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mercoledì 3 ottobre 2012

Teologie contro

Oggi la teologia razionale presenta almeno due scuole: i “personalisti” e i “classici”.

I secondi rispolverano San Tommaso riaggiornandolo: il loro razionalismo non cede a compromessi. I primi nutrono un grande rispetto per il buon senso.

I secondi descrivono dio partendo dall’ uomo: l’ uomo può fare alcune cose, dio puo’ fare tutto; l’ uomo puo’ conoscere alcune cose, dio conosce tutto; l’ uomo vive nel temo, dio vive nell’ eternità. Eccetera.

Questo approccio si scontra con alcuni principi cari ai razionalisti puri, principi che rendono Dio un’ entità astratta, il “principio della semplicità”, per esempio.

Ma il vero ostacolo è come render conto della libertà umana. I “personalisti” ci tengono a dare risposte di senso comune e il “principio di conservazione” guasta loro la festa. In esso si stabilisce che il mondo è creato e sussiste in ogni istante. C’ è contemporaneità e necessità tra la causa prima e la conseguenza attuale. Come puo’ un mio atto essere contemporaneo e necessario, oltreché libero? Come possiamo respingere il determinismo naturale per abbracciare il determinismo soprannaturale?

Lettura consigliata:

http://edwardfeser.blogspot.it/2012/07/classical-theism-roundup.html

venerdì 13 aprile 2012

Sorpresa o conferma?

Davanti a Gesù e alla sua parola, che fare? Seguirlo?

Puo' servire la calcolatrice nel prendere questa scelta?

Secondo Giussani “no”:

… Non è il ragionamento astratto che fa crescere, che allarga la mente, ma il trovare nell’umanità un momento di verità raggiunta e detta. È la grande inversione di metodo che segna il passaggio dal senso religioso alla fede: non è più un ricercare pieno di incognite, ma la sorpresa di un fatto accaduto nella storia degli uomini.

La ragione al suo vertice può giungere a coglierne l’esistenza, ma una volta raggiunto questo vertice è come se essa venisse meno, non può andare oltre. La percezione dell’esistenza del mistero rappresenta il vertice della ragione.

… l’oggetto proprio e adeguato all’esigenza esistenziale è incommensurabile con la ragione come «misura»…

… La ragione non riesce a dir nulla di ciò che il mistero possa o non possa fare…

… La prima domanda di cui ci dobbiamo investire non è: «È ragionevole o giusto quel che dice l’annuncio cristiano?», ma: «È vero che sia accaduto o no?», «È vero che Dio è intervenuto?»…

… dobbiamo sottolineare la resistenza istintiva che la ragione può avere di fronte all’annuncio dell’Incarnazione…

Non si può domandare che cosa rappresenti la parola «Dio» a chi in Dio dice di non credere. È qualcosa che occorre sorprendere nell’esperienza di chi quella parola usa e vive seriamente…

god reason

Secondo Swinbourne “sì”:

Different people have different reasons for believing that there is a God. Some people have deep private ‘religious’ experiences, as it seems to them, of the presence of God. Others believe that there is a God on the basis of testimony; that is, because their parents or teachers or priest tell them that there is a God, and they think their parents or whoever are knowledgeable and trustworthy.

It seems to me that religious experience provides a good reason for believing—so long as that experience is overwhelming, and you don’t know of any strong objections to the existence of God.

… also the testimony of others that there is a God also provides a good reason for believing—so long as everyone tells us the same thing, and we don’t know of any strong reasons why they might be mistaken. If we didn’t believe what others told us, for example, about history or geography, until we had checked it out for ourselves, we would have very few beliefs.

But I think that very few people have overwhelming religious experiences, and in the modern world most people come into contact not merely with those who tell them that there is a God but also with those who tell them that there is no God, and most people are aware of strong objections to the existence of God.

So I think that most people in the modern world need to have their experiences or the testimony of others reinforced by reasons to suppose that the objections… do not work.

Why should we suppose that God is the Christian God? I plan to answer that question [a tavolino]… and to show that, if there is a God, then the main doctrines which the Christian Church teaches about God, the doctrines which are special to Christianity and distinguish it from other religions which also claim that there is a God, are very probably true.

Giussani punta esclusivamente su un Gesù “sorprendente” che ci educa con il suo esempio diventando nostro amico; Swinbourne fa leva anche su un Gesù in gran parte prevedibile che fa quello che ci aspettiamo debba fare un Dio.

Con chi stare?

mercoledì 28 marzo 2012

0,45… e altri numeretti

Gesù è Dio?

Ci sono buone probabilità che sia così. Io direi un 45%.

Nelle meditazioni sul “Credo” si sgranano alcuni argomenti-a-priori che rendono la comparsa e l' azione di Gesù prevedibile, almeno in parte.

Manteniamoci prudenti e ammettiamo che questi argomenti consentano di stimare vera al 25% una storia come quella dell’ uomo/dio morto sulla croce per redimerci dai peccati e giudicarci al termine della nostra vita terrena.

Passando poi all' evidenza storica, la testimonianza dell’ esistenza di Gesù ci è data dai Vangeli, ma quanto è sensato appoggiarsi a documenti del genere?

Lo scettico non crede alla divinità di Gesù, ma nemmeno si meraviglia che esista qualcosa come i Vangeli: si tratta pur sempre di storie empatiche che l’ uomo potrebbe produrre indipendentemente dai fatti o condizionato dai suoi bias una volta esposto a fatti ben diversi da quelli che riporta.

Adottiamo pure una prospetiva moderatamente scettica e diciamo che l’ esistenza dei Vangeli, a prescindere dall’ esistenza reale di Gesù, sia probabile al 50%.

Certo che, proprio per quanto appena detto in una prospettiva scettica, se poi Gesù è esistito e ha realmente fatto quel che narrano i Vangeli, allora l’ esistenza della scritture non sorprende più nessuno: diciamo che è un fatto probabile al 90%.

