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giovedì 28 marzo 2019

KEYNES VIENE DOPO…

KEYNES VIENE DOPO…
Perché il lungo periodo conta più del breve? Perché Keynes va insegnato dopo i neoclassici (e solo se avanza tempo)?
1) I problemi di lungo periodo sono straordinariamente importanti per il benessere dell’uomo. Esempio: nel 1900 il Giappone aveva meno della metà del reddito pro capite dell'Argentina. Ora il Giappone ha più del doppio delle entrate dell'Argentina. Sarebbe stato possibile se si fosse concentrato sul breve periodo?
2) La macroeconomia classica è più connessa con la micro. E’ sempre meglio fornire un quadro coerente e poi soffermarsi sulle eccezioni.
3) Le fluttuazioni di breve periodo sono più complesse della crescita di lungo periodo. Meglio andare dal semplice al complicato.

4) La teoria macroeconomica di breve periodo è più controversa rispetto alla teoria macroeconomica di lungo periodo. Meglio andare dal consenso al dissenso.

https://www.econlib.org/mankiw-on-teaching-economics/

mercoledì 26 settembre 2018

Io e il mio amico John Maynard Keynes SAGGIO

Io e il mio amico John Maynard Keynes

Siamo nel bel mezzo di una dolorosa crisi economica, è scoppiata una “bolla” da qualche parte – forse in America – e la gente sfiduciata non spende più. Il consiglio che senti in giro è sempre quello: “stai fermo”, “non muoverti”, “mantieni la posizione”, “a’ da passà la nottata…”, “aspetta che la buriana si calmi”. Sta di fatto che la gente mette i soldi nel materasso, la deflazione avanza, le insolvenze si accumulano, i fallimenti si moltiplicano e i disoccupati pullulano. I propagandisti parlano di “fallimento del neoliberismo”, i razzisti proclamano la “colpa dei negri” e anche gli anti-semiti vivono il loro momento d’oro.
L’unico a mantenere la calma è il mio amico Keynes, lui vede chiaro anche in questo nebbione e parla con sicumera di “trappola della liquidità”, cosa intenderà con questa espressione esoterica non lo so e non voglio saperlo. Sia come sia è un tipo simpatico, soprattutto sofisticato, ama le cose belle e come me non bada a spese, quando ha quattro soldi da parte subito passa all’azione. Come me odia il risparmio. Ci conosciamo da anni e lui conosce la mia prodigalità, non ho molti mezzi ma possiedo nientemeno che un castello, che posso farci, i castelli sono la mia passione. Nulla di che ma ho investito lì dentro tutti i miei risparmi. Più volte l’ho invitato a soggiornare da me offrendogli vitto, alloggio e non solo. Lui ha sempre bisogno di ambienti tranquilli per elaborare le sue teorie cervellotiche e ha sempre accettato stupendosi della mia generosità, mi ha anche confessato candidamente di considerarmi una cavia per i suoi studi di economia sperimentale. Il mio amico Keynes, infatti, non ha mai amato la teoria astratta e la coerenza fine a se stessa, adora invece l’esperimento in corpore vivi: il mondo è capriccioso e va fronteggiato con pragmatismo, il resto sono “castelli in aria”.
Anche di fronte alla malattia attuale che ha colpito il nostro sistema economico il dott. Keynes sembrerebbe aver distillato una sua medicina. L’ha potuto fare nel mio eremo proprio grazie alle osservazioni sperimentali in cui il sottoscritto svolgeva l’umile ruolo della cavia, tanto è vero che ha deciso di battezzare la formula al cuore della sua taumaturgica ricetta ric-M (che sta per “moltiplicatore riccardiano”, dove Riccardo – con due c – sono io, non il suo celebre predecessore).
Lui ha cercato di spiegarmi l’arcano per filo e per segno ma mi sono perso subito, probabilmente non sono all’altezza, mi viene sempre mal di testa quando i numeri entrano in scena, questo fin dai tempi della ragioneria. Ad ogni modo riporto qui sotto un foglio dei suoi appunti, uno dei tanti lasciati nella sua stanza, magari voi ci capirete qualcosa in più…
Partiamo da una semplice identità: Y = C+G+I. Ovvero: il reddito della nazione (Y) è pari ai consumi (C) più gli investimenti (I) più la spesa pubblica (G). Semplice, no?
