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venerdì 3 luglio 2020

DOMANDA A UN SINCERO DEMOCRATICO.
Immagina due paesi. Terra dell' Est (TE) e Terra dell'Ovest (TO). TE ha una popolazione molto più numerosa, per il resto i due paesi sono separati ma con un patrimonio culturale comune, un linguaggio comune, una storia prevalentemente simile e così via. Sono etnicamente identici. Hanno organismi governativi che funzionano alla stessa maniera, comprese le burocrazie e i sistemi giudiziari. Gli scambi culturali e commerciali sono molto intensi. Uno straniero proveniente da fuori difficilmente saprebbe dire se si trova in TE o in TO.
Ora, tutti in TE preferiscono la politica P, mentre tutti in TO preferiscono di gran lunga non-P. Inoltre, Il popolo di TE non si limita a preferire P per sé ma vorrebbe vederla adottata anche in TO.
Immagina poi che TE decida di imporre P a TO dopo un referendum in cui i cittadini di TE decidono in questo senso. Se avessero votato anche i cittadini di TO si sarebbero espressi in senso contrario, ma ai cittadini di TE la cosa non interessa. Alla fine TE dichiara che, dopo l'esito del voto, P entri in vigore anche in TO e si muove affinché la legge venga rispettata.
Domanda: un sincero democratico deve condannare o approvare quanto accaduto?

mercoledì 26 febbraio 2020

IL MIRACOLO DELLA DEMOCRAZIA

Prima di studiare l'opinione pubblica, mi chiedevo spesso: "perché le politiche delle democrazie sono così pessime?". Dopo aver studiato meglio l'opinione pubblica, ho iniziato a pormi la domanda opposta: "Perché le politiche delle democrazie non sono ancora peggio?".
L'elettore medio non sarà un nazista ma è comunque un moderato nazional-socialista. Considerato questo fatto, le politiche delle democrazie avanzate sono molto più "liberali" di quanto sarebbe lecito attendersi.

venerdì 27 dicembre 2019

PARLAMENTO FLASH

PARLAMENTO FLASH

Propongo di sostituire il parlamento con un "parlamento flash". Funzionerebbe così.
Allora, chi vuole proporre una legge puo' farlo pagando X euro. Ok?
Poi si sorteggiano N cittadini e si fa votare loro la legge proposta. Se si raggiunge la maggioranza M la legge è approvata e chi l'ha proposta riceve in cambio la somma Y. In caso contrario si torna come prima e lo stato incamera X euro.
Fine.
Mi rendo conto che sarà necessario qualche aggiustamento, l'assemblea dei sorteggiati potrebbe essere presieduta da un giudice costituzionale che dia delle dritte meramente formali. Ci dovranno essere norme anti-corruzione. I parlamentari potrebbero avvalersi di consulenti. Si dovrebbe rendere il processo il più celere possibile avvalendosi della tecnologia. Eccetera, eccetera, eccetera.
Ma perché appesantire qualcosa di così semplice ed elegante?

sabato 14 dicembre 2019

IL SINCERO DEMOCRATICO

Non do' grande importanza alle elezioni democratiche, esprimono la scelta di gente incentivata a praticare la stupidità e a rimanere nell'ignoranza. Non solo, contrariamente a Chuchill riesco ad immaginare molte alternative preferibili.
L'ho detto mille volte sapendo di scandalizzare i più. So di avere molte frecce al mio arco, ma ammetto che l'orrore suscitato nel benpensante lusinga il mio ego. Ho anche notato che i più "orripilati" e impegnati a difendere i sacri principi sono quasi sempre disonesti. La prova di ciò è che quando le elezioni non vanno per il verso giusto subito eccoli sostenere che il processo è stato pervertito o corrotto.
Ora sono le fake news, ora sono i social, ora sono le idee di facile presa, ora è la pancia del paese, ora sono le paure fomentate, ora è il razzismo dilagante, ora è il populismo imperante. In altre parole, credono che una democrazia ben gestita debba condurre il popolo lì dove loro stanno da tempo immemorabile. Da sempre.
Non ti piacerà molto né la Brexit né Johnson ma se sei un sincero democratico dovresti celebrare le recenti elezioni nel Regno Unito. Dopotutto, la volontà della gente ha prevalso e il risultato è legittimo. Basta questionare indicando tutte le distorsioni registrate nella campagna elettorale per poi sostenere che il risultato non riflette "la volontà più informata e orientata al futuro".
Caro "sincero democratico" che fai l'offeso quando critico le elezioni, oggi è tardi per trasformarti in "me", la tua è solo la tipica disonestà ipocrita che rende tanto simpatici i populisti/fascisti/sfascisti/nazisti/sessisti/razzisti!

