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venerdì 9 agosto 2019

F contro la divina semplicità

SMONTANDO DIO

Tutti i dissidi teologici che più mi interessano sono riconducibili alla dottrina della semplicità divina (DSD). Ovvero: Dio non ha parti.

In un ente fisico come il corpo umano le parti sono facili da distinguere: braccia, gambe, orecchie...

In un ente metafisico come Dio è più complicato ma fortunatamente sia chi aderisce a DSD, sia chi si dissocia su questo punto è d’accordo: le parti di Dio sono le sue azioni.

Per la DSD tutte le azioni divine sono riconducibili ad un’unica azione necessaria, è insensato distinguerle.

In effetti se Dio è buono fa sempre la cosa giusta e diventa inconcepibile vederlo cadere in errore. Tutto cio' che fa lo fa necessariamente, altrimenti non sarebbe Dio.

Ma se così fosse, non potrebbe essere libero. Come puo’ essere libero un essere che non sceglie tra azioni alternative (entrambe concepibili)?

A questo punto del dilemma si aprono due strade: 1) la via del mistero, 2) la rinuncia alla DSD.

Io scelgo 2, il che significa che Dio potrebbe anche sbagliare. Certo, a quel punto scopriremmo che cio’ che indicavamo come Dio non è tale poiché Dio non sbaglia mai (anche se sceglie liberamente). In altri termini: la fede è sempre probabilistica, mai assoluta. La fede ragionevole si sceglie come si sceglie una teoria scientifica, non a seguito di un ragionamento logico.

Linko un bel forum in cui 4 eminenti teologi sele danno di santa ragione su questo punto.


https://theopolisinstitute.com/conversations/the-doctrine-of-divine-simplicity/




Dottrina della semplicità divina: dio non ha parti.

Ma cosa costituisce parte in un'entità metafisica? Le azioni di questo essere.

La semplicità è incompatibile con la libertà: se sono libero faccio una cosa potendone fare un'altra, devono esserci almeno due azioni a disposizione. Ma se ci sono due azioni non c'è semplicità.

Due soluzioni: 1) si introduce il mistero, 2) si nega la semplicità.

sabato 7 luglio 2018

DUE RAGIONI (LE MIGLIORI) PER CREDERE

DUE RAGIONI (LE MIGLIORI) PER CREDERE
1. RAGIONE A PRIORI: spiegare l’esistenza delle cose postulando Dio è il modo più semplice per farlo.
2. RAGIONE A POSTERIORI: l’universo è una presenza sorprendente e in genere noi non accettiamo il caso come spiegazione. Non resta allora che Dio.
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Simplicity As Evidence of Truth (Aquinas Lecture)
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Riccardo Mariani Mentre la seconda ragione è abbastanza chiara a chi conosce la cosmologia, per la prima rinvio qui https://fahreunblog.wordpress.com/.../07/il-rasoio-divino/Gestire
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Il divin rasoio SAGGIO


Il rasoio divino


Per risolvere un problema su cui si hanno poche info a disposizione il resoconto più semplice s’impone anche come il più razionale (rasoio di Occam).
Il rasoio di Occam è da sempre l’arma più “tagliente” in mano all’ateismo razionale,  infatti alla domanda “… chi ha creato il mondo?” i credenti dei principali monoteismi rispondono che “… il mondo è stato creato da Dio”, ma non essendoci per sua stessa definizione nulla di più potente di questo dio e quindi nulla che possa averlo creato, ne consegue che Dio, a differenza del mondo, è sempre esistito. A questo punto se è possibile che questo qualcosa sia sempre esistito, perché non anche il mondo? La risposta alla domanda iniziale “Il mondo è stato creato da Dio, che è sempre esistito” si semplifica quindi in “Il mondo è sempre esistito”. In altri termini è superfluo e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico introdurre Dio per spiegare l’esistenza del mondo. Poiché la spiegazione teista postula un ente in più va scartata.
Questo argomento non tiene conto del fatto che Dio è una persona mentre il mondo una cosa, o meglio, la spiegazione teista è “personale” quella materialista “materiale”. Che implicazioni ha questa considerazione? Soprattutto una: la persona è intelligente, la cosa no. La persona puo’ progettare, la cosa puo’ costituire solo una causa bruta. Un’intelligenza puo’, per esempio, comprendere una regola (e un’intelligenza onnipotente puo’ anche crearla). Ora, chi studia la scienza sa bene a che servono le “leggi”: a semplificare. Dominando le leggi di natura possiamo comprimere in una paginetta la descrizione accurata dell’universo! Ma se non esistessero leggi? Se esistessero solo oggetti? Facciamo un caso concreto: assumendo l’esistenza di una “legge” posso spiegare in modo relativamente semplice perché l’acqua ghiaccia a zero gradi centigradi ma senza assumere leggi posso solo spiegare perché quell’acqua in quella pentola ghiaccia a zero gradi, per quanto riguarda quell’altra acqua in quell’altra pentola devo fornire un’altra spiegazione ad hoc, non ho infatti ragioni per assumere che qull’acqua laggiù abbia le medesime proprietà di quest’acqua che sta qua. Senza assumere l’esistenza di leggi non ha senso parlare delle proprietà, per esempio, del rame, posso giusto parlare di come si comporta il pezzo di rame che ho sul tavolo. La spiegazione materialista è costretta quindi a spiegare tutti i casi in modo specifico tirando in ballo le proprietà specifiche di certi oggetti specifici, la spiegazione personale puo’ invece generalizzare e quindi semplificare. Naturalmente il materialista puo’ dire: “faccio finta che le leggi esistano anche se non esistono; nella mia indagine mi comporto come se esistessero delle leggi anche se non esistono”. Ma tutto questo è una complicazione inutile: perché far finta che una cosa esista anziché assumere che esista? La seconda soluzione è più immediata, il realismo è più semplice del convenzionalismo.
Se la situazione è come l’ho descritta, barattare l’assunzione di un Dio con tutte le cause e proprietà specifiche che necessitano alla spiegazione materialista diventa un affare proprio alla luce del rasoio di Occam! C’è una possibile obiezione: “ok, ripartire sempre da capo  per ogni caso specifico è una colossale complicazione ma anche un essere come Dio è tremendamente complicato da descrivere e tu, se lo assumi, devi poi descriverlo!”. In realtà la descrizione di Dio non è affatto complicata poiché Dio possiede le sue – poche – proprietà in quantità infinita e il concetto di “infinito” è molto semplice: descrivere un limite, per esempio, è più complicato. Esempio: dire che Dio è onnipotente è molto più semplice che dire che Dio puo’ fare certe cose (segue elenco lunghissimo dettagliato) e non altre (segue elenco altrettanto dettagliato).
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martedì 15 agosto 2017

