus total GDP.
Note:MENO CONSUMI
Over time, a well-functioning economy should be able to adjust to the new consumption path required by any or all of these types of reallocations of income. For instance, about 90% of Americans worked in agriculture in 1800; by 1900 it was 41%, and by 2000 it was just 2%. As workers left farms over the course of two centuries, there were more than enough new jobs created in other sectors,
Note:AGGIUSTAMENTI… VEDI AGRICOLTURA
However, when the changes happen faster than expectations and/or institutions can adjust, the transition can be cataclysmic.
Note:TRANSIZIONE
Looking Ahead
In the most recent decade, demand has fallen most for those in the middle of the skill distribution. The highest-skilled workers have done well, but interestingly those with the lowest skills have suffered less than those with average skills, reflecting a polarization of labor demand.
Note:CURIOSI: LA U DELLE SKILL… IMPREVEDIBILITÀ
It can be easier to automate the work of a bookkeeper, bank teller, or semi-skilled factory worker than a gardener, hairdresser, or home health aide. In particular, over the past 25 years, physical activities that require a degree of physical coordination and sensory perception have proven more resistant to automation than basic information processing, a phenomenon known as Moravec’s Paradox’.
RAGIONIERI E GIARDINIERI