sabato 7 dicembre 2019

PROMUOVERE ED ESPRIMERE

PROMUOVERE ED ESPRIMERE
Ecco come di solito si invoca il primato della politica: quando acquisti la zuppa al supermercato, il tuo focus è limitato, stai solo considerando il tuo bene o forse quello della tua famiglia. Ma quando voti un senatore, consideri il bene di tutti. La politica deve quindi avere la precedenza. Riguarda tutti, non te solo, ha un focus più nobile.
E bisogna ammettere che chi appronta questa difesa della politica puo' disporre di prove empiriche in grado di sostenere entrambi i punti.
Tuttavia, questo argomento cade presto nella polvere. Non basta infatti nutrire un interesse pubblico per essere buoni elettori, occorre sapere come l'interesse pubblico si promuove. In caso contrario si fanno più danni che altro.
La distinzione tra promuovere un valore ed esprimere la propria fedeltà a quel valore è cruciale. Purtroppo, il voto è come il tifo. Io, per esempio, tifo Juve anche quando sono sul divano a centinaia di chilometri dallo stadio. So benissimo di non aiutare in niente la mia squadra. Esprimo solo il mio sostegno e mi sento bene così. Allo stesso modo, molte persone votano per esprimere il loro sostegno a determinati valori politici anche se non cambieranno nulla nella sostanza. Ma un difensore della democrazia deve dimostrare che gli elettori promuovano il bene comune, non solo che lo sostengano.
Non è necessario raccogliere faticosamente le informazioni corrette e soppesare l'evidenza contraria per esprimere semplicemente la propria fedeltà a un certo valore. Mettere un Like a un post di Facebook a favore del WWF esprime il tuo sostegno alla conservazione della fauna selvatica anche se non hai fatto alcuna ricerca per capire se il WWF aiuta effettivamente a preservare la fauna selvatica.
Come verificare il reale atteggiamento degli elettori? Se un elettore "promuove il bene" anziché "esprimere il bene" 1) acquisirà informazioni utili per promuovere quei valori e 2) rivedrà spesso le sue convinzioni per aggiornarle.
Tutto suggerisce che cose del genere sono rarissime.
Infine, c'è la questione di come i cittadini facciano uso delle informazioni che possiedono. Supponiamo di avere uno juventino doc. Il suo giudizio sul fatto che un calciatore sia buono o meno dipende in gran parte dal fatto che giochi o meno nella Juve. Per emettere il suo giudizio non trascorre il suo tempo ad analizzare con cura le partite degli altri club, a stilare o consultare le statistiche e a leggere i rapporti di scouting, ciò che per lui conta di più è l'affiliazione. Se il giocatore indossa la maglia bianco-nera è ok, altrimenti è una merda. Inutile dire che non dovresti fidarti del giudizio di un tifoso di calcio quando giudica le squadre o i giocatori. Ma lo stesso dicasi dell'elettore che si "esprime" nell'urna.
Geoffrey Cohen ha scoperto che l'atteggiamento delle persone nei confronti di una certa politica si prevede meglio guardando chi "tifa" che guardando alle sue idee. Il ricercatore ha presentato a elettori di sinistra e di destra due diverse proposte. La prima era una politica di benefici previdenziali; la seconda una politica di tagli sociali. Presumibilmente, quelli di sinistra avrebbero dovuto preferire la prima e quelli di destra la seconda. Senonché, ai soggetti è stato detto come si sono schierati i vari partiti. Quando la politica dei tagli è stata abbinata ai partiti di sinistra, una buona fetta degli elettori di sinistra l'ha preferita. E quando la politica più generosa è stata abbinata ai politici di destra, molti elettori di destra si sono aggregati.
Questo tipo di irrazionalità epistemica non è affatto irrazionale o, come dice qualcuno, è "razionalmente irrazionale". In effetti, avere credenze accurate sui giocatori della Juve è noiosissimo e ci priva del bello di tifare una squadra. Lo stesso vale per la politica.
Ci aspetteremmo di vedere un comportamento "espressivo" quando il costo dell'esprimersi è basso. Ma questo è proprio il caso della politica. Il tuo voto pesa poco e tutto quel che ti puo' dare la condizione di elettore è una felicità espressiva. Al contrario, il vantaggio espressivo dello shopping all'Esselunga è costoso: il prodotto di bassa qualità che acquisti solo per "esprimerti" lo paghi tutto tu e te lo mangi tutto tu. Scommetto che le persone hanno maggiori probabilità di assumere un comportamento espressivo nella cabina elettorale rispetto a quando fanno la spesa. La politica esalta l'espressività, il mercato la razionalità. Questo è un grave vulnus per la democrazia, affinché lo stato risolva il problema dei beni pubblici, gli elettori devono promuovere un governo che fornisca beni pubblici in modo efficiente, non semplicemente esprimere il proprio sostegno a tale governo.
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Unequivocal Justice challenges the prevailing view within political philosophy that broadly free market regimes are inconsistent with the basic principles of liberal egalitarian justice. Freiman argues that the liberal egalitarian rejection of free market regimes rests on a crucial methodological...

