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venerdì 8 novembre 2019

L'INCOMMENSURABILE

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L'INCOMMENSURABILE
I medesimi fatti possono essere interpretati in vario modo e dare origine a paradigmi scientifici tutti diversi tra loro incommensurabili. In casi del genere il giudizio finale lo danno il buon senso, la cultura e la politica. Vediamo da vicino il caso della malattia mentale.
1) Il dubbio - Thomas Szasz (TS) dubita che il paradigma psichiatrico standard della malattia mentale sia corretto e lo critica prendendo a prestito il paradigma dell'economia.
2) La scelta - Per gli economisti le scelte delle persone dipendono da due fattori: 1) preferenze e 2) vincolo di bilancio. Il primo è soggettivo (soggettivo), il secondo oggettivo (esterno).
3) La malattia - TS vede la malattia fisica alla stregua di un vincolo di bilancio mentre la malattia mentale come una preferenza. Quelli che chiamiamo malati mentali sono solo persone con preferenze strane. Tutto il mondo della malattia mentale puo' essere concettualizzato in termini di preferenze. Bene, è venuto il momento di fare esempi o non si capisce niente.
4)Esempi - L'alcolizzato, nel paradigma di TS, è uno che preferisce bere. L'ADHD è uno che preferisce la varietà e la novità. Il depresso è uno che preferisce l'inazione. Lo schizofrenico è un creativo che preferisce andare dietro alla sua immaginazione scatenata. In fondo a tutti noi piace il vino, tutti noi ci annoiamo, tutti noi ci rilassiamo, tutti noi abbiamo fantasie di complotti che ci piace prendere sul serio. L'alcolizzato, l'ADHD, il depresso e lo schizofrenico hanno preferenze che non ci sono affatto aliene, ma le hanno in forma estrema.
4bis) Politica - Così impostata tutta la faccenda, la psichiatria diventa essenzialmente una disciplina politica prima che medica. In alcuni casi la cosa è particolarmente evidente: fino agli anni sessanta l'omosessualità era una malattia, poi, senza che cambiasse nulla nella nostra conoscenza fattuale nel merito, per alzata di mano da parte di un gruppo influente di psichiatri, ovvero con un voto politico, l'omosessualità è uscita dal novero dei disturbi mentali.
5) Manicomi - Per TS, quando la società decide che una certa preferenza è troppo bizzarra allora mette chi le palesa in manicomio e parla di "malattia". Se poi quella stessa preferenza diventa più accettabile - come nel caso dell'omosessualità - fa marcia indietro.
6) Genetica e neurobiologia - si badi bene che TS non puo' essere criticato facendo ricorso alla genetica o alla neurobiologia: certo, lo so, la stranezza di certe preferenze puo' avere una base genetica ma lo stesso vale per le "preferenze normali". L'unica critica a cui si espone il paradigma di TS è di ordine filosofico.
7) Critica - La prendo pari pari dal mio psichiatra preferito, Scott Alexander. Alice ha sempre avuto problemi di concentrazione fin dai tempi della scuola, ora si barcamena tra un lavoro precario e l'altro, spesso però ha delle "giornate no" in cui si assenta, in quei momenti si sente spossata, come se le energie vitali le mancassero. Alla fine decide di andare da uno psichiatra che le diagnostica ADHD e depressione. Torna a casa svuotata e passa tutto il week end a letto. Bob è un manager brillante, lavora sodo ed è vicino alla promozione agognata. Ma questa sera torna a casa tra gli starnuti, ha anche dei brividi di freddo e qualche linea di febbre. L'indomani la febbre si è alzata e decide di stare a letto per smaltire l'influenza che ha preso.
8) Bob e Alice: comportamento - Almeno per un giorno Bob e Alice passeranno il tempo nella stessa maniera: entrambi a letto senza la voglia di alzare un dito. Eppure per TS le affinità finiscono qui, lui vede in Alice un problema di "preferenza" (gusti) mentre in Bob un problema di "bilancio" (malattia). La distinzione suona strana in presenza di soggetti che fanno esattamente la stessa cosa.
9) Bob e Alice: cause - Ma possiamo andare oltre. Anche le cause del loro comportamento sono simili: in entrambi i casi tutto è provocato dalla chimica del nostro corpo, il rispettivo sistema immunitario, infatti rileva dei problemi rilasciando sostanze che portano un chiaro messaggio al cervello: pericolo, siamo in crisi, evita ogni movimento, conserva le energie.