Con questi tre numeretti possiamo ora calcolare la probabilità che Gesù sia Dio: 45%. Niente male per essere una tra le tante ipotesi in campo!

I numeretti sono provocatori, forse a questo punto è meglio usare le parole e dire che l’ ipotesi di un Gesù/Dio è plausibile.

numeri

altri numeretti molto “umani”…

Ma questo calcolo serve alla fede?

Secondo alcuni sì:

many… believe that there is a God on the basis of testimony; that is, because their parents or teachers or priest tell them that there is a God, and they think their parents or whoever are knowledgeable and trustworthy.

It seems to me that religious experience provides a good reason for believing—so long as that experience is overwhelming, and you don’t know of any strong objections to the existence of God. If we didn’t believe that what it seems to us obvious that we are experiencing is really there, when there are no good reasons for doubting that that thing is really there, we couldn’t believe anything. And the testimony of others that there is a God also provides a good reason for believing—so long as everyone tells us the same thing, and we don’t know of any strong reasons why they might be mistaken.

If we didn’t believe what others told us, for example, about history or geography, until we had checked it out for ourselves, we would have very few beliefs.

But I think that very few people have overwhelming religious experiences, and in the modern world most people come into contact not merely with those who tell them that there is a God but also with those who tell them that there is no God, and most people are aware of strong objections to the existence of God.


So I think that most people in the modern world need to have their experiences or the testimony of others reinforced by reasons to suppose that the objections to the existence of God do not work. But instead or as well as such reasons, they also need a positive argument for the existence of God which starts from very obvious observable data if they are to have good reason to believe that there is a God…

Di altro avviso sembra essere Don Giussani:

… non è il ragionamento astratto che fa crescere, che allarga la mente, ma il trovare nell’umanità un momento di verità raggiunta e detta. È la grande inversione di metodo che segna il passaggio dal senso religioso alla fede: non è
più un ricercare pieno di incognite, ma la sorpresa di un fatto accaduto nella storia degli uomini…

Sia chiaro, se Gesù diventa una mera “sorpresa”, allora il 25% di cui sopra si comprime drammaticamente indebolendo ogni base razionale per la fede in lui.

lunedì 26 marzo 2012

Probabilmente sì…

… scusate, stavo interrogandomi sull' esistenza di Dio affidandomi unicamente alla mia testa. La conclusione “probabilmente sì” mi sembra la più plausibile.

Ma perché? Perché è la “teoria del tutto” più semplice a nostra disposizione.

Ricordiamoci che più “semplice” è l’ ipotesi, più crescono le probabilità che sia vera.

[… c’ è stato un furto, tutti hanno visto Vallanzasca nei paraggi e, oltretutto, ci sono le sue impronte digitali in loco; in commissariato si formulano due ipotesi: 1. il ladro è Vallanzasca e 2. il ladro è uno sconosciuto travestito da Vallanzasca dotato di un marchingegno di sua invenzione per riprodurre impronte digitali false. Voi per quale ipotesi propendete? Scommetto per la più “semplice”…]

Pensate solo al materialista che riflette sull’ origine delle cose: è costretto a postulare che da sempre esistono parecchie particelle (fatte così e cosà), parecchie leggi (che funzionano così e cosà) e una serie di coincidenze sbalorditive.

Fondamentale: quando dico che “X puo’ fare questo e non quello” lancio un messaggio molto più complesso rispetto a quando dico che “X puo’ fare tutto”. Se poi oltre a X devo metterci anche Y e Z, tutto diventa più complicato.

In assenza di possibili verifiche, non è più saggio postulare un’ unica causa intelligente?

Dovendo spiegare “tutto”, esiste forse un’ ipotesi più semplice di quella che assume l’ esistenza di un Dio?

hand-of-god-nebula

… le foto di Dio scattate dalla Nasa…

… theism is a very simple hypothesis… It postulates the existence of one entity (one god, not many gods), with very few very simply describable properties…

… a person with no limits to his power, knowledge, freedom, and life is the simplest kind of person there could be…

Infinite power is power with zero limits. Infinite knowledge is knowledge with zero limits because it involves no limit (except one imposed by logic) to the number of well-justified true beliefs…

Perfect freedom means that the person’s choices are unlimited by irrational desires…

Eternity means no temporal limit to life…

And God being ontologically necessary, meaning that there are no others on whom he depends, obviously fits well with his other properties…

It is also simpler to suppose that God
has these properties essentially, for that makes God a more unified being; it means that the divine properties not merely do not, but could not, come apart…

And it is simpler to suppose that God is what he is solely in virtue of his essential properties; that is, he has no underlying ‘thisness’—for that is a more economical supposition…

Sesta meditazione del Credo niceno: Inferno e Paradiso

hell

A quanto pare il Paradiso non è proprio una ricompensa:

… only those who love doing actions which are good for their own sake would be happy there in Haeven…

Inferno? Perché il “confino”:

God has good reason to allow people to hurt others in this world, in order to give them and those others significant choices between good and evil and the opportunities to form their characters. But there is no good reason for God to allow people to go on hurting others in another world after their characters are formed. So those who have allowed themselves to become totally bad people will be a collection of unfulfilled desires, and that will inevitably be an unhappy state, which would constitute living in Hell…

Inferno? Una questione di rispetto.

he must respect that choice and permit them permanently to reject him and all that he stands for. Otherwise in creating humans God would be like a puppet master who ensures that in the end every human does what he (God) wants, and has no ultimate freedom to determine the sort of person they are to be.

Quinta meditazione del “Credo” niceano: la Chiesa

“Osservate il Sabato”, ecco un comandamento essenziale!

Che me ne faccio della tavola su cui è inciso il “non uccidere”: lo sapevo già! E con me lo sapevano tutti. Ma la “rivelazione” divina diventa imprescindibile quando si tratta di capire che è nostro dovere “osservare il Sabato”.