Di fronte all’ignoranza


Di fronte all’ignoranza


The Argument from Ignorance – You are Not So Smart – David McRaney
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Punti chiave: L‘ignoranza scatena spiegazioni fantasiose – il ruolo della semplicità
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Yellow highlight | Location: 1,309
THE MISCONCEPTION: When you can’t explain something, you focus on what you can prove. THE TRUTH: When you are unsure of something, you are more likely to accept strange explanations.
Note:DESCRIZIONE DEL BIAS
Yellow highlight | Location: 1,314
It is easy to succumb to mystical thinking when you compare what you know for sure to the vast expanse of things yet unsolved…You’ve probably met people like this, who see things like magnets and Stonehenge as unsolvable mysteries….
Note:IL FASCINO DEL MISTERO
Yellow highlight | Location: 1,326
Most of what gets filed under the realm of the paranormal is the result of people committing the argument-from-ignorance fallacy, or argumentum ad ignorantiam if you prefer the Latin logic terminology.
Note:IL PARANORMALE
Yellow highlight | Location: 1,332
You know this book is in your hands right now, but when you leave the room you can’t be sure it does not come to life and eat your carpet fluff for sustenance.
Note:CHI PUÒ DIRLO?
Yellow highlight | Location: 1,334
The same holds true for leprechauns and unicorns, fairies and the Loch Ness Monster. These things aren’t more likely just because you can’t prove they don’t exist. Lack of proof neither confirms nor denies a proposition.
Note:LA MANCATA CONFUTAZIONE NON È UNA PROVA
Yellow highlight | Location: 1,340
Some people think the Holocaust didn’t happen, or human beings never walked on the moon, but there is plenty of evidence for both. People who refuse to believe such things claim they need more evidence before they can change their minds, but no amount of evidence will satisfy them.
LA PROBABILITÀ NON È MAI DEL 100%
COMMENTO PERSONALE
Spesso sfugge che a decidere in campo scientifico non sono le dimostrazioni e le confutazioni (raramente disponibili in modo convincente) ma la semplicità e l’immediatezza della teoria proposta. Il complottista, per esempio, ha il torto di presentare teorie cervellotiche

martedì 11 dicembre 2012

La via più semplice

Esistono due tipi di spiegazione: 1. personale e 2. scientifica.

La prima implica intenzioni, scopi e potenzialità, la seconda proprietà, potenzialità e leggi.

Questa dicotomia è comunemente accettata da chiunque accetti una qualche forma pur debole d dualismo. Restano fuori giusto gli scientisti. Con loro si discuterà precalentemente d free will.

Criteri scientifici per privilegiare una spiegazione sull' altra: 1. fitting (probablismo) e 2. semplicità.

La spiegazione teistica, come teoria del tutto fitta i dati almeno quanto quella scientifica. Soprattutto considerata l' estrema improbabilità di quest' ultima.

Qual è la spiega più semplice?

Criteri per stabilire la semplicità: 1. numero di sostanze implicate 2. numero di proprietà implicate 3. numero di relazioni e leggi implicate. 4. l' incoerenza è la forma più grave di complicazione.

Sulle sostanze: 1. chi postula una legge di natura con certe caratteristiche moltiplica le sostanze. 2. chi accetta l' esistenza di leggi di natura accetta comunque una forme di dualismo 3 chi accetta una forma di dualismo (oggetto/soggetto) accetta almeno due sostanze 4. il monismo scientista è incoerente ovvero estremamente complicato dal punto di vista relazionale.

Detto questo si puo' concludere che il teismo postula come causa del tutto Dio ovvero la causa più semplice.

Dio è semplice perché i suoi attributi sono infiniti. Le alternative postulano come causa elementi finiti ovvero con limiti descrivibili solo tramite algoritmi più o meno complicati. La spiegazione teistica si fa dunque preferire.

Eresia di Swinburne: Dio non è fuori dal tempo ma eterno. La sua eternità implica un tempo infinito e non una atemporalità.