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mercoledì 27 novembre 2019

La Fede dal barbiere


La Fede dal barbiere


La ragione ci avvicina o ci allontana da Dio?
Difficile dirlo, un modo comune di pensare il confronto razionale tra fede e ateismo consiste nel suppporre che l’ateismo sia il default razionale, dato che non postula Dio e che sulla fede ricada l’onere della prova poiché l’esistenza di Dio è un postulato straordinario.
Di solito, in questi casi, si parla di “rasoio di Occam”: a parità di altre condizioni, le teorie più semplici dovrebbero essere preferite. Ma perché dovremmo prendere per buona un’assunzione del genere?
Vediamo un altro esempio: la probabilità che la mente coincide con il cervello è maggiore della probabilità che la mente sia distinta dal cervello. E’ un’ipotesi sostenuta dai fisicalisti sulla base della “semplicità”. Ma è anche un’ipotesi alquanto strana poiché i più fanno esperienza diretta della mente (la loro) e non sono disposti a considerarla un’illusione da sfatare facendola coincidere con il cervello. Che ne direste, a questa stregua, di considerare i gatti come pianeti? In fondo questa stravagante ipotesi è più semplice che considerare le due cose distinte.
Ma cosa convalida l’idea di “semplicità”? Difficile cercare la risposta tra i fisicalisti. Forse i dubbi possono essere illuminati da due esempi.
1) Caso 1: sei seduto nel tuo appartamento e utilizzi due dispositivi elettrici: un computer desktop e una lampada. Entrambi si spengono improvvisamente nello stesso momento. Cosa è successo? Consideri due teorie, una semplice (S: è andata via la corrente) e una complessa (C: la lampadina si è bruciata e il pc si è collassato). Poiché S prevede una causa unica per entrambi gli eventi ha anche maggiori probabilità di essere corretta. La correlazione trasemplicità e probabilità qui è evidente.
2) Caso 2: parti per un lungo viaggio. Quando esci, per qualche motivo, lasci accesi il computer e la lampada. Ritorni un anno dopo e constati che entrambi sono spenti. Consideri due ipotesi, S: c’è stato un black out. C: la lampadina si è bruciata e il pc è collassato. Quale ipotesi privilegiare? S è più semplice di C visto che contempla una sola causa mentre C ne contempla due. Tuttavia, questa volta, C è più probabile di S. (se hai dubbi considera un’assenza di 10 anni).
Ricapitolando: S e C spiegano entrambi bene il fenomeno ma S è più semplice. Nonostante questo nel caso 1 scegliamo S e nel caso 2 C. Davvero singolare!
Il punto importante è che il rasoio di Occam non è un principio utile. Puoi fare alcune contorsioni interpretative che ti consentono di dire che resta vero, ma il principio in realtà non ci aiuta a valutare le teorie. Dobbiamo prima capire quanto riteniamo probabile ciascuna teoria e dopo – solo dopo – possiamo vederla come la più semplice. Ma la semplicità in sè – occorre rendersene conto – non gioca un ruolo chiaro nel generare le stime di probabilità, è un concetto mal definito.
Così istruiti, torniamo alla nostra domanda iniziale: la ragione ci avvicina o ci allontana da Dio?
Una volta tolto di mezzo il “rasoio di Occam” non resta che saggiare la plausibilità (o probabilità) delle due diverse teorie su vari problemi. Fortunatamente, esistono anche problemi sulla cui soluzione, almeno a livello intuitivo, più o meno tutti concordano. Propongo queste quattro categorie:
1) Problemi su cui tutti concordano che favoriscono l’ipotesi di Dio: realismo, ordine nell’universo, coscienza, libero arbitrio.
2) Problemi su cui tutti concordano che favoriscono l’ipotesi atea: esistenza del male.
3) Problemi su cui tutti concordano che non favoriscono nessuno: esperienza religiosa (psicologia o realtà?).
4) Problemi su cui non c’è accordo che favoriscono l’ipotesi di Dio: fatti morali oggettivi, conoscenza a priori, universali, senso della vita.
5) Problemi su cui c’è disaccordo che favoriscono l’ipotesi atea: non me ne vengono in mente.
Conclusioni: per me il l’ipotesi di Dio spiega più problemi su cui c’è un complessivo accordo, e anche cose importanti su cui però non c’è accordo. Ammetto che la presenza del male – nonostante teodicee ingegnose – favorisca l’ateismo, ma non al punto da prevalere. Quindi dal mio punto di vista la fede è la scelta più razionale.
Bibliografia:
Kevin Vallier: Atheism and Theism as Model Choices –
Michael Huemer: Who Cares About Simplicity? –
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mercoledì 16 ottobre 2019

