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mercoledì 31 ottobre 2018

UN LEGGERO MAL DI TESTA

UN LEGGERO MAL DI TESTA
Un miliardo di persone soffre di un leggero mal di testa che continuerà ancora per un’ora abbondante ma che cesserà all’istante immolando al Dio Emicranium un bambino innocente. E’ giusto procedere all’esecuzione?
Qui il problema non è la risposta, su cui concordano pressoché tutti. E’ il fatto che molte persone intelligenti non concordano affatto. Fanno notare che questo baratto avviene tutti i giorni senza che nessuno si ponga il problema. I minatori di carbone, ad esempio, lavorano per generare l’elettricità che mantiene in vita anche questa bacheca Facebook e molte altre non meno superficiali. Sappiamo bene che alcuni di loro moriranno in modo orribile ma francamente non mi sento moralmente obbligato a cessare il consumo dell’elettricità che mi permette di sparare stronzate qua sopra.

martedì 4 febbraio 2014

Mengele trova la cura per il cancro

Obituary Hypothetical: What If Mengele Cured Cancer?, by Bryan Caplan http://feedly.com/e/YdbxFnsP

mercoledì 12 giugno 2013

Una difesa del latifondo

Running a regression discontinuity (in two directions, since the boundary is located in geographical space) shows that health outcomes (stunted growh) and consumption are quite a bit lower for villages within the old mita boundary even today. For instance, people are nine percentage points more likely to have stunted growth, a sign of poverty. There are a number of potential explanations, but most come down to the fact that large haciendas did not develop in the colonial period within the mita region, since the state didn’t want competition for labor. Those haciendas later used their political power to ensure road networks and other inputs to production were built in their regions. Further, when the hacienda system was dismantled in the 1960s, the hacienda land was distributed to peasants, given them properly-titled land. That is, a case can be made that, at least in Peru, the particularly unequal regions, with large-scale landowners, were in some sense good for growth; this is the opposite conclusion of Engerman and Sokoloff, and a suggestion that idiosyncratic features can overwhelm more obvious theoretical insights when we talk about processes lasting hundreds of years.
“The Persistent Effects of Peru’s Mining Mita,” M. Dell (2010) | A Fine Theorem:

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E' morto Robert Fogel

“Without Consent or Contract,” R. W. Fogel (1989) | A Fine Theorem: "“Although the slave system was horribly retrogressive in its social, political, and ideological aspects, it was quite advanced by the standards of the time in its technology and economic organization. The paradox is only apparent…because the paradox rests on the widely held assumption that technological efficiency is inherently good. It is this beguiling assumption that is false and, when applied to slavery, insidious.”"

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lunedì 13 dicembre 2010

Sei idee di giustizia

Sono quelle in campo oggi. Innanzitutto un elenchino il più scheletrico possibile.

1. Soggettivismo.

Proprietà e contratti distribuiscono in modo equo le risorse.

Pro: chiarezza.

Contro: compatibilità con forti disuguaglianze sociali.

2. Just Desert.Aggiungere a quanto sopra una quota di tassazione per compensare esternalità e la realizzazione dei beni pubblici.

Pro: realismo.

Contro: oltre alle diseguaglianze, resta pur sempre l' arbitrarietà nel giudicare cosa sia "bene pubblico".

3. Utilitarismo.Massimizzare l' utilità sociale.

Pro: neutralismo ideologico.

Contro: arbitrarietà su tutti i fronti.

4. Pari opportunità.
Eliminare l' elemento "fortuna" nel redistribuire le risorse.

Pro: meritocrazia.

Contro: autocontradditorietà.

5. Minmax.Parliamo qui della la società teorica prescelta da coloro che esercitano la propria opzione dietro un velo d' ignoranza (ovvero senza sapere in quale cittadino s' incarneranno all' atto pratico). Si presume infatti che verrà scelta la Società che tutela al meglio il cittadino nelle condizioni peggiori.

Pro: s' inserisce nel glorioso solco dell' contrattualismo.

Contro: è astratta e presuppone criteri di scelta inverosimili.

6. Egalitarismo.Puntare sull' eguaglianza tra i cittadini.

Pro: espelle il risentimento sociale.

Contro: diffonde inefficienza.

***

Uno
e Due sono teorie che potremmo chiamare di Destra; Quattro, Cinque e Sei sono teorie più o meno di Sinistra.

Tre è una teoria ideologicamente neutrale ma questo non è un pregio bensì un difetto: essendo arbitraria ognuno puo tirarla per la giacchetta trascinandola nel suo campo ideologico.

***Poichè non cado dal cielo ma professo una mia ideologia di destra, mi sento autorizzato ad una microdifesa della mia parte, nonchè ad una micro-critica di quella avversa. Mi sia allora consentito.

1.

Si dirà: e la vita comunitaria con tutti i beni che necessita?

Risposta possibile: proprio perchè una vita comunitaria è essenziale diverrà essenziale coltivare una propria moralità.

Ci sarà un incentivo concreto ad essere generosi e solo le società composte da individui moralmente temprati avranno chances di sopravvivere.

Delegare i nostri compiti ad uno Stato Etico è invece la premessa per la desertificazione del cuore.

2.

Se Tizio inquina è giusto che paghi una tassa per compensare l' inquinato. E meglio se di mezzo non ci siano Intermediari avidi: tassazione e crediti d' imposta automatici faranno il grosso del lavoro.

Se c' è da costruire una strada sarebbe meglio che qualcuno coordinasse i lavori, ok: il che non significa finanziarla, a quello pensano i pedaggi. Il che non significa costruirla, a quello pensano le imprese di costruzione. Il che non significa gestirla, a quello pensano le imprese di gestione.