10) L'enigma - Ma se depressione e influenza hanno le medesime cause inducendo i medesimi comportamenti, perché mai dovremmo parlare di "preferenze" nel primo caso e di "malattia" nel secondo? Non vi sembra strano tutto questo? Non vi sembra che il paradigma psichiatrico funzioni meglio rispetto a quello di TS, che in entrambi i casi siamo di fronte a una malattia?
11) Altri esempi - Ho fatto il confronto tra il tipo depresso e il tipo influenzato, avrei potuto anche fare il confronto tra un AHDH e chi non ha dormito. Entrambi si presentano come distratti, poco concentrati, e anche questa volta il paradigma di TS ci sarebbe apparso quanto meno stravagante. Immaginate poi se entrassi nottetempo nella stanza di Bob per iniettargli una sostanza che lo renderà domani indistinguibile da un depresso, la medesima sostanza, poniamo, che il corpo di Alice produce spontaneamente in abbondanza! Due persone indistinguibili possono essere fondamentalmente differenti? Sì perché è questo che vorrebbe farci vedere TS.
12) La risposta - TS potrebbe rispondere che nel corpo di Bob è entrato un virus esterno, mentre nel caso di Alice nulla del genere è successo. Anche la puntura a tradimento è un fatto esterno fuori dal controllo di Bob. Nel caso di Alice, invece, non possiamo verificare la presenza di un controllo o meno visto che le intenzioni non sono mai indagabili direttamente, cosicché postuliamo che ci sia, così come facciamo con tutti in assenza di prova contraria. Per me la risposta è abbastanza buona, faccio solo notare che io e il mio zombi siamo indistinguibili, eppure siamo molto diversi.
13) Aiuto! - C'è chi solleva un'altra obiezione: molti malati chiedono aiuto, vogliono uscire dalla loro condizione, non sembrano affatto accettarla, pensate solo alla disperazione di certi alcolizzati. Ma questo non è il comportamento tipico di chi esprime una preferenza! E' invece coerente con il fatto che abbiamo di fronte persone malate. TS non si scompone, un comportamento del genere, infatti, è perfettamente spiegato anche dal suo paradigma: questi soggetti, presentandosi come "malati" possono ottenere aiuto a buon mercato, e una condotta del genere è proprio cio' che ci attendiamo quando uno, dopo aver seguito le sue preferenze, deve fronteggiare effetti collaterali negativi.
14) Conclusioni - Facciamo il punto. Allora, il paradigma di TS (preferenze) si oppone al paradigma psichiatrico standard (malattia). Poiché si tratta di interpretazioni concorrenti dei medesimi fatti, nessuno dei due puo' essere dimostrato come falso, sono fondamentalmente incommensurabili, cosicché ci si sposta dal primo al secondo e viceversa in relazione alla politica e alla cultura della società in cui siamo immersi. Esempio, una società efficientista e desiderosa di creare ricchezza teme gli opportunismi ed è quindi più propensa ad adottare il paradigma di TS. Una società ricca, al contrario, teme di essere ingiusta ed è quindi più incline a elargire cure a tutti giustificandosi con il paradigma standard della psichiatria.
15) Ironia della storia - Si noti che TS ha elaborato il suo paradigma negli anni sessanta in un clima culturale libertario che metteva l'emancipazione della persona sopra tutto, malati mentali compresi. Insomma, da TS all' "apertura dei manicomi" il passo è breve. Del resto mi sembra evidente il nesso: il malato mentale non è un malato ma uno di noi, magari un po' bizzarro ma uno di noi. D'altro canto, si veda il punto precedente, proprio la società efficientista che lavora a testa bassa risulta di fatto la più pronta ad accoglierlo, mentre la "società dei buoni" è più incline a medicalizzare tutto. Strana alleanza questa tra hippy e yuppy.
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Un classico della psichiatria, The Myth of Mental Illness, e contribuì non poco al clamoroso rinnovamento di questa disciplina, che si verificò negli anni Settanta. Secondo lo psichiatra e psicoanalista Szasz, non esistono, nelle cosiddette malattie mentali, alterazioni organiche permanenti del c....