FEDE

LA FEDE
Il problema che si pone la Grace sarebbe questo: meglio avere idee chiare o accurate?
Do' per scontato che la prima opzione equivalga ad una scelta di fede, la seconda ad una scelta per il dubbio sistematico e la complessità (sinonimo di confusione).
Sembrano sottili speculazioni ma si trasformano spesso in dubbi esistenziali. Faccio il caso di mio cugino: crede alla divinità di Gesù con probabilitá intorno al 15-20%, una quota sufficiente alla scommessa pascaliana. Tuttavia, una volta appurato questo si chiede se sia chiamato a credere pienamente o a conservare quella pseudo-fede del 20% che non saprebbe nemmeno come praticare. Insomma, meglio essere chiari o accurati?
I PRO della chiarezza: 1) le idee chiare puoi cambiarle. Ovvero, hai una base solida da cui partire per la tua indagine. 2) Le idee chiare facilitano l'azione. 3) Le idee chiare facilitano il dibattito poiché gettano luce anche sulle idee alternative 4) Le idee chiare ti rendono più appagato, la confusione ti rende inquieto. 5) Il nostro cervello non sa maneggiare le probabilità. Dire che A è probabile al 51% e B al 49% significa ficcarsi nella palude, equivale a un "boh".
I CONTRO delle idee chiare: 1) ti fanno perdere il contatto con la realtà (e ti fanno litigare).
C'è un modo per godere dei PRO eludendo i CONTRO? La soluzione ortodossa consiste nel vivere dissociati: il mio primo "io" crede, il secondo "io" conosce. Mentre vivo credo, la sera mi faccio l'esame di coscienza e metto tutti i puntini sulle i che voglio. Nonostante la dissociazione della personalità sia una pratica comune con cui risolviamo parecchi dei nostri problemi, non mi sembra soddisfacente in questo caso. Quando e come passare da una personalità all'altra? E poi esiste veramente una distinzione tra il credere e il conoscere? Il conoscere è un credere giustificato ma le giustificazioni implicano a loro volta un credere.
Qui la Grace presenta la sua proposta "convenzionalista". Ci invita a non dire "io credo che..." o "io so che...", quanto piuttosto "io considero che...". In questo modo espliciti con chiarezza il tuo atteggiamento verso le cose, la tua policy, la tua scelta di fondo, la tua priorità, la tua scommessa, e nello stesso tempo tieni tutto ciò distinto dalle tue credenze intime che saranno necessariamente complicate e probabilistiche.
Non idee chiare ma atteggiamenti chiari. I secondi sono un buon sostituto delle prime. Non so se ho capito bene il pensiero della Grace, è così asciutta nell'esposizione. Spero ci torni sopra quanto prima.
METEUPHORIC.COM
I. The question of confidence Should one hold strong opinions? Some say yes. Some say that while it’s hard to tell, it tentatively seems pretty bad (probably). There are many pragmatically great up…