Poi notiamo che C=0.8Y. In fondo noi non consumiamo tutto il nostro reddito. Plausibile, no?
Poi facciamo un po’ di aritmetica elementare e sostituiamo nell’identità originale: Y=0.5(G+I); dal che deriva che se aumentiamo G di uno, Y ci aumenta di cinque (sottolineato nell’originale). Grande! facciamolo subito e i disoccupati spariranno.
Ma calma, si puo’ fare di meglio! Posso anche dire che: Y=YR+YA. Ovvero: il reddito totale è pari al reddito di Riccardo (la cavia che sto studiando) più il reddito di tutti gli altri.
Possiamo ben dire che YA è circa il 99.999999% di Y. In formula YA=0.9999999Y; sostituendo nell’identità di partenza ottengo che Y=100000000YR. Ovvero, se consegno un euro a Riccardo il reddito nazionale mi aumenta di un fattore 1000000000. E’ un “moltiplicatore” pazzesco! Facciamolo subito e usciremo all’istante dalla crisi!!!
Sia come sia sembra proprio che il mio amico Keynes goda di molta stima negli ambienti ministeriali dove è stato ricevuto con tutti gli onori e dove si è deciso – in assenza di alternative credibili – di adottare la sua cura nella speranza di uscire da tunnel.
Una cosa è certa: l’implementazione della cura di John mi ha piacevolmente colpito, in buona sostanza consisteva nel consegnare A ME un numero indefinito di miliardi di euro affinché li spendessi. Non so bene dove se li fossero procurati – sembra siano stati fatti dei debiti – ma a me la cosa interessa molto relativamente (non sono affari miei), io devo solo pensare a spenderli in Italia, r-M, dicono loro, avrebbe pensato al resto.
E così ho potuto dar sfogo alla mia vena e coltivare la mia vera passione: i castelli. Ho cominciato a comprare castelli a destra e a manca ma soprattutto a costruirne di nuovi dando lavoro a migliaia di persone che prima incrociavano le braccia (o giravano i pollici) in attesa del sussidio di disoccupazione. Grazie ai miei castelli l’economia è “ripartita” (come dicono loro) e il paese ha tirato un sospiro di sollievo. I 3/4 del nostro sistema produttivo è al mio servizio specializzandosi nella costruzione di castelli medievali. Vista dall’estero la cosa appare strana ma l’importante era il PIL che finalmente galoppava a pieno regime grazie al buon lavoro di r-M. Inutile dire che John vinse il Nobel a mani basse e il nostro paese venisse portato ad esempio ovunque.
Un giorno il Ministro mi convocò nel suo ufficio per comunicarmi che finalmente il Paese poteva dirsi “ufficialmente uscito dalla crisi”, che loro avevano ripagato i debiti fatti e che quindi non aveva più senso trasferire nelle mie tasche tanta ricchezza, il rubinetto veniva chiuso poiché non serviva più azionare l’ r-M. Ci saremmo rivisti nel “momento del bisogno”, disse proprio così nil signor Ministro. Da un giorno all’altro la domanda di castelli si azzerò, la cosa non fu considerata un problema poiché ormai la fiducia aveva ricominciato a circolare e la gente spendeva, la “trappola della liquidità”, diceva John, era solo un ricordo lontano. Sarà stato anche vero che la gente aveva ricominciato a spendere ma poiché conosco bene i miei connazionali so anche che spendono praticamente tutto in gioco d’azzardo e prostituzione mentre la parte produttiva del paese fu presa alla sprovvista poiché si aspettava di dover costruire castelli medievali (quelli con i merletti); occorreva così riconvertire le imprese edili specializzate nella costruzione di castelli medievali in prostitute e biscazzieri, un’impresa non da poco (per usare un eufemismo). E’ così che precipitammo in una nuova recessione ben peggiore della prima. Non dico altro.
Come usciremo da questo nuovo guaio non lo so bene, so solo che quando io e il mio amico Keynes ci presentammo timidamente al Ministero ritenendo che “il momento del bisogno” fosse tornato e vantando le imprese passate dell’ r-M fummo scacciati in malo modo :-(.
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mercoledì 4 maggio 2016

