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venerdì 17 febbraio 2023

 https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid0yMKkvCTCDE6wKsXQeCVkJmkAY5vAHhDhxBc7wHuhjMtgdgtdzVikyjgzF6m9YT1ql?__cft__[0]=AZXv1sn3UFKh-RrX_iVzIcMNGL9_Z94vt7Xh6YwJ7azcQqWUI8sPGgDnBKZlsxfwKckAuDWV6dnmTtC8oVV54Ahn-Rm62qjlY7Lzb_qjsHrwR2E0PvDolYNvSvEeraPSYaAJKynDRKQmX3umpekiBbgQtpdqFLnEB7PprY6dcYo7xw&__tn__=%2CO%2CP-R

mercoledì 3 giugno 2020

PERCHE' DIO CI HA ABBANDONATO? hl Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind

Cos'è l'inconscio te lo insegna Freud, cos'è la coscienza te lo insegna la mamma. Sì, la mente è una teoria che si insegna e si impara.
Espressioni come: "l'abuso che ho subito da piccolo è un fardello che sto ancora elaborando" sarebbe incomprensibile prima di Freud, un po' come se negli anni ottanta vi avessero chiesto di "cliccare con il mouse sull'icona": ogni parola è sensata ma la frase è assurda.
Quando la mamma ti dice "a cosa stai pensando?", oppure "mi sembri triste", ti sta insegnando indirettamente una teoria della mente, con osservazioni del genere imparerai presto che la mente è uno spazio immaginario che contiene cose come pensieri, emozioni e desideri. Se intendi concepire un pensiero, basta che tu lo voglia e ci riuscirai, l'energia necessaria la chiamerai forza di volontà. Tutto questo è per noi così ovvio che sembra puro buon senso, invece è una teoria della mente relativamente recente che risale a circa 3500 anni fa, prima non riscontriamo nessun riferimento alla mente. La mente non c'era, c'erano le "voci".
Se ho in testa qualcosa potrei descrivere il fenomeno come un pensiero che sto pensando, oppure come una voce che sto ascoltando. Perché no? Oggi la prima soluzione è scontata, ieri la seconda era invece più comune. Se i nostri antenati ci appaiono come dei dissociati mentali, noi appariremmo a loro come egoisti e presuntuosi in preda a demoni pervertiti.
Senti una voce che ti dice cosa fare, che ti loda per i tuoi successi, che ti critica per i tuoi fallimenti e ti dice quali decisioni prendere in situazioni difficili. La moderna teoria della mente ti dice che questa è la TUA voce, sei TU che stai pensando i tuoi pensieri. Ma senza la teoria della mente che ti ha insegnato la mamma potresti interpretare diversamente la cosa. I bambini, per esempio, non hanno una teoria della mente ben formata, per questo spesso pensano che l'amico immaginario parli con loro. I Santi e i profeti hanno Dio. Noi stessi, nei sogni, facciamo parlare altre persone. Io a volte sento la Madonna rispondere alle mie preghiere. Sulla rete ci sono gruppi di persone che si incontrano per coltivare l'idea della multipersonalità (ometto i link perché pericolosi). Conosco un tale che scrive racconti e nella febbre della creatività parla con i suoi personaggi. Ecco, orientarsi verso una personalità multipla ci appare innaturale ma è in realtà abbastanza facile in contesti culturali che lo favoriscono o addirittura lo richiedono.
Gli antichi avevano una teoria della mente che privilegiava le voci. Omero anelava a trascrivere il canto delle Muse. Proprio come noi insegniamo ai nostri figli che la voce nella loro mente è la LORO, così gli antichi insegnavano ai loro figli che la voce nella loro testa era un DIO che dava loro dei comandi. Tutti erano continuamente nello stesso tipo di trance in cui si trova oggi uno schizofrenico che ascolta le voci, anche se c'erano alcuni fuoriclasse ammirati da tutti, mi riferisco a mistici, santi e profeti.
Ma quando c'è stata la svolta? Forse con l'emergere dell'individualismo. In questo caotico tutti contro tutti si contava solo sulle proprie forze e l'idea di un demiurgo che ci guidava in quanto parti di un progetto armonioso suonava sempre meno promettente. Gli antichi avvertivano il cambiamento è si chiedevano "perché Dio ci abbandona?", "perché gli dei si sono ritirati?". Gli Assiri inventarono addirittura l'idea di Paradiso. Prima era inutile, Dio dimorava stabilmente presso gli uomini, ma ora si è nascosto lassù e dobbiamo essere noi ad andare da lui.
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aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind
Citation (APA): riccardo-mariani@libero.it. (2020). Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 3
Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind
Nota - Posizione 3
@@@@@@ cos é una teoria della mentes? É il modo in cui pensiamo bche la nmente funzioni. Es l inconscio nasce con freud. tesi del libro: la mente nasce con l iliade. le voci. I pensieri come voci. Le personalitá multipli.
Evidenzia (giallo) - Posizione 3
Julian Jaynes’ The Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind
Evidenzia (giallo) - Posizione 8
Theory-of-mind is our intuitive model of how the mind works.
Evidenzia (giallo) - Posizione 9
Every schoolchild has theory-of-mind.
