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lunedì 4 novembre 2019

ALLA RICERCA DI MODELLI


ALLA RICERCA DI MODELLI
Chissà perché i socialisti alla ricerca di modelli non guardano al Venezuela ma alla Scandinavia! Purtroppo per loro non possono guardare alla Svizzera, ha numeri migliori della Scandinavia ma è anche la quintessenza del capitalismo moderno. L'articolo fa un ritrattino aggiornato di questo miracolo sottaciuto nel cuore dell'Europa: tasse basse, poche regole, economia aperta e welfare a livello scandinavo. Sembra proprio che lì uguaglianza e affari convivano alla grande.
1) Reddito e uguaglianza - La Svizzera è il secondo paese più ricco del mondo (dopo il Lussemburgo): 84.000 dollari pro capite di reddito (20.000 sopra gli scandinavi!). Un reddito in ascesa parallela con gli indici di eguaglianza, che ormai hanno raggiunto i livelli scandinavi.
2) Ricchezza - Il patrimonio medio è di 540.000 dollari, il doppio di quello scandinavo.
3) Felicità - E' decima in classifica. Non male, anche se diffido di simili graduatorie.
4) Sanità - Un sistema che accontenta tutti: la destra per le assicurazioni e gli ospedali privati, la sinistra per la copertura universale e gli anarchici per la libertà di scelta.
5) Riciclo? - Molti sospettano di tanto benessere e accusano il paese di essere un paradiso per evasori e criminali, e intanto rievocano l'oro nazista. Per quanto una versione moderata dell'argomento non sia peregrina, i tempi sono maturi per metterla da parte. Nel 2015 - dopo varie pressioni - il paese ha aperto alla trasparenza delle sue banche senza subire contraccolpi, anzi. Molto più probabilmente la Svizzera gode del fatto di essere un'isola di libertà tra le opprimenti socialdemocrazie europee. Un po' come un tempo Hong Kong con la Cina. Tra queste libertà rientrava anche la privacy, ora purtroppo molto ridimensionata.
6) Tasse - Rispetto alla Scandinavia, la Svizzera ha tasse basse sulle persone, sulle imprese e sui consumi. Nel 2018 i più ricchi pagavano un' IRPEF del 36% contro il 52 Scandinavo. Qui però il divario proposto dall'articolo mi sembra gigantesco, non so fino a che punto si considerino le tasse locali che, penso, pesino di più in Svizzera che in Svezia.
7) Spesa pubblica - Quella Svizzera tocca giusto il 33% mentre quella scandinava è a livello italico (quasi 50%). Vale il discorso di prima.
8) Commercio - La Svizzera è un paese più aperto di quelli scandinavi.
9) Produzione - Dopo il Giappone, la Svizzera è il paese che fabbrica i prodotti più complessi al mondo. Ben più di quelli scandinavi. I settori di punta sono nelle biotecnologie e nell'ingegneria.
10) Imprese - Sono svizzere 13 delle prime 100 imprese europee. L'economia svizzera è molto decentrata e il sistema delle imprese è ben distribuito sul territorio. Anche le imprese più avanzate, tanto per dire, non si concentrano nell'area di Zurigo.
11) Dipendenti pubblici - Solo 1 svizzero su 7 lavora per il governo, nei paesi scandinavi la quota è doppia. E sappiamo quanta disoccupazione mascherata si annidi tra i dipendenti pubblici.
12) Moneta - Il suo valore sale costantemente rispetto a quello delle monete europee, il che rende le esportazioni più difficoltose esaltando ancora di più il fatto che siano comunque in continua crescita.
13) Crisi - Immune da crisi finanziarie dagli anni settanta. La bancarotta scandinava, al contrario, è ancora recente risalendo agli anni novanta.
14) Debito privato - E' un po' il tallone d'Achille poiché si aggira intorno al 250% del PIL. D'altronde, con una moneta così forte i tassi sono praticamente sempre a zero e per imprese e privati indebitarsi è una tentazione irresistibile. Naturalmente il debito pubblico quasi non esiste.
15) Nazione - La Svizzera non è una nazione ma almeno tre nazioni. Quasi tutti sono poliglotti e la politica è molto decentrata: un sindaco pesa quanto un capo di governo.
16) Stranieri - La popolazione straniera è in crescita da decenni ed oggi è 1/4 di di quella totale.
17) Immigrazione - La Svizzera accoglie più migranti di qualsiasi paese scandinavo. Tra il 2015 e il 2020 si stimano oltre 250.000 ingressi (il doppio rispetto alla Scandinavia). Anche la probabilità per un immigrato di trovare lavoro è più alta che in Scandinavia (anche perché talvolta si emigra su richiesta delle imprese!).
18) Scuola - A 12 anni si è già indirizzati verso il percorso di studi più adatto. Molto incentivata è la scuola professionale rispetto alle università, tra l'altro poco costosa (rette da 1.000 dollari l'anno).
19) Modello di sviluppo. Mentre quello Svizzero è costante, quello scandinavo è cambiato notevolmente dopo la crisi degli anni 90, il socialismo è un ricordo: l'aliquota a carico dei ricchi è cauta dal 90 al 50% e la spesa è passata dal 70 al 50%. Insomma, la Svezia è ripartita copiando la Svizzera, non certo il contrario.
Informazioni su questo sito web
NYTIMES.COM
Forget Scandinavia. Switzerland is richer and yet has a surprisingly equal wealth distribution.

