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giovedì 16 novembre 2017

Famiglia e capitalismo

Famiglia e capitalismo

Secondo molti non c’è compatibilità tra le due cose.
Il sistema economico moderno vuole individui “atomizzati” e privi di legami forti.
La società liquida odia i legami robusti è ha una vittima designata: la famiglia.
Quando bisogna essere a disposizione dell’azienda come si puo’ esserlo della famiglia? O una o l’altra.
Non sarà un caso se divorzi e convivenze si moltiplicano.
Quante volte abbiamo letto su “Avvenire” le invettive contro questo stato di cose? Quante volte Papa Francesco ha alluso “ad un’economia che uccide la relazione”?
Tutto fila, senonché ecco una pietra d’inciampo: proprio in questo sistema ha più probabilità di successo chi ha dietro o forma una famiglia solida.
Una famiglia armoniosa è il trampolino di lancio ideale per affermarsi in un’economia capitalistica. I guai sentimentali, o addirittura la solitudine, ti fanno annaspare prima e poi affondare.
Non è un caso se tra i ricchi le famiglie sono solide e numerose. Il premio in denaro per chi si sposa è consistente: un solido matrimonio frutta più di una laurea.
Da qui il dubbio: come puo’ il capitalismo avversare qualcosa che poi premia? Come riconciliare questa contraddizione su cui “Avvenire” e il Papa non amano soffermarsi prediligendo un quadretto in bianco e nero?
Ipotesi: il capitalismo premia la famiglia solida ma rende meno naturale ottenerla.
In un’economia come quella moderna: 1) esiste un chiaro incentivo a formare una famiglia solida, 2) non è facileformare una famiglia solida.
L’individuo “atomizzato” o è uno stupido che non comprende la sua convenienza o è un pigro che non la persegue con sufficiente tenacia?
In passato era diverso. Quando si coltivavano i campi non ci si muoveva di casa, si stava tutti insieme tutto l’anno. Formare una famiglia non era solo facile, era una conseguenza naturale del sistema produttivo in auge. Non c’erano alternative. Non occorreva una grande forza di volontà. Anche lo stupido e il pigro mettevano su famiglie che duravano una vita.
Se ieri la famiglia era una necessità, ora è frutto di calcolo e volontà, cio’ la rende meno diffusa ma ancora più preziosa e genuina.
L'immagine può contenere: sMS

martedì 19 maggio 2015

Famiglia e capitalismo

Molti ritengono che il capitalismo sia il peggior nemico della famiglia. Tre rilievi:

  1. c'è chi sostiene che la famiglia, fonte di risparmio, minacci il sistema capitalista che richiede sempre maggiori consumi. ebbene, questa idea per cui il capitalismo anteporrebbe i consumi ai risparmi è azzardata (e uso questa espressione in questa sede, al bar direi che è una cazzata madornale).
  2. la famiglia genera welfare e sicurezza, un prodotto in concorrenza con il welfare governativo che nel dopoguerra sembra essersi imposto, senonché quest'ultimo è finanziato dalla collettività, ovvero da tasse che gravano i gran parte sui produttori (capitalisti). secondo voi che welfare prediligono questi ultimi? quello che pagano loro o quello demandato alle famiglie? un' inversione di tendenza che ci faccia tornare all'antico favorisce sia la centralità della famiglia che il capitalismo, una convergenza di interessi che smaschera il vero nemico comune. 
  3. c'è chi fa rilevare che oggi chi cerca lavoro preferisce dire che non ha famiglia. strano perché in passato "avere famiglia" segnalava serietà e costituiva garanzia di responsabilità. cos'è cambiato? semplice, l'istruzione superiore ha rimpiazzato questo segnale: chi studia a lungo in una scuola dura è una persona seria. ma anche i sistemi universitari di massa, proprio come il welfare, esistono in modo tanto ipertrofico solo perché pesantemente sussidiati. tornare ai vecchi segnali favorisce sia il capitalismo che la famiglia, una convergenza di interessi che smaschera il vero nemico comune: lo stato pigliatutto.
continua