venerdì 29 settembre 2017

Il nostro bisogno di “follia”

Il nostro bisogno di “follia”

Perché costruire la categoria dei “pazzi” e tenerla ben separata da quella degli altri uomini?
Non sarebbe più semplice considerarli delle semplici persone con “preferenze estreme”?
Ci sono tutti i presupposti  per agire in questo senso, eppure per questa gente preferiamo costruire categorie ad hoc e stabilire “percorsi” speciali. Perché?
Mia idea: per sgravare la coscienza di chi è impegnato nel rendere la nostra società un posto migliore in cui vivere.
In genere la scimmia-uomo fonda la sua comunità secondo un protocollo ben preciso: stabilisce delle regole generali ed elabora poi forme ipocrite per eluderle in modo vantaggioso per tutti. In noi è molto forte un senso dell’eguaglianza ma non esistono regole generali che garantiscano l’efficienza.
Ma non divaghiamo, la mia tesi consiste appunto nel sostenere che la categoria mentale della “follia” assolve appunto a questa funzione.
***
Mi spiego meglio: desideri una società migliore? Sì? E perché non procedi, allora.
Ingenuo, ma non sai che è facilissimo ottenerla?
Basta applicare protocolli eugenetici restrittivi alla riproduzione di massa. Un po’ come si fa con i cani per selezionare la razza pura.
Dopo poche generazioni avremmo una società in grado di funzionare molto meglio. Garantito!
Perché non lo facciamo? Per un interdetto etico.
C’è una proibizione che al momento, anche per la storia da cui veniamo, non riusciamo mentalmente ad eludere.
Questo non significa che altre proibizioni simili non siano state bypassate.
Con i pazzi, per esempio, ce l’abbiamo fatta: abbiamo creato una categoria di uomini apposita, con meno diritti e meno doveri, dopodiché abbiamo potuto agire con la coscienza pulita.
Del resto, la società che controlla i suoi pazzi funziona meglio di quella che li considera uomini a tutti gli effetti.
Ma questa è davvero la via obbligata per giungere alla meta?
No, ce n’è un altra: potremmo agire nello stesso identico modo evitando di creare categorie ad hoc e, quindi, mantenendo la nostra coscienza sporca.
Ogni società funziona grazie a dei capri espiatori (qui il rinvio a René Girard è d’obbligo): i pazzi rientrerebbero tra i capri che fondano la società.
Che fare allora?
Le opzioni sul tavolo sono essenzialmente tre: 1) creare una categoria mentale dove relegare alcuni soggetti da sacrificare, 2) convivere con una coscienza sporca o 3) mantenere la coscienza pulita e la società inefficiente.
Ognuno faccia la sua scelta. La mia: nel caso del piano eugenetico scelgo 3), nel caso dei pazzi scelgo 2). Al momento.

martedì 21 marzo 2017

Follia!