venerdì 15 giugno 2018

DEBOLEZZA DI SISTEMA

DEBOLEZZA DI SISTEMA
In Svizzera bastano 50.000 firme per promuovere un referendum e 100.000 per una proposta di legge popolare. Philippe Bacchetta: “è una chiara debolezze del sistema il fatto che i cittadini possano votare su materie economiche”. La Svizzera è un grande paese, e noi cosa tentiamo di imitare? Le sue debolezze, chiaro.
PROMARKET.ORG
Does direct democracy make regulatory capture harder for industry? Samantha Eyler-Driscoll looks at a new Stigler Center working paper that examines state-level referenda and initiatives from 1904 to 2017; it finds that economic interests are largely on the defensive when these types of popular meas...

lunedì 26 marzo 2018

Chi fa l'opposizione in Svizzera

Tutti i partiti svizzeri (Udc, liberali, socialisti e democristiani) governano insieme, ma l'opposizione c'è: è il popolo. Questo perché tutte le decisioni più importanti devono essere confermate dall'insieme degli elettori.
Nel cuore dell'Europa pulsa l'esempio di una società che ha sempre rigettato con successo il mito giacobino del potere centralizzato
BRUNOLEONI.IT

Svizzera: ragnatela di giurisdizioni

Impero, Chiesa, Feudi, Comuni rurali, Città libere, Monasteri, Leghe.... Un tempo c'erano tutte queste istituzioni oggi sostituite da una sola: lo stato. È stata una rivoluzione che ha coinvolto tutta l' Europa. Tutta meno la Svizzera.
Nel cuore dell'Europa pulsa l'esempio di una società che ha sempre rigettato con successo il mito giacobino del potere centralizzato
BRUNOLEONI.IT

La Svizzera è avanti perché rimasta al Medioevo

Riccardo Mariani ha condiviso un post.
Copio da Guglielmo Piombini:
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Alcune frasi illuminanti tratte da un notevole articolo di Carlo Lottieri:
La società elvetica è ora incredibilmente ricca e dinamica ... Questo si deve a una serie di ragioni, in qualche modo tutte riconducibili al fatto che qui più che altrove l'Europa è riuscita a preservare le proprie radici medievali.
A Ginevra e San Gallo, a Zurigo e Lugano, lo Stato è giunto tardi e sempre in maniera alquanto imperfetta, così che individui e comunità sono stati in grado di preservare la loro originaria vitalità.
Un tempo, tutta l'Europa era in qualche modo "elvetica".
In Svizzera sembra davvero prendere forma l'aspirazione di ogni liberale: l'idea che la libertà si protegga solo grazie a una concorrenza istituzionale che ci permette di optare tra questa o quella giurisdizione e, in tal modo, obbliga i governanti a limitare le loro ambizioni di dominio.
Tutti i partiti governano insieme, ma l'opposizione c'è ed è incarnata dal popolo. Questo perché tutte le decisioni più importanti devono essere confermate dall'insieme degli elettori.
In terra, paradisi non ce ne sono, ma in questo piccolo lembo d'Europa la società è rimasta più solida e l'economia più dinamica perché il mito prefettizio e giacobino del potere centrale è stato sempre rigettato con successo.
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Nel cuore dell'Europa pulsa l'esempio di una società che ha sempre rigettato con successo il mito giacobino del potere centralizzato
BRUNOLEONI.IT

lunedì 5 marzo 2018

Il presidente della Svizzera

La Svizzera rappresenta probabilmente il mio ideale politico, eppure di quel paese io non conosco nemmeno il nome del presidente, e non parlo solo di quello in carica. C'è l'America di Reagan e l'Inghilterra della Tatcher ma la Svizzera non è mai di nessuno. Forse il suo segreto sta proprio lì.
‘“Who is the Swiss president these days?” I asked. There was a pause. “I’m not sure,” my Swiss uncle replied’
FT.COM
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Riccardo Mariani Mi accorgo che l'articolo non ha l'accesso libero, ne riproducono uno stralcio: Then I changed the subject, and asked my Swiss relatives if they could imagine their own political leaders tweeting. "Actually, who is the Swiss president these days?" I inquired as a preamble, feeling embarrassed that I had absolutely no idea of the answer.
Eventually Marco, my Swiss uncle, admitted that he was "not sure". 