The Keynesian Model is not a Big Government or Small Government Model

The Keynesian Model is not a Big Government or Small Government Model, by David Henderson http://econlog.econlib.org/archives/2016/05/the_keynesian_m_1.html

If the government raises taxes during booms and lowers them during busts, or decreases government spending during booms and reduces government spending during busts, there is no built-in growth of government from following the policy implications of the Keynesian model.

If you could convince me that it [the Keynesian model] worked in a technical sense, I'd immediately favor tax cuts in recessions and tax increases in booms

lunedì 9 novembre 2015

Semplicemente liberale di Antonio Martino

Semplicemente liberale di Antonio Martino
  • Problema: nel 900 la spesa pubblica è esplosa.
  • Soluzione: la costituzione europea?
  • 1 no. Le cost sono cinture di castità con la chiave posta a fianco.
  • 2 no. La cost europea mette limiti al deficit nn alla spesa.
  • Proposta indecente: sostituire le elezioni con un sorteggio
  • Prop indecente: far pagare agli eletti le leggi che emettono
  • Principio: le libertà raramente si xdono una alla volta. Piano inclinato. Regola deĺla ciliegia.
  • Il socialismo è necessariamente utopico.
  • Ricchi si diventa. Risorse o colonialismo spiegano poco.
  • Globalizzazione. La matita di friedman. Il commercio unisce la politica divide.
  • Sicilia/veneto. Germania est/ovest
  • Corea nord/sud.
  • L istruzione base dello sviluppo: pakistan/corea del sud. Poveri entrambi ma diversamente istruiti.
  • Istruzione classica: ti insegna a disprezzare quei soldi che ti impedisce di guadagnare.
  • Spesa pubblica: svizzera/svezia.
  • L importanza del lavoro. Grado di partecipazione
  • La solidarietá statale indica generosità?
  • Welfare: un invenzione dei conservatori.
  • Il w tarpa la crescita
  • Povertà giù w su
  • W e infantilismo. Meglio il cash transfert?
  • Matrice di friedman e secchio di okun.
  • Test meaning vs universalismo
  • Il churning: un paese di benestanti.
  • Pensioni private: più tendimenti più lavoro più mercato finanziario più capitalismo
  • Lavori socialmente utili. Distorce mentalità e ricerca di un vero lavoro. Distrugge posti produttivi.
  • Se w deve essere che sia coi buoni.
  • Contro keynes: padre di inflazione e deficit. Confutato empiricamente dal ruolo di aspettative e variabili reali. Padre della miopia (breve xiodo). Ignora i lag.
  • K sdogana la voglia di deficit dei politici.
  • Perchè la spesa esplode: 1 costi informativi 2 costi diffusi benefici concentrati 3 soggetti deboli generazioni future
  • Sul federalismo. Nn confondiamo cultura e amministrazione
  • Smantellare lo stato con autonomie e privatizzazioni
  • Da mantenere a livello statale: la difesa e il libero mercato.
  • I piccoli sono più ricchi e più liberi. Perchè?: 1 rendita dalla fuga dalla tirannia 2 necessariamente più aperti. Pena la morte.
  • Il ns povero federalismo: 1 troppi livelli w le macro regioni 2 divorzio tra fisco e spesa
  • Proposta di dwight lee:  solo imposte locali con una quota allo stato. Vantaggi: 1 concorrenza 2 stimoli al controllo
  • L ue è un buon esempio di federalismo: quanto sono aumentate le tasse?
  • L armonizzazione può essere affidata al mercato oppure imposta dall alto
  • Proposte x una democrazia migliore. Il problema della corruzione e dell eccesso di leggi
  • Privatizzare. X combattere la corruzione. No lobby no interessi no pressioni per la leggina.
  • Eliminare la decurtazione agli assenti: meno si vota meglio si sta.
  • Far pagare il voto.
  • Dare un numero massimo di voti.
  • Eleggere col sorteggio. O con un metodo misto. L esperto al lavoro lo abbiamo visto. Il dilettante semplifica. Risparmi sulle spese elettorali
  • Elezione x i pm e forse anche x i giudici
  • Proibizionismo come regola ciliegia. Dieta di stato.
  • Droga. Merce nn controllata. Mancata entrata fiscale. Pacchia x le mafie. Microcriminalità a go go.  Infantilizzazione del cittadino. Famiglie esautorate. Magistratura assediata. Carceri piene. Mito del frutto proibito.
  • Politica vs mercato. Solo nel secondo la decisione è focalizzata. Solo nel secondo unanimità senza conformismo.
  • Immigrazione. Al protezionista: te li sei cercati.
  • Un toccasana contro l invecchiamento della popolazione.
continua

martedì 26 maggio 2015

keynesiani contro il precariato

Chi si lamenta del "precariato" è sempre in prima fila nel chiedere investimenti pubblici anti-recessivi. Ma questi ultimi sono investimenti precari per eccellenza: cessano col cessare della recessione. Qualcuno potrebbe dire: finita la recessione saranno comunque a disposizione delle alternative. Vero, ma questo vale anche nel mercato del lavoro flessibile, o precario. Nessuno contesta infatti che un mercato del genere abbia abbattuto la disoccupazione.

lunedì 21 dicembre 2009

New keynesian

Tempo di crisi, gli affari languono, il lavoro pure. Il governo, secondo la ricetta neo-keynesiana, è chiamato a "stimolare" l' economia creando così nuovi posti di lavoro.

Ma ci vogliono idee.

Eccone una singolare che riguarda la creazione di nuovo orologio per la stazione di Rotterdam.



Gli operai sono chiamati allo smontaggio/montaggio ogni minuto della giornata. Nessun problema, i turni coprono le 24 ore.

Cosa? C' è qualcosa che non va?

Ma come, gran parte di noi, con qualche piccola modifica, accetta logiche del genere.

D' altronde basterebbe testare le reazioni solidali nel vedere gli operai arrampicati per protesta sulla torre più alta dopo il ripristino dell' orologio digitale.

E magari molti di noi hanno lavori che rientrano nella medesima logica di "stimolo" all' economia.