Per il cattolico l’ “eccellenza” è un dovere, ma perseguirla presenta almeno due inconvenienti: 1) è faticoso: provatevi voi; 2) è oscura: chiari sono solo i doveri minimi.

Perché Dio c’ impone obblighi che difficilmente avremmo adempiuto spontaneamente? Due ragioni svettano sulle altre:

1. per creare nella società un costume che faciliti il coordinamento dei comportamenti umani: se le incertezze ambientali diminuiscono tutti possono perseguire meglio i rispettivi obiettivi indipendentemente da quali essi siano. Lo dicono i teologi, e la scienza sociale più avanzata gentilmente conferma (vedi F.A. von Hayek).

2. per rendere “importanti” certe azioni al fine di favorire la felicità umana: l’ uomo è felice quando si realizza nel compimento di opere “importanti”. Lo dicono i teologi, e la psicologia evolutiva gentilmente conferma (vedi Jonathan Haidt).

Mi soffermo ancora un attimo sul punto due con un esempio: noi sappiamo che per aiutare il prossimo le forme di volontariato sono irrazionali; meglio sarebbe che il benefattore si impegni in cio’ che sa fare per poi devolvere il ricavato a “professionisti dell’ aiuto”. Eppure i “volontari” animati dalle migliori intenzioni pullulano, e non sono certo stupidi. Perché? Bè, adesso lo sappiamo: perché oltre a voler aiutare il prossimo intendono aumentare il loro benessere interiore “realizzandosi” partecipando in prima persona a una missione “importante”.

Altro esempio:

…the prohibition of divorce is obviously a considerable burden on those whose marriages seem to have broken down. Why should God make divorce difficult or impossible —say, for a wife to divorce a cruel (though not unfaithful) husband? These instructions have never been seen as forbidding a temporary separation in such circumstances, but why should not the wife marry again? An apparent breakdown of marriage may be repairable. But that is much more likely to happen if the spouses regard themselves as bound by their original commitment never to give up attempting to overcome difficulties in the marriage. And even if all the attempts of some couples to make their marriages work fail, the persistence of these couples in this task will encourage other couples to try harder to make their marriages work; and these other couples may succeed in this task. And further, if separated spouses do not remarry, that will bring home to others considering marriage the seriousness of the marriage commitment and deter them from entering into marriage too lightly…

Per connettere la morale con la felicità dell’ uomo si rende necessaria una rivelazione. Nel Credo si menzionano i profeti, Gesù e la Chiesa. Evidentemente occorre una rivelazione sempre aggiornata che muti al mutare del contesto.

chur

L’ “usura” è stata proibita per più di 1300 anni, ma oggi?:

Jews of Old Testament times and the Christian Church for its first 1,300 years taught (as Islam still teaches) that usury, that is, lending money to someone on condition of receiving it back with interest, is wrong. But the societies to which that teaching was addressed were ones in which it was mainly the rich who lent money to the poor at a high rate of interest; when someone could not feed their family, they borrowed money from a rich man. God has very good reason to tell people of such societies not to receive interest on money: it would be very cruel for the rich individuals to demand interest from the poor. Yet in our modern commercial society it is often people of modest income who lend money to financial institutions which earn a lot of money for their shareholders, some of whom are very rich, by the use to which they put the borrowed money.

Ancient societies did not have financial institutions of the modern kind. It is not a necessary truth of morality that people have an obligation not to receive interest on money which they lend to financial institutions, and God surely has no reason for imposing such an obligation; although surely he still has very good reason to forbid lending to poor people at high rates of interest.

Sarei curioso di ascoltare una storiella del genere,,, che ne so… per il celibato dei sacerdoti, diciamo.

Cambiano i contesti e cambiano anche linguaggi ed esigenze, abbiamo bisogno di una rivelazione continua, di un’ incarnazione continua: abbiamo bisogno di una Chiesa.

To be easily comprehensible in some society, it is often best if teaching is expressed within the presuppositions of that society. For example, if a society thinks that the world consists of two parts, the Earth and the Dome of the Sky which covers it, then it will understand the doctrine of creation most easily if you tell it that God made the Earth and its Dome. But of course we believe that the world consists not of the Earth and its Dome, but of stars and planets. And maybe it consists also of a lot of other things about which we do not know. So why not convey the doctrine of creation by saying ‘God created everything’? But even that is not quite correct. He did not create himself. And does ‘everything’ include numbers and the truths of arithmetic? Surely 2 + 2 = 4, whether or not there is a God.


It must be possible to teach the essence of the doctrine of creation to relatively simple people without having to solve all these philosophical questions in the process. But that means teaching it in a way that takes for granted the presuppositions of the society about what exists, apart from God, and saying that that (for example) the Earth and its Dome is what God created.


Even if teaching in one culture is not expressed in terms of false presuppositions, it may be expressed in ways that do not provide answers to questions which worry a different culture which has different concepts and lives in
different circumstances; and so teaching may need to be re-expressed for a different culture in a different way.

 

 

Quarta meditazione sul Credo niceano: espiazione

Oggi vorrei meditare il fatto che il Dio incarnato fu crocifisso per noi. Insomma, pagò con la sua vita per noi.

