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mercoledì 26 febbraio 2020

venerdì 8 novembre 2019

L'INCOMMENSURABILE

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L'INCOMMENSURABILE
I medesimi fatti possono essere interpretati in vario modo e dare origine a paradigmi scientifici tutti diversi tra loro incommensurabili. In casi del genere il giudizio finale lo danno il buon senso, la cultura e la politica. Vediamo da vicino il caso della malattia mentale.
1) Il dubbio - Thomas Szasz (TS) dubita che il paradigma psichiatrico standard della malattia mentale sia corretto e lo critica prendendo a prestito il paradigma dell'economia.
2) La scelta - Per gli economisti le scelte delle persone dipendono da due fattori: 1) preferenze e 2) vincolo di bilancio. Il primo è soggettivo (soggettivo), il secondo oggettivo (esterno).
3) La malattia - TS vede la malattia fisica alla stregua di un vincolo di bilancio mentre la malattia mentale come una preferenza. Quelli che chiamiamo malati mentali sono solo persone con preferenze strane. Tutto il mondo della malattia mentale puo' essere concettualizzato in termini di preferenze. Bene, è venuto il momento di fare esempi o non si capisce niente.
4)Esempi - L'alcolizzato, nel paradigma di TS, è uno che preferisce bere. L'ADHD è uno che preferisce la varietà e la novità. Il depresso è uno che preferisce l'inazione. Lo schizofrenico è un creativo che preferisce andare dietro alla sua immaginazione scatenata. In fondo a tutti noi piace il vino, tutti noi ci annoiamo, tutti noi ci rilassiamo, tutti noi abbiamo fantasie di complotti che ci piace prendere sul serio. L'alcolizzato, l'ADHD, il depresso e lo schizofrenico hanno preferenze che non ci sono affatto aliene, ma le hanno in forma estrema.
4bis) Politica - Così impostata tutta la faccenda, la psichiatria diventa essenzialmente una disciplina politica prima che medica. In alcuni casi la cosa è particolarmente evidente: fino agli anni sessanta l'omosessualità era una malattia, poi, senza che cambiasse nulla nella nostra conoscenza fattuale nel merito, per alzata di mano da parte di un gruppo influente di psichiatri, ovvero con un voto politico, l'omosessualità è uscita dal novero dei disturbi mentali.
5) Manicomi - Per TS, quando la società decide che una certa preferenza è troppo bizzarra allora mette chi le palesa in manicomio e parla di "malattia". Se poi quella stessa preferenza diventa più accettabile - come nel caso dell'omosessualità - fa marcia indietro.
6) Genetica e neurobiologia - si badi bene che TS non puo' essere criticato facendo ricorso alla genetica o alla neurobiologia: certo, lo so, la stranezza di certe preferenze puo' avere una base genetica ma lo stesso vale per le "preferenze normali". L'unica critica a cui si espone il paradigma di TS è di ordine filosofico.
7) Critica - La prendo pari pari dal mio psichiatra preferito, Scott Alexander. Alice ha sempre avuto problemi di concentrazione fin dai tempi della scuola, ora si barcamena tra un lavoro precario e l'altro, spesso però ha delle "giornate no" in cui si assenta, in quei momenti si sente spossata, come se le energie vitali le mancassero. Alla fine decide di andare da uno psichiatra che le diagnostica ADHD e depressione. Torna a casa svuotata e passa tutto il week end a letto. Bob è un manager brillante, lavora sodo ed è vicino alla promozione agognata. Ma questa sera torna a casa tra gli starnuti, ha anche dei brividi di freddo e qualche linea di febbre. L'indomani la febbre si è alzata e decide di stare a letto per smaltire l'influenza che ha preso.
8) Bob e Alice: comportamento - Almeno per un giorno Bob e Alice passeranno il tempo nella stessa maniera: entrambi a letto senza la voglia di alzare un dito. Eppure per TS le affinità finiscono qui, lui vede in Alice un problema di "preferenza" (gusti) mentre in Bob un problema di "bilancio" (malattia). La distinzione suona strana in presenza di soggetti che fanno esattamente la stessa cosa.
9) Bob e Alice: cause - Ma possiamo andare oltre. Anche le cause del loro comportamento sono simili: in entrambi i casi tutto è provocato dalla chimica del nostro corpo, il rispettivo sistema immunitario, infatti rileva dei problemi rilasciando sostanze che portano un chiaro messaggio al cervello: pericolo, siamo in crisi, evita ogni movimento, conserva le energie.