Come rapportarsi con la malattia mentale? Cos’è esattamente? Come deve essere intesa?
Bryan Caplan nel saggio “THE ECONOMICS OF SZASZ PREFERENCES, CONSTRAINTS AND MENTAL ILLNESS” difende una visione economicista.
Tesi…
… il modello che postula il malato mentale come un tale con preferenze estreme è il migliore…
Vantaggio: un soggetto del genere rientrerebbe nel modello economico tradizionale. Il che significa società più efficienti e prospere.
***
I due piloni centrali del modello economicista…
… nella teoria economica le scelte sono determinate da due fattori: preferenze e vincoli di bilancio. Le scelte del malato mentale sarebbero da inquadrare come “preferenze” piuttosto che come “vincoli”…
Vincoli e preferenze. Non esiste altro nel mondo dell’economia. Cos’è cio’ che chiamiamo “disturbo mentale”? Un vincolo ai nostri comportamenti o una preferenza che li guida?
Ebbene, nel modello economicista il “malato mentale” è solo un soggetto con “preferenze estreme”.
L’obiezione più scontata si puo’ sintetizzare in questo esempio…
… Sandy si barcamena tra due lavori spiacevoli che rendono poco, non ce la fa più ad andare avanti fino al giorno in cui si sente stanca e svuotata, va dal medico che gli diagnostica una depressione, poi torna a casa e sta a letto tutto il giorno. Bob è un manager di successo che vuole partecipare alla maratona di Boston ma questa settimana è stracarico di lavoro, quando rientra a casa si ritrova stanco e demotivato, va dal medico che gli diagnostica un'influenza. il giorno dopo anziché allenarsi per la maratona se ne sta a letto. Da notare che influenza e depressione possono avere un'origine molto simile: un corpo stressato che abbassa l'azione del sistema immunitario. Orbene: perché dovremmo credere che quella di Sandy è una scelta mentre quella di bob un vincolo esterno?
Una risposta plausibile…
… il fenomeno fisico non è rilevante finché non stabiliamo il nesso causale: è lo spirito che aziona i corpi o sono i corpi che determinano l'azione dello spirito? Nella storiella ci sono chiari indizi che i nessi siano diversi: Bob in fondo rinuncia ad un compito piacevole (la maratona), senza contare che per lui il lavoro stesso è gratificante e in qualche modo piacevole. Sandy invece “rinuncia” alla tortura dei suoi due lavori…
Seconda obiezione
… ammettiamo di entrare di nascosto nella stanza di John e iniettargli mentre dorme la sostanza X che tra i suoi effetti collaterali induce depressione. Quando si sveglia John è fortemente depresso e torna a letto. Qui non c'è stata scelta di sicuro, eppure c'è depressione!…
Risposta…
… infatti qui sappiamo con certezza che non c'è stata scelta ma questo è un caso che non somiglia affatto a quelli da noi considerati…  In condizioni normali è più ragionevole che sia il libero arbitrio a determinare il comportamento apatico… Uno potrebbe entrare di soppiatto nella mia camera da letto e iniettarmi una sostanza che, una volta sveglio, mi indurrà ad andare verso il frigo e mangiare la tavoletta di cioccolato che ho comprato ieri… cio’ non toglie che quando di solito mangio il cioccolato lo faccia per una mia libera scelta…
Terza obiezione
… perché allora chi soffre di “disturbati mentali” chiede aiuto e si dice malato e infelice per la loro condizione?…
Risposta…
… è una buona tattica per ricevere aiuto a buon mercato nel momento del bisogno...
Quarta obiezione:
...se devo pensare che chi mi dice una cosa in realtà ne pensa un'altra, posso provare e confutare tutto...
Risposta:
... ma ho comunque dei criteri per sospettare di chi mi parla: quando per esempio si ha una grande convenienza ad affermare certe cose la credibilità di chi le afferma diminuisce. La psicologia evoluzionista studia proprio l'ipocrisia e l'autoinganno che ci caratterizzano. Non dobbiamo forse considerarla una scienza?
Quinta obiezione…
… se quelle dei disturbati sono solo “preferenze estreme” dobbiamo concludere che sono preferenze molto disordinate: ora vogliono abusare di una certa sostanza, poi vogliono smettere, poi ancora vogliono tornare alla sostanza...