Un atto del genere ha senso o è pura assurdità?

gru

Prima considerazione:

… What has gone wrong is that we humans have lived bad human lives. A proper offering would be a perfect human life which might well end in a death by execution, which we can offer to God as our reparation. Maybe one human life, however perfect, would not equate in quantity of goodness to the badness of
so many human lives. But it is up to the wronged person to deem when a sufficient reparation has been made; and one truly perfect life would surely be a proper amount of reparation for God to deem that reparation (and penance)
enough had been made…

Seconda considerazione:

… if a wrongdoer has no means to make reparation, a well-wisher may often provide him with the means; the wrongdoer can then choose whether or not to
use that means for that purpose. Suppose that I owe you some service; for example, suppose that I have promised to clean your house and that you have already paid me to do this. Suppose also that I have spent the money but
omitted to clean the house at the promised time, and that I have now had an accident which makes me unable to clean the house. Clearly I owe you repentance and apology; but I must also try to get someone else to clean the house. Even if you don’t badly need the house to be cleaned, you may think it important that I should be involved in getting it cleaned; it matters that I should take responsibility for what I have omitted to do. So you may encourage a third person to offer to me to clean the house on my behalf. If I accept this offer, I am involved in providing the reparation; and when the house is cleared, you can forgive me…

I suggest that the Christian claim that Jesus saved us from our sins may be best understood in that way: God could help us to make atonement for our sins and those of our ancestors. By becoming incarnate and living a perfect human life in Jesus, God provided an act of reparation of which we can avail ourselves. God was both the wronged person (the victim of our wrongdoing) and also the one who, thinking it so important that we should take our wrongdoing seriously, made available the reparation for us to offer back to him…

Ma per qualcuno è già assurdo il concetto di “peccato originale” da cui si parte: perché mai dovremmo pagare per il comportamento del nostro progenitore?

Strana meraviglia visto che lo studio della genetica ci rende familiari dinamiche analoghe che accettiamo senza battere ciglio senza etichettarle come “assurde”:

… for example, if boys smoke a lot before puberty, that affects their genes in such a way that their children tend to be more obese than they would be otherwise. See New Scientist, 7 January 2006. Obesity clearly makes certain good actions harder to do…

Si potrebbe dire che lo accettiamo come fatto senza ritenerlo “giusto”. Che dire allora quando riscontriamo che…

… even the English law requires that before you can claim what you inherit from your dead parents you must pay their debts. To inherit a debt is not to inherit guilt. For we were not the agents of our ancestors’ wrongdoing, but we have inherited a responsibility to make atonement for this debt of ‘original sin’, as far as we can—perhaps by making some reparation…

Terza meditazione del “Credo” niceano: immacolata concezione

La nascita da una Vergine. Perché?

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But is there any a priori reason for supposing that, if God was to become incarnate, he would choose to do so by means of a ‘virgin birth’?

It would mean that Jesus came into existence as a human on earth partly by the normal process by which all humans come into existence, and partly as a result of a quite abnormal process. It would thus be a historical event symbolizing the doctrine of the Incarnation, that Jesus is partly of human origin and so has a human nature, and partly of divine origin and so has a divine nature.

This event would help those who learnt about it later to understand the doctrine of the Incarnation.

That God should bring about a historical event which symbolized what was happening at a deeper level seems to me to have a fairly low but not totally insignificant degree of prior probability.

Seconda meditazione del “Credo” niceano: incarnazione

Meditiamo ora il mistero dell’ Incarnazione.

Una volta capito di cosa parliamo quando parliamo di Dio, la sua “incarnazione” non è poi un evento cosi sorprendente per una persona con un po’ di sale in zucca:

… It is an obvious general fact about the world that humans not merely suffer but do much wrong. How will a loving God respond to the suffering and wrongdoing of these feeble but partly rational creatures whom he has made? I will argue… that a priori we would expect God to respond to our suffering and wrongdoing by himself living a human life….

incarba

Esplicitiamo meglio con un esempio questa dinamica:

Suppose that, my country has been unjustly attacked, and the government has introduced conscription in order to raise an army to defend the country.

All young men between 18 and 30 are ‘called up’ to serve in the army; older men under 50 may volunteer. The government however allows parents of those aged between 18 and 21 to ‘veto’ a call-up. Suppose that I have a 19-year old son; and, although most parents veto their young sons ‘call up’, I refuse to do so because of the gravity of the threat to the country’s independence. Suppose also that I am 45 years old, and so have no legal obligation to serve.

Plausibly since I am forcing my son to endure the hardship and danger of military service, I have a moral obligation to him to volunteer myself. In circumstances of this kind the sharing must not be entirely incognito. The parent needs not merely to share the child’s suffering, but to show him that he is doing so.

Hence it seems to me highly plausible to suppose that, given the amount of pain and suffering which God allows humans to endure, it would be obligatory on God to share a human life of suffering.

This would be achieved by a divine person becoming incarnate as a human and living a life containing much suffering ending with the great crisis which all humans have to face: the crisis of death.

Prima meditazione del Credo niceno: la Trinità

Dopo Padre Nostro e Ave Maria, dedichiamoci al “Credo”: non si tratta solo di formule esoteriche da rimasticare come come ciacolatorie, bensì di affermazioni ragionevoli dotate di senso probailistico.

credo niceano

Il mistero della Trinità occupa tutta la prima parte: pensandoci bene, il fatto che Dio si presenti nelle tre persone è un’ ipotesi tutt’ altro che improbabile:

Suppose the Father existed alone. For a person to exist alone, when he could cause others to exist and interact with him, would be bad. A divine person is a perfectly good person, and that involves being a loving person. A loving person needs someone to love; and perfect love is love of an equal, totally mutual love, which is what is involved in a perfect marriage. While, of course, the love of a parent for a child is of immense value, it is not the love of equals; and what makes it as valuable as it is, is that the parent is seeking to make the child… into an equal.

A perfectly good solitary person would seek to bring about another such person, with whom to share all that she has… goodness is diffusive: it spreads itself. The Father will bring into existence another divine person with whom to share his rule of the universe. Following tradition, let us call that other person ‘Son’.

A twosome can be selfish. A marriage in which husband and wife are interested only in each other and do not seek to spread the love they have for each other is a deficient marriage. Of course the obvious way, but not the only way, in which they can spread their love is by having children. The love of the Father for the Son must include a wish to cooperate with the Son in further total sharing with an equal; and hence the need for a third member of the Trinity, whom, following tradition, we may call the Holy Spirit, whom they will love and by whom they will be loved. A universe in which there was only sharing and not cooperation in further sharing would have been a deficient universe; it would have lacked a certain kind of goodness. The Father and the Son would have been less than perfectly good unless they sought to spread their mutual love of cooperating in further sharing with an equal…

… anyone who really loves someone will seek the good of that person by finding some third person for him to love and be loved by. This demand can of course only be satisfied by having no less than three divine persons…

Certo che immaginarsi un essere dissociato in tre persone è dura. O no?