Nota - Posizione 9
Un esempio
Evidenzia (giallo) - Posizione 9
the mind is an imaginary space containing things like thoughts, emotions, and desires.
Evidenzia (giallo) - Posizione 11
I will thoughts to happen, and they happen;
Evidenzia (giallo) - Posizione 12
This needs a resource called willpower;
Evidenzia (giallo) - Posizione 13
When important things happen, sometimes my mind gets strong emotions;
Evidenzia (giallo) - Posizione 14
All this seems so obvious that it sounds like common sense
Evidenzia (giallo) - Posizione 15
young children don’t start out with theory of mind. They can’t separate themselves from their emotions;
Evidenzia (giallo) - Posizione 17
children are famously unable to figure out that a playmate who has different evidence than they do
Nota - Posizione 18
Bisogna impararlo
Evidenzia (giallo) - Posizione 19
You learn it from your parents.
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
“What do you think?”
Nota - Posizione 20
Cose che ti dice la mamma
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
“You look sad”
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
Eventually it all sinks in. Kids learn their parent’s theory-of-mind
Evidenzia (giallo) - Posizione 21
When in human history did theory-of-mind first arise?
Nota - Posizione 22
La domanda del libro
Evidenzia (giallo) - Posizione 22
“The unconscious” only really entered our theory-of-mind with Freud.
Nota - Posizione 23
Esempio
Evidenzia (giallo) - Posizione 27
He thinks it comes from the Bronze Age Near East, c. 1500– 750 BC.
Nota - Posizione 28
L ardita tesi del libro
Nota - Posizione 28
Tttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 28
II.
Evidenzia (giallo) - Posizione 29
He reviews various samples of Bronze Age writing from before and after this period, and shows that the early writings have no references to mental processes, and the later ones do.
Nota - Posizione 30
Testi
Evidenzia (giallo) - Posizione 36
Jaynes spends the most time talking about the Iliad,
Nota - Posizione 37
L inizio della mente
Evidenzia (giallo) - Posizione 41
a typical translation might use a phrase like “Fear filled Agamemnon’s mind”. Wrong! There is no word for “mind” in the Iliad,
Evidenzia (giallo) - Posizione 44
rose in Agamemnon’s belly”.
Evidenzia (giallo) - Posizione 46
Later, when the Greeks got theory of mind, they repurposed all these terms.
Evidenzia (giallo) - Posizione 54
The response of Achilles begins in his etor, or what I suggest is a cramp in his guts,
Nota - Posizione 54
Alternative alla mente
Nota - Posizione 58
Ttttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 58
III.
Evidenzia (giallo) - Posizione 58
you hear a voice that tells you what to do, praises you for your successes, criticizes you for your failures, and tells you what decisions to make in difficult situations. Modern theory-of-mind tells you that this is your own voice, thinking thoughts.
Nota - Posizione 60
Un caso ricondotto
Evidenzia (giallo) - Posizione 60
If you don’t have theory of mind, what do you do with it?
Evidenzia (giallo) - Posizione 61
Children don’t have theory of mind,
Evidenzia (giallo) - Posizione 61
half of them have imaginary friends.
Evidenzia (giallo) - Posizione 63
better term would be “hallucinatory friend”
Evidenzia (giallo) - Posizione 64
the voice in your head is a friend– or god
Evidenzia (giallo) - Posizione 66
I know some very smart and otherwise completely sane evangelical Christians who swear to me that God answers their prayers.
Evidenzia (giallo) - Posizione 67
God’s voice may not sound exactly like an external voice,
Evidenzia (giallo) - Posizione 71
In Internal Family Systems, the therapist asks the patient to conceptualize some part of their mind (maybe the part that’s producing a certain symptom) as a person, and to talk to it.
Nota - Posizione 73
Terapie che funzionano
Evidenzia (giallo) - Posizione 75
“Hello, I am your anxiety, and I’m only inflicting these fears on you because we were abused as a child and I want to make sure nobody ever abuses us like that again”.
Evidenzia (giallo) - Posizione 79
dissociative identity
Evidenzia (giallo) - Posizione 84
someone rediscovered/ invented tulpamancy, the idea of cultivating multiple personalities on purpose because it’s cool.
Evidenzia (giallo) - Posizione 85
talking to a different entity inside of them.
Evidenzia (giallo) - Posizione 86
I have a friend who writes novels,
Nota - Posizione 86
Parla con i suoi personaggi
Evidenzia (giallo) - Posizione 92
giving yourself multiple personalities is actually pretty easy under the right circumstances.
Evidenzia (giallo) - Posizione 94
cultural context in which having a multiple personality is expected.
Nota - Posizione 94
Tipo
Evidenzia (giallo) - Posizione 94
They had absolutely no theory of mind,
Nota - Posizione 95
Gli antichi
Evidenzia (giallo) - Posizione 95
