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giovedì 16 gennaio 2020

LIBERA SCELTA

Quando una scelta puo' dirsi libera?
Quando supera il test della "pistola alla tempia".
[... esempio: voglio giocare alle slot ma tu, puntandomi una pistola alla tempia, mi minacci di non farlo, e io mi adeguo. Cio' significa che la scelta di giocare è una mia libera scelta...]
Contro questa risposta leggi il post qua sotto.

venerdì 8 novembre 2019

L'INCOMMENSURABILE

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L'INCOMMENSURABILE
I medesimi fatti possono essere interpretati in vario modo e dare origine a paradigmi scientifici tutti diversi tra loro incommensurabili. In casi del genere il giudizio finale lo danno il buon senso, la cultura e la politica. Vediamo da vicino il caso della malattia mentale.
1) Il dubbio - Thomas Szasz (TS) dubita che il paradigma psichiatrico standard della malattia mentale sia corretto e lo critica prendendo a prestito il paradigma dell'economia.
2) La scelta - Per gli economisti le scelte delle persone dipendono da due fattori: 1) preferenze e 2) vincolo di bilancio. Il primo è soggettivo (soggettivo), il secondo oggettivo (esterno).
3) La malattia - TS vede la malattia fisica alla stregua di un vincolo di bilancio mentre la malattia mentale come una preferenza. Quelli che chiamiamo malati mentali sono solo persone con preferenze strane. Tutto il mondo della malattia mentale puo' essere concettualizzato in termini di preferenze. Bene, è venuto il momento di fare esempi o non si capisce niente.
4)Esempi - L'alcolizzato, nel paradigma di TS, è uno che preferisce bere. L'ADHD è uno che preferisce la varietà e la novità. Il depresso è uno che preferisce l'inazione. Lo schizofrenico è un creativo che preferisce andare dietro alla sua immaginazione scatenata. In fondo a tutti noi piace il vino, tutti noi ci annoiamo, tutti noi ci rilassiamo, tutti noi abbiamo fantasie di complotti che ci piace prendere sul serio. L'alcolizzato, l'ADHD, il depresso e lo schizofrenico hanno preferenze che non ci sono affatto aliene, ma le hanno in forma estrema.
4bis) Politica - Così impostata tutta la faccenda, la psichiatria diventa essenzialmente una disciplina politica prima che medica. In alcuni casi la cosa è particolarmente evidente: fino agli anni sessanta l'omosessualità era una malattia, poi, senza che cambiasse nulla nella nostra conoscenza fattuale nel merito, per alzata di mano da parte di un gruppo influente di psichiatri, ovvero con un voto politico, l'omosessualità è uscita dal novero dei disturbi mentali.
5) Manicomi - Per TS, quando la società decide che una certa preferenza è troppo bizzarra allora mette chi le palesa in manicomio e parla di "malattia". Se poi quella stessa preferenza diventa più accettabile - come nel caso dell'omosessualità - fa marcia indietro.
6) Genetica e neurobiologia - si badi bene che TS non puo' essere criticato facendo ricorso alla genetica o alla neurobiologia: certo, lo so, la stranezza di certe preferenze puo' avere una base genetica ma lo stesso vale per le "preferenze normali". L'unica critica a cui si espone il paradigma di TS è di ordine filosofico.
7) Critica - La prendo pari pari dal mio psichiatra preferito, Scott Alexander. Alice ha sempre avuto problemi di concentrazione fin dai tempi della scuola, ora si barcamena tra un lavoro precario e l'altro, spesso però ha delle "giornate no" in cui si assenta, in quei momenti si sente spossata, come se le energie vitali le mancassero. Alla fine decide di andare da uno psichiatra che le diagnostica ADHD e depressione. Torna a casa svuotata e passa tutto il week end a letto. Bob è un manager brillante, lavora sodo ed è vicino alla promozione agognata. Ma questa sera torna a casa tra gli starnuti, ha anche dei brividi di freddo e qualche linea di febbre. L'indomani la febbre si è alzata e decide di stare a letto per smaltire l'influenza che ha preso.
8) Bob e Alice: comportamento - Almeno per un giorno Bob e Alice passeranno il tempo nella stessa maniera: entrambi a letto senza la voglia di alzare un dito. Eppure per TS le affinità finiscono qui, lui vede in Alice un problema di "preferenza" (gusti) mentre in Bob un problema di "bilancio" (malattia). La distinzione suona strana in presenza di soggetti che fanno esattamente la stessa cosa.