It wa s Freud, the modern founder of psychoanalysis, who helped us to see how a person can have two systems of belief to some extent independent of each other.

Freud described people who sometimes, when performing some actions, act only on one system of beliefs and are not guided by beliefs of the other system; and conversely.


Although all the beliefs of such a person are accessible to him, he refuses to admit to his consciousness the beliefs of the one system when he is acting in the light of the other system of beliefs. Thus, to take a well-worn example, a mother may refuse to acknowledge to herself a belief that her son is dead or to allow some of her actions to be guided by it. When asked if she believes that he is dead, she says ‘No’, and this is an honest reply, for it is guided by those beliefs of which she is conscious. Yet other actions of hers may be guided by the belief that her son is dead (even though she does not admit that belief to consciousness); for instance, she may throw away some of his possessions.


The refusal to admit a belief to consciousness is of course itself also something that the mother refuses to admit to herself to be happening.

the Freudian account of such cases helps us to see the possibility of a person intentionally keeping a lesser belief system separate from her main belief system, and simultaneously doing different actions guided by different sets of beliefs, of both of which she is consciously aware—all for some very good reason.


Indeed even people who do not suffer from a Freudian divided mind can sometimes perform simultaneously two quite separate tasks (for example, having a conversation with someone and writing a letter to someone else) in directing which quite distinct beliefs are involved, which we can recognize as ‘on the way to’ a divided mind in which we have two different sets of beliefs…

A volte RS mi lascia sbigottito, certo che si capisce meglio il rispetto che gli tributava Richard Dawkins quando, parlando di lui, affermava: “sul fronte opposto uno dei pochi a parlar chiaro e a prendere sul serio le tesi che difende”.

Richard Swinburne – Was Jesus God?

domenica 25 marzo 2012

Probabilmente sì…

… scusate, stavo chiedendomi se per caso Dio esiste e cercando di rispondere affidandomi solo alla mia testa. Trovo la conclusione “probabilmente sì” la più plausibile.

Ma perché? Perché è la “teoria del tutto” più semplice a nostra disposizione.

Ricordiamoci che più “semplice” è l’ ipotesi, più crescono le probabilità che sia vera.

[… c’ è stato un furto, tutti hanno visto Vallanzasca nei paraggi e, oltretutto, ci sono le sue impronte digitali in loco; in commissariato si formulano due ipotesi: 1. il ladro è Vallanzasca e 2. il ladro è uno sconosciuto travestito da Vallanzasca dotato di un marchingegno di sua invenzione per riprodurre impronte digitali false. Voi per quale ipotesi propendete? Scommetto per la più “semplice”…]

Pensate solo al materialista che riflette sull’ origine delle cose: è costretto a postulare che da sempre esistono parecchie particelle (fatte così e cosà), parecchie leggi (che funzionano così e cosà) e una serie di coincidenze sbalorditive.

Fondamentale: quando dico che “X puo’ fare questo e non quello” lancio un messaggio molto più complesso rispetto a quando dico che “X puo’ fare tutto”. Se poi oltre a X devo metterci anche Y e Z, tutto diventa più complicato.

In assenza di possibili verifiche, non è più saggio postulare un’ unica causa intelligente?

Dovendo spiegare “tutto”, esiste forse un’ ipotesi più semplice di quella che assume l’ esistenza di un Dio?

hand-of-god-nebula 

… le foto di Dio scattate dalla Nasa…

… theism is a very simple hypothesis… It postulates the existence of one entity (one god, not many gods), with very few very simply describable properties…

… a person with no limits to his power, knowledge, freedom, and life is the simplest kind of person there could be…

Infinite power is power with zero limits. Infinite knowledge is knowledge with zero limits because it involves no limit (except one imposed by logic) to the number of well-justified true beliefs…

Perfect freedom means that the person’s choices are unlimited by irrational desires…

Eternity means no temporal limit to life…

And God being ontologically necessary, meaning that there are no others on whom he depends, obviously fits well with his other properties…

It is also simpler to suppose that God
has these properties essentially, for that makes God a more unified being; it means that the divine properties not merely do not, but could not, come apart…

And it is simpler to suppose that God is what he is solely in virtue of his essential properties; that is, he has no underlying ‘thisness’—for that is a more economical supposition…

 

mercoledì 21 marzo 2012

Il "male" spiegato (in fretta)

Prima domanda: perché esiste?

Ok, d’ accordo, Dio ci ha resi liberi e quindi anche capaci di perpetrare il male…

… however, if the only suffering in the world were that caused by humans… many of us would not have very much opportunity to make… crucial choices which are so important for forming our characters… Humans need the pain and disability caused by disease and old age if we
are to have the opportunity to choose freely whether to be patient and cheerful, or to be gloomy and resentful, in the face of our own suffering; and the opportunity to choose freely to show or not to show compassion to others who suffer…

male

Dio avrebbe dunque il diritto di imporre sofferenze se cio’ è per il nostro bene o il bene degli altri. pensiamo a un genitore…

Parents have a (very limited) right to allow their children to suffer for the sake of some good to others. They have the right to send a daughter to a neighbourhood school which she will not enjoy very much, in order to cement community relations. And they have the right to entrust a younger son to the care of an elder son, even if there is a risk that the elder son will hurt the younger son to some degree, in order that the elder son may have the responsibility for his younger brother. It is nevertheless a great privilege to be of use to someone else, not just by what you choose to do but by what you are allowed to suffer. The girl sent to the neighbouring school is privileged to be allowed to contribute to cementing community relations by her less than enjoyable schooling. The rights of parents over children are, however, very limited because it is only to a very limited extent that they are the source of the existence and well-being of their children. God, who keeps humans in existence from moment to moment and gives them all their limited powers and freedom, has a far greater
right to impose suffering on humans…

Chiudiamo con un azzardo:

I am inclined to think that it would be an equal best action for God to create humans with the great goods which I have described together with the bad things which must accompany them, and an equal best action for God not to create humans with either the good things
or the bad things…

lunedì 17 gennaio 2011

Meditazioni libertarie sul Vangelo del 16.1.2010

Vangelo secondo Giovanni 2, 1-11

In quel tempo. Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Non sembra decisivo il miracolo con cui Gesù inaugura i suoi prodigi: non salva vite, non guarisce malati. Molti potrebbero sottovalutarlo.