10) L'enigma - Ma se depressione e influenza hanno le medesime cause inducendo i medesimi comportamenti, perché mai dovremmo parlare di "preferenze" nel primo caso e di "malattia" nel secondo? Non vi sembra strano tutto questo? Non vi sembra che il paradigma psichiatrico funzioni meglio rispetto a quello di TS, che in entrambi i casi siamo di fronte a una malattia?
11) Altri esempi - Ho fatto il confronto tra il tipo depresso e il tipo influenzato, avrei potuto anche fare il confronto tra un AHDH e chi non ha dormito. Entrambi si presentano come distratti, poco concentrati, e anche questa volta il paradigma di TS ci sarebbe apparso quanto meno stravagante. Immaginate poi se entrassi nottetempo nella stanza di Bob per iniettargli una sostanza che lo renderà domani indistinguibile da un depresso, la medesima sostanza, poniamo, che il corpo di Alice produce spontaneamente in abbondanza! Due persone indistinguibili possono essere fondamentalmente differenti? Sì perché è questo che vorrebbe farci vedere TS.
12) La risposta - TS potrebbe rispondere che nel corpo di Bob è entrato un virus esterno, mentre nel caso di Alice nulla del genere è successo. Anche la puntura a tradimento è un fatto esterno fuori dal controllo di Bob. Nel caso di Alice, invece, non possiamo verificare la presenza di un controllo o meno visto che le intenzioni non sono mai indagabili direttamente, cosicché postuliamo che ci sia, così come facciamo con tutti in assenza di prova contraria. Per me la risposta è abbastanza buona, faccio solo notare che io e il mio zombi siamo indistinguibili, eppure siamo molto diversi.
13) Aiuto! - C'è chi solleva un'altra obiezione: molti malati chiedono aiuto, vogliono uscire dalla loro condizione, non sembrano affatto accettarla, pensate solo alla disperazione di certi alcolizzati. Ma questo non è il comportamento tipico di chi esprime una preferenza! E' invece coerente con il fatto che abbiamo di fronte persone malate. TS non si scompone, un comportamento del genere, infatti, è perfettamente spiegato anche dal suo paradigma: questi soggetti, presentandosi come "malati" possono ottenere aiuto a buon mercato, e una condotta del genere è proprio cio' che ci attendiamo quando uno, dopo aver seguito le sue preferenze, deve fronteggiare effetti collaterali negativi.
14) Conclusioni - Facciamo il punto. Allora, il paradigma di TS (preferenze) si oppone al paradigma psichiatrico standard (malattia). Poiché si tratta di interpretazioni concorrenti dei medesimi fatti, nessuno dei due puo' essere dimostrato come falso, sono fondamentalmente incommensurabili, cosicché ci si sposta dal primo al secondo e viceversa in relazione alla politica e alla cultura della società in cui siamo immersi. Esempio, una società efficientista e desiderosa di creare ricchezza teme gli opportunismi ed è quindi più propensa ad adottare il paradigma di TS. Una società ricca, al contrario, teme di essere ingiusta ed è quindi più incline a elargire cure a tutti giustificandosi con il paradigma standard della psichiatria.
15) Ironia della storia - Si noti che TS ha elaborato il suo paradigma negli anni sessanta in un clima culturale libertario che metteva l'emancipazione della persona sopra tutto, malati mentali compresi. Insomma, da TS all' "apertura dei manicomi" il passo è breve. Del resto mi sembra evidente il nesso: il malato mentale non è un malato ma uno di noi, magari un po' bizzarro ma uno di noi. D'altro canto, si veda il punto precedente, proprio la società efficientista che lavora a testa bassa risulta di fatto la più pronta ad accoglierlo, mentre la "società dei buoni" è più incline a medicalizzare tutto. Strana alleanza questa tra hippy e yuppy.
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Un classico della psichiatria, The Myth of Mental Illness, e contribuì non poco al clamoroso rinnovamento di questa disciplina, che si verificò negli anni Settanta. Secondo lo psichiatra e psicoanalista Szasz, non esistono, nelle cosiddette malattie mentali, alterazioni organiche permanenti del c....