9) Bob e Alice: cause - Ma possiamo andare oltre. Anche le cause del loro comportamento sono simili: in entrambi i casi tutto è provocato dalla chimica del nostro corpo, il rispettivo sistema immunitario, infatti rileva dei problemi rilasciando sostanze che portano un chiaro messaggio al cervello: pericolo, siamo in crisi, evita ogni movimento, conserva le energie.
10) L'enigma - Ma se depressione e influenza hanno le medesime cause inducendo i medesimi comportamenti, perché mai dovremmo parlare di "preferenze" nel primo caso e di "malattia" nel secondo? Non vi sembra strano tutto questo? Non vi sembra che il paradigma psichiatrico funzioni meglio rispetto a quello di TS, che in entrambi i casi siamo di fronte a una malattia?
11) Altri esempi - Ho fatto il confronto tra il tipo depresso e il tipo influenzato, avrei potuto anche fare il confronto tra un AHDH e chi non ha dormito. Entrambi si presentano come distratti, poco concentrati, e anche questa volta il paradigma di TS ci sarebbe apparso quanto meno stravagante. Immaginate poi se entrassi nottetempo nella stanza di Bob per iniettargli una sostanza che lo renderà domani indistinguibile da un depresso, la medesima sostanza, poniamo, che il corpo di Alice produce spontaneamente in abbondanza! Due persone indistinguibili possono essere fondamentalmente differenti? Sì perché è questo che vorrebbe farci vedere TS.
12) La risposta - TS potrebbe rispondere che nel corpo di Bob è entrato un virus esterno, mentre nel caso di Alice nulla del genere è successo. Anche la puntura a tradimento è un fatto esterno fuori dal controllo di Bob. Nel caso di Alice, invece, non possiamo verificare la presenza di un controllo o meno visto che le intenzioni non sono mai indagabili direttamente, cosicché postuliamo che ci sia, così come facciamo con tutti in assenza di prova contraria. Per me la risposta è abbastanza buona, faccio solo notare che io e il mio zombi siamo indistinguibili, eppure siamo molto diversi.
13) Aiuto! - C'è chi solleva un'altra obiezione: molti malati chiedono aiuto, vogliono uscire dalla loro condizione, non sembrano affatto accettarla, pensate solo alla disperazione di certi alcolizzati. Ma questo non è il comportamento tipico di chi esprime una preferenza! E' invece coerente con il fatto che abbiamo di fronte persone malate. TS non si scompone, un comportamento del genere, infatti, è perfettamente spiegato anche dal suo paradigma: questi soggetti, presentandosi come "malati" possono ottenere aiuto a buon mercato, e una condotta del genere è proprio cio' che ci attendiamo quando uno, dopo aver seguito le sue preferenze, deve fronteggiare effetti collaterali negativi.
14) Conclusioni - Facciamo il punto. Allora, il paradigma di TS (preferenze) si oppone al paradigma psichiatrico standard (malattia). Poiché si tratta di interpretazioni concorrenti dei medesimi fatti, nessuno dei due puo' essere dimostrato come falso, sono fondamentalmente incommensurabili, cosicché ci si sposta dal primo al secondo e viceversa in relazione alla politica e alla cultura della società in cui siamo immersi. Esempio, una società efficientista e desiderosa di creare ricchezza teme gli opportunismi ed è quindi più propensa ad adottare il paradigma di TS. Una società ricca, al contrario, teme di essere ingiusta ed è quindi più incline a elargire cure a tutti giustificandosi con il paradigma standard della psichiatria.
15) Ironia della storia - Si noti che TS ha elaborato il suo paradigma negli anni sessanta in un clima culturale libertario che metteva l'emancipazione della persona sopra tutto, malati mentali compresi. Insomma, da TS all' "apertura dei manicomi" il passo è breve. Del resto mi sembra evidente il nesso: il malato mentale non è un malato ma uno di noi, magari un po' bizzarro ma uno di noi. D'altro canto, si veda il punto precedente, proprio la società efficientista che lavora a testa bassa risulta di fatto la più pronta ad accoglierlo, mentre la "società dei buoni" è più incline a medicalizzare tutto. Strana alleanza questa tra hippy e yuppy.
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Un classico della psichiatria, The Myth of Mental Illness, e contribuì non poco al clamoroso rinnovamento di questa disciplina, che si verificò negli anni Settanta. Secondo lo psichiatra e psicoanalista Szasz, non esistono, nelle cosiddette malattie mentali, alterazioni organiche permanenti del c....