E' vero, il vino è gioia, ma una festa puo' essere formalmente perfetta anche senza gioia.

Forse però la forma non è tutto. Questo messaggio è importante visto che viviamo in un mondo che esalta le forme.

Il mondo puo' essere formalmente descritto dalla scienza in modo fedele anche senza bisogno di introdurre un "senso".

La "cosa" puo' essere "designata" da una parola in grado di descriverne tutte le funzioni formali senza far riferimento a cio' che è proprio della "cosa".

Si puo' dar conto del comportamento formale di un uomo senza far cenno alla sua libertà, trattandolo qundi come se fosse uno zombie.

Questi esempi propongono visioni soddisfacenti della realtà?

Il filosofo Swinbourne disse di aver scelto la fede confrontando le varie "teorie del tutto"; aggiunse di aver condotto il confronto avvalendosi dei medesimi criteri utilizzati per discriminare tra teorie scientifiche, ovvero: a parità di contenuto veritativo optare per la teoria che fornisce la spiegazione più semplice.

Cosa c' è di più semplice dell' "essenza"? Una conoscenza che rinuncia ad introdurre le essenze resta macchinosa ed estranea, puntare tutto sulla forma significa avere in mano un formalismo mostruosamente complicato che ci diventa presto estraneo.

Dunque la forma non è tutto, c' è anche l' essenza, e l' essenza della festa è la gioia. Gesù è venuto a salvare le essenze, a regalare gioia alle nostre feste.

martedì 23 novembre 2010

Capire la mente cattolica II

Con il capitolo II, ELV sembra buttarla in filosofia.

Ripropongo la sua accusa suddividendola in due parti:

1. Quando il cattolico dice "credo in Dio" non sa in realtà di cosa parla, questo per il fatto che la parola "Dio" non è intelleggibile, trattasi infatti di un concetto indefinibile; per esempio, cosa significa "eterno"? Boh. Così come ha ben poco senso la parola "credo" quando è usata come la usano i Cattolici, ovvero per significare una certezza.

In un certo senso è vero che per parlare di Dio dobbiamo ricorrere a metafore, ed è anche vero che Dio in gran parte è Mistero.

Detto questo, l' accusa si regge bene solo se si adotta una prospettiva "materialista".

Dicendo "Dio" ci manca un riferimento naturale che i sensi possano cogliere, Dio non è avvistabile da alcun telescopio e cio', agli occhi del materialista, lo rende un concetto insensato.

Ma noi, credenti o no, utilizziamo spesso concetti che non hanno riferimenti nel mondo naturale, penso ora a "mente", "coscienza", "responsabilità", "causa", "numero" e molti altri. Difficile dire che siano concetti senza senso o che siano in qualche modo riducibili naturalisticamente, anche se proprio in questo consiste la tortuosa fede dei materialisti.

Andiamo avanti, perchè mai Dio non sarebbe definibile? E le trenta pagine che Richard Swinburne dedica alla definizione del concetto di Dio nel suo ormai classico "The existence of God"? E la definizione formale di chi, da Anselmo a Godel, si è impegnato nella dimostrazione dell' esistenza divina?

Il fatto che un concetto non sia definibile in modo completo non significa che sia insensato. Tutti i giorni maneggiamo concetti del genere senza considerarli insensati.

Ancora un passo, perchè mai non potremmo cogliere il senso di una parola come "eterno"?

D' accordo, non possiamo sperimentare con i sensi l' "eternità", ma, a riprova di quanto dicevamo, un limite del genere puo' allarmare giusto un materialista!

Per tutti gli altri un concetto come "infinito" è da noi bene o male compreso, in caso contrario molta matematica farneticherebbe.

Con Swinburne direi di più, si tratta di un concetto talmente familiare per la mente umana che, semplificando le spiegazioni fondate sul concetto di "Dio", finisce per renderle razionalmente preferibili rispetto alle spiegazioni concorrenti.

Veniamo ora alla parola "credo".

Per respingere l'accusa basterebbe notare come anche il non credente in molti frangenti usi questa parola proprio per esprimere qualcosa di vicino alla certezza.

Pensiamo a questa domanda: "vivo in un Matrix o in una realtà?". Noi, credenti o meno, non ci poniamo nemmeno l' interrogativo, diamo per scontata la risposta. Eppure è una risposta fondata sulla "credenza".

Altra domanda che potrei pormi: "tu hai una mente come ce l' ho io?": altra risposta scontata, altra "credenza".

E adesso la seconda accusa.

2. Ammesso che l' espressione "credo in Dio" abbia senso, molti credenti non sanno quel che dicono quando la pronunciano.

Su questo posso concordare, il credente oggi non è abituato a riflettere sulle basi razionali della sua fede, ma devo aggiungere che i cattolici, proprio in virtù di cio' che la loro fede domanda, sono anche i più attrezzati per rimediare all' inconveniente.

... continua...

martedì 3 agosto 2010

La scelta

La mia fede è una decisione che prendo applicando certi criteri: guardacaso sono gli stessi criteri che adottiamo per eleggere la miglior teoria scientifica in campo. Tolomeo spiega esattamente cio' che spiega Copernico, ma noi consideriamo la teoria di Copernico vincente in quanto più semplice. La fede in Dio e il materialismo spiegano tutto, ma Dio offre spiegazioni più semplici.

