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lunedì 16 settembre 2024

bolla

 https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid0k6bFKwyB9ibhC6zaQ2aKaxYJhH6KDMDPLVeZnuoH8FSf2mQhD4u5u5rvPFu6zsGMl?__cft__[0]=AZWLa_QujFZN6GwGI-caHeCP3--v2r-V1ZMR3ulBGI7PdjffaXkypKK6PMrvTMn97VEOi3VhoIp4iEwSL5XW8OP2V1HnEsNwHJXdk3N7W5hQrysfzceu3-AvfAu_W4F2Yb5dv2XNpTFzd7kYihub9w9n&__tn__=%2CO%2CP-R

martedì 5 marzo 2019

BOLLA

BOLLA
Si sente molto dire che con i nuovi media puoi fare in modo di venire in contatto solo con notizie politiche a te “gradite”, ti puoi cioè rinchiudere nella tua “bolla”, oppure, per usare un’altra espressione che va tanto di moda, nella tua “stanza dell’eco”. C’è anche chi considera questo fatto come un pericolo nonché un viatico per la polarizzazione.
Si sente meno dire che il fenomeno riguarda più che altro le persone di sinistra. Quelle di destra sembrano più aperte all’ “altro”, almeno stando allo studio linkato.
Il fenomeno si sposa bene con “la mia teoria preferita di destra e sinistra”: la persona di sinistra è interessata alla politica, la persona di destra alle persone di sinistra e ai pericoli delle loro politiche.

https://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/2158244019832705

martedì 6 novembre 2018

I miei intellettuali di riferimento? intellettuali preferiti lista

Robin Hanson

Vitalik Buterin


Steven Landsburg
Razib Kahan
Tyler Cowen
Bryan Caplan
Alex Tabarrok
Jason Brennan
Scott Alexander
Richard Swinburne
Mike Huemer
Peter Leeson
Deirdre Mccloskey
Martin Gurri
Arnold Kling
Agnes Callard
Chris Freiman
Emily Oster
Robert Wright
Luca Ricolfi
Zvi Mowshowitz
Philip Tetlock
John Cochrane

Charles Murray
Greg Mankiw
David Friedman
Matt Ridley
Paul Graham
Peter Thiel
Peter Turchin
Ross Douthat
Richard Hanania
Scott Sumner
Tim Harford
Chris Blattman
Andrew Sullivan
Sabine Hossenfelder
Peter Singer
Robert Wiblin



continua

lunedì 18 giugno 2018

I miei intellettuali di riferimento - Intellettuali della mia bolla

I miei intellettuali di riferimento:

Bryan Caplan
Robin Hanson
Tyler Cowen
David Friedman
Alex Tabarrok
Scott Alexander
Steve Landsburg
Arnold Kling
Ross Douthat
Martin Gurri
Jason Brennan
Chris Freiman
Razib Kahan
Greg Cochrane
Scott Sumner


lunedì 19 febbraio 2018

La bufala dei tulipani

La bolla dei tulipani è una bufala storica. I tulipani erano semplicemente un bene di lusso - molto difficile da coltivare in certe varietà - in una paese che si stava arricchendo, non era affatto irrazionale pagare tanto per un prodotto del genere.
#Amazon
In the 1630s the Netherlands was gripped by tulipmania: a speculative fever unprecedented in scale and, as popular history would have it, folly. We all know…
AMAZON.COM

venerdì 2 febbraio 2018

Normalità della bolla

Da dove arrivano le bolle finanziarie? Dall'eccessiva fiducia in se stessi di fronte alle novità. Cosa produce l'eccessiva fiducia in se stessi? Il fatto di poter imitare altri autorevoli operatori e di vedersi imitati (positive feedback mechanism).
È un meccanismo fisiologico, non un' anomalia: non c'è nulla di più normale che una bolla finanziaria. Nelle "borse" costruite in laboratorio con cavie umane (studenti universitari) le bolle sono all'ordine del giorno.
#Amazon
“Clever, surprisingly fast-paced, and enlightening.” —ForbesMost new products fail. So do most businesses. And most of us, if we are honest, have experienced a major…
AMAZON.COM