mercoledì 11 ottobre 2017

La salute non è tutto SAGGIO


La salute non è tutto


Definire la malattia è impresa improba, in genere siamo di fronte ad una “malattia” quando alcuni tratti distintivi si presentano tutti insieme.
Ne propongo sei.
  1. Il malato presenta un’ alterazione biologica di qualche tipo.
  2. La condizione del malato è involontaria.
  3. La malattia è  rara.
  4. La malattia è spiacevole.
  5. La malattia è “discreta”: l’umanità puo’ essere divisa tra “malati” e “sani”(*).
  6. La malattia si cura con medicine e terapie scientifiche(scoperte o da scoprire).
***
Il cancro sembra avere le carte in regola per essere considerato una malattia, in effetti tutte e sei le condizioni si presentano.
Il nanismo non sembra una malattia poiché manca la quinta condizione
La vecchiaia, con buona pace dei transumanisti, non sembra una malattia poiché manca la terza condizione.
L’omosessualità non sembra una malattia poiché manca la quarta condizione.
L’obesità non sembra una malattia poi che mancano la seconda, la quinta e la terza condizione.
La depressione non sembra una malattia poiché manca la prima e la quinta condizione.
In molte malattie mentali manca la quarta condizione.
****
Quando si discute di questi temi è facile cadere nell’equivoco: molti ritengono che l’argomento sia “medico” quando invece è “etico”.
Non è possibile stabilire cosa sia una malattia se non si possiede un solido paradigma etico di riferimento.
Si consideri che noi abbiamo un moto empatico verso il “malato” mentre stigmatizziamo il “finto malato”. Da ciò si comprende la rilevanza dell’etica nella questione definitoria.
Ipotizziamo che i nostri valori etici di riferimento siano  libertà, responsabilità e benessere.
Ebbene, non ha senso considerare ammalato chi non è disturbato dalla sua malattia. Penso all’omosessuale o al matto che crede di essere Napoleone.
Oppure: non ha senso far accedere alla condizione privilegiata di malato chi è in qualche modo responsabile per la sua condizione. Penso all’alcolizzato, al drogato o allo studente distratto.
A questo punto la “malattia” rischia di diventare un concetto soggettivo. Come definire l’omosessuale non in pace con se stesso?
Uno sbocco del genere atterrisce solo chi vede la società come una “fabbrica” con l’esigenza di uniformare tutto per innescare soluzioni a cura della catena di montaggio burocratica.
(*) La medicina antica batteva vie alternative.
Breast cancer (whole breast removed) #1, pigment print, 60 cm x 40 cm.  From the series Removals 2011-2013 by Maija Tammi.

martedì 10 ottobre 2017

Definire la malattia

"Disease" suggests that certain characteristics always come together. A rough sketch of some of the characteristics we expect in a disease might include:

1. Something caused by the sorts of thing you study in biology: proteins, bacteria, ions, viruses, genes.
2. Something involuntary and completely immune to the operations of free will
3. Something rare; the vast majority of people don't have it
4. Something unpleasant; when you have it, you want to get rid of it
5. Something discrete; a graph would show two widely separate populations, one with the disease and one without, and not a normal distribution.
6. Something commonly treated with science-y interventions like chemicals and radiation.

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People commonly debate whether social and mental conditions are real diseases. This masquerades as a medical question, but its implications are mainly social and ethical. We use the concept of disease to decide who gets sympathy, who gets blame, and who gets treatment.

Proposta:

 We should blame and stigmatize people for conditions where blame and stigma are the most useful methods for curing or preventing the condition, and we should allow patients to seek treatment whenever it is available and effective.