Just as we teach our children that the voice in their mind is them thinking to theirselves, so the ancients would teach their children that the voice in their head was a god giving them commands.
Evidenzia (giallo) - Posizione 99
The Greeks have their daemons, the Romans their genii, the Egyptians their ka and ba, and the Mesopotamians their iri.
Evidenzia (giallo) - Posizione 104
Every ancient text is in complete agreement that everyone in society heard the gods’ voices very often and usually based decisions off of them.
Evidenzia (giallo) - Posizione 112
If the Bronze Age seems kind of hive-mind-y, Julian Jaynes argues this is because its inhabitants weren’t quite individuals,
Nota - Posizione 113
Indiividualismo
Evidenzia (giallo) - Posizione 113
They were in the same kind of trance as a schizophrenic listening to voices
Evidenzia (giallo) - Posizione 126
Then, around 1250 BC, this well-oiled system started to break down. Jaynes blames trade.
Nota - Posizione 126
Il passaggio
Evidenzia (giallo) - Posizione 126
Traders were always going into other countries,
Evidenzia (giallo) - Posizione 128
they would have to negotiate with rival merchants!
Evidenzia (giallo) - Posizione 128
you need to be able to model what your rival is thinking
Evidenzia (giallo) - Posizione 134
as theory of mind spread, the voices of the gods faded.
Evidenzia (giallo) - Posizione 137
“the gods have forsaken us”
Evidenzia (giallo) - Posizione 137
why aren’t there gods anymore?”
Evidenzia (giallo) - Posizione 144
So people got desperate.
Evidenzia (giallo) - Posizione 169
The Assyrians invented the idea of Heaven. Previously, Heaven had been unnecessary. You could go visit your god in the local ziggurat,
Nota - Posizione 170
Dio vci ha abbandonato. L invenzione del paradiso
Evidenzia (giallo) - Posizione 170
gods had retreated to heaven
Evidenzia (giallo) - Posizione 172
By 500 BC, the ability to hear the gods was limited to a few prophets,
Evidenzia (giallo) - Posizione 174
For Jaynes, the Iliad starts “Sing, O Muse…” because the poet was expecting a hallucinatory Muse to actually appear
Evidenzia (giallo) - Posizione 176
Plutarch’s On The Failure Of Oracles.
Evidenzia (giallo) - Posizione 181
The last oracle to fade away was the greatest– Delphi,
Nota - Posizione 188
Ttttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 188
IV.
Evidenzia (giallo) - Posizione 189
The real Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind is like my edited version above, except that wherever I say “theory of mind”, it says “consciousness”.
Evidenzia (giallo) - Posizione 191
Consciousness means so many different things to so many different people, and none of them realize they’re talking past each other,
Evidenzia (giallo) - Posizione 193
Did he literally believe that the Sumerians, Homeric Greeks, etc were p-zombies?
Evidenzia (giallo) - Posizione 209
The other major difference between my rewrite and Jaynes’ real book is that Jaynes focuses heavily on “bicamerality”
Evidenzia (giallo) - Posizione 211
the left hemisphere was the “mortal” and the right hemisphere the “god”
Nota - Posizione 211
Bronze age
Evidenzia (giallo) - Posizione 213
I am not an expert in functional neuroanatomy, but my impression is that recent research has not been kind to any theories too reliant on hemispheric lateralization.
Nota - Posizione 226
Ttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 226
V.
Evidenzia (giallo) - Posizione 227
what about Australian Aborigines?
Nota - Posizione 227
Altro problemino
Evidenzia (giallo) - Posizione 228
If consciousness is an invention, and it didn’t spread to these groups, did these groups have it?
Evidenzia (giallo) - Posizione 230
Jaynes claims Bronze Agers heard gods literally all the time, as a substitute for individual thought.
Evidenzia (giallo) - Posizione 232
And these people also seem to be able to strategically deceive others, another key consciousness innovation Jaynes says Bronze Agers lacked.
Evidenzia (giallo) - Posizione 252
minds of primitive people are pretty weird, and I believe that, but they don’t seem quite as weird as Jaynes wants them to be.
Evidenzia (giallo) - Posizione 260
It’s well-known that some other cultures rarely get depression and anxiety in the classical Western sense.
Evidenzia (giallo) - Posizione 264
I’m not saying these people aren’t conscious or have no theory of mind. But it seems like their theory of mind must be… arranged… differently than ours is, somehow.
Evidenzia (giallo) - Posizione 269
the most important thing I’m going to take away from Origin of Consciousness is that theory of mind is an artifact, not a given, and it’s not necessarily the same everywhere.
Evidenzia (giallo) - Posizione 271
Much of the way we relate to our mind is culturally determined,
Evidenzia (giallo) - Posizione 272
Theory-of-mind-space is wider than we imagine,