Il materialista crede che la Scienza finirà, o che comunque potrebbe finire: esiste un algoritmo complessissimo ed ignoto che spiegherebbe tutto senza ricorrere ad entità sovraumane. Il credente pensa invece che la Scienza sia una ricerca continua: solo una mente dalle capacità infinite (ovvero sovraumane) conosce tutto e la esaurisce.

Per quanto ne sappiamo entrambi potrebbero avere ragione. E allora, chi privilegiamo?Poniamoci la domanda fatidica: quale tra queste due visioni è la più semplice?

Prendiamo a titolo d' esempio queste due affermazioni.

1) "Conosco (o potrei conoscere) X" (dove X è l' algoritmo complessissimo di cui sopra)

2) "Conosce tutto"

1 è affermazione più complessa di 2. X è già di per sè un concetto estremamente complesso. "Tutto" e "infinito", per contro, sono concetti molto semplici, comprensibili anche dai bambini.

Per le stesse ragioni per cui a Tolomeo preferisco Copernico, faccio prevalere la Fede sul Materialismo.


Richard Swineburne

A me il professore convince.

venerdì 7 maggio 2010

Quando anche le risate se ne vanno

Dopo le lodi di rito al "brillante divulgatore" de "Il gene egoista", Alister McGrath pesta duro contro il collega Dawkins che nelle vesti di dilettante si è cimentato con la questione religiosa.

Tanto per gradire un passaggio:

"... Mr Dawkins rivolge così la sua attenzione anche a teorie basate sulla filosofia della religione. Non sono certo che la sua sia una mossa saggia, egli chiaramente non è all' altezza della situazione e ottiene ben poco dal suo confronto breve e superficiale con queste dispute infinite... non sembra afferrare la difesa della fede così come la imposta Tommaso, confonde il concetto di "dimostrazione a posteriori" con quello di "prova a priori"... non coglie che dimostrare "giustificata" una credenza non equvale a dimostrarla "provata",... non prende neanche in considerazioni cio' che per la stragrande maggioranza di persone è molto plausibile, ovvero che "il problema di Dio" non si risolve empiricamente microscopio alla mano..."

Persino quando Dawkins coglie nel segno, finisce per farla fuori dal vaso imbrattando anche i muri del cesso. E' il caso di quando denuncia la credenza in un "Dio-tappabuchi":

"... si trattava [l' ipotesi del Dio Tappabuchi] di una mossa inconcludente lentamente abbandonata nel XX secolo... ma D anche qui trova il modo d' indebolire la sua giusta critica: per lui, a causa del "dio tappabuchi", la persona religiosa morde il freno quando si tratta di esplorare le lacune della conoscenza... Il filosofo di Oxford Richard Swinburne, al contrario, argomenta con lucidità come sia proprio la nostra capacità di "capire e spiegare" a richiedere una spiegazione e che il resoconto più economico ed affidabile di questa capacità esplicativa risieda nell' ipotesi di un Dio creatore... per Swinburne non sono le lacune della conoscenza a farci puntare su Dio, quanto piutosto la comprensione del Mondo... proprio tale comprensione viene dunque esaltata dalla fede..."

Un inevitabile terreno di scontro: la mente del cattolico:

"... ancora argomenti stantii... Dio sarebbe un' "invenzione consolatoria"... l' affermazione seduce solo chi non ha bisogno di essere sedotto... ma dov' è la "scienza" in tutto cio'?... se ho sete cio' non significa necessariamente che l' acqua non esiste... purtroppo per D i meccanismi psicologici che stanno alla base del sentimento religioso non sono riducibili ad un unico tratto caratteriale ma sono vari e complessi... d' altronde nelle scienze umane, si sa, le cause multiple sono la norma... la depressione è causata da fattori fisici o sociali? la risposta è "da entrambi"... l' amore romantico è causato da vari fattori tra cui c' è anche l' esistenza dell' amato... ma perchè D non si è confrontato con Freud?, ovvero con colui che tentò un resoconto psicologico del sentimento... lo psicologo belga Antoine Vergote ha messo bene in luce le incoerenze e il fallimento di quel tentativo concludendo come oggi concludono quasi tutti: "la validità della fede religiosa non puo' essere nè sostanziata nè confutata attraverso la psicologia..."

La religione è un male? Argomento scottante su cui D ha dato il meglio.

"... D dice di credere che non vi sia ateo al mondo desideroso di distruggere La Mecca o San Pietro. Purtroppo un' affermazione del genere è frutto della sua personale credulità, non della realtà delle cose... La storia dell' Unione Sovietica è piena di esempi di chiese bruciate o fatte saltare in aria. La sua pretesa che l' ateismo sia immune da ogni forma di violenza è insostenibile... Hitler, Stalin, Pol Pot... tutti sedicenti atei ma non esattamente dei pacifisti toleranti... quanto agli attentati suicidi mi sembra che Richard Pape abbia dimostrato con rigore nel suo volume come la gran parte di essi siano dettati da motivazioni in primo luogo politiche..."

Varie ed eventuali.

"... D nel suo libro sostiene come l' etica di Gesù fosse settaria e si associasse ad un' aperta ostilità verso lo straniero... trasecolo, ci sono punti nei quali l' ignoranza di D in materia di religione cessa di essere solo divertente per inscenare lo spettacolo del ridicolo silente poichè nessuna risata è più in grado di accompagnarlo..."

giovedì 25 marzo 2010

Perchè sono Cristiano?

Non è solo per il disagio di restare appeso ad un filo nel vuoto...



... non è solo per la sete di libertà...



è soprattutto perchè...

... perchè per saperne di più sulla struttura dell' atomo chiedo all' insigne professore di Fisica. E' nella miglior posizione per "conoscere".

Così, per saperne di più su Dio, chiedo e ascolto chi compie miracoli. E' nella posizione migliore per conoscere.