martedì 26 marzo 2019

L’ABOLIZIONE DELLA MALATTIA

L’ABOLIZIONE DELLA MALATTIA
Qualche decennio fa l'omosessualità era considerata una malattia mentale. Alcuni reazionari vorrebbero farla ritornare nel novero. Altri, invece, vorrebbero derubricare a "preferenze" anche gli altri disturbi. Non so se chiamarli reazionari, comunque mi sono simpatici e mi inserisco nel novero.
Propongo quindi di abolire per alzata di mano la malattia mentale.. Propongo cioè di considerarla come “una preferenza estrema, socialmente disapprovata".
Secondo questo schema gli alcolizzati sono persone che considerano il consumo di bevande alcoliche più prezioso dell'armonia familiare. Se potessero cambiare queste preferenze forse lo farebbero, tuttavia preferiscono continuare a bere forte nonostante la sofferenza delle loro famiglie.
Lo stesso vale per il depresso: ha magari una famiglia amorevole e una carriera di successo, ma vuole comunque uccidersi.
Negli anni '70 gli psichiatri classificavano l'omosessualità come un disturbo mentale. Io avrei obbiettato: disturbo mentale? No, è solo una “preferenza estrema, socialmente disapprovata”. Mi avrebbero risposto: pensi davvero che la gente scelga di essere gay? Qui va chiarita una cosa: essere gay significa preferire sessualmente le persone del proprio sesso. Questo non implica che i gay vogliano sentirsi in questo modo. Se esistesse un pulsante di conversione da gay a etero molti gay lo avrebbero azionato, almeno nel mondo intollerante degli anni sessanta.
Non è un gioco di parole, ci sono implicazioni di sostanza. Innanzitutto, le persone con preferenze estreme possono fare scelte alternative. Le persone con avversione al prezzemolo sono comunque in grado di mangiarlo, gli alcolisti sono in grado di smettere di bere. I depressi possono astenersi dal suicidio e gli omosessuali dai rapporti con partner dello stesso sesso. Questo è fondamentalmente diverso dalla mia incapacità di vivere 150 anni.
Inoltre, le persone con preferenze estreme restano comunque sensibili agli incentivi: gli alcolisti rispondono alle tasse sugli alcolici e alla pressione della famiglia. I genitori depressi spesso ritardano il suicidio fino a quando i loro figli sono cresciuti. E non ho motivo di pensare che certe “cure” dell’omosessualità possano avere degli effetti.
Inoltre, le persone con preferenze estreme possono comunque “lavorare” sulle loro preferenze, possono trovare modi più costruttivi per farvi fronte. Ad esempio, se sei estremamente depresso nonostante il grande successo di carriera, dovresti sperimentare modi nuovi di vivere, viaggiare, uscire dalla routine. Chissà che la cosa non ti giovi.

Alla malattia puo’ essere applicato lo stesso schema della normalità: anch’io vorrei essere meno pigro, più paziente, più estroverso, più amorevole, più ambizioso o più perseverante. Cio’ non significa che sia malato.