lunedì 2 marzo 2020

EPIDEMIA DI SOLITUDINE


A quanto pare c'è un' "epidemia di solitudine". Chi denuncia la cosa pensa alle persone come desiderose di compagnia. Noi tutti cercheremmo una spalla su cui piangere, una rete protettiva, persone che siano lì per noi nel momento del bisogno, il calore di una comunità in cui sentirsi inseriti.
Ma la Chiesa fa proprio questo di mestiere, eppure le chiese sono deserte. Che succede?
Ipotesi:
1) la gente ha trovato dei sostituti. Ma allora, mi chiedo, perché lamentarsi della solitudine?
2) Stare soli non è così male.
3) Lo stato ha usurpato il ruolo delle chiese.
4) La chiesa ti porta via troppo tempo, e questo fatto non si concilia con la vita moderna.
5) Non si puo' capire il declino della chiesa senza capire il declino della famiglia.

lunedì 30 dicembre 2019

I LUSSI DELLA SOCIETA' ATOMIZZATA


Le circostanze che promuovono il benessere materiale, disgregano la coesione sociale? Un tempo avrei risposto di no, oggi ho molti più dubbi e sto cambiando idea. Forse modernità e coesione sociale sono davvero incompatibili.

Per coesione sociale intendo un forte senso di appartenenza, una solidarietà verace, una grande fiducia nella reciprocità e nel trovare un "senso" nello stare insieme sacrificandosi l'uno per l'altro. L'esempio canonico è quello di una piccola unità militare che combatte la sua battaglia. La coesione sociale monta al crescere delle difficoltà affrontate dal gruppo.

Purtroppo, la società moderna ha perfezionato l'arte di non far sentire le persone necessarie. Ci sei o non ci sei, fa lo stesso, non cambia molto. Una base alquanto fragile per "fare gruppo". Chi cerca il benessere materiale, cerca di fatto grandi società, anonimia, specializzazione nei ruoli e riduzione al minimo delle difficoltà materiali, tutti fattori che depotenziano la socilaità e spingono l'individualismo.

