Visualizzazione post con etichetta meccanica quantistica coscienza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta meccanica quantistica coscienza. Mostra tutti i post

martedì 10 dicembre 2024

A cosa serve la coscienza?

 A cosa serve la coscienza?


Ad ingannare il prossimo. Come si inganna il prossimo? Rendendosi imprevedibili. A cosa serve ingannare? A "vincere". "Vincere" serve in ultima analisi a riprodursi (la versione laica della "vita eterna" ovvero della "salvezza"). Pensate al gioco della Morra, vince chi prevede le mosse dell'altro, il che significa in ultima analisi che vince chi è più imprevedibile. La vita è piena di giochi del genere, giochi che si vincono con quelle che Von Neumann chiamava "strategie miste". Se il mio comportamento deve essere prevedibile - e in altri giochi è bene che sia così - basta un software per programmarlo ma come si programma l'imprevedibilità? Non si puo', l'imprevedibilità è per sua natura non programmabile, tanto è vero che associamo la coscienza a cio' che non puo' essere automatizzato. Di fatto però tutti noi azioniamo ogni giorno sui nostri dispositivi la funzione random, quindi puo' darsi che una complessità estrema possa fungere da buon simulacro dell'imprevedibilità (e quindi della coscienza). Come si programma una funzione random lo spiegherà meglio di me Enzo Michelangeli. Chiudo con due domande: dove si trova fisicamente nei nostri cervelli la funzione random e quando si aziona? Ma se la coscienza è essenzialmente "caso", ovvero imprevedibilità, come devo interpretare quelle pratiche che chiamiamo "esame di coscienza"? Lascio le risposte al post del V

giovedì 24 novembre 2022

coscienza e meccanica quantistica

 leggi qui https://broncobilli.blogspot.com/search/label/meccanica%20quantistica%20e%20dio


in particolare:


Il fatto è che concetti come “realtà indeterminata” e “salto quantico”, così decisivi nel descrivere adeguatamente il mondo microscopico, non possono fare a meno di una figura come quella dell’ “osservatore”. L’ “infarinatura” dovrebbe averlo chiarito.
Ma il concetto di “osservatore” è necessariamente trascendente o puo’ essere sostituito con una realtà inanimata? Per esempio, perché non utilizziamo un contatore Geiger per rilevare le misurazioni?
Risponde von Neumann: se l’ “osservatore” fosse una semplice entità fisica, per esempio un contatore Geiger, potrei in linea di principio ricavare a tavolino una complessa funzione d’ onda in grado di descrivere l’ intero sistema fisico (osservato + osservatore) e poi risolverla secondo le equazioni di Schrodinger senza produrre “salti quantistici”. Morale: se fossero coinvolte solo realtà materiali, allora non possono essere riprodotti i caratteristici “salti” della meccanica quantistica. Se ne ricava che i salti quantici esistono in virtù di un “osservatore” trascendente.