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martedì 2 luglio 2019

L’IGNORANZA NON E’ MAI STATO UN PROBLEMA

L’IGNORANZA NON E’ MAI STATO UN PROBLEMA
L’uomo ignorante ha di fronte a se due sole strade: la saggezza (fondata sul buon senso) o l’irrazionalità (fondata sull’ideologia).
Di norma, sul mercato opta per la saggezza (“winsdom of the crowd”), in politica sceglie l’irrazionalità (“rational-irrational”).
Il motivo è semplice: sul mercato compie scelte di cui risponde (se sbaglio a selezionare la qualità delle mele, poi me le devo mangiare io e solo io). In politica no (se sbaglio a votare, la cosa ha minuscole conseguenze per me: il mio voto sposta poco e il mio eventuale errore è ripartito su una moltitudine di persone).
Per questo sul mercato noi ignoranti siamo saggi (pragmatici) mentre  in politica siamo irrazionali (ideologici).
L’ignoranza non è mai stata un problema poiché ieri la politica pesava meno e, in ogni caso, l’ignorante veniva provvidenzialmente tagliato fuori grazie ai “partitoni”, unica forma di partecipazione politica e ai “giornaloni”, unico canale per la circolazione delle idee. 

Oggi invece…

martedì 24 aprile 2018

CONOSCERE PER DELIBERARE COME PROGRAMMA POLITICO

Per molti bisogna “conoscere per deliberare” ma l’insistenza su questo punto è anche un programma politico visto che “conoscere” (*) cambia le nostre credenze. Esempio:
1. POLITICA ESTERA: chi conosce è più interventista, più colomba e meno falco, più incline a valorizzare le organizzazioni internazionali…
2. SOCIETA’: chi conosce diventa progressista, pro-choice, per i matrimoni gay, contro i crocifissi e le preghiere nelle scuole…
3. ECONOMIA: chi conosce diventa conservatore, taglia la spesa, contiene il welfare, tiene in ordine i conti, decentra i poteri, appoggia politiche pro-market e pro-business…
(*) Faccio riferimento solo a conoscenze oggettive, o meglio, “conosce” chi risponde correttamente a domande del tipo: quanti membri ha il Senato? La Russia è membro dell’ OCSE? E della NATO? A quanto ammonta in termini percentuali sul PIL la spesa per la Difesa? E quella per gli aiuti internazionali? Le rapine sono aumentate o diminuite nel quinquennio 2010-2015? Eccetera.

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The greatest obstacle to sound economic policy is not entrenched special interests or rampant lobbying, but the popular misconceptions, irrational beliefs, and personal biases held by ordinary voters. This is economist Bryan Caplan's sobering assessment in this provocative and eye-opening book. C...

lunedì 16 gennaio 2012

Al bar

Scendete ora giù al bar e chiedete a bruciapelo al vostro compagno di bevute quanto fa “171 x 24”: quello vi guarda senza rispondere, strizza gli occhi, corruga la fronte, chiede brancolando carta e penna e si apparta finché s’ è fatta l’ ora dell’ aperitivo quando potete pure dirgli di lasciar perdere.

In effetti non è un’ operazione semplice.

Eppure, se alla stessa persona fate domande molto più complicate – magari che tirino in ballo centinaia di variabili, magari implicanti valutazioni generali sull’ economia o sulla politica estera – quello non vi farà neanche finire e attaccando con grande verve vi esporrà la sua convinta opinione sui fatti.

Ma come mai sappiamo risolvere tanto velocemente solo i problemi più incasinati?

L’ ordine di una semplice tabellina ci confonde ma nel caos delle discariche giornalistiche ci muoviamo a meraviglia cogliendo al volo tutti i nessi!

spazzatura

Per la difesa della “libertà” la domanda non è peregrina dato che la “libertà” trionfa solo se c’ è ammissione d’ ignoranza: non esiste soluzione univoca, liberi tutti! Se invece ci districhiamo davvero così bene su questioni tanto complesse, la libertà diventa un optional: esiste una soluzione, applichiamola a tutti!

Purtroppo, a quanto pare, i nostri limiti così evidenti quando trattiamo problemi semplici, spariscono all’ improvviso quando le complicazioni si stratificano.

Il fatto è che una domanda facile (171 x 24) non la si puo’ cambiare, se ne sta lì implacabile davanti a noi come una sfinge sfacciata. Al contrario, una domanda difficile (“quanto bisognerebbe dedicarsi al salvataggio delle specie animali in via di estinzione?”) è proteiforme e sfaccettata. Cio’ consente di rispondere alla “faccia” più benevola illudendosi di aver risposto a tutte.

Qualche esempio testato in laboratorio:

Quanto bisognerebbe dedicarsi al salvataggio delle specie in via di estinzione?

Nella nostra testa lentamente si trasforma in:

Come mi sento pensando all’ ultimo panda che tira le cuoia?

Oppure:

Quanto sei felice in questo ultimo periodo?

Diventa:

Come ti senti ora?

Oppure:

Di che popolarità gode adesso il Presidente?

Diventa:

Di che popolarità ha goduto il Presidente negli ultimi sei mesi?

Oppure:

Dovrebbero essere punite le banche che hanno consigliato male i pensionati?

Diventa:

Quanto rabbia senti montare guardando il documentario della Gabanelli su Parmalat?

Oppure:

Questa donna si presenterà alle elezioni, che opportunità avrà di vincere?

Diventa:

Questa donna ha la faccia da vincente?

Conclude lo psicologo:

… le scorciatoie cognitive facilitano reazioni rapide a domande che se prese sul serio richiederebbero una notevole mole di duro lavoro… trucchi del genere evitano di farci toccare con mano le nostre incertezze in modo da accantonare qualsivoglia ammissione d’ ignoranza…

Ma gli esempi potrebbero moltiplicarsi:

E’ giusto avere un salario minimo per tutti?

Diventa:

Sarei contento se il padrone desse un aumento a chi guadagna meno?

Oppure:

Quale politica per la crescita?

Diventa:

Con quale politica potrei colpire una categoria antipatica?

Oppure:

L’ art. 18 andrebbe abrogato?

Diventa:

E’ sgradevole essere licenziati?

Oppure:

Come andrebbe graduata la progressività del sistema fiscale?

Diventa:

Ammiro o disprezzo i ricchi?

Morale: al bar la libertà è indifendibile.

Peccato che i bar non stiano solo qua sotto: ce ne sono anche in banca, al ministero, in parrocchia… e non mancano nemmeno all’ università.