In passato vivevamo in piccoli gruppi precari, sempre sotto la minaccia di qualcosa, ci conscevamo tutti e tutti erano indispensabili o quasi. Abbiamo così sviluppato un bisogno di coesione. In un libro ho letto esempi originali di questo nostro istinto, eccone alcuni davvero curiosi: 1) molti coloni occidentali in esplorazione del nuovo mondo lasciarono volentieri la "civiltà" per unirsi alle tribù native, ma raramente accadeva il contrario. 2) Ci siamo evoluti per dormire in gruppo, solo ultimamente abbiamo messo i bambini nelle loro camerette (da leggere). 3) Ci piacciono i film (e spettacoli in genere) in cui le comunità sono perennemente in crisi (di solito c'è un maschione che affronta una minaccia esterna; una femmina che lo aiuta con le dinamiche di gruppo; un uomo che non riesce a stare nel branco e se ne va in cerca di se stesso facendo una brutta fine e un uomo che, essendo stato mandato via dalla comunità per il suo comportamento problematico, ritorna e si riscatta. 4) Durante le guerre, solidarietà e reciprocità conoscono i loro picchi. Quando sei nelle canne impari ad andare d'accordo con le persone, anche con gli antipatici. 5) L'ultimo esempio che ricordo riguardava le stragi nelle scuole americane: non succede mai nelle aree più povere e ad alta criminalità. I giovani protagonisti hanno una vita materiale confortevole.

L'atomizzazione della sociatà, prima di essere un guaio è un lusso che ci concediamo: si genera in mancanza di situazioni davvero difficili da affrontare. Non essendoci pericoli reali vicini cerchiamo di inventarcene qualcuno lontano. L'esempio del riscaldamento globale è perfetto: mai gruppo umano sulla terra si è mai minimamente preoccupato di fenomeni che forse si potrebbero realizzare ad un secolo di distanza! Solo il pensiero religioso dell'apocalisse è stato tanto lungimirante. Probabilmente, dietro c'è il bisogno di lanciare allarmi che ci consentano di ricostruire un tessuto sociale che va sfaldandosi.

Mi chiedo se esista un modo per conciliare il benessere con il senso di comunità. Sono scettico: a parole vogliamo più unità ma di fatto respingiamo alcune delle condizioni essenziali per formarla. Preferiamo vivere comodamente che affrontare guerre o altre privazioni. Preferiamo scegliere con cura le persone con cui stare anziché farci piacere gli arroganti, e preferiremmo associarci a squadre, partiti politici o stili di vita anzichè con le persone del nostro quartiere. Con la prosperità abbiamo acquisito il diritto a queste scelte e non intendiamo rinunciarci anche se l'inevitabile conseguenza è l'atomizzazione della società.

Se, poi, la religione è uno strumento di coesione sociale, la secolarizzazione crescente si spiega: quando il collante del gruppo cessa di essere prodotto, la religione viene accantonata, o diventa al più un partito politico o una squadra di calcio. Abbassare i livelli di welfare state potrebbe essere l'uovo di Colombo per rinvigorire religione e coesione sociale: a parità di ricchezza, avremo più rischio e più pericoli; quindi, maggiori reti sociali. Ma siamo pronti? La rimpiangiamo veramente la coesione sociale?

venerdì 29 novembre 2019

LA MADRE DI TUTTE LE LIBERTA'