Risposta…
… forse in alcuni casi estremi bisogna anche concludere in questo senso, ma non esattamente come viene descritto nell’ obiezione. Cosa c'è che non fila in un alcolista che ragiona così: "ora, nelle condizioni in cui sono, scelgo di bere, lo trovo piacevole. Poi, lo so già, toccherò il fondo, un punto in cui nemmeno il bere è più piacevole, sarò una “merda”… Ebbene, in quel momento chiederò aiuto dicendo che voglio smettere, la gente si impietosirà e mi soccorrerà. Quando tornerò nella condizione in cui sono ora tornerò a bere. Ben inteso: se durante il mio recupero dovessi per caso giungere ad una condizione più piacevole di quella attuale (magari con tanti amici, magari con una posizione di rispetto negli alcolisti anonimi…) non posso certo escludere a priori di optare per conservarla anziché per rovinarmi di nuovo con la bottiglia”…
Naturalmente chi riflette su una simile ipotesi tende a scartarla dicendo: “francamente non ho mai conosciuto in vita mia gente che ragionasse in questi termini”.
Ma qui il “ragionare”  deve intendersi come metafora. E’ il corpo che “ragiona” così più che la nostra testa. Noi ci limitiamo a dare una sorta di “via libera”.
Se dico che il sole ha “pensato” bene di tramontare anche oggi, uso il termine in senso metaforico.
In altri parole, è la selezione naturale che ci facilita le cose poiché ha sperimentato queste strategie di sopravvivenza come vincenti.
***
Vediamo più nello specifico qualche caso problematico.
Come si puo’ formalizzare in termini economici, per esempio, il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività o ADHD? Non è così difficile…
… Overall, the most natural way to formalize ADHD in economic terms is as a high disutility of work combined with a strong taste for variety. Undoubtedly, a person who dislikes working will be more likely to fail to 'finish school work, chores or duties in the workplace'. Similarly, a person with a strong taste for variety will be 'easily distracted by extraneous stimuli'. symptoms of inattention are worded to sound more like constraints. However, each of these is still probably best interpreted as descriptions of preferences…
***
Vediamo altre obiezioni all’approccio economicista.
Al fondo della concezione proposta ci sono assunti sulla filosofia della mente che qualcuno potrebbe ritenere delle forzature. Non è così, giusto uno scientista potrebbe dissociarsi ma lo scientismo non è l’unica filosofia della mente…
… What about all the contrary scientific evidence?  It's not really contrary.  The best empirics in the world can't resolve fundamental questions of philosophy of mind…
C’è poi chi fa notare che il cervello dei matti potrebbe presentare degli squilibri a livello chimico? E’ per questo che assumono medicine. Qui si va sul concetto di malattia, un concetto problematico…
… critics often cite findings of 'chemical imbalances' in the mentally ill. The problem with these claims, from a Szaszian point of view, is not that they find a connection between brain chemistry and behavior. The problem is that 'imbalance' is a moral judgment masquerading as a medical one
Ma come distinguere un vincolo da una preferenza?…
… make such a big deal about the difference between preferences and constraints. If you literally CAN'T do something, it makes sense to say you have a "disorder." If you're perfectly able to do something but don't like it, it doesn't. How can you tell the difference? As I say in the paper, see if sufficiently strong incentives change behavior. If you do X given sufficient motivation, you CAN do X…
Più nello specifico, c’è un metodo semplice semplice…
… chiedersi sempre se con la proposta di un compenso Tizio è in grado di variare il suo comportamento. Se sì, allora PUO' variarlo e possiamo così dire che è in grado di scegliere… esempio… se ti offro una somma di denaro affinché tu ti astenga dal bere e tu riesci a guadagnartela, allora, cio' indica che se solo lo volessi tu POTRESTI astenerti…

