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venerdì 30 novembre 2018

FUSARO E GOOGLE INVOCANO MARX

FUSARO E GOOGLE INVOCANO MARX

Fusaro forse ha ragione: Marx torna. Anche se in modo inatteso, probabilmente anche da lui.

Nella Silicon Valley hanno le idee abbastanza chiare sul nostro futuro: informatica e biologia stanno convincendo molti ricercatori che tu sei semplicemente il prodotto di un algoritmo. La macchina, molto presto, ti conoscerà meglio di quanto tu conosca te stesso. Sceglierà chi dovrai sposare, come ti dovrai curare ma soprattutto ti sostituirà sul lavoro. Tu, fattene una ragione, non sei più “impiegabile” poiché risulti intellettualmente inferiore all’algoritmo dell’intelligenza artificiale destinato a rimpiazzarti. Non servirai più a nulla. Ma non preoccuparti, potrai comunque ritirarti con una ragguardevole rendita con cui manterrai/migliorerai il tuo standard di vita. Sei contento? Per ogni persona obsoleta come te il governo predisporrà una somma fissa garantita. Pensa a godertela. Vivremo tempi nuovi, la ricchezza non sarà più un problema, la politica si occuperà solo di redistribuire e assicurare.

Quello che per molti è distopia, presso Google o Apple è utopia. Se Fusaro invoca un Marx equalizzatore, anche Yuval Harari, Nick Bostrom, Larry Page, Sergey Brin, Tim Urban e Elon Musk in fondo lo vedono in fondo alla loro traettoria.
In altri termini, proprio nel bel mezzo del capitalismo più avanzato si sta facendo avanti un neo-marxismo con parecchie frecce al suo arco. Ricordiamoci che il marxismo originale non era affatto avverso alla tecnologia, anzi, ha sempre “creduto” nella rivoluzione industriale, ha sempre pensato che il problema non fosse più produrre con risorse scarse ma redistribuire l’abbondanza già disponibile. Ogni volta che ci percepiamo come alla fine di un’ epoca, al termine della storia della fatica, le idee marxiste tornano a circolare. Ieri la fine del mondo era la rivoluzione industriale, oggi la rivoluzione dell’intelligenza artificiale.  

https://www.youtube.com/watch?v=XArSVg3KOuk

giovedì 8 marzo 2018

Un tipo sospetto

Lo ammetto, non mi piace molto.
Forse perché difende le sue cause citando a raffica filosofi di oltre un secolo fa e facendo ampio ricorso al gergo (filosofico). Nella sua esposizione, poi, fatti e numeri latitano, è una costante.
L’alternativa: focalizzati sugli argomenti, non sulle autorità: se un argomento è buono c’entra poco che venga da Socrate o Hegel. Usa meno il gergo quando lo puoi evitare: che senso ha dire “alienazione” quando puoi dire che alla gente non piace il lavoro che fa. Concentrati sui fatti dell’ultimo secolo, in particolare sull’aumento del tenore di vita, sugli sviluppi della scienza, della tolleranza, sulla sconfitta dei totalitarismi (e magari sulla loro origine), e sui recenti successi nella lotta alla povertà nel mondo.