https://www.econlib.org/the-depression-preference/

martedì 19 giugno 2018

SOCIOLOGIA DELLA MEDICALIZZAZIONE

SOCIOLOGIA DELLA MEDICALIZZAZIONE
La malattia mentale è sensibile sia alla biologia che alla cultura, il che crea curiosi paradossi: le popolazioni geneticamente più esposte a certi disturbi sono anche le meno colpite. Esempio: tra i giapponesi il gene associato alla depressione è mediamente più diffuso che altrove ma in Giappone i “depressi” diagnosticati come tali sono meno che altrove. Evidentemente la cultura locale ha elaborato nel tempo i suoi antidoti, tanto è vero che i giapponesi che migrano in occidente sono soggetti particolarmente a rischio.
Il fenomeno mi fa pensare alla “medicalizzazione” pervasiva nelle nostre scuole: perché un bambino che ieri chiamavamo “asino” oggi lo definiamo “affetto da disturbi ADHD”? Non penso che la nostra conoscenza oggettiva nel merito sia cambiata così radicalmente, nemmeno che le scoperte fatte in questo campo siano così sconvolgenti da aver scoperchiato una realtà sconosciuta. Penso piuttosto che ad essere cambiata sia la nostra cultura: in un ambiente culturale iper-competitivo come quello attuale il bambino “asino” è praticamente spacciato, di fronte a questa pesante situazione ci sentiamo in dovere accompagnare e alleggerire la sofferenza famigliare medicalizzando il problema (e quindi deresponsabilizzando). Nel clima più “rilassato” di ieri, invece, l’ “asino” era un tipo quasi simpatico, un “pierino” in grado di compensare con altre doti le sue carenze cognitive, uno che comunque avrebbe trovato la sua via nel mondo: responsabilizzare i soggetti era il modo per mantenere comunque sotto il livello di guardia il numero di questi soggetti.
PSYCHOLOGYTODAY.COM
Insight into culture's multifaceted influence on depression.

mercoledì 11 ottobre 2017

La salute non è tutto SAGGIO


La salute non è tutto


Definire la malattia è impresa improba, in genere siamo di fronte ad una “malattia” quando alcuni tratti distintivi si presentano tutti insieme.
Ne propongo sei.
  1. Il malato presenta un’ alterazione biologica di qualche tipo.
  2. La condizione del malato è involontaria.
  3. La malattia è  rara.
  4. La malattia è spiacevole.
  5. La malattia è “discreta”: l’umanità puo’ essere divisa tra “malati” e “sani”(*).
  6. La malattia si cura con medicine e terapie scientifiche(scoperte o da scoprire).
***
Il cancro sembra avere le carte in regola per essere considerato una malattia, in effetti tutte e sei le condizioni si presentano.
Il nanismo non sembra una malattia poiché manca la quinta condizione
La vecchiaia, con buona pace dei transumanisti, non sembra una malattia poiché manca la terza condizione.
L’omosessualità non sembra una malattia poiché manca la quarta condizione.
L’obesità non sembra una malattia poi che mancano la seconda, la quinta e la terza condizione.
La depressione non sembra una malattia poiché manca la prima e la quinta condizione.
In molte malattie mentali manca la quarta condizione.
****
Quando si discute di questi temi è facile cadere nell’equivoco: molti ritengono che l’argomento sia “medico” quando invece è “etico”.
Non è possibile stabilire cosa sia una malattia se non si possiede un solido paradigma etico di riferimento.
Si consideri che noi abbiamo un moto empatico verso il “malato” mentre stigmatizziamo il “finto malato”. Da ciò si comprende la rilevanza dell’etica nella questione definitoria.
Ipotizziamo che i nostri valori etici di riferimento siano  libertà, responsabilità e benessere.
Ebbene, non ha senso considerare ammalato chi non è disturbato dalla sua malattia. Penso all’omosessuale o al matto che crede di essere Napoleone.
Oppure: non ha senso far accedere alla condizione privilegiata di malato chi è in qualche modo responsabile per la sua condizione. Penso all’alcolizzato, al drogato o allo studente distratto.
A questo punto la “malattia” rischia di diventare un concetto soggettivo. Come definire l’omosessuale non in pace con se stesso?
Uno sbocco del genere atterrisce solo chi vede la società come una “fabbrica” con l’esigenza di uniformare tutto per innescare soluzioni a cura della catena di montaggio burocratica.
(*) La medicina antica batteva vie alternative.
Breast cancer (whole breast removed) #1, pigment print, 60 cm x 40 cm.  From the series Removals 2011-2013 by Maija Tammi.

martedì 10 ottobre 2017

Definire la malattia

"Disease" suggests that certain characteristics always come together. A rough sketch of some of the characteristics we expect in a disease might include:

1. Something caused by the sorts of thing you study in biology: proteins, bacteria, ions, viruses, genes.
2. Something involuntary and completely immune to the operations of free will
3. Something rare; the vast majority of people don't have it
4. Something unpleasant; when you have it, you want to get rid of it
5. Something discrete; a graph would show two widely separate populations, one with the disease and one without, and not a normal distribution.
6. Something commonly treated with science-y interventions like chemicals and radiation.