Tra gli annunciatori della fede - ce ne sono tanti - è Cristo a fondare tutto, ma veramente tutto il suo messaggio su un miracolo concreto e specifico avvenuto nella storia: la Resurrezione.

venerdì 19 marzo 2010

Rosario miracoloso

In vista di esami delicati vengo invitato a dire un Rosario per la bambina in arrivo affinchè tutto vada per il meglio, si tratterà di una preghiera per "chiedere".

Secondo mio costume lo farò solo se trovo la cosa razionale, e devo dire che di primo acchito le ingiunzioni specifiche alla divinità mi mettono un po' a disagio.

La piccola è lì e si sviluppa secondo le leggi naturali, se qualcosa non va per il giusto verso, solo un miracolo puo' intervenire per correggere il decorso.

Vediamo allora di approfondire un po'.

Per chi trova ragionevole credere in Dio, è ragionevole anche credere nei miracoli, sarebbe incoerente il contrario. Di fronte a certe evidenze storiche, il miracolo è la spiegazione che da persona razionale mi sento di privilegiare.

Ma la ragione mi dice anche un' altra cosa: i miracoli sono rarissimi, altrimenti il male non potrebbe generare il bene: come potrebbe l' uomo "conoscere" se l' ordine venisse turbato di frequente? Se il malato di cancro venisse graziato non avremmo mai una ricerca, e magari neanche una cura.

Noi non viviamo semplicemente in un mondo "buono", noi viviamo nel migliore dei mondi possibili. D' altronde il cristiano sa bene di essere salvo grazie ad una preghiere non esaudita: quella del Cristo nell' Orto degli Ulivi.

Ci sono due motivi, dunque, per cui stasera dirò il Rosario: primo, trovo sensato chiedere un miracolo; secondo, trovo ragionevole che Dio non lo esaudisca.

Il primo motivo mi protegge dall' irrazionalità, il secondo dall' eventuale delusione.



P.S. lettura consigliata sul tema: Response to a Statistical Study of the Effect of Petitionary Prayer.

Grazie di esistere

Il giorno che troveremo una cura per il cancro dovremo formulare molti ringraziamenti. Innanzitutto ringrazieremo il cancro stesso per "esserci stato".

Ma come? Se il cancro non fosse esistito, nemmeno avremmo dovuto combatterlo?

Già, ma cosa valuti di più, il bene della conoscenza aquisita e della libertà esercitata in questa lotta, o il male che il cancro ha portato tra noi?

Se per te pesa di più il bene, hai in tasca una magnifica teodicea, ovvero una giustificazione del male. Non sono cose che servono molto quando si soffre ma in altre occasioni possono venir comode.

Il cancro insegna a sintetizzare nuove medicine come a soffrire. Il suo magistero è vasto.

Senza storture, niente raddrizzamenti.

Il male potrebbe dunque non essere insensato, serve per conoscere e per arricchire l' esercizio della nostra libertà. Esistono beni più preziosi? Fatemelo sapere.

mercoledì 17 marzo 2010

Ipotesi "Babilonia"

La catena dei "perchè" ti ha portato quaggiù, ora che hai toccato il fondo devi scegliere l' ultimo pensiero da pensare, fai che sia quello vero.

Non lasciarti prendere dal panico e rifletti. La concorrenza tra "pensieri ultimi" in fondo puo' essere limitata a due: Teismo o Materialismo? Cosa buttare dalla torre?

Per scegliere in modo rigoroso e responsabile considera i criteri con cui la Scienza screma le sue teorie, mi sembra un buon benchmark:

1. Capacità predittiva.

2. Semplicità.

3. Coerenza con il resto.

4. Niente di meglio in giro.

Bene, scartiamo subito 3: dovendo selezionare una "teoria ultima e completa", non esiste un "resto" a cui porre attenzione.

Ora scartiamo 4: le due teorie in lizza sono complementari tra loro e "in giro" non resta granchè.

Spazziamo via subito anche 1: entrambe le teorie rivali sono compatibili con la Scienza, vero oracolo del nostro tempo.

Veniamo al sodo, veniamo a 2.

Rasoio di Occam? Ci dice di rinunciare agli enti di cui non abbiamo bisogno. Quindi non ci dice nulla, visto che tutto dipende dalla parolina "bisogno".

Cellule, atomi, protoni, quark, brodo primordiale, costanti cosmiche, coincidenze e chi ne ha più ne metta... più che il "caso" è il "casino", un Gran Casino, potremmo chiamarla l' ipotesi "Babilonia"!

Dio: la perfezione infinita... che semplicità!

L' ipotesi di qualcuno che fa tutto è molto più semplice dell' ipotesi di molte cose che fanno una moltitudine di cose molto strane.

Il limite è più articolato dell' illimitato: richiede di essere isolato tramite concettualizzazioni complesse. La velocità della luce newtoniana era supposta infinita finchè non fu necessario ridurla. Il motivo è chiaro: nella scienza come altrove a parità del resto si privilegia la semplicità.

Obiezione: chissà che cervellone incasinato che c' ha Dio!

Risposta: ma il teismo non considera Dio un cervello! Così come io non sono il mio cervello. Sciocchino!

Obiezione: ma chi ha soluzioni tanto semplici s' impigrisce, non si spreme le meningi per "cercare".

Risposta: chissà che tu abbia ragione, posso anche concedere l' "obiezione psicologica", salvo precisare che è estranea alla valutazione scientifica dei 4 Criteri.



E dire che quasi quasi mi vergognavo della vecchietta ignorante che va in Chiesa e sgrana rosari come pannocchie; ora, in quanto indizio della semplicità divina, la sua esistenza diventa un punto di forza. Perchè dobbiamo correre a psicanalizzarla? Forse, visto che la spiegazione di Tutto è tanto semplice, ha solo "capito". Poverina.

Bene, il setaccio della Scienza ha dunque parlato. Spero qualcuno abbia ascoltato.

Per ascoltarlo meglio consiglio comunque il libro che ho appena finito di leggere. Farsi raccontare quanto ho detto dai piani alti dell' Accademia puo' essere rassicurante di per se'.