Visualizzazione post con etichetta burioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta burioni. Mostra tutti i post

mercoledì 28 novembre 2018

Lo “squallido” Burioni SAGGIO


Lo “squallido” Burioni


Ricercatori del CERN scoprono il Burione, la particella al cui passaggio le altre si fanno da parte intimorite. “Inizialmente pensavamo di intrappolare il Burione grazie a un potentissimo campo magnetico”, raccontano gli autori della straordinaria scoperta, “invece è bastato farlo parlare delle sue ex. Per quanto ne sappiamo, è ancora lì.”
Antonio Iannizzotto
Questo post non è una difesa di Burioni, è piuttosto un tentativo di capirlo e giustificare il suo squallore, così simile al nostro. Il passo essenziale consiste nel non associarlo alla Scienza ma agli scienziati.
La scienza è il nostro sapere più affidabile, tuttavia Il novecento ha portato alla luce almeno un paio di limiti:
1) la logica che adotta (induttiva) è inaffidabile. Rischia sempre di farle fare la fine del tacchino che per 364 giorni all’anno riceve un pasto mentre il 365 esimo, ovvero Natale, quando si presenta dal contadino per mangiare scopre di essere lui il pasto del contadino.
2) Il  suo metodo sperimentale è illusorio, puo’ verificare solo ipotesi prese in gruppo. Ovvero: quando crede di verificare una corrispondenza sta in realtà verificando una coerenza.
Morale: l’impresa scientifica non può dirsi né razionale, né sperimentale. Chi è in cerca di certezze per alimentare la sua tracotanza si affidi al senso comune, non alla scienza.
I limiti di cui sopra producono almeno tre conseguenze: 1) innanzitutto, la scienza non si eleva mai oltre lo stato di credenza; 2) la scienza è una discussione infinita tenuta ad includere più partecipanti (e più esperimenti) possibili; 3) per avere le idee chiare di cosa sia meglio guardare alla sua storia e alla sua sociologia più che la sua metodologia.
Le tre conseguenze sono sintetizzabili in una parola: umiltà!
Se questo è vero, la divulgazione scientifica è tenuta ad esorcizzare due demoni su tutti: positivismo e relativismo.
Fortunatamente, la scienza è un’impresa collettiva, cosicché il suo spirito più autentico – aperto, tollerante, inclusivo – non deve necessariamente coincidere con quello degli scienziati, spesso così inclini alla testardaggine, all’intolleranza e alla sicumera. A cominciare dall’esimio Galileo: come mostrato da Paul Feyerabend, nel confronto con il suo inquisitore, San Bellarmino, è quest’ultimo – aperto, tollerante e ben disposto all’ascolto – ad incarnare al meglio lo spirito della scienza.
Sembra un paradosso ma si tratta di un corto circuito che ricorre anche altrove, pensate solo al  rapporto tra  mercato e imprenditore: il primo aperto, flessibile e proteso verso concorrenza, il secondo animato da fede incrollabile mentre sogna profitti monopolistici.
Tutta questa pappardella per spiegare il mio contenuto stupore di fronte agli spettacolini “squallidi” che certi rappresentanti della scienza come Burioni offrono a getto continuo sui social.
Cosi come Briatore è un ottimo imprenditore che con la sua tracotante avidità non giova all’immagine del libero mercato, Burioni è un buon medico che con la sua boria divulga più il suo spirito anti-scientifico che altro.
Qui l’ ultima terrificante performance dello “squallido”  che battibecca a suo modo con Simone Ragazzoni:
Risultati immagini per il burione

martedì 28 agosto 2018

LA SCIENZA NON SI FA FACENDO VOTARE LA COMUNITA': NEANCHE QUELLA SCIENTIFICA!

Riccardo Mariani
Adesso
LA SCIENZA NON SI FA FACENDO VOTARE LA COMUNITA': NEANCHE QUELLA SCIENTIFICA!
Chi dice "la scienza non è democratica" a volte non crede nemmeno lui alla radicalità della sua affermazione, pensa magari che la scienza sia proprio democratica ma che a votare debbano essere solo gli scienziati. Purtroppo non è così, se proprio vogliamo trovare un'analogia la scienza assomiglia piuttosto ad un mercato, ad una borsa. Un mercato delle idee dove se vuoi vendere la tua devi convincere i compratori UNO AD UNO.
Siccome gli esempi spiegano più dei principi, prendiamo il caso concreto delle ricerche sull'estinzione dei dinosauri: asteroide o vulcano? Ebbene, la storia di questa diatriba infuocata chiarisce bene il modo di procedere a zig zag della scienza.
THEATLANTIC.COM
A Princeton geologist has endured decades of ridicule for arguing that the fifth extinction was caused not by an asteroid but by a series of colossal volcanic eruptions. But she’s reopened that debate.
Mi piaceVedi altre reazioni
C

sabato 10 marzo 2018

Lo scienziato come passacarte


Devo ammettere che la scienza - intendo quella vera, quella “dura” - non mi appassiona, la trovo noiosa, arida, sempre alle prese con dettagli all’apparenza insignificanti, con oggetti inerti che si lasciano studiare facilmente. Non soffro molto di questo disinteresse poiché constato che quasi mai nessuno affronta questi argomenti nel merito quando è libero di discutere. Ne deduco anzi che la mia posizione è maggioritaria.
Molto più appassionanti sono le scienze umane: economia, sociologia, politica, antropologia… Talmente incerte da non poter essere nemmeno considerate “scienze” (almeno se si collega la scienza alla precisione). Talmente incerte da ridurre fino ad annullare il gap tra cultore e dilettante.
Cio’ non significa che non dia peso alle scienze “vere”, semplicemente mi faccio consegnare gli esiti più affidabili e parto da lì. Faccio dello scienziato un passacarte, uno che sbriga il lavoro più noioso, quello di laboratorio, quello di verifica sul campo. Uno comunque di cui diffidare quando cerca ingenuamente di andare oltre.