sabato 16 novembre 2019

INTERROGARE L'ORACOLO

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 http://www.overcomingbias.com/2017/01/surprising-popularity.html
INTERROGARE L'ORACOLO
Nel 1907 Francis Galton (foto) scoprì la "saggezza della folla", un oracolo con proprietà divinatorie portentose che potremmo sfruttare per scoprire tante cose interessanti, tipo se Dio esiste, oppure se l'aborto è un atto eticamente lecito, oppure ancora per scovare i marziani nell'universo. Purtroppo non sappiamo ancora interrogarlo a dovere, di solito lo facciamo decidendo di mettere ai voti una questione ma la cosa non funziona poiché - votando - la gente è più interessata ad associarsi in "partiti" ideologici con altre persone che a scoprire la verità. Sostituire il voto con le scommesse (mercato) è utile ma solo per un numero limitato di questioni, quelle in cui a posteriori è possibile accertare i vincitori: se faccio scommettere su Dio, per esempio, come posso a posteriori accertare il vincitore e compensarlo?
Un metodo che rimedia in parte a questi difetti in realtà esiste e va sotto il nome di "popolarità a sorpresa". A ciascuno dei componenti della "folla" vengono chieste due cose: 1) di votare su una questione, 2) di prevedere come voteranno gli altri. Alla fine, l'opzione scelta con una "frequenza sorprendente" rispetto alle previsioni fatte sarà considerata la più vicina alla verità.
Il meccanismo ha due pregi: 1) si puo' incentivare, ovvero si puo' pagare un premio a chi fa previsioni azzeccate, 2) si applica anche a questioni la cui verità non è accertabile a posteriori.
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giovedì 7 novembre 2019

ALMENO DA QUANDO

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Almeno da quando sono sposato non voto, e mia moglie non capisce. Sì certo, ammette, il mio voto sposta ben poco, ma in fondo anche mettere una crocetta sulla scheda elettorale non è un grande sforzo, ti porta via giusto un'oretta la domenica. Ora, a parte che potrebbero investirmi attraversando la strada davanti al seggio, ma poi quello che lei pensa è fondamentalmente falso: compilare diligentemente la scheda elettorale potrebbe richiedere anni della mia vita. No, grazie, non fa per me.
Sono sicuro che il nuovo libro di Chris Freiman - Why It’s OK to Ignore Politics - questa cosa la spiegherà molto bene. Per intanto sentiamolo in questo confronto.

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0:00 - Intro to Chris Freiman and public goods 5:12 - Futile political participation, voting, thresholds 18:34 - "If everybody thought this way" and free-rid...

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domenica 20 ottobre 2019

COSSIGA SULLA DEMOCRAZIA

COSSIGA SULLA DEMOCRAZIA
... io ho sempre sostenuto che il regime dei Soviet fosse un regime democratico.... Nel 1917 certamente, e con le storture anche dopo. Il regime democratico è il regime della maggioranza, nel senso tardomedievale del temine: non solo major, ma melior pars. La dittatura del proletariato è cosa ben diversa dal governo dell’aristocrazia, perché è il governo della parte più cosciente. Che non ha come fine quello di fare i propri interessi, anche se poi magari li fa, ma di fare gli interessi della collettività: da cui la famosa tesi leninista, che la coscienza di classe non nasce dentro il proletariato, ma viene portata al proletariato da fuori, dal partito.
DOMANDA: E lei pensa che la democrazia si possa coniugare con il comunismo?
La democrazia senz’altro, come ha dimostrato l’Unione Sovietica. Il liberalismo meno.
DOMANDA: Cosa intende per ‘liberalismo’?
La grande concezione della libertà di Locke, che non può diventare né comunista né staliniana. Per essere comunisti bisogna derivare storicamente da Rousseau e dai giacobini, che costituiscono l’altra grande concezione della libertà.
PANGEA.NEWS
In un lungo dialogo finora inedito in rivista, Francesco Cossiga spiega al matematico Piergiorgio Odifreddi la sua passione per i servizi segreti