follia

mercoledì 14 ottobre 2015

THE ECONOMICS OF SZASZ PREFERENCES, CONSTRAINTS AND MENTAL ILLNESS di Bryan Caplan

THE ECONOMICS OF SZASZ PREFERENCES, CONSTRAINTS AND MENTAL ILLNESS di Bryan Caplan


  • tesi: il modello che postula il malato mentale come un tale con preferenze estreme è il migliore
  • vantaggi: rientrerebbe nel modello economico tradizionale
  • nella teoria economica le scelte sono determinate da due fattori: preferenze e vincoli di bilancio. le scelte del malato mentale sarebbero preferenze
  • obiezione 1: sandy si barcamena tra due lavori spiacevoli che rendono poco, non ce la fa più ad andare avanti fino al giorno in cui si sente stanca e svuotata, va dal medico che gli diagnostica una depressione, poi torna a casa e sta a letto tutto il giorno. Bob è un manager di successo che vuole partecipare alla maratona di Boston ma questa settimana è stracarico di lavoro, quando rientra a casa si ritrova stanco e demotivato, va dal medico che gli diagnostica un'influenza. il giorno dopo anziché allenarsi per la maratona se ne sta a letto. Da notare che influenza e depressione possono avere un'origine molto simile: un corpo stressato che abbassa l'azione del sistema immunitario. Orbene: perché dovremmo credere che quella di sandy è una scelta mentre quella di bob un vincolo esterno?
  • risposta obiezione 1: la causa fisica non è rilevante finché non stabiliamo il nesso causale: è lo spirito che aziona i corpi o sono i corpi che determinano l'azione dello spirito? nella storiella ci sono chiari indizi che i nessi siano diversi: bob rinuncia ad un compito piacevole (la maratona), senza contare che per lui il lavoro stesso è gratificante e in qualche modo piacevole. sandy rinuncia alla tortura dei suoi due lavori.
  • obiezione 2: ammettiamo di entrare di nascosto nella stanza di john e iniettarli mentre dorme la sostanza X che tra i suoi effetti collaterali induce depressione. Quando si sveglia john è fortemente depresso e torna a letto. qui non c'è stata scelta, eppure c'è depressione!
  • risposta obiezione 2: infatti qui sappiamo con certezza che non c'è stata scelta ma questo è un caso che non abbiamo ragione di veder realizzato nella realtà, a meno che di essere di fronte ad una truffa. in condizioni normali è più ragionevole che sia il libero arbitrio a determinare il comportamento apatico.
  • obiezione 3: perché i disturbati mentali chiedono aiuto e si dicono malati e infelici per la loro condizione?
  • risposta a obiezione 3: è una buona tattica per ricevere aiuti a buon mercato quando servono.
  • obiezione 4: se quelle dei disturbati sono solo preferenze estreme dobbiamo concludere che sono preferenze molto disordinate: ora vogliono abusare di una certa sostanza, poi vogliono smettere, poi ancora vogliono tornare alla sostanza...
  • risposta obiezione 4. forse in alcuni casi estremi bisogna anche concludere così ma non nel caso descritto. cosa c'è che non va in termini razionali in un alcolista che ragiona così: "ora, nelle condizioni in cui sono, scelgo di bere, lo trovo piacevole. poi, lo so già, toccherò il fondo, un punto in cui nemmeno il bere è più piacevole, sarò una merda. ebbene, in quel momento chiederò aiuto dicendo che voglio smettere, la gente si impietosirà e mi soccorrerà. quando tornerò nella condizione in cui sono ora tornerò a bere. ben inteso: se durante il mio recupero dovessi per caso giungere ad una condizione più piacevole di quella attuale (magari con tanti amici, magari con una posizione di rispetto negli aa) non posso escludere a priori di optare per conservarla anziché per rovinarmi di nuovo con la bottiglia.
  • ADHD Overall, the most natural way to formalize ADHD in economic terms is as a high disutility of work combined with a strong taste for variety. Undoubtedly, a person who dislikes working will be more likely to fail to 'finish school work, chores or duties in the workplace'. Similarly, a person with a strong taste for variety will be 'easily distracted by extraneous stimuli'. symptoms of inattention are worded to sound more like constraints. However, each of these is still probably best interpreted as descriptions of preferences.
  • lo scientismo è solo una delle tante filosofie della mente. What about all the contrary scientific evidence?  It's not really contrary.  The best empirics in the world can't resolve fundamental questions of philosophy of mind.
  • Critics often cite findings of 'chemical imbalances' in the mentally ill. The problem with these claims, from a Szaszian point of view, is not that they find a connection between brain chemistry and behavior. The problem is that 'imbalance' is a moral judgment masquerading as a medical one.
  •  make such a big deal about the difference between preferences and constraints. If you literally CAN'T do something, it makes sense to say you have a "disorder." If you're perfectly able to do something but don't like it, it doesn't. How can you tell the difference? As I say in the paper, see if sufficiently strong incentives change behavior. If you do X given sufficient motivation, you CAN do X.
continua



mercoledì 14 novembre 2012

Speculando sulla malattia mentale

Difficile definire la malattia mentale. A volte osserviamo che Tizio deve essere matto per aver fatto una "cosa del genere". Chi poi tenta di accertare la sua follia è costretto a concludere che è matto perché ha fatto "qualcosa del genere". Piuttosto circolare come ragionamento.

Oltretutto i matti non sembrano mancare di coerenza, tanto è vero che i coerenti ci sembrano talvolta dei matti in preda ad ossessioni.

Certo, i matti ci appaiono come gente che sbaglia. Il fatto è che il mondo è pieno di gente che sbaglia sistematicamente.

E che dire di chi classifica il matto come affetto da tare genetiche? Che la sua osservazione è poco utile: dal panzone a chi vota a sinistra, tutti noi siamo pesantemente condizionati dalla nostra struttura genetica.