venerdì 13 settembre 2019

IL DILEMMA DEI DUE LEONI. OVVERO A COSA SERVONO LE EMOZIONI

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IL DILEMMA DEI DUE LEONI. OVVERO A COSA SERVONO LE EMOZIONI
Nella savana, capita talvolta che i leoni più giovani sfidino i boss (sufficientemente sazi) per poter accedere al cibo. I vecchi spesso cedono il passo, hanno già mangiato a sufficienza e non vale la pena di assaggiare le ughiate dei giovani, anche se l'esito dello scontro sarebbe scontato. D'altro canto, quando un vecchio reagisce la sorte del giovane è segnata, eppure costui combatte lo stesso anziché darsi alla fuga come sarebbe logico fare. Naturalmente paga questa sua improvvida tracotanza uscendo malconcio dalla lotta con il boss.
Domanda: perché i leoni giovani sono sia razionali che irrazionali? Perché scelgono (ragionevolmente) di sfidare i boss satolli ma (irragionevolmente) non si ritirano quando il loro bluff viene alla luce?
Risposta: perché in natura la razionalità non paga, le strategie vincenti sono sempre "miste".
Se i giovani si ritirassero regolarmente, per i vecchi il costo di rispondere alla sfida si azzererebbe. L'irrazionalità del singolo (giovane) giova al gruppo (dei giovani) cosicché la natura ha selezionato una strana creatura mista, ora razionale ora irrazionale. Un po' come siamo noi. Ecco a cosa servono le emozioni: a sospendere la ragione quando esercitarla sarebbe dannoso.

martedì 24 luglio 2018

DIO ESISTE?

DIO ESISTE?
Sentire l’urgenza della domanda, al di là di come si risponde, è già qualcosa di fruttuoso poiché crea cultura. La ricerca di indizi suscita altre domande nei campi più disparati dello scibile umano. Tutto da noioso si fa interessante. Qualche esempio.
L’universo è eterno? Urge saperlo poiché la spiegazione rivale all’esistenza della Causa Prima – ovvero la regressione infinita delle cause – sembrerebbe richiedere l’esistenza di un universo eterno. Una ghiotta occasione per approfondire la cosmologia contemporanea e aggiornare di conseguenza l’intensità della nostra fede.
Esistono tanti universi o ne esiste solo uno? Occorre saperlo poiché se ne esistesse solo uno la nostra esistenza sarebbe un caso talmente fortuito che sospettare un Progetto diventerebbe lecito. Una ghiotta occasione per dedicarsi al fine tuning, alle costanti cosmologiche e all’evoluzione della vita. La nostra fede varierà al variare delle nostre posizioni su questi argomenti.
L’universo è ordinato? Urge saperlo poiché l’esistenza di un ordine avvalora l’esistenza di una realtà metafisica come le Leggi. E qui ci si dedica alla natura della matematica e alla sua relazione con le scienze. La fede ne risentirà.
L’universo è malvagio? Poiché Dio viene definito buono non puo’ aver creato un’ universo malvagio. Per rispondere possiamo raccogliere indizi guardando alla storia della violenza sul nostro pianeta: è in declino o aumenta?
Le spiegazioni devono avere un fondamento? Alcuni ritengono infatti che ogni tesi possa essere giustificata anche da un regresso infinito di ragioni, in questo senso il fondamento divino sarebbe superfluo. Una ghiotta occasione per studiare gli infiniti viziosi e quelli virtuosi nonché la natura della razionalità: tutto inciderà sulla nostra fede!
Cos’è la semplicità? Poiché la spiegazione teistica punta molto sulla sua semplicità bisogna capire di cosa parliamo. Un' ottima occasione per stimolare l’approfondimento filosofico-matematico di questo concetto, magari avvalendosi dei progressi fatti nella teoria dell’informazione. La nostra fede dovrà essere aggiornata di conseguenza.
Esiste il libero arbitrio? Poiché il male esistente è comunemente giustificato dalla libertà umana, la mancanza di libero arbitrio indebolirebbe la mia fede. Una motivante occasione per studiare sia la filosofia che la neurofisiologia collegata a questo tema.
Eccetera.
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Approaching Infinity addresses seventeen paradoxes of the infinite, most of which have no generally accepted solutions. The book addresses these paradoxes using a new theory of infinity, which entails that an infinite series is uncompletable when it requires something to possess an infinite...
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giovedì 26 aprile 2018

