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lunedì 2 dicembre 2019

ESSERE RICCHI E' OK

ESSERE RICCHI E' OK
I moralisti scuotono il ditino dicendo che l'amore per il denaro è la radice di tutti i mali. Presumono che fare un sacco di soldi implichi lo sfruttamento degli altri e che il modo migliore per lavarsi la coscienza consista nel dedicarsi alla filantropia. Ma è facile mostrare che i moralizzatori hanno torto, e che è vero l'esatto contrario. In generale, più soldi guadagni, più fai per gli altri. Chi è produttivo restituisce alla società semplicemente facendo il suo lavoro. Inoltre, la ricchezza ci consente di condurre una vita autenticamente nostra, ci rende più coscienti e responsabili. Le società capitaliste che mettono al centro il denaro ospitano cittadini più affidabili, più empatici e più cooperativi. Tutto cio' non è un caso: chi non ha queste caratteristiche affonda. Magari è un'apparenza ma è comunque un'apparenza benefica per molti. Se vengo accolto in un negozio con tutti gli onori subodoro l'ipocrisia ma intanto mi sento bene. La storia poi mostra che le nazioni ricche sono diventate tali a causa delle loro cultura e delle loro istituzioni sane, NONOSTANTE le vicende legate alla schiavitù e al colonialismo. I popoli africani e medio-orientali hanno praticato lo schiavismo su larga scala ma non si sono arricchiti. Noi non siamo nati con un debito perpetuo verso la società, non ha senso postulare che "il ricco è tenuto a dare", il ricco - essendo ricco - è quello che già oggi dà di più. Essere ricchi è ok, diventare ricchi è ancora più ok.

ROUTLEDGE.COM
Finger-wagging moralizers say the love of money is the root of all evil. They assume that making a lot of money requires exploiting others, and that the best way to wash off the resulting stain is to give a lot of it away. In Why It’s OK to Want to…

sabato 19 ottobre 2019

VITE POST-ECONOMICHE

VITE POST-ECONOMICHE
Viviamo in tempi in cui i super-ricchi non sono mai stati così super. L'era diseguale del Jazz degli anni venti è un ricordo e siamo andati oltre anche il "greed is good" degli anni ottanta. Il patrimonio dei super-super-ricchi basta a finanziare centinaia di vite lussuose, eppure loro non smettono di lavorare, sembrano non apprezzare tempo libero e socializzazione. Per questa gente il troppo non è mai abbastanza: Tim Cook si alza ogni mattina alle 3.45 e Elon Musk se non lavora le sue brave 120 ore settimanali non è contento.
Se i militari si chiedevano "quanto all'alba?", la domanda standard dei lavoratori anni novanta alla macchinetta del caffé era: "qual è il tuo numero?", ci si riferiva al tempo rimasto alla pensione. Ma per i super ricchi la pensione non è più una prospettiva, davanti a loro c'è solo il lavoro, nessuno parla più del "numero" ma nemmeno di hobby o filantropia. Perchè?
Sette ipotesi.
1) Forse perché sono impauriti e chiedono perdono. Ci sono in giro politici che vanno dicendo che gente come loro non dovrebbe esistere, che sono un oltraggio alla pubblica decenza. Loro stessi dichiarano apertamente che oltre una certa soglia la ricchezza personale è illegittima. Nella finanza, poi, in tanti sentono di essere diventati ricchi senza aver creato nulla di concreto. Ricordiamoci che molte democrazie occidentali sono fondate sulla ghigliottina per i re e i ricchi fannulloni. Lavorare duro e vivere male è un modo per farsi perdonare.
2) Forse hanno paura che la pacchia finisca, ma non per una rivoluzione bensì per un collasso economico. Le quotazioni dell'oro non sono mai state così elevate. Il moltoplicarsi di economie a debito è il chiaro preludio al grande schianto prossimo venturo. Chi ha mietuto il grano maturo non si aspetta che maturi ancora. Il capitalismo come l'abbiamo conosciuto è morto.
3) Forse semplicmente non possono smettere. La personalità competitiva non sa rallentare. Per loro lo stress è vita. Vogliono presentarsi sul pezzo e influenti, e per farlo devono restare sempre in pista.
4) Forse i loro soldi sono l'unica unità di misura che posseggono per darsi un valore. Senza il lavoro dovrebbero guardare in faccia l'esistenza. L'ambizione e il progetto riempie un vuoto. E' un modo per non affrontare il fantasma dell'ultimo Natale.
5) Forse i super-ricchi vedono solo super-ricchi (d'altronde vivono in sole 10 città del mondo) e ingaggiano tra loro una specie di gara. Chi ha un patrimonio da otto milioni di euro non è molto più felice da chi ne ha uno da due milioni. Solo il numero uno gode temporaneamente, gli altri corrono tutti sulla ruota del criceto.
6) Forse i soldi sono come l'alcol, creano dipendenza.
7) Forse i super-ricchi sono pochi, isolati e ansiosi. Il loro isolamento crea un impulso emotivo che spinge all'impegno e al guadagno. Imprenditori e finanzieri sono tipi che fanno leva sull'adrenalina. La mancanza di relazioni fa nascere il sospetto di gelosie e il desiderio di rivalsa. Ci si rifugia nel presente.
Io non ci penso due volte e prendo 3.
Buona lettura.
NYTIMES.COM
Are the wealthy addicted to money, competition, or just feeling important? Yes.