Nemmeno è utile definire la follia come una malattia mentale. Se il brain scanner è rosso anziché blu, perché mai devo parlare di malattia o salute? E questo accantonando il cosiddetto problema endogeno: sono gli stati del cervello la causa dei comportamenti insani o è la decisione di tenere certi comportamenti a causare taluni particolari "brain state"? Le correlazioni non sono una causa, ma c' è di più, accettando la prima teoria che fine fa la nostra libertà? Sì perché noi tutti abbiamo preferenze specifiche.

Ecco allora che l' economista soccorre: il malato mentale è un tizio con preferenze (come tutti noi) estreme e soggetto a vincoli (come tutti noi).

 http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/inecon.htm

***************
Singolare teoria sulla depressione: la depressione è un modo per ottenere tanto dando poco. Una specie di sciopero che minaccia chi non puo' fare a meno di noi. Il più delle volte funziona.

Ma il suicidio? Resta inspiegato (contrariamente al tentato suicidio).

ma il depresso non si sente affatto nelle vesti di un uomo d' affari? a sant' iddio, è così difficile capire che noi attuiamo gran parte delle nostre strategie evolutive inconsciamente. La stessa mancanza di coscienza è totalmente funzionale all' obiettivo!

http://econlog.econlib.org/archives/2006/09/an_evolutionary.html

bargaining model

venerdì 30 aprile 2010

I disturbatori

"... Tizio apre l' ombrello quando piove perchè non vuole bagnarsi. Caio getta Sempronio sotto il treno non perchè "ha" la schizofrenia o perchè la schizofrenia glielo "fa" fare. Se lo fa è perchè, al pari di Tizio quando apre l' ombrello, desidera migliorare la propria esistenza. Anch' egli ha delle "ragioni": desidera attirare l' attenzione su di sè, oppure desidera sottrarsi alla responsabilità del proprio sostentamento... Non è certo un caso che in tutta la letteratura psichiatrica non si trovi nessun accenno a "voci" che comandino allo schizofrenico di essere particolarmente gentile con la moglie. Questo perchè "essere gentili con la moglie" non è certo un comportamento che vogliamo giustificare sostituendo le "cause" alle "ragioni"... a rigor di termini le malattie possono colpire soltanto il corpo, ne consegue che non ci sono malattie mentali... le diagnosi psichiatriche sono etichette stigmatizzanti formulate in modo da assomigliare a diagnosi mediche affinchè siano poi applicate a soggetti il cui comportamento disturba... la malattia mentale non è qualcosa che la persona "ha" ma qualcosa che la persona "è"... la malattia mentale è una metafora nel senso in cui diciamo che un pensiero è "malato"... se la malattia mentale non esiste non ha senso parlare di "ospedali" e di "cura"... "

Thomas Szasz - Il mito della malattia mentale.


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giovedì 29 aprile 2010

Malattie metaforiche

"... è importante considerare che i legislatori non scoprono i "crimini": li creano in quanto vietano condotte ritenute indesiderabili. Allo stesso modo gli psichiatri non scoprono le "malattie mentali": le creano individuando condotte riprovevoli. Costoro, attribuendo denominazioni di patologie a condotte riprovevoli, fungono da legislatori, non da scienziati. Furono legislatori quando classificarono come malattia la masturbazione o la schizofrenia, l' omosessualità o il bipolarismo. Purtroppo nessuna diagnosi di malattia mentale è o potrebbe essere dettata da una patologia, tutte le diagnosi in questo campo sono (e non possono essere altro) che dettate da incentivi non medici bensì economici, personali, politici, sociali. Le diagnosi psichiatriche non indicano lesioni anatomiche o fisiologiche, non fanno riferimento ad agenti patogeni bensì alludono a comportamenti umani e a problemi umani, problemi che hanno a che fare con i dilemmi che paziente, parenti e psichiatra sono chiamati ad affrontare e di cui ciascuno tenta di approfittare a suo modo. La mia critica concettuale alla psichiatria consiste essenzialmente nella trascurata distinzione tra l' uso letterale e l' uso metaforico del termine "malattia mentale", una distinzione mai chiarita e sulla quale si gioca molto..."

Thomas Szasz - Il mito della malattia mentale -

In epoca di scientismo, biologismo e determinismo spinto, chi crede nel libero arbitrio rivaluta le tesi del "matto responsabile": se lui è davvero "incapace" anche noi rischiamo, se con lui fanno una frittata anche noi potremmo essere "sbattuti".