ALLARMI!
Guardando ai trend storici dovremmo aspettarci una guerra
devastante a breve, tuttavia gli ottimisti ritengono che “questa volta è
diverso” e che siamo destinati a deviare dalle regolarità della storia. Ecco le
teorie che mettono in campo:
1. Oggi siamo moralmente superiori.
2. Oggi le economie sono molto interconnesse.
3. Oggi siamo molto più ricchi e abbiamo più da
perdere.
4. Oggi le alleanze internazionali sono più solide.
5. Oggi l’atomica fa da deterrente.
6. Oggi non possiamo i consueti vantaggi di una vittoria
(stupro, schiavitù…).
7. Oggi conosciamo meglio i nostri potenziali avversari e le
loro reali intenzioni.
8. Altre forme di violenza sembrano cessate: schiavitù,
crimine…
Nessuna di queste teorie mi convince, quindi penso che la legge
della storia sia ancora valida e mi aspetto una guerra devastante a
breve.
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venerdì 26 luglio 2019
mercoledì 24 luglio 2019
DILEMMI SULLA GUERRA PROSSIMA VENTURA
Sul lungo periodo mi ritengo un grande ottimista, tra un paio di secoli le nostre ricchezze raddoppieranno ogni ora, non per questo mi nascondo i problemi a breve:
- nelle nazioni ricche l’ IQ medio ha smesso di crescere;
- la crescita economica è rallentata;
- il riscaldamento globale incalza;
- in occidente la fertilità è bassa;
- da un secolo il tasso innovativo per ogni singolo ricercatore si abbassa;
- diseguaglianza e polarizzazione politica si acuiscono.
Tuttavia, il problema dei problemi è la guerra: come si vede dal grafico, dopo il picco di morti del 900, abbiamo attraversato un lungo periodo in cui le morti in guerra sono state in caduta libera. La traiettoria storica sembra indicare una guerra prossima ventura con picchi nei morti mai raggiunti prima, probabilmente una guerra di origine nucleare.
Ma qui viene il bello: da noi, non solo i morti in guerra sono precipitati, anche il supporto sociale alle tipiche virtù combattenti è svanito. Rispetto ai nostri nonni, glorifichiamo meno i soldati destinati al sacrificio. Al contrario, le società del passato erano organizzate attorno alla guerra e offrivano status elevati alla classe guerriera. Persino i soldati che violentavano e saccheggiavano erano giustificati. D’altro canto, creare un maggiore supporto sociale per le virtù combattenti potrebbe avvicinare l’evento bellico.
Da qui il dilemma: al punto in cui siamo è più opportuno ridare prestigio alla figura del soldato – in modo da prepararsi meglio al combattimento – o proseguire l’andazzo attuale – in modo da rinviarlo ulteriormente?
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