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sabato 29 giugno 2019

giovedì 16 gennaio 2014

Teorie del significato:: Mill vs Frege vs Kripke

Fu John Stuart Mill ha proporre un embrione di teoria del significato. Per lui il significato di un termine era semplicemente la relazione tra quel termine e l' oggetto che quel termine designava.

La critica di Frege fu radicale. Pensiamo al termine "Giocasta" e al suo significato.

Per Edipo "Giocasta" = "La Regina di Tebe"
Per Noi "Giocasta" = "La madre di Edipo".

Sebbene sia noi che Edipo quando pronunciamo la parola "Giocasta" intendiamo riferirci alla medesima persona, evidentemente non ne condividiamo il senso poiché intendiamo cose diverse usando quel nome, se non fosse così i noti drammi non potrebbero svilupparsi. Ne consegue che dobbiamo abbandonare l' idea di "senso" come semplice relazione che lega la parola all' oggetto.

In Frege il senso diventa un' idea (intensione) anziché un oggetto (estensione): il termine rinvia a un' idea (senso) che rinvia ad un oggetto (riferimento). Il senso è un concetto, ovvero una descrizione del termine (tavole di verità). Noi possiamo condividere il riferimento (oggetto) senza condividere il senso (descrizione) del termine. Le idee non hanno significato, sono il significato.

In questo modo il "caso di Edipo" è brillantemente risolto.

Kripke criticherà però la teoria descrittiva di Frege, almeno per quel che concerne i nomi propri e i nomi naturali. Ecco un esperimento mentale che propone.

Giovanni "Godel è colui che dimostro l' incompletezza dell' aritmetica"

Adesso ammettiamo che nella realtà Godel abbia copiato la sua dimostrazione da Shmidt, il quale per un qualsiasi motivo non ha mai denunciato il plagio.

Domanda: cosa intende Giovanni quando pronuncia il nome proprio "Godel".

Ipotesi 1: intende il Godel  che esiste nel nostro mondo (dandone una descrizione falsa).

Ipotesi 2: intende il Godel di un "mondo possibile" ( dandone una descrizione vera poiché in un mondo possibile Godel avrebbe potuto benissimo dimostrare l' incompletezza dell' aritmetica).

Il fatto sconcertante è che nell' Ipotesi 1 non giungiamo al riferimento grazie al senso mentre nell' Ipotesi 2 questa condizione è soddisfatta in pieno. Eppure l' Ipotesi 2 è altamente controintuitiva e siamo portati ad escluderla come plausibile. In altri termini: secondo Frege bisognerebbe optare per 2 ma tutti capiamo che questo è assurdo.

Nell' ipotesi 1, la più intuitiva, senso e riferimento divergono, ma questo non è un problema per l' esternalismo di Mill poiché in questo caso il senso del termine impiegato è l' oggetto. Ovvero, quando Giovanni dice "Godel" intende l' oggetto Godel non la descrizione erronea che ne dà poiché quella descrizione ha come riferimento un oggetto ben preciso che abita un altro mondo possibile e che non coincide affatto con quello a cui vuole riferirsi Giovanni. Un grave inconveniente, ma solo per Frege.

Si puo' aggirare la critica di Kripke?

Bisogna abbandonare la "semantica dei mondi possibili" in favore della "semantica a due dimensioni".

Nella semantica a due dimensioni per la parola ACQUA si ripropongono le consuete descrizioni di Frege ma si aggiunge all' elenco una "proprietà disclaimer": "ACQUA=qualunque cosa decidiamo di chiamare ACQUA in questo mondo". parliamo di semantica 2D perché il disclaimer puo' essere pensato come una seconda definizione (intensione) che si accompagna sempre alla prima tradizionale definizione.

Provate a sostituire ACQUA con GODEL. Ebbene, gli inconvenienti di cui sopra cessano poiché con la seconda definizione il riferimento di Giovanni, per quanto sballato, non potrà mai essere quel GODEL fantasmatico che abita un altro "mondo possibile" e che aveva ingenerato coincidenze imbarazzanti.

http://en.wikipedia.org/wiki/Two-dimensionalism


lunedì 10 gennaio 2011

Meditazioni libertarie sul Vangelo del 9.1.2011

Vangelo secondo Matteo 3,13-17

In quel tempo. Il Signore Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Battesimo e individualismo vanno sempre di pari passo.

La concezione "descrittivista" è la vera antagonista della concezione "battesimale". Per la prima noi siamo cio' che facciamo e cio' che diciamo. Siamo, insomma, la relazione che ci rende "descrivibili".

Il "descrittivismo" messo a punto da Frege e Russell esalta la "relazione": la nostra identità si dispiega nelle relazioni in cui siamo immersi. Per quella via alcuni arrivano addirittura a propugnare il cosiddetto "costruzionismo": la nostra realtà identitaria si "costruisce" dal nulla instaurando relazioni.

Brillante vindice di questa fallace impostazione fu colui che viene riconosciuto come uno dei più grandi logici della contemporaneità, Saul Kripke (a tre anni disse alla mamma che se Dio è ovunque per entrare in casa bisogna farlo uscire).

La teoria logica dei nomi propri di Kripke dimostra che la nostra identità si fonda su un "battesimo" primigenio e non su una "descrizione"; ovverosia, l' individuo ha una realtà che precede le relazioni in cui si impegna, questa realtà intuitiva non è affatto una "costruzione" ma esiste a prescindere dalle formulazioni attraverso cui viene descritta.

La logica contemporanea più avanzata torna dunque al realismo e all' essenzialismo e lo fa a passo di carica.