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venerdì 20 maggio 2011
venerdì 5 marzo 2010
La vita è bella!
La vita è dura... ma vale la pena viverla.
Anche solo la gioventù (il periodo più terribile), vale sempre la pena di essere vissuto. La gioia di certe guance arrossate vale l' angoscia della precarietà sentimentale.
C' è solo una coppia di persone che non sottoscriverebbe: l' incoerente e chi sta approntando il proprio suicidio.
Se è così allora ogni vita, per quanto travagliata, apporta un saldo positivo di felicità.
Ne tengano conto gli economisti del benessere, per aumentare la felicità su questa terra possiamo incrementare la felicità delle vite esistenti oppure - in alternativa - incrementare il numero delle vite esistenti.
La cosa sconcertante è che la seconda via è molto più semplice da perseguire della prima!
Eppure per molti è una via logica ma "ripugnante".
Per altri ancora è avventato applicare le logiche utilitaristiche alla società umana: si applichino piuttosto agli animali, in modo da nobilitare la loro condizione e avvicinarla alla nostra.
Ma così facendo le conseguenze sconcertanti anzichè lasciarci raddoppiano: qual è infatti il primo motivo per cui la popolazione di vacche è tanto numerosa in rapporto a molte altre specie animali?
Indovina un po'... ma è ovvio, sono tante perchè l' uomo è carnivoro. E' la domanda di carne che spinge il numero, e il numero, secondo la logica di cui sopra, incrementa la felicità complessiva delle vacche.
E' sensato parlare di "felicità" quando l' oggetto di discussione sono... le "vacche"? Boh, di sicuro lo è di più per un animalista, quanto dico è dunque rivolto a lui in prima istanza.
Ma torniamo a noi e al nostro sconcerto: quanti più macellai, tanta più felicità per i macellati. Il vegetariano si trasforma nel nemico giurato della felicità bovina e la sua difesa etica si presenta ora molto problematica.
N.B. per togliersi dall' impiccio, il problema filosofico da risolvere non è semplicissimo e una mano è sempre benvenuta.
Anche solo la gioventù (il periodo più terribile), vale sempre la pena di essere vissuto. La gioia di certe guance arrossate vale l' angoscia della precarietà sentimentale.
C' è solo una coppia di persone che non sottoscriverebbe: l' incoerente e chi sta approntando il proprio suicidio.
Se è così allora ogni vita, per quanto travagliata, apporta un saldo positivo di felicità.
Ne tengano conto gli economisti del benessere, per aumentare la felicità su questa terra possiamo incrementare la felicità delle vite esistenti oppure - in alternativa - incrementare il numero delle vite esistenti.
La cosa sconcertante è che la seconda via è molto più semplice da perseguire della prima!
Eppure per molti è una via logica ma "ripugnante".
Per altri ancora è avventato applicare le logiche utilitaristiche alla società umana: si applichino piuttosto agli animali, in modo da nobilitare la loro condizione e avvicinarla alla nostra.
Ma così facendo le conseguenze sconcertanti anzichè lasciarci raddoppiano: qual è infatti il primo motivo per cui la popolazione di vacche è tanto numerosa in rapporto a molte altre specie animali?
Indovina un po'... ma è ovvio, sono tante perchè l' uomo è carnivoro. E' la domanda di carne che spinge il numero, e il numero, secondo la logica di cui sopra, incrementa la felicità complessiva delle vacche.
E' sensato parlare di "felicità" quando l' oggetto di discussione sono... le "vacche"? Boh, di sicuro lo è di più per un animalista, quanto dico è dunque rivolto a lui in prima istanza.
Ma torniamo a noi e al nostro sconcerto: quanti più macellai, tanta più felicità per i macellati. Il vegetariano si trasforma nel nemico giurato della felicità bovina e la sua difesa etica si presenta ora molto problematica.
N.B. per togliersi dall' impiccio, il problema filosofico da risolvere non è semplicissimo e una mano è sempre benvenuta.
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