****

People commonly debate whether social and mental conditions are real diseases. This masquerades as a medical question, but its implications are mainly social and ethical. We use the concept of disease to decide who gets sympathy, who gets blame, and who gets treatment.

Proposta:

 We should blame and stigmatize people for conditions where blame and stigma are the most useful methods for curing or preventing the condition, and we should allow patients to seek treatment whenever it is available and effective.

venerdì 4 marzo 2016

2 La svolta “scientifica”: Claude Bernard - Per una medicina umanistica by Giorgio Israel

2 La svolta “scientifica”: Claude Bernard - Per una medicina umanistica  by Giorgio Israel  #malattiaequantità #malattiaevirus #malattiaederroregenetico #chirurgiaemedicina #ilmedicochenoncura #finedelcapezzale #veleniemedicine #ilproblemadellamorte #controcartesiocontrobacone
2 La svolta “scientifica”: Claude BernardRead more at location 262
Note: @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ Edit
Essa si manifesta già in modo evidente nell’opera di Giovanni Battista Morgagni (1682-1771) e nell’emergere della branca detta dell’anatomia patologica la quale ha come obbiettivo l’identificazione del substrato anatomico delle malattie.Read more at location 264
Note: LA VISIONE SCIENTIFICA DELLA MALATTIA Edit
il principio di Broussais.[19] Questo principio può enunciarsi dicendo che la malattia altro non è che l’alterazione quantitativa di uno stato (che è, per l’appunto, lo stato di normalità).Read more at location 267
Note: OMOGENEIZZAZIONE TRA NORMALE E PATOLOGICO Edit
esso assunse un ruolo centrale nelle concezioni di colui che può essere considerato come il fondatore della medicina scientifica moderna: Claude Bernard (1813-1878).Read more at location 272
Secondo Changeux, dopo Shannon, Weaver e Wiener, gli esseri viventi sono considerati come «organizzatori di segnali, di messaggi codificati contenenti  un’“informazione” misurabile. L’organismo vivente è divenuto una macchina cibernetica che conserva, propaga e scambia informazione».Read more at location 277
Note: LA MACCHINA DA RIPARARE Edit
Bernard ha enunciato con radicale chiarezza l’idea che normalità e patologia debbono essere considerate soltanto come stati quantitativamente diversi ma qualitativamente omogenei.Read more at location 288
Note: QUANTITÀ QUALITÀ Edit
Egli ha definito la normalità come un “tipo ideale” sotto condizioni sperimentali determinate, il quale è identificato da una serie di intervalli di valori di certi parametri.Read more at location 289
Note: ESAME DEL SANGUE Edit
si è introdotta l’idea di omeostasi, intesa come la tendenza dell’organismo a riassestarsi spontaneamente attorno al sistema di valori dei parametri che definiscono lo stato di normalità.Read more at location 294
Note: EQUILIBRIO Edit
In terzo luogo, Bernard occupa una posizione centrale nella storia della scienza e dell’epistemologia scientifica per aver codificato i principi del metodo sperimentale e per aver formulato in termini generali il cosidetto principio del determinismo.Read more at location 296
Note: DETERMINISMO Edit
la visione della medicina come impresa collettiva,Read more at location 304
Note: L OSPEDALE COME INDUSTRIA Edit
la trasformazione degli ospedali in strutture organizzate di curaRead more at location 305
Forse il processo più rilevante in questa direzione fu la progressiva unificazione della medicina clinica con la chirurgia.Read more at location 306
Note: CHIRURGIA E MEDICINA Edit
Cabanis (1757-1808) che, nel suo celebre Rapport du physique et du moral de l’homme,[23] sosteneva che il cervello digerisce le sensazioni corporee come lo stomaco digerisce il ciboRead more at location 310
Note: CERVELLO Edit