FEDE E RAGIONE. STORIE E LOGICA

Fede&Ragione non sono in contrapposizione bensì in sequela: al mattino noi crediamo grazie alla ragione, alla sera grazie alla fede. La mente riposata crede appellandosi alla ragione, la mente affaticata appellandosi alla fede. Se siamo in forma riusciamo a “dimostrare”, se siamo spossati possiamo solo “raccontare”. Logica e narrazione sono due modalità per dare senso che possono anche condividere il medesimo contenuto (il "divulgatore" trasforma i modelli in racconti). Poiché l’esercizio della logica è innaturale richiede un supplemento di energie: la stanchezza che si accumula nella giornata ci spinge sempre più verso le storie, finché il sonno non ci consegnerà definitivamente al sogno, l'ultima spiaggia del "senso".

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A “rock star” (New York Times) of the computing world provides a radical new work on the meaning of human consciousness.The holy grail of psychologists and scientists for nearly a century has been to understand and replicate both human thought and the human mind. In fact, it's wh...

venerdì 26 maggio 2017

25 IS GOD IN THE LAB?-The Scientist as Rebel (New York Review Books (Paperback)) by Freeman Dyson

25 IS GOD IN THE LAB?Read more at location 4270
Note: 25@@@@@@@@@@@@§ Edit
Feynman’s voice and personality come through clearly. He talks about real people and their problems, not about philosophical abstractions. He is interested in religion as a way for people to make sense of their lives, but he is not interested in theology.Read more at location 4278
Note: F E LA RELIGIONE Edit
Polkinghorne has the opposite bias. He is a scientist who is also an ordained minister of the Church of England. To be ordained, he went through formal training in theology. For him, theology is as real and as serious as science.Read more at location 4280
Note: P E LA RELIG... ORDINE! Edit
Polkinghorne compares two historic intellectual struggles, one from science and one from religion. From science he takes the discovery and development of quantum mechanics, a struggle that has lasted from the beginning to the end of the twentieth century. From religion he takes the theological understanding of the nature of Jesus, a struggle that lasted from the time when Saint Paul was writing his letters shortly after Jesus’ death to the modern era of diverse views and diminished certainties.Read more at location 4284
Note: ESEMPIO. DUE LOTTE X LA VERITÀ. MECC Q E NATURA DI GESÙ Edit
Polkinghorne argues from the detailed concordance of the two struggles that science and theology are two aspects of a single intellectual adventure. He sees theology as dealing with God in essentially the same way as science is dealing with nature.Read more at location 4297
Note: PER P LA CONOSCENZA È UNICA Edit
To share it, you must disregard a crucial difference between science and theology. When all is said and done, science is about things and theology is about words. Things behave in the same way everywhere, but words do not. Quantum mechanics works equally in all countries and in all cultures.Read more at location 4300
Note: PAROLE E COSE Edit
Note: LE PAROLE DIPENDONO DALLA CULTURA Edit
If you have not grown up in Polkinghorne’s culture, where words such as “incarnation” and “trinity” have a profound meaning, you cannot share his vision.Read more at location 4304
Note: TRINITÁ E INCARNAZIONE SONO PAROLE SENZA SENSO IN GIAPPONE Edit
Feynman has no interest in scholastic arguments. He is concerned only with human problems. He has a deep respect for religion, because he sees it as helping people to behave well toward one another and to be brave in facing tragedy.Read more at location 4307
Note: PER F LA RELIG È NA STAMPELLA PSIC DA RISPETTARE Edit
He writes about students who come to college from homes where religious belief is strong, and then find that exposure to modern science is calling their beliefs into question. He has seen at first hand the anguish that some of these students experience.Read more at location 4310
