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martedì 11 dicembre 2012

Quanta confusione sulle esternalità

La dialettica Pigou/Coase ancora mal compresa:

http://www.thebigquestions.com/2012/12/10/a-little-knowledge-is-a-dangerous-thing/

Un po' come non aver capito che dopo Newton c' è stato Einstein e dopo Russell Godel.

I secondi non fanno ombra ai primi per quanto la loro analisi sia superiore.

giovedì 17 febbraio 2011

Sen e Coase

I mercati, si sa, hanno il brutto vizio di "fallire".

Prendiamo l’esempio di Sen del "libro licenzioso" (tratto da wiki).

Ci sono due individui (chiamiamoli Andrea e Giorgio) e tre possibilità (1: Andrea legge il libro, 2: Giorgio legge il libro, 3: nessuno legge il libro). Andrea è un puritano e preferisce che nessuno legga il libro (possibilità 3) ma, come seconda possibilità, preferisce leggere lui il libro affinché Giorgio non possa leggerlo. Abbiamo dunque 3 preferito a 1 e 1 preferito a 2. Giorgio trova piacere ad imporre la lettura a Andrea. Preferisce 1 a 2 e 2 a 3. Secondo il principio dell’ottimo paretiano, se si deve scegliere tra 1 e 2, bisogna scegliere 1 poiché per le due persone 1 è preferito a 2.

Una società liberale non vuole imporre la lettura ad Andrea e perciò 3 è preferito a 1. Essa lascia inoltre Giorgio leggere il libro (2 è preferito a 3). Abbiamo dunque 2 preferito a 3 e 3 preferito a 1. Questo risultato è contrario al principio dell’ottimo paretiano poiché, come abbiamo visto, stando alle preferenze di Andrea e Giorgio 1 è preferito a 2. Sen intitola il suo articolo "sull'impossibilità di un liberale paretiano". A Sen si ispirò Scarf per mostrare che in alcuni csi il metodo del tatonnement non garantisce la stabilità di un sistema liberista.

A questo punto, però, entra in campo Coase che dice: "basta pagare" e l’ ordine paretiano (1;2…) viene ripristinato.

Detto in altri termini. le cose cambierebbero se tra le "merci in vendita" ci fosse anche la "disponibilità di Giorgio a rinunciare alla lettura" (merce A) e la "disponibilità di Andrea a leggere" (merce B).

L' intervento di Coase è importante perché ci dice che un sistema generale di mercato fallisce solo perché "mancano dei mercati". Ovvero: se la politica ha un ruolo è quello di ampliare il mercato. Il "fallimento del mercato" non dice "meno capitalismo" ma "più capitalismo".

Teniamo sempre a mente le conclusioni del capitolo 8 di Steve Landsburg:

... il mondo libero abbonda d' inefficienze e a un occhio poco allenato sembra che cio' sia dovuto al fallimento del metodo concorrenziale... ma i teoremi della "mano invisibile" ci dicono che se ci mettiamo sulle tracce dell' inefficienza scopriremo che essa non è dovuta ai mercati esistenti ma ai mercati mancanti... cercate le merci non prezzate e le troverete... costruite un mercato per quelle merci e migliorerete l' efficienza... prendete il caso dell' inquinamento...