A cosa serve la Storia?
No, non serve ad ammaestrarci per il futuro, serve ad ammaestrarci per il presente, in particolare a sopire i nostri bollori moralistici. Serve a farci vedere la terra dalla luna, serve a spiegarci, per esempio, che certi comportamenti che oggi tanto ci oltraggiano, ci indignano moralmente e ci fanno rivoltare l'anima, in passato erano la regola. Non solo: erano una regola giustificata razionalmente! Razzismo, sessismo, xenofobia e bla bla bla erano la regola, ed erano una regola giustificata! La libertà e l'eguaglianza tra gli uomini non sono un progresso, sono invece un lusso che ci siamo concessi quando abbiamo potuto permettercelo, ovvero in un contesto mutato (magari grazie a quelle forze che gli indignati di professione disprezzano. Dobbiamo quindi 1) gioire per questo fatto e 2) capire chi conserva certi atteggiamenti che in passato erano comunque la regola giustificata. Il libro di Koyama, a prescindere ci sia accordo o meno, porta esempi illuminanti, ma uno svetta e riguarda la nascita delle società libere.
Come sono emersi i moderni stati liberali? Gli economisti si sono tradizionalmente concentrati sulla produzione della ricchezza mentre gli scienziati della politica su questioni relative a democratizzazione e stabilità politica. Ma c'è un fattore che è stato trascurato da tutti: la religione.
Questa negligenza è facile da capire. Nel mondo sviluppato la libertà religiosa è così radicata nelle istituzioni che la diamo per scontata.
Il primo passo di questo ragionamento consiste nel non confondere libertà religiosa e tolleranza religiosa. Oggi sono praticamente sinonimi. Ci riteniamo tolleranti quando non giudichiamo o condanniamo gli altri per le loro scelte di vita, ma questo non è il significato originale latino di "tolere". Fino al XVII secolo tollerare significava sopportare qualcosa con cui non si è d'accordo. Si trattava di un principio pratico piuttosto che morale, ed era contingente e soggetto a revisione arbitraria. C'è quindi una certa differenza tra tolleranza e autentica libertà religiosa.
Perché questa distinzione è importante? Troppo spesso gli storici lodano le società che non hanno perseguitato attivamente le minoranze religiose e le chiamano "tolleranti". Ma l'assenza di persecuzioni non implica che gli individui fossero liberi di perseguire il miglioramento economico o sociale adorando il loro dio. L'ipotesi che il dissenso potesse invitare alla repressione da un momento all'altro era sufficiente a creare un clima in cui i pensieri potenzialmente sovversivi non fossero espressi liberamente. Né l'antica Roma né gli imperi islamici o mongoli avevano libertà religiosa. Spesso si astenevano dal perseguitare attivamente le minoranze religiose, ma erano anche spietati nel reprimere queste difformità quando la cosa si adattava ai loro obiettivi politici. La libertà religiosa è un'esclusiva della modernità post-1700. Perché?
E qui arriviamo al punto. Alcuni studiosi hanno introdotto la fertile distinzione tra "regole personali", "regole identitarie" e "regole generali". Le prime comportano un trattamento differenziato a seconda delle caratteristiche individuali. La legge cambia da persona a persona. Questo funziona quando la comunità è minuscola e i membri si conoscono personalmente, possono fidarsi l'un l'altro ed avranno interazioni future. Perché Ronaldo riceve un trattamento speciale nello spogliatoio della Juve? Perché tutti sanno chi è e cosa fa. Non solo, possono sempre tenerlo d'occhio e verificare che continui a rispondere alle aspettative. Le regole personali hanno tuttavia una grave lacuna, sono di scarsa utilità nel trattare con estranei.
Con il passaggio all'agricoltura, le organizzazioni politiche sono diventate più estese e i sistemi legali più sofisticati, le leggi hanno assunto la forma di regole identitarie, ovvero dipendevano dall'identità sociale dei gruppi coinvolti. Ogni gruppo aveva la sua legge. Ci si poteva riferire al clan, alla casta, alla classe, all'affiliazione religiosa, il sesso o all'etnia di un individuo. Gli aristocratici avevano regole diverse da quelle comuni. Gli schiavi avevano regole diverse rispetto ai liberi. Il Codice di Hammurabi, ad esempio, prescriveva una punizione basata sullo status del colpevole e/o della vittima. Le regole identitarie erano comuni perché più pratiche di quelle personali quando le dimensioni del gruppo si ampliavano e la conoscenza reciproca diminuiva. Poiché l'identità religiosa era particolarmente saliente, si differenziava spesso in base alla religione.