Note: PER F LO STUDENTE CHE CREDE SOFFRE DI PIÙ NEL RAPPORTARSI CON LA SCIENZA Edit
He sees a genuine conflictRead more at location 4312
Most Christian believers are able to reconcile their general belief in God and in the teachings of Jesus with a considerable skepticism about details.Read more at location 4316
Note: LA RICONCILIAZIONE È POSSIBILE MA È UNA PROVA IN PIÙ X IL CREDENTE Edit
It is a curious accident of history that the Christian religion became heavily involved with theology. No other religion finds it necessary to formulate elaborately precise statements about the abstract qualities and relationships of gods and humans. There is nothing analogous to theology in Judaism or in Islam. I do not know much about Hinduism and Buddhism, but my Asian friends tell me that these religions also have no theology. They have beliefs and stories and ceremonies and rulesRead more at location 4329
Note: LA TEOLOGIA ANALITICA È UN ESCLUSIVA DEL CRISTIANESIMO Edit
The prominence of theology in the Christian world has had two important consequences for the history of science. On the one hand, Western science grew out of Christian theology. It is probably not an accident that modern science grew explosively in Christian Europe and left the rest of the world behind. A thousand years of theological disputes nurtured the habit of analytical thinking that could also be applied to the analysis of natural phenomena.Read more at location 4333
Note: E LA TEOLOGIA È LA MADRE DELLA SCIENa Edit
Note: ABITUDINE AL PENSIERO ANALITICO Edit
On the other hand, the close historical relations between theology and science have caused conflicts between science and Christianity that do not exist between science and other religions.Read more at location 4336
Note: MA LA TEO PUÒ ANCHE ESSERE UN INGOMBRO Edit
Polkinghorne writes books to prove to himself and to us that his theology and his science can live together harmoniously.Read more at location 4340
Note: c Edit
The Bible story tells us that when Jesus was twelve years old and his family was visiting Jerusalem, he seized the opportunity to spend three days talking with the learned doctors in the Temple, and all that heard him were astonished at his understanding. Whether that story is true or not, he must have had many opportunities to sharpen his understanding by talking with the learned doctors in Zippori.Read more at location 4368
Note: GESÙ È UN SAPIENTE Edit
After visiting Capernaum, I no longer think of Peter and Andrew as simple fishermen. I think of them as young men about town, who made a living by fishing but were also immersed in the Greek culture of the city.Read more at location 4378
Note: CAFARNAO. UN CENTRO DI PESCATORI? NO UN CENTRO DI CULTURA GRECA Edit
Jesus was no simple peasant, but grew up in intimate contact with an urban and overwhelmingly Greek culture.Read more at location 4383
Note: GESÙ UOMO COLTO Edit
the man who took charge of the new religion, Saint Paul of Tarsus, was a thoroughly Hellenized Jew. Saint Paul preached to the learned men of Athens in their own language. In his writings he laid the foundations for what became orthodox Christian doctrine.Read more at location 4388
Note: SAN PAOLO UOMO COLTO Edit
Note: DOTTRINA Edit
This history has left Western civilization with a strangely divided legacy. On the one hand, the religion of Jesus as we find it in his teachings recorded in the gospels, a religion for ordinary people trying to find their way in a harsh world. On the other hand, the theology that turned the Christian religion into a demanding intellectual discipline, a breeding ground for scholars and ultimately for scientists. Feynman is writing about the first, Polkinghorne about the second.Read more at location 4392
Note: CRISTIANESIMO... UNA RELIG SPACCATA IN DUE Edit
The fourth gospel, the Gospel of Saint John, shows us a very different Jesus, much more Greek in spirit,Read more at location 4403
Note: P.S. IL VANGWLO DI G... UN JESUS PIÙ CEREBRALE Edit