si chiuse un’era millenaria, durante la quale la medicina era stata esercitata nelle biblioteche e al capezzale dei malati, scrutati isolatamente, a uno a uno.Read more at location 320
Note: FINE DEL CAPEZZALE Edit
“Sperimentale” si oppone a “empirico”Read more at location 325
Note: EMPIRICO VS SPERIMENTALE Edit
l’approccio sperimentale rinnega il valore della mera osservazione fattuale di tipo baconiano e valorizza il punto di vista sistematico, in cui le osservazioni sono inquadrate in un preciso contesto teorico.Read more at location 326
L’esperimento è molto di più della mera osservazione perché mira a riprodurre i fenomeni in un contesto controllato.Read more at location 329
L’evoluzione della medicina è ben rappresentata dalla trasformazione che subisce l’insegnamento della medicina in quello che può esserne considerato uno dei massimi santuari, il Collège de France di Parigi.Read more at location 335
Note: UNIVERSITÀ Edit
René-T.-H. LaennecRead more at location 337
Joseph RécamierRead more at location 339
François MagendieRead more at location 341
la sua attività è ormai divisa equamente tra tra ospedale, laboratorioRead more at location 342
Claude Bernard è una figura assolutamente peculiare: per dirla con Grmek, egli un dottore in medicina che in vita sua non ha mai curato un malato.Read more at location 345
Note: MAI VISTO UN MALATO Edit
ci troviamo davanti a un uomo di genio che ha iniziato col fare grandi scoperte e che si è chiesto poi come bisognava procedere per farle:Read more at location 359
Note: COME SCOPRIRE? Edit
tre fasi con i termini: osservazione, ipotesi, esperienza.Read more at location 370
Note: LE TRE FASI DI BERNARD Edit
seguenti passi: (a) egli constata un fatto e concentra la sua attenzione su di esso; (b) questa constatazione fa nascere un’idea o ipotesi nella sua mente, la quale sostanzialmente coincide con una legge scientifica la cui verità deve essere verificata; (c) sulla base di questa idea o ipotesi egli ragiona, istituisce esperienze, ne immagina e ne realizza le condizioni materiali e verifica la validità dell’ipotesi; (d) le esperienze suggeriscono nuove osservazioni e permettono di identificare e isolare nuovi fenomeni da osservare. E così via.Read more at location 380
egli pone al centro del metodo la verifica sperimentale,Read more at location 386
Note: CARTESIO RIFIUTATO Edit
ma non ammette che dalla nuda osservazione possa discendere alcuna conoscenza.Read more at location 386
Note: RIFIUTATO BACONE Edit
Bernard non fa che introdurre nella medicina l’approccio razionalistico, sperimentale e quantitativo che caratterizza la scienza fisico-matematica da Galileo in poi.Read more at location 388
Note: GALILEO Edit
Koyré ha osservato: «Mentre Bacone conclude che l’intelligenza deve limitarsi alla registrazione, alla classificazione e al riordino dei fatti del senso comune, e che la scienza (Bacone non ha mai capito nulla della scienza) non è o non deve essere altro che un riassunto, una generalizzazione o un prolungamento del sapere acquisito nella pratica, Descartes perviene a una conclusione esattamente opposta, cioé quella della possibilità di far penetrare la teoria nell’azione, cioé della possibilità della conversione dell’intelligenza teorica al reale, della possibilità coesistente di una tecnologia e di una fisica».Read more at location 391
Note: BACONE E CARTESIO Edit
da una serie di osservazioni che gli hanno suggerito un’ipotesi contraria alla tradizione consolidata: e cioé che non esiste una frontiera qualitativa che separa veleni e alimenti, sostanze tossiche e medicamenti eRead more at location 413
Note: VELENI E MEDICINE Edit
difficoltà di dare una definizione qualitativa esatta dei termini “alimento”, veleno” e “medicamento”Read more at location 418
