mercoledì 13 dicembre 2017
Monetarismo di mercato
venerdì 22 luglio 2011
Scott Sumner: i colpevoli e gli eroi della crisi economica
La crisi economica contrassegna i nostri anni, se ne parla sui blog, sui giornali, in treno, al bar. Adesso poi che vengono giù anche gli stati come birilli, l’ affare s’ ingrossa.
Sia chi ama “capire”, sia chi ama stare al centro dell’ attenzione dovrebbe fare un minimo sforzo di approfondimento.
In questi Scott Sumner è il vostro uomo e questo suo post andrebbe recitato nelle università come un’ orazione laica.
Io mi limito a segnalare una quadripletta di passaggi eludendo la parte più tecnica.
Innanzitutto Scott ci ricorda come per le grandi crisi del passato le spiegazioni politicizzate affondarono quelle scientifiche nel tentativo disperato di connettere crisi finanziaria e crisi economica. Questa maledetta mania di dare tutte le colpe alla finanza!
In the history books it says the 1929 stock market crash triggered the Depression. After an nearly identical crash in 1987 had zero effect on GDP, we learned that was false. But it’s hard to blame historians for connecting a high profile financial collapse, with an economic collapse that was barely underway, and suddenly got much worse. Economists should know better.
La confusione maggiore, poi, deriva poi dal fatto che viviamo più crisi contemporaneamente. Ma soprattutto – sorpresa! – che non riusciamo a cogliere l’ indipendenza di queste crisi multiple.
Unfortunately, not everyone is talking about the same crisis. Some are talking about the housing bubble/crash, some are talking about the late 2008 financial crisis, and I believe both groups have the 2011 unemployment crisis in the backs of their minds (otherwise why is the debate seen as being so important?)
But the link between the housing bubble and the severe financial panic is much weaker than people realize. And the link between the severe financial panic and high unemployment in 2011 is almost nonexistent.
Sarebbe stupido negare che i privati abbiano commesso molti errori. Più istruttivo è risalire alle cause.
The errors of the private banking system were due to both misjudgment (they did lose money after all) and bad incentives (moral hazard due to various government backstops.)
E adesso fuori i nomi dei colpevoli e degli eroi:
As far as the high unemployment crisis, the proximate cause is low NGDP, which means the Fed is to blame. Then we can apportion some blame to Obama for not putting more of his people on the Fed, and not doing it sooner. But ultimately we macroeconomists are to blame, as both the Fed and Obama take their lead from us. We were mostly silent on the need for vigorous monetary stimulus in the last half of 2008, and many have remained silent ever since. The hero is the Efficient Market Hipotesys (EMH), as markets warned the Fed that money was way too tight in September 2008.
Adesso ditemi, c’ è in circolazione un resoconto migliore? Una storia più coerente al suo interno e con i fatti? Una storia che, al pari di questa, fosse formulata prima degli eventi?
Certo, la si puo’ affinare (qui e qui i miei ritocchi preferiti), ma per me la narrazione di Sumner resta insuperata, anche per questo gli consegno senza indugio la palma di cicerone ufficiale della crisi economica.
martedì 29 marzo 2011
Uno spettro si aggira per l' Europa
Ma quando si passa alla cassa riscontriamo che non tira su molto più dei cuginetti d' oltreoceano.
Uno spettro si aggira per l' Europa: non sarà quello di Laffer?
http://www.themoneyillusion.com/?p=9417
martedì 1 giugno 2010
Tutti più ricchi, e di molto.
martedì 30 marzo 2010
La nostra piccola rivoluzione
Ma come descriverla?
La parola a Scott Sumner:
The Economist magazine, which I’ve read for 35 years, was my guide to the neoliberal revolution. By the end of the 1980s I understood that it was a global phenomenon and that it was bi-partisan. This inoculated me against Krugman’s conspiracy theories that the Reagan revolution was all a right-wing Republican plot to grab Southern whites by playing the race card. Even if true of the US, it doesn’t explain why the same policy trends occurred in 200 out of 204 countries. And then there is Krugman’s argument that economies often did not do better after the free market reforms. From The Economist I learned that you have to look at things cross-sectionally. Almost everywhere in the world economic growth slowed after 1973. The important point is that growth slowed much more in countries that did little reform, and much less in the more free market economies. It doesn’t matter whether Chile grew faster or slower after 1973, what matters is that after 1973 Chile became the most successful economy in Latin America.
venerdì 8 gennaio 2010
Come pensare dopo la crisi
Purtroppo cose diverse a ciascuno di noi, almeno credo. Ogni catastrofe, anche la più dirompente, dà modo di salvare la propria ideologia. Eppur qualcosa si muove (anche nei cervelli più imperturbabili).
Sintetizzo quel che porto a casa.
Cause: le novità regalano instabilità. Siccome alle prime non possiamo rinunciare, rassegnamoci. Qualcuno ha parlato di "distruzione creatrice". Alla fine degli anni 90 fu internet, ora sono piombati tra noi avvenieristici strumenti finanziari. Quando una novità irrompe, bisogna "ricalcolare". Cio' non è privo di effetti.
Rimedi: politica monetaria. Serve sia a prevenire che a combattere. Per me poteva e doveva bastare, al diavolo Keynes e lo "stimolo", al diavolo anche la sfiducia di stampo austriaco nell' EMH; sul punto mi convince il buon Scott Summer.
Mi vieto di andare oltre per non annacquare l' essenziale.
giovedì 17 dicembre 2009
Perchè la Borsa è infallibile
Negarlo, per contro, ci rende solo ignoranti.
Da leggere tutto. Più volte.
martedì 15 settembre 2009
mercoledì 9 settembre 2009
Previsioni autoirrealizzabili
Il fatto singolare è che lo scetticismo si prolunga anche quando ci prendono, anche mentre ci prendono. Sembra quindi che la questione non sia solo legata ai "fatti". Un esempio canonico?
Osservando il mondo negli ultimi vent' anni, quali sono le più importanti tendenze in atto? Direi 1) il mondo è sempre più pacifico, 2) il mondo è sempre più democratico e 3) il mondo è sempre più aperto al mercato.
In altre parole, si potrebbe dire così: il mondo intero tende ad adottare il modello occidentale.
Vent' anni fa qualcuno predisse questa convergenza e mal gliene incolse. Ricordate Francis Fukuyama e la sua affermazione per cui "La Storia sta finendo"?
Bene, se la ricordate probabilmente sarete d' accordo nel constatare che nessuna previsione fu tanto sbertucciata proprio nel mentre si stava realizzando. Non solo, nessuna previsione è stata tanto ridicolizzata anche dopo che si è realizzata.
Come mai?
via ss