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mercoledì 28 febbraio 2018

Il sistema metrico decimale e il naso di Cleopatra

Perché gli Stati Uniti non hanno mai adottato il sistema metrico decimale?
Probabilmente perché gli scienziati europei partiti per perorare la causa presso il Congresso americano furono rapiti dai pirati.
L’idea che il corso della Storia, come credeva Pascal, possa dipendere dalle proporzioni d’un naso fa di solito storcere il naso agli storici. Forse hanno torto.
To save his own life, Joseph Dombey had an idea. As two pirate ships surrounded the ship he was on in the Caribbean Sea in 1794, Dombey scrambled below deck, disrobing as he went. He appropriated the...
NIST.GOV

mercoledì 22 novembre 2017

Potere ai dadi

Potere ai dadi

Il nostro sistema soffre di un eccesso di produzione legislativa, l’Italia è sommersa da circa 200 mila leggi contro le poche migliaia di molti altri paesi.
Saranno giusti questi conti? Forse no, forse sono eccessivamente prudenti o esagerati, sta di fatto che l’allarme a me pare giustificato.
Troppe leggi creano guai: fanno perdere autorità alla leggeproducendo incertezza nel diritto.
Le nuove norme molto spesso non sono  che la reiterazionedi norme esistenti di fatto inapplicate. Si ha come l’impressione che vengano approvate solo come bandiera di una campagna propagandistica, oppure per sfilare alla magistratura la funzione interpretativa.
La produzione legislativa è tale che ha di fatto snaturato il parlamento: i tempi per l’esame, il dibattito e l’analisi dei provvedimenti si sono ridotti drasticamente quando non sono stati annullati. La differenza con la catena di montaggio del calzaturificio si fa impercettibile.
Il vecchio Bismarck diceva: “se ti piacciono le salsicce e le leggi, non chiederti come vengono fatte”.
Esempio canonico: viene approvato un provvedimento che contempla una riduzione delle indennità parlamentari, dopodiché si provvede prontamente alla modifica. L’aspetto grave non è costituito dalla celere modifica ma dal fatto che si approvino leggi senza conoscerne il contenuto.
Questo modo di procedere è la migliore giustificazioni per pianisti e assenteisti.
Ma è anche la premessa ideale della corruzione: ci mostra quanto sia facile  far passare una legge gradita alla propria lobby nel disinteresse generale. Quando chi vota non sa  cosa vota le minoranze organizzate la fanno da padrone.
Del resto, che i voti si comprino è un dato di fatto che rileviamo dai cospicui finanziamenti della campagna elettorale. I generosi finanziatori non fanno altro che un comunissimo investimento: acquistano in anticipo quei favori legislativi che evidentemente valgono di più di quanto spendono.
Una volta in parlamento ogni eletto si concentra sulla sua leggina senza curarsi troppo di quella altrui: del resto i finanziatori di Tizio lo hanno foraggiato per avere il loro piccolo privilegio (deduzione, detrazione, esenzione, licenza, esclusiva…) non per stoppare le leggine proposte da Caio.
***
Come porre rimedio? Si potrebbe agire sul processo di selezione dei nostri rappresentanti politici.
Oggi per essere eletti bisogna essere popolari e per rendersi popolari bisogna spendere ed essere finanziati.
Su questa esigenza fanno leva le lobby quando mirano ad avere una “leggina” tutta per sé.
Notare il domino: elezioni, campagna elettorale, spesa pubblica e fiscalità sono strettamente collegate.
Una misura che eliminerebbe il potere dei partiti, il costo delle campagne elettorali, l’utilizzo della spesa pubblica e della fiscalità come strumenti di acquisizione del consenso, e che ridurrebbe drasticamente la corruzione è costituita dall’abolizione delle elezioni, affidando la scelta dei rappresentanti politici al sorteggio, come accade per le giurie popolari.
Anche il ruolo del partito sarebbe ridotto a quello di “circolo di discussione”.
Ci sarebbero molte più donne e molta più varietà. Oltretutto, nessuno avrebbe l’arroganza di dire che “rappresenta il paese“. Si tratta di parole decisamente disturbanti.
I sorteggiati probabilmente sarebbero privi di esperienza politica. Ma abbiamo fatto esperienza di politici di esperienza e non è stata una grande bella esperienza :-).
E poi, che razza di democrazia è quella in cui l’attività politica è possibile solo ad una élite di mandarini?
Gli “incompetenti” in parlamento potrebbero essere un modo per arrivare alla sospirata semplificazione. Con la loro grettezza procederebbero ad una sorta di disboscamento.
Ma l’aspetto fondamentale è che grazie al sorteggio nessuno avrebbe più incentivi a rendersi popolare e ad acquisire consenso. Si cercherebbe di far bene nell’interesse di tutti per essere ricordati con gratitudine.
L’obiezione principale è che così facendo ci priveremo di quello che è considerato il fondamento stesso dellalegittimità democratica: il diritto di scegliere i nostri rappresentanti con il voto.
Si può rispondere che il meccanismo antidemocratico proposto passa comunque il test costi-benefici. Inoltre, non consegna il potere ad un temibile dittatore ma al caso, ovvero ad un’entità tutto sommato più affidabile dei politici.
Una proposta del genere ha del paradossale e molti pensano che non meriti nemmeno di essere discussa. Ha comunque la virtù di mettere in luce le radici dell’abuso della politica che è la causa dei nostri problemi.
Ci sono poi forme più moderate – e verosimili – di questo approccio: si potrebbe sorteggiare un numero limitato di parlamentari, lasciando il resto a libere elezioni. In questo modo l’obiezione di “democraticità” verrebbe affievolita. Si potrebbe poi circoscrivere il sorteggio a categorie di cittadini che offrono certe garanzie, per esempio cittadini in possesso di titoli specifici. In questo modo si rintuzza l’obiezione dell’incompetenza e, anzi, si attuano forme di epistemocrazia. Coniugato con un basso numero di parlamentari e un cospicuo vitalizio (non si nega un vitalizio a chi in fondo non se l’è cercato) si potrebbero fronteggiare i rischi di corruzione a posteriori.
È chiaro poi che il ruolo dello “specialista” si trasferirebbe sul burocrate. Ma forse che oggi non è già così? La cosa sarebbe solo più esplicita e avrebbe l’ulteriore  virtù di rendere  visibili i reali poteri forti in un regime democratico.
Detto questo ammetto di non nutrire particolare fiducia in questa soluzione: il voto è una forma di espressione di cui la gente ha bisogno per tranquillizzarsi. Potrebbe anche prendere coscienza che non serve a nulla, potrebbe anche realizzare che i costi sono inferiori ai benefici, potrebbe anche essere razionale per un momento, ma poi vorrebbe indietro il suo giocattolo, il suo “ciuccio”, l’unica cosa che la calma e la rende pacifica: il voto.
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martedì 6 settembre 2011