gli sviluppi di questa visione nello sviluppo della scienza medica fino ad oggi. È quasi superfluo dire che questi sviluppi hanno messo in discussione alcuni aspetti della visione di Bernard, in particolare il suo radicale rigetto di ogni concezione ontologica della malattia, la quale, per lui, non ha alcuna realtà intrinseca. È chiaro che la scoperta dei fattori microbici, soprattutto da parte di Pasteur e Koch, mise in discussione questo rigetto, anche se la successiva scoperta della funzione determinante delle tossine batteriche ha riabilitato la concezione di Bernard.Read more at location 434
Note: I MICROBI METTONO IN CRISI BERNARD Edit
un fenomeno largamente diffuso in natura, e cioè la capacità di moltissimi sistemi biologici, e anche di singoli organi, di ripristinare il proprio stato quando fosse perturbato, insomma una capacità di autoregolazione.[35] Tale è la capacità di molti animali di mantenere invariata la temperatura corporea ottimale, al variare della temperatura esternaRead more at location 445
Note: AUTOREGOLAZIONE Edit
Fu un altro fisiologo, lo statunitense Walter B. Cannon (1871-1945), a porsi esplicitamente sulle orme di Bernard e a sviluppare le sue idee, formulando in termini precisi il concetto di omeostasi, che enunciò nel 1926 e poi sviluppò in un celebre libro sulla “saggezza del corpo”.[36]Read more at location 450
Note: OMEOSTASI Edit
Wiener stabilì i fondamenti della nuova scienza dell’automazione da lui fondata, la cibernetica, attorno al concetto di omeostasi o, come preferì chiamarlo, di feed-back.Read more at location 460
Note: CIBERNETICA Edit
Wiener si spinse ad attribuirgli un valore universale in quanto rappresentativo del concetto di identità e di soggettività: «il modello preservato dall’omeostasi è la pietra di paragone della nostra identità personale».[39] Quindi, l’omeostasi diviene chiave esplicativa dell’identità soggettiva sia di un uomo che una macchina,Read more at location 466
Note: OMEOSTASI E IDENTITÀ Edit
Quali implicazioni ha il considerare l’individuo “malato” come una macchina guasta?Read more at location 481
Note: MALATO MACCHINA GUASTA Edit
la prova più evidente del suo dualismo filosofico e del suo oscillare tra vitalismo e meccanicismo rifiutando entrambi per non cadere nel monismo,[41] è rappresentata dal rifiuto di giungere fino alla estrema e coerente conseguenza del suo approccio quantitativo: considerare lo stato di morte non come qualitativamente diverso dallo stato vitale,Read more at location 496
Note: DOVE NN ARRIVÒ BERNARD Edit
una visione “scientifica” della medicina comporta il principio della completa omogeneità qualitativa fra morte e vita.Read more at location 508
Note: EUTANASIA Edit
dilagare ossessivo delle diatribe sulla definizione di morte,Read more at location 510
Nelle concezioni tradizionali la determinazione dello stato di morte era affidato a una valutazione qualitativa e intuitiva che faceva riferimento alla persona come una totalitàRead more at location 512
Note: LA MORTE IERI Edit
Abbiamo accennato alla concezione ontologica che pone al centro la valutazione dei fattori microbici e viraliRead more at location 524
Note: VISIONE ONTOLOGICA DELLA MALATTIA Edit
Si pensi ai ripetuti tentativi di ricercare un’origine virale per ogni forma di cancro.Read more at location 526
Ancora diverso è il punto di vista più recente, quello dell’“errore” in patologia e cioè della spiegazione di una serie di malattie come dovute a errori di programmazione genetica.Read more at location 527
Note: ALTRO PARADIGMA: MALATTIA COME ERRORE GENETICO Edit
Si noti – ed è questo l’aspetto per noi di massimo interesse – che, pur nella grande diversità di questi paradigmi, essi sono collegati da un tema comune: una visione macchinistaRead more at location 534
Note: MCD