"It used to be a woman -- Doris something," Katherine, my aunt, muttered. "But now? Er..."

Suddenly, it was my turn to experience culture shock. My Swiss relatives are well travelled, fluent in five languages and exceedingly knowledgeable about global affairs. But, they explained, nobody in their part of the Graubünden region worries much about their national president, let alone what he or she may have said on Twitter.

That is partly because Switzerland has a federal power structure whereby many political decisions -- and tax-raising powers -- are devolved to the cantons and municipalities. Moreover, one quirk of this structure is that the presidency rotates between the seven members of the country's federal council. Thus the president changes each year: last year it was Doris Leuthard; now it is Alain Berset.

But there is a bigger cultural issue here: in Switzerland, voters tend to see politics as being about functions and institutions, not about personalities.

lunedì 29 gennaio 2018

Segreto svizzero

Articolo del Financial Times, su uno degli elementi del successo economico svizzero, il sistema di apprendistato.
World-class vocational training ensures pool of highly skilled workers
FT.COM

mercoledì 13 dicembre 2017

Là dove il mondo non finisce


Là dove il mondo non finisce


Se domani la civiltà dovesse collassare, vorrei stare in Svizzera.
Se domani i marziani dovessero invaderci, vorrei vivere in Svizzera.
Se domani dovesse esplodere un conflitto nuclearesu scala mondiale, io mi rifugio in Svizzera.
La minuscola Svizzera mi appare come il paese piùblindato contro ogni collasso sistematico.
Un piccolo esempio: c’è una fontana sorgiva ogni 300 metri.
Solo a Zurigo ce ne sono 1200, alcune bellissime, altre scassatissime (anche se in Svizzera non c’è niente di scassato in senso stretto, lì “scassato” significa al massimo disadorno).
Se piovono bombe su tutti gli acquedotti principali, gli svizzeri continuano a bere alla nostra salute.
Il sistema politico è talmente decentrato che se piove una bomba atomica sulla capitale annientando tutti i palazzi governativi con dentro tutti i politici, gli svizzeri manco se ne accorgono: tirano benissimo avanti con tutti gli altri governi che hanno sparsi sul territorio.
Gli svizzeri sono il popolo più armato sulla terra, anche se vivono perennemente in pace. Forse l’ultima scaramuccia risale al 1815!
Tuttavia, l’eventualità di essere attaccati è una loroossessione. A 60 anni suonati ti tocca ancora svegliarti di notte per l’esercitazione di rito.
Lo svizzero è sempre “arruolato”, non si congeda mai.
La strategia svizzera in caso di attacco?: “prego, si accomodi”.
Ovvero: lasciare via libera all’invasore (magari marziano) e trincerarsi tutti sulle Alpi.
A proposito, le Alpi le hanno trivellate tutte come un groviera costruendo una “Svizzera ombra” che nessuno conosce, tranne loro.
Sembra che lì dentro ci sia tutto, impianti elettrici, linee di trasporto, scorte d’acqua e di viveri, ma anche le biblioteche. Sì, biblioteche con tutti i classici fino al 1950.
Se un dittatore pazzo dovesse incenerire tutti i libri stampati, la Svizzera salverebbe l’intero patrimonio. Un nuovo Fahrehneit 451 andrebbe ambientato in Svizzera, non su Radio Tre.
Sembra che dentro quei cunicoli alpini possanoviverci per anni, per secoli.
Oltre a migliaia di rifugi militari, ci sono poi centinaia di rifugi privati. Ma è roba tosta, roba anti-nucleare.
Sti svizzeri continuano a migliorare la loro già fantastica rete ferroviaria adibendo i vecchi tunnela rifugi militari.
Gli svizzeri sono ridicolmente preparati per la “catastrofe”. Sono il sistema politico meno fragile che conosca. Piacerebbe a Nassim Taleb.
In Svizzera tutto è ridondante: se fallisce A c’è B, e se fallisce B c’è C. Appena ti giri trovi una rete di sicurezza di penultima istanza, un moschettone aggiuntivo, una cintura ulteriore.
La Svizzera è giustamente famosa per come preserva la ricchezza propria e altrui: un tempo conservavano l’oro nei loro inviolabili caveau, oggi criptano i bitcoin contro ogni attacco cibernetico, Nasa compresa.
Non guardano in faccia nessuno: dal perseguitato al criminale loro assicurano tutti.
Sia come sia, quando il mondo finisce vorrei starmene in Svizzera, sono abbastanza sicuro che lì non finirà.
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