lunedì 22 luglio 2024
genere e sessualità
mercoledì 29 gennaio 2020
The Origins of Unfairness: Social Categories and Cultural Evolution - FEMMINISMO ONESTO
òòòòò
sabato 13 dicembre 2014
L' omosessualità che crea imbarazzo
1)"Per poter essere politically correct bisogna sostenere che l' origine dell' omosessualità sia genetica, e, a dir la verità, non mancano buoni motivi per farlo. Ma questo una femminista dell' ultima generazione non puo' farlo con la dovuta naturalezza, metterebbe in questione l' impostazione "gender" per la quale, al contrario, si postula che l' educazione e l' ambiente influiscano in modo decisivo sulla psicologia legata alla sessualità
2) Le femministe fanno un gran baccano per gli stereotipi sulla femminilità veicolati dal mondo della moda, ci si aspetterebbe che a presiedere al "complotto" sia una cricca di machi bianchi desiderosi di conservare le leggi del patriarcato. Sbagliato, se esiste un settore dove i gay sono sovrarappresentati è proprio quello della moda e dell' estetica pubblicitaria legata al settore.
sabato 4 ottobre 2014
giovedì 1 dicembre 2011
Le virtù del rosa e del blu.
Ci sono due personaggi che farebbero di tutto per cambiare i gusti altrui: il paternalista e il moralista.
Forse sono la stessa persona, ma forse no. Il paternalista pensa a noi come a incapaci di tutelare i propri interessi, il moralista ci pensa indemoniati quando va bene, teleguidati dalla pubblicità quando va male.
Negli ultimi anni i due sono particolarmente attivi nella “battaglia tra i sessi”. A quanto pare ogni differenza tra maschio e femmina deve essere piallata senza pietà. La pialla più affilata è quella del burocrate, un idolo da sempre da quelle parti.
Come difendersi da paternalisti, moralisti e dal burocrate loro sicario?
In genere facendo notare che le cose sono “più complesse” rispetto al rigido schema mentale che si sono dati. Sono talmente complesse che pochi si sorprenderebbero se con scorno dei "sapienti" la ragione arridesse un bel giorno agli "ingenui".
In casi del genere, verrà proposto loro, meglio mettere da parte le crociate e lasciar libera la gente di scegliere (e respirare).
Subito un esempio di “complessità” tratto proprio dalla “battaglia tra i sessi”: ci sono mille motivi per moralizzare e tutoreggiare chiedendo e lavorando per una sempre maggiore uniformità tra i generi.
Ma ce ne sono altrettanti per favorire la differenziazione:
… increasing preferences diversity within genders (in-group) makes finding a compatible partner harder: if all women want children and all men want careers it is easier to find a partner who wants the opposite to you than if half of each gender wants each option…
… Making both genders equally likely to care for kids also has the downside that it will increase job-commitment mismatch by making it harder for anyone to guess ahead of time who will be committed and who will not…
Given that both market and non-market work (housework and child rearing) has to be done, it’s possible that we’re better off socialising each gender to enjoy a different job. That way nobody need suffer a task they dislike. While in theory we could pick men and women at random and encourage them to value one or the other task, it is easier to socialise genders as a group; messages are easily targetted and made persuasive for gender groups in a way impossible for randomly chosen groups. This benefit is smaller if innate preferences or aptitude for market and non-market work are strong and cut randomly across gender lines (something I know little about)… leggi tutto.
giovedì 16 dicembre 2010
Donne arruolate
"Genere" è un concetto culturale mentre "sesso" un concetto biologico. Il "genere" si sceglie, il sesso no.
Ma qualcuno pensa davvero che Scruton abbia difficoltà a concepire influssi culturali legati al sesso? No, ovviamente.
E allora, perchè mai introdurre un nuovo termine ("genere") con allegati i cosiddetti "gender studies"?
Dietro la rinnovata terminologia c' è una tesi ben precisa: cio' che chiamiamo "influsso culturale" è, ed è sempre stato nella storia, l' inganno riuscito attraverso cui la "classe dei maschi" ha sottomesso e sfruttato la "classe delle femmine".
Parlo di "classe" non a caso, vista l' ascendenza marxista dei "gender studies" che guardano alla storia come ad una lotta (a somma zero) tra maschi e femmine traendo la loro strumentazione teorica da chi vi ha visto in precedenza una lotta continua tra tra padroni e proletari.
La donna che non ammette questo conflitto, molto semplicemente non puo' essere arruolata tra le "femministe".
L' alternativa liberale è infatti di considerare i differenti ruoli sociali che si presentano nella storia come una modalità condivisa di organizzare razionalmente la società sulla base delle differenze sessuali che di fatto esistono.
Per esempio, se la punizione in seguito ad adulterio è più severa per le donne, questo non è indice di vessazione ma riflette il danno maggiore che procura l' infedeltà femminile (mantenere per una vita un figlio non mio ha costi molto alti).
Altro esempio, il ruolo domestico della donna rifletteva sia le modalità della maternità, sia la qualità dei lavori esistenti, basati innanzitutto sulla forza fisica.
Nessuna congiura, quindi.
Ora, chi ritiene che la cultura passata sia stata perlopiù un inganno attraverso cui vessare la donna, ritiene anche che occorra combatterla ora con gli strumenti propri della cultura, ovvero "rettificando" le parole e costruendo un linguaggio "politically correct" che serva alla bisogna.
Per chi ritiene invece che la cultura passata rispecchi un sincero sforzo di organizzazione sociale, una battaglia del genere è assurda: saranno le mutate condizioni di fatto a mutare i ruoli e i comportamenti degli attori sociali.