Confessioni davanti al dado

Molti non vedono come il Caso possa convivere con il Progetto; secondo questa visione il secondo dovrebbe necessariamente dileguarsi non appena il primo fa capolino. Ma le cose non stanno così, il Caso, infatti, è un’ arma senza la quale molti Progetti sarebbero destinati a fallire. Anche il Dio creatore vi è ricorso per progettare “il migliore dei mondi possibili”
Ma lasciamo perdere il Dio creatore, un argomento dall’ impatto talmente emotivo da instupidire molte intelligenze. Gli esempi migliori per dar conto di questa faccenda sono più minuti e anche meno vaghi.
deviantART user Hallincogenius  piedi in prestito
Avete presente quella massa di interviste destinata successivamente a trasformarsi in statistiche? Ebbene, molto spesso le ricerche condotte su questa base sono inattendibili, specie quando si chiede conto di verità inconfessabili o quantomeno imbarazzanti. Chi non vede i problemi che su questo campo incontra il ricercatore? Eppure, grazie al Caso, nella fattispecie un dado, è possibile progettare le domande in modo da rendere molto più significative le risposte. L’ articolo che suegue mi ha colpito.
 
How to use dice to stop people from lying on surveys
Whenever we turn on the news, we're treated to statistics about things there seem to be no way of verifying. How many people has the average person slept with? How many crimes has the average person committed? The numbers quoted are often the result of surveys. In a survey, there's nothing to keep people honest, especially about things like crimes. Scientists have found that dice can shake the truth out of people.
It's been shown that people lie on surveys. A survey of the number of sexual partners people had — in which participants believed they were hooked up to a lie detector — dramatically shrunk the gap between the numbers of partners usually reported by men and women. One way to keep people from telling a lie is to make them believe that they can't tell anything other than the truth.
Another way to get at the truth is to make people that they sometimes have to tell a lie. A toss of the dice allows people to confess things on surveys that they otherwise wouldn't. When South Africa wanted to conduct a survey about whether or not farmers had killed leopards (an illegal practice), the surveyors brought along a die.
If the farmer tossed the die and got a one, they had to respond "yes" to the surveyor's question. If they got a six, they had to say "no." The rest of the time, they were asked to answer honestly. The die was hidden from the person who was conducting the survey, so they never knew what number the farmer was responding to.
Suddenly, the number of "yes" responses to the leopard question started coming up by more than just one-sixth. This technique — called the randomized response technique — provided a blind that people could use to respond honestly to difficult questions. Depressingly, it was estimated that almost twenty percent of farmers had killed leopards within the last year. The accurate numbers, though, can help the government form more helpful responses, like compensation for livestock lost to leopards, and protect more leopards in the future.






Un altro esempio lo si trae dalla stretta attualità: combattere l' evasione grazie alle lotterie:
Questa estate di passione per i nostri conti pubblici e di affannosa ricerca di misure di risanamento del debito ha riportato al centro dell’attenzione il tema della lotta all’evasione fiscale. È necessario spezzare il circolo vizioso, in cui due elementi si sostengono a vicenda: più è alta l’evasione, più devo fare ricorso a misure dure e invasive e più incrino il rapporto tra fisco e contribuenti, facendo venir meno ogni possibilità di cooperazione tra gli attori del sistema. In effetti, la cosa più fastidiosa per un lavoratore autonomo è essere considerato automaticamente un evasore. E probabilmente non è neanche utile per raccogliere più tasse. Secondo gli economisti, il modo migliore per incentivare il buon comportamento fiscale non sia tanto il controllo e la punizione quanto piuttosto la “compartecipazione ai profitti”… Il programma prevede un ulteriore incentivo che si affianca alla restituzione di parte dell’Iva incassata: la distribuzione di premi sorteggiati mensilmente tra i partecipanti… leggi tutto