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sabato 6 luglio 2013

Moonshine Kindom

Sam Shakusky E Suzy Bishop (il nerd e la ninfetta) in fuga dal mondo dei grandi. Ed è subito amore. Non una storia che racconta di bambini ma una storia raccontata dai bambini.

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Di seguito le impressioni di Sara:

Tutto è possibile, tutto drammaticamente serio ed esagerato.
Gli orfani ribelli si recuperano in orfanotrofio, con l’elettroshock, gli eroi volano e le fughe d’amore, pianificate con messaggini segreti, hanno bisogno solo di un dove, un quando, una valigia di libri e un mazzo di fiori.
Ci si accampa sulla spiaggia vivendo di pesca e ornandosi di scarafaggi e se un fulmine ti colpisce diventi tutto nero e per un po’, se baci, dai la scossa.
Ma dove siamo? Siamo nel mondo visto dai bambini. Tutto il film è una soggettiva, almeno emotivamente.
Perché no? Se sei buono e mi vuoi bene mi adotti tu e se fai il poliziotto avrò anch’io la mia piccola divisa con tanto di cappellino e stemmi.
Siamo, in fondo, in un mondo desiderabile, in un mondo dove il bene esiste e il male si può recuperare, dove la mamma, tuonante come un megafono, alla fine mi capisce e mi compatisce e io, magari, capisco o capirò anche un po’ lei.

Forse per questo i due protagonisti, veri alternativi e ribelli, non ridono mai? Siamo nel loro mondo, nel mondo dei bambini, vietato non prendere tutto sul serio, vietato sdrammatizzare.