lunedì 23 ottobre 2017
Manifesto per un “paese dinamico”: tassare le cose, non le persone
sabato 30 luglio 2011
Libertarianism A-Z utilities
Autostrade, acquedotti, gas… spesso vengono scambiate per beni pubblici e si chiede che di esse si occupi lo stato.
In realtà lo stato deve limitarsi a regolare una concorrenza che sarebbe problematica per la natura stessa di questi beni, stando ben attento a non intromettersi nella gestione.
martedì 12 luglio 2011
Auction vs. Beuty Contest
La gara sostituisce il beuty contest nell’ assegnazione delle licenze TV, lo ha deciso il governo Monti.
Mossa saggia degli esperti? No, solito trucchetto per incassare il “pizzo di Stato”.
Si dirà: ma come! Lo Stato da padrone dell’ etere fa legittimamente pagare il suo uso.
E perché mai lo Stato dovrebbe essere padrone dell’ etere?
Non esistono valide ragioni visto che l’ etere non è certo un bene pubblico.
Caso mai lo è la regolamentazione che ne disciplina l’ uso, ma quella s’ incarna proprio nel “beuty contest”.
Trucchetti del genere per raggranellare quattro soldi sono comprensibili, tutto fa brodo. Ma che vengano ostentati da chi sulla fronte porta stampato: “finalmente giustizia è fatta” indigna anche chi ha smesso di indignarsi da un bel po’ di tempo.
lunedì 31 marzo 2008
Opere pubbliche: più contratto, meno esproprio
Purtroppo aste del genere non esistono ma ci si puo' avvicinare. Nel seguente schemino mi ripropongo di formulare in modo semplificato alcune idee avanzate sul tema.
Prendiamo il caso di una strada (o di una ferrovia). Cerchiamo di ricalcare anche per questo caso le tipiche procedure d' asta impiegabili nel caso NIMBY.
Purtroppo il caso della "strada" è molto più incasinato del caso "NIMBY", alcune ulteriori forzature si rendono necessarie.
Il fatto poi che da noi non esistano aste nemmeno per i casi NIMBY è abbastanza scoraggiante.
Ma non abbattiamoci, raccogliamo le energie e procediamo.
Vediamo se articolando l' azione generale in una dozzina di punti si riesce ad esporla meglio.
- Tutti gli espropriandi devono essere individuati e invitati all' asta.
- L' asta è istantanea (se fosse telematica sarebbe il massimo).
- Il tempo che intercorre tra l' invito e la formulazione del prezzo domandato dai proprietari dovrebbe essere breve (in modo da alzare i costi di transazione di un accordo tra proprietari).
- Tutti gli invitati devono fomulare un prezzo (chi non lo fa subirà delle penalizzazioni).
- Il produttore dell' opera pubblica formula in busata chiusa il suo prezzo standardizzato.
- Sia per la domanda che per l' offerta esisterà un prezzo medio standardizzato.
- Se il catasto funzionasse, il presso offerto dalle istituzioni potrebbe orientarsi sui valori catastali, ovvero sui valori che fungono da base alla tassazione.
- Al termine dell' asta, confrontando il prezzo medio standardizzato della domanda e il prezzo medio standardizzato dell' offerta, si decide se il contratto è chiuso.
- Qualora non sia chiuso, i proprietari che ne hanno impedito la chiusura verranno colpiti da una tassa di scopo (una tassa il cui impiego è vincolato nella costruzione di strade, per esempio).
- L' individuazione dei proprietari penalizzati è semplice: basta prendere chi ha domandato mediamente di più, escluderlo dalla domanda complessiva e valutare se la nuova domanda standardizzata sarebbe stata accettata. Se ancora no, si procede con il secondo proprietario che ha chiesto di più, e così via.
- In caso di collusione e offerte di pari importo i proprietari penalizzati saranno individuati mediane sorteggio.
- Nota che la tassa di scopo non sarebbe poi così campata in aria: il proprietario che la versa, paga le sue tasse normali su un valore catastale che è di gran lunga inferiore al valore che lui stessa dimostra di reputare un valore reale.
- Le tasse di scopo potrebbero essere utilizzate nelle aste successive per alzare il prezzo offerto dall' Istituzione.
- Le Istituzioni valuterebbero alternative di percorso potendo fare offerte sempre più convenienti. Non è escluso che, a distanza di tempo, le istituzioni possano riproporre l' offerta ai medesimi proprietari.
- E' necessario imporre un limite di tempo (e eventuali penalizzazioni) all' autorità per chiudere almeno un' asta in cui ci sia impiego delle tasse di scopo. In caso contrario le aste potrebbero essere un pretesto per esigere tasse arbitrarie.
- Nel caso l' asta debba concludersi con una chiusura del contratto (es.: i lavori sono già iniziati), le tasse di scopo andrebbero a beneficiare i restanti componenti del gruppo dei proprietari. E' necessario prevedere incentivi all' autorità per non ribassare (penali di tempo, redistribuzione delle tasse di scopo dopo un certo numero di aste non chiuse...) (input dovuto a Libertyfirst).
Naturalmente ci sono altre complicazioni: come isolare i "disturbati"? Bisogna limitarsi ai proprietari dei terreni?, come standardizzare il disturbo? Tutta roba che si affronterà dopo aver fatto il primo passo, inutile pensarci in questa prima fase.
Per un' esposizione analitica di aste del genere e similari, basta consultare l' opera dei Nobel di quest' anno.
Problema aggiuntivo: quando l' acquirente è lo Stato, come indurlo a formulare offerte di mercato? Basta aprire l' asta a tutti. L' acquirente, qualora l' acquisto si chiuda, verrà sorteggiato tra il vincitore d' asta e lo Stato (vedi Landsburg p.140.
http://assets.wharton.upenn.edu/~faulhabe/nimby.pdf
http://www.economicprincipals.com/issues/2009.05.24/412.html
venerdì 22 febbraio 2008
lunedì 10 dicembre 2007
Liberalizzare le ferrovie
Il mito della Gran Bretagna. Bisognerebbe precisare che le difficoltà sono sorte dalla privatizzazione della rete e non certo da quella relativa alla produzione dei servizi. Visto che parliamo di un' attività regolamentata, si capirebbe immediatamente come il problema stia nel set di regole adottato e non nella privatizzazione in sè (a proposito, ecco una proposta alternativa).
E poi, perchè si parla della Gran Bretagna e non della Svezia.