I nostri antenati si barcamenavano tra periodi di vacche grasse e periodi di vacche magre. Nei momenti difficili facevano del loro meglio per sopravvivere, nell’abbondanza si chiedevano: “In che cosa posso investire per non soffrire più quando cominceranno le avversità? La risposta più ovvia: in buone relazioni e reputazione. Per questo facevano tanti bambini, lavoravano alacremente per aumentare il loro status e per assicurarsi alleati potenti.
Questa è la mia spiegazione preferita del perché ancora oggi la quota di reddito investita in istruzione e salute aumenti spropositatamente all’aumentare del nostro reddito senza molti benefici né per la nostra istruzione, né per la nostra salute: cerchiamo prestigio “alleandoci” con scuole prestigiose e medici con solida reputazione. Il fatto è che oggi siamo straricchi e lo siamo ormai da almeno un paio di secoli, le “vacche magre” sono solo un ricordo lontano ma nella nostra mente restano una fissa incancellabile.
Nel XXI secolo la disparità nei redditi è in larga misura la conseguenza di cio’ che succede nella fornitura di alcuni servizi ben precisi:medicina, istruzione, diritto aziendale (law corporation), consulenza alle imprese, management, gestione del risparmio. E’ qui che si spende MOOOOOLTO di più rispetto a prima… senza ottenere granché di più. Ergo: si spende per acquisire prestigio.
Esempio: dal dopoguerra a oggi i medici/paramedici per paziente sono raddoppiati, la loro retribuzione è triplicata, la frazione del reddito totale speso dal paese in ambito sanitario è aumentata sostanzialmente. Ma gli studi più rigorosi in medicina generale non indicano un miglioramento apprezzabile in termini di salute (la differenza reale la fanno altri fattori, come ad esempio alimentazione e ambiente). Ma in tutti i paesi occidentali si nota una scarsa correlazione tra servizi sanitari e salute, suggerendo così che nella sanità c’è molta cura in eccesso e inefficienza. I pazienti preferiscono sistematicamente trattamenti medici complessi e costosi mentre sospettano di quelli più economici. Tendono poi ad essere più interessati alla reputazione dei dottori a cui si rivolgono che al loro curriculum terapeutico. Spiegazione? Voglia di prestigio e reputazione, voglia di dire o pensare: “io per la salute dei miei cari non bado a spese… che lo si sappia!”.
Nel campo dell’istruzione, abbiamo registrato un forte aumento del numero di studenti, del numero di insegnanti per studente e delle retribuzioni degli insegnanti rispetto al lavoratore medio. Oggi si richiede la laurea perfino alla maestra o a chi si occupa della ginnastica, anche se insegnanti con meno scolarizzazione sembrerebbero parimenti adeguati. E’ chiaro che in questo modo i costi s’impennano senza un corrispettivo in termini di risultati. Gli studenti in realtà non ricordano molto di ciò che viene insegnato e la maggior parte di ciò che imparano non sarà comunque utile in alcun modo. Gli studenti e le loro famiglie sembrano più preoccupate del prestigio dei loro insegnanti che della loro esperienza. Gli studenti universitari preferiscono laurearsi con professori che hanno fatto studi prestigiosi piuttosto che con professori bravi nell’insegnamento.
Nell’ambito della giustizia, abbiamo assistito a un numero crescente di cause giudiziarie. E’ cresciuto anche il numero di avvocati e il loro reddito medio. Solo due secoli fa la maggior parte della gente poteva andare in tribunale senza un avvocato, oggi la legge è molto complessa e ripristinare il vecchio regime non sembra possibile. Tuttavia, non è chiaro come quantificare i benefici di questo sistema legale più complesso e costoso. Il sospetto è che siano alquanto esigui. i clienti s’informano sul prestigio del loro avvocato, molto meno sul suo track record in tribunale.
I consulenti d’impresa sono notevolmente aumentati per numero e retribuzione, mentre cio’ che consigliano è sempre più prevedibile. Tali consulenti sono spesso assunti perché il loro prestigio può intimorire i concorrenti, oppure per sgominare le resistenze ai cambiamenti che si ha in mente di apportare a prescindere da una consulenza strapagata e dall’esito risaputo.
I gestori dei fondi di investimento sono notevolmente aumentati per numero e paga. Ma una volta prese in considerazione le loro commissioni di gestione, tendono a offrire rendimenti inferiori rispetto ai semplici fondi indicizzati (gestiti col pilota automatico). Gli investitori sembrano disposti ad accettare tali rendimenti attesi inferiori pur di avere la possibilità di mostrarsi in associazione a fondi prestigiosi: telefonare al loro “personal consultant”, oppure ricevere la sua visita in casa, li rende felici.
I manager sono aumentati in numero e anche in retribuzione. Una loro funzione chiave è sempre di più quella di dare all’impresa un’immagine prestigiosa, non solo nei confronti dei clienti e degli investitori, ma anche per i dipendenti desiderosi di lavorare sodo e rinunciare alle ferie pur di farlo al servizio di una persona carismatica.