In un'epoca precedente agli stati nazionali la religione era una componente particolarmente importante dell'identità. Le credenze religiose condivise erano cruciali per mantenere l'ordine sociale. In queste condizioni la libertà religiosa era impensabile, si poteva giusto arrivare alla tolleranza. Ad esempio, nell'Europa medievale e nella prima modernità i giuramenti prestati davanti a Dio hanno svolto un ruolo importante nel sostenere l'ordine sociale. Gli atei, tanto per dire, erano fuori dalla comunità politica, poiché, come diceva John Locke, "le promesse, le alleanze e i giuramenti, che sono i vincoli della società umana, non possono avere alcuna presa su un ateo". Ma un'identità religiosa condivisa era anche cruciale per l'appartenenza alla gilda, che escludevano i musulmani, per esempio. Le corporazioni di Tallinn escludevano i cristiani ortodossi, altro esempio di Koyama. Gli ebrei poi erano sottoposti a leggi ad hoc e furono esclusi quasi ovunque.
Ma come siamo passati da un mondo di regole identitarie ad un mondo di regole generali in cui siamo "tutti uguali davanti alla legge"? Il potenziamento degli stati è stato decisivo. Per capacità statale s'intende la capacità di far rispettare le regole, e le regole identitarie sono un modo per facilitare questo compito. Il singolo va facilmente fuori dai radar e si imbosca impunito ma la comunità no. Quando il radar si potenzia l'espediente della regola identitaria non serve più.
Facciamo un esempio di come le regole identitarie potevano facilitare la convivenza con beneficio reciproco: i primi governi moderni usavano spesso le comunità ebraiche come fonte di entrate fiscali, al contempo ne tutelavano l'esistenza. Le restrizioni all'usura, per esempio, rendevano i prestiti interdetti ai cristiani. Tuttavia, i prestiti realizzavano profitti tassabili, cosicché i sovrani potevano sopperire a questa lacuna concedendo i diritti legati al prestito agli ebrei senza violare precetti religiosi. A loro volta, i tassi di interesse applicati dai finanziatori ebrei erano alti e gli utili venivano tassati dagli stessi sovrani che incameravano cospicue entrate. Certo, questa esclusiva alla lunga ha esacerbato l'antisemitismo preesistente tra la popolazione cristiana. Ciò a sua volta ha reso relativamente facile per i governanti minacciare gli ebrei nel caso in cui non intendessero pagare le enormi tasse a loro carico. Ora, fintanto che i governanti si affidavano al denaro "giudeo" come fonte di entrate, gli ebrei rimasero intrappolati in questa morsa che li rendeva quasi-liberi e vulnerabili allo stesso tempo. La loro posizione migliorò solo quando gli stati svilupparono sistemi finanziari e di tassazione più sofisticati, allora divennero cittadini tra tanti. Insomma, la limitata capacità statale implica potenti regole identitarie. Inoltre, la religione è una comoda fonte di legittimità per gli stati deboli. Ciò dà origine a una collaborazione tra stato e chiesa. Lo stato impone la conformità religiosa (privilegi) in cambio del sostegno dell'autorità ecclesiastica.
La modernità è l'epoca in cui lo stato si emancipa dalla religione, la sua potenza rende desuete le regole identitarie, e quindi anche il ruolo sociale della religione. Ma il passaggio non fu indolore, la storiella semplificata degli ebrei che ho appena raccontato non inganni. Dopo la Riforma, la violenza religiosa fu più estrema proprio laddove lo stato era forte, ovvero dove la regola identitaria - e quindi la tolleranza - non aveva più senso. La ratio è chiara, se la religione non serve più ad organizzare la società non ha più senso "tollerare" le minoranze religiose. Al contrario, in paesi come la Polonia, dove lo stato era debole, le persecuzioni religiose furono limitate nonostante la diffusione del protestantesimo. Le Guerre di religione non erano tanto legate a controversie confessionali e dottrinali. I principali stati europei si stavano spostando da regole identitarie a regole generali, avevano bisogno di un popolo omogeneo e proteiforme, i nuovi gruppi si sarebbero dovuti formare spontaneamente sul mercato senza ricorrere a identità pre-costituite. Il contratto (tra parti anonime) diventava metafora del sociale. Il passaggio da uno status fisso a una società fluida (contrattuale) ha contribuito a mettere in moto una serie di sviluppi, tra cui la crescita dei mercati e una più ampia divisione del lavoro. Ma ebbe la conseguenza non intenzionale di diminuire l'importanza politica della religione, e ciò rese il liberalismo possibile. La libertà religiosa si diffonde perché la religione conta sempre meno.
Non esiste alcuna relazione necessaria tra forza dello stato e liberalismo. Gli orrori del XX secolo furono condotti tutti da stati Leviatano. Ma il liberalismo è fragile, artificiale e altamente vulnerabile in assenza di uno stato potente. Quando manca lo stato si torna alla legge dei clan, ovvero delle comunità religiose.

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Religious freedom has become an emblematic value in the West. Embedded in constitutions and championed by politicians and thinkers across the political spectrum, it is to many an absolute value, something beyond question. Yet how it emerged, and why, remains widely misunderstood. Tracing the hist...