sabato 14 gennaio 2017

Vivere in una bolla

Henry David Thoreau cercò scampo nel bosco.
Lo stilita si accucciò su una colonna e smise di parlare.
Paul Gauguin e Robert Louis Stevenson fuggirono nelle lontane isole del Sud.
Ma il passato non ha l’esclusiva di gesti del genere: ho appena letto il milanese  Paolo Cognetti, per lui l’occasione di ritirarsi dal mondo è la vita in baita a quota duemila. E nessuno oggi spiega meglio le ragioni per farlo.
In questi casi la solitudine è ricercata con uno sforzo eroico.
Oggi non è più necessario, la tecnologia ci consente di tagliare i ponti con tutto e tutti riducendo al massimo i costi. Lo si puo’ fare da casa, stando seduti comodamente in poltrona.
Ognuno, in altri termini,  puo’ creare la propria bolla col minimo sforzo. Ma come procedere?
Diventa importante eludere ogni notizia del mondo esterno, specie se di cronaca o di politica.
Abbandonare al più presto ogni interesse concreto per i problemi sociali, affrontare solo quelli che vi interessano e farlo come se ve li proponesse la settimana enigmistica. In altri termini: quando date la vostra onesta soluzione (o quando vi stufate di cercarla) mollate tutto.
Parallelamente, evitare anche la pubblicità commerciale, oggi ci sono degli aggeggini che consentono di farlo a poco prezzo. Per realizzare tutto questo, non è necessario rinunciare alla TV, che è fonte di molte gioie per chi vive nella bolla, basta saperla manovrare sapientemente. Il telecomando deve diventare la vostra colt.
Nella vostra bolla siete voi a stabilire le proporzioni, ricordatevelo. Nella mia, per esempio, Alex Tabarrok conta mille volte più di Mattarella, della cui esistenza trapela giusto qualche precario indizio.
Ma perché farsi una bolla? Perché mettere tanta distanza tra voi e il mondo?
Perché tanto il mondo tanto non vi ascolta, inutile perdere tempo ed energie costruendo una relazione.
Tuttavia, bolla e misantropia sono cose molto differenti: anche se “il mondo non  ascolta” è possibile nutrire una simpatia di fondo verso gli altri: vadano pure per la loro strada, non me ne curo ma li benedico, in fondo siamo simili. Arrivo persino a dire che siamo fratelli.
Costruirsi una bolla significa divorziare con la società. Ma si tratta di un un divorzio consensuale, amichevole. Si resta pur sempre in cordiali rapporti.
Una bolla è tanto più bolla quanto più evitate ogni relazione esterna. I moderati che non amano l’isolamento completo mantengano per lo meno un rapporto solo con chi condivide i loro interessi, non commettano imprudenze.
Riducete al minimo gli amici di Facebook, i follower di Twitter e i gruppi Whatsapp in cui siete coinvolti. Niente mailinglist. Meno contatti, meno perdita di tempo. Più selezione, più stimoli.
Mantenersi sempre nel perimetro della vostra sub-sub-cultura. Andare oltre riserva sorprese spiacevoli.
Procuratevi un animale (poco impegnativo). Portare a spasso il cane nelle ore più impensate vi consente di svuotare la testa favorendo i sogni ad occhi aperti. L’animale, diversamente dai bambini, non riserva sorprese spiazzanti, facilita l’istituzione di rituali, ovvero tempi vuoti che potete riempire con le vostre fantasticherie arbitrarie.
Cercatevi un lavoro da pendolari, meglio se col treno. Il tempo passato a “pendolare” è tempo vuoto che potete destinare piacevolmente all’arredo della  vostra bolla. Inoltre, è un tempo necessariamente speso in ozio, e quindi riduce i sensi di colpa. Se poi una volta era facile essere disturbati da chi ha la fissa di “scambiare quattro chiacchiere”, oggi non è più così: ognuno guarda il suo telefonino. In fondo, anche chi non conosce l’arte della bolla è giocoforza spinto dalla tecnologia verso una sua realtà virtuale, per quanto povera.
Ogni tanto concedetevi una visita al mondo esterno. Ma breve, e soprattutto non allontanatevi: un passo deve essere sufficiente per riparare al sicuro nel calduccio della vostra bolla.
Non create mai occasioni di scontro, solo così si puo’ vivere in tranquillità. Meglio girare al largo dalle tentazioni che cercare di superarle in modo eroico.
Qualcuno potrebbe chiedersi  perché “esprimersi” se nessuno “ascolta”? Perché è bello. Se a voi non piace non è un obbligo, probabilmente nemmeno siete tipi da bolla.
Il patrono delle bolle è Epicuro: vivi nascosto. La popolarità è un cattivo test della verità.
La preghiera di chi vive in una bolla:
Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso,
e la saggezza per conoscere la differenza.
Bolla e autarchia non sono sinonimi: chi sta nella bolla puo’ fruire delle comodità che vengono da fuori, ce le si puo’ procurare con interazioni anonime. Si puo’ vivere in una bolla continuando ad essere dei perfetti “consumisti”.
***
Dubbio: forse l’eroismo di Thoerau, Gauguin, Stevenson e Cognetti è una componente essenziale per la  loro felicità.
E’ un dubbio lecito, forse non si cerca tanto la solitudine quanto il gesto eroico, il gesto che faccia parlare di noi. In questo caso una solitudine senza eroismo è inservibile poiché ancora non si è realmente convinti che “il mondo non ti ascolta”.
Altro dubbio: forse ritirarsi dal mondo è una vigliaccata. Forse sfruttare al meglio le comodità del mondo moderno è una forma di tradimento. Qualcuno non capirà ma un cattolico capisce eccome.
Dubbio lecito, infatti è prudentee confessare la costruzione della bolla come un peccato, uno dei tanti.
P.S. Un peritoso costruttore di bolle è Bryan Caplan, una parte di questi suggerimenti vengono da lui e dal suo blog.
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