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giovedì 14 luglio 2011

Charles Murray: una buona scuola lascia indietro molti bambini

… nella valutazione di molti dei nostri talenti la scuola assume un sano atteggiamento realistico… al bambino con chiare lacune cinetico-motorie viene chiesto di frequentare l’ ora di ginnastica ma difficilmente s’ investirà su di lui per farne un atleta a livello agonistico… chi ostenta fin da subito scarse doti musicali è tenuto a conoscere alcuni rudimenti ma non a tentare il conservatorio per divenire musicista… chi è sotto la media quanto ad abilità spaziale seguirà le lezioni d’ arte ma non subirà pressioni per investire le sue energie migliori in quell’ ambito… chi ha scarso controllo nelle relazioni interpersonali riceverà uno sprone se vergognoso e un’ avvertenza se aggressivo, ma tutti sono d’ accordo che è fatica sprecata puntare su questi soggetti per farne degli addetti alle pubbliche relazioni… i bambini incapaci di concentrazione saranno aiutati ad acquisire sane abitudini di studio ma ci vuole poco a constatare che per loro taluni obiettivi sono interdetti… Solo per quanto riguarda le abilità linguistiche e logico-matematiche si pretende invece che tutti facciano bene. La realtà qui viene congedata, anche quando si presenta nelle forme più nitide… Eppure sappiamo che almeno metà dei bambini non è in grado di leggere o calcolare con quella facilità che la scuola pretende da loro… questi bambini vengono tormentati per anni con pretese irrealistiche… è normale che in queste condizioni identifichino la scuola come un luogo di tormento… Parecchi di loro, molto semplicemente, non sono abbastanza intelligenti per seguire con successo un convenzionale percorso accademico… cio’ non significa che dobbiamo ostentare durezza o indifferenza, basterebbe lasciare da parte l’ ampollosa e mal fondata retorica del “leave no child behind”… Ripensate per un attimo alla vostra esperienza scolastica, probabilmente avete un buon ricordo di quando, incoraggiati da un insegnante di razza a fare qualcosa che non riuscivate a fare, avete alla fine sfondato… ma vi farà ancora male pensare a come avete deluso persone che vi sostenevano sospingendovi alla conquista di obiettivi irrealistici… Ricordo ancora di essere stato il cocco del mio allenatore di baseball, e ricordo quel tragico pomeriggio quando mi schierò come ultimo battitore nella sfida decisiva contro i Bruins… di fronte allo scetticismo generale per questa scelta a dir poco stravagante si adoperava per spendere in mio favore parole di ammirazione e fiducia in modo da incoraggiarmi a puntino… ma la realtà fino ad allora aveva parlato chiaro: io ero da sempre il punto debole della squadra… e quando presi posto sulla base  la mia performance fu la solita: un mezzo disastro… la delusione che sentivo attorno mi spezzò il cuore e ancora oggi metto piede con terrore in un campo da baseball… eppure mi ero limitato a fare quello che sapevo fare e che tutti sapevano che sapevo fare, non meritavo certo di essere punito in modo tanto efferato… pretendere che uno studente raggiunga livelli che molto semplicemente non puo’ raggiungere è crudele prima ancora che sbagliato… nessuna strategia pedagogica, nessun carico di compiti a casa, nessun miglioramento nella preparazione degli insegnanti puo’ far sue certe mete utopiche… non resta che il trucco di abbassare implicitamente gli standard girandosi dall’ altra parte… A questo punto ci sono tre ordini di obiezioni a cui vanno soggette le osservazioni fin qui svolte: 1. l’ IQ non cattura le capacità di apprendimento, 2: l’ IQ puo’ essere innalzato e 3. la scuola di oggi è talmente in pessimo stato che persino a chi è sotto la media puo’ ricevere di più anche senza che migliori le sue capacità… La risposta alle prime due sembra semplice, la terza è più impegnativa… i prossimi capitoli saranno dedicati a districare questa trama…
Charles Murray – Real Education

mercoledì 1 settembre 2010

Meno scuola più futuro

Quattro semplici verità da mandare a memoria per riformare la scuola di un Paese che pensa al futuro:

1. I bambini hanno abilità differenti.

2. Metà dei bambini sono sotto la media.

3. Troppa gente va all' università.

4. Il futuro del paese dipende dai più dotati.

Progredire risparmiando, da leggere.

sabato 19 dicembre 2009

Classi genetiche

In futuro sarà più facile testare geneticamente le persone.

Che bello! Conoscendo le nostre predisposizioni, saremo in grado di orientare il nostro stile di vita in modo da ridurre il rischio di malattie. Anche le medicine saranno "personalizzate". Individueremo in anticipo anche le professioni in cui abbiamo maggior possibilità di successo.

Purtroppo non mancheranno le situazioni imbarazzanti. Il datore di lavoro potrebbe discriminare in base a queste informazioni. Nessuno affiderebbe la propria impresa ad un manager ad alto rischio di morire, così come a persone del genere nessuno stipulerebbe un mutuo. Mi chiedo anche chi li sposerebbe. Se la mia vita non è sufficientemente lunga, perchè studiare? Non parliamo poi dei test usati per l' ammissione all' Università, saranno la norma. Anche la programmazione dei nascituri diverrà pratica comune. Le assicurazioni sulla vita spariranno, o decuplicheranno i premi visto che solo i moribondi si presenteranno allo sportello. Già oggi l' aspetto fisico è fortemente legato al successo grazie all' autostima che procura, figuriamoci quando conosceremo le nostre predisposizioni genetiche. La nozione di "merito" diventerà più ambigua e, oltretutto, si inaspriranno le diseguaglianze di reddito fondate proprio su simili ambiguità.

Tanto più una società fronteggerà il lato imbarazzante della faccenda ponendo limiti e proibizioni, quanto più arretrerà rispetto alle altre in termini di ricchezza e potenza, fino a perdere ogni rilievo.

Al di là del suo valore etico, la libertà resterà importante?

Io penso di sì: come potremo testare la bontà dei test e magari migliorarli? Solo la libertà fornisce il sistema informativo per progressi del genere.

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riflessione su un articolo di Luigi Zingales, 24 ore 13.12.2009