3.
Innanzitutto richiede un confronto interpersonale tra "felicità", il che è sempre arbitrario, nonchè odioso.

Pensate solo agli esiti paradossali: un povero prodigo dovrebbe trasferire le sue scarse ricchezze verso un ricco avaro. E' il secondo infatti a desiderae di più la ricchezza materiale.

Poi è una teoria lontana dalla senso etico comune, e non c' è bisogno di introdurre l' esperimento mentale del Trolley per capirlo. Basterebbe evocare l' avversione generale contro una tassa sull' "altezza" dei contribuenti, ovvero una tassa elaborata sulla base dei principi utilitaristici.

Recentemente, in una replica di Uomini e Profeti su Radio Tre, ho ascoltato Sergio Quinzio il quale sosteneva che i peccati più gravi sono quelli omissivi. Motivo? Poichè sono i meno sentiti sono anche quelli da punire più duramente. Assurdo! - diciamo noi tutti in un coro spontaneo -, eppure in questo caso il mistico Quinzio applica a sorpresa (e senza volerlo) una logica utilitaristica.

4.Si puo' liquidare questa posizione con un esperimento mentale: cerchiamo di concepire una società giusta, una società in cui tutti partano alla pari.

Nel corso della vita sociale ciascuno dei partecipanti sarà compensato secondo il proprio merito (outcomes).

Si puo' facilmente prevedere che gran parte di questo compenso verrà investito per facilitare la vita ai figli fornendo loro un piedistallo di partenza privilegiato, è questo che spesso un uomo deidera sopra ogni cosa. D' altronde, cosa esiste di più prezioso che un figlio?

Ma chi sostiene 4 non puo' sopportare un simile uso delle risorse, d' altro canto non puo' nemmeno impedirlo se vuole essere rispettoso del "merito".

Morale: non essendoci soluzione a questa impasse, dobbiamo concludere necessariamente che 4 è una teoria contraddittoria.

5.Nessuno di noi sceglie sulla base del criterio "Minmax", perchè dovremmo dunque affidarci a lui per la scelta più importante?

Questa inverosimiglianza fa passare in secondo piano l' astrattezza irriducibile della teoria proposta da John Rawls.

6.
Mi sembra inutile spendere parole in merito. Ha già parlato la storia.

***

Conclusione: la Destra - se proprio vogliamo utilizzare un vecchio gergo - in questa fase storica mi sembra intellettualmente dominante. La Sinistra, per contro, offrendo soluzioni più astratte ed arbitrarie, è più attrezzata ad attrarre l' interesse dell' intellettuale accademico, costui si muove al meglio in questo elemento potendo liberare il proprio ingegno senza troppi vincoli.

La desert theory nella formulazione di Mankiw: http://www.economics.harvard.edu/faculty/mankiw/files/Spreading%20the%20Wealth%20Around.pdf

Una critica alla desert theory sulla base del Shapley value: http://theoryclass.files.wordpress.com/2010/12/just-deserts.pdf

P.S. il Shapley value neutralizza la fortuna e puo' essere una variante di 4: il compenso è calcolato in base alla media delle utilità marginali calcolate permutando i "destini" dei protagonisti penalizzando chi ha il solo merito di essere al posto giusto nel momento giusto. Tutto cio' giustificherebbe un' imposta progressiva. Contro: vedi la teoria dell' imprenditore di Kirtzner.

lunedì 8 novembre 2010

Se il colonialismo fa bene

In passato i popoli europei hanno occupato altre terre soggiogandone i popoli e dettando loro nuovi stili di vita e una nuova organizzazione sociale.

Chiamiamo tutto cio' "colonialismo", una pratica che oggi ci ripugna e per cui abbiamo imparato a nutrire sensi di colpa.

In teoria il colonialismo è un fenomeno quanto meno nefasto, ma i fatti, per chi vuole ascoltarli, raccontano un' altra storia: il colonialismo fa bene.

A tutta prima le cose sembrano evidenti: i paesi che hanno "subito" pratiche coloniali sono oggi più ricchi e benestanti rispetto a quelli che ne sono stati - ahi loro - "risparmiati".

L' obiezione classica è prontamente avanzata: "ma gli occupanti hanno scelto a priori i territori più promettenti per insediarsi evitando quelli infestati da malattie ed altri accidenti".

Non sempre è stato così; fortunatamente su questa questione specifica la Storia offre veri e propri "esperimenti" da laboratorio.

Ne propongo qui solo uno a titolo d' esempio.

Le terre della Polinesia, per esempio, rappresentano un caso da manuale; parliamo di un nugolo di isolette minuscole sparse nell' Oceano.

Le navi occidentali navigavano a quel tempo con strumentazione ridotta, prevalentemente riferendosi al sole e ai venti. E' per questo che sono state colonizzate solo le isolette allineate su una certa latitudine fissa; delle altre, quasi tutte abitate, i navigatori non conoscevano nemmeno l' esistenza, era troppo rischioso avventurarsi fuori rotta.

Potremmo dire, immaginando di fare un esperimento con la Storia, che su 1.000 isole per lo più nelle medesime condizioni, ne scegliamo casualmente 100 e le sottoponiamo al "trattamento" della colonizzazione. E' proprio il "laboratorio" che cercavamo!

Ebbene, le 100 isole colonizzate perchè più facilmente raggiungibili nel Sedicesimo e Diciasettesimo secolo grazie ai venti favorevoli, sono oggi le più ricche. Un secolo di governo coloniale contribuisce a stipendi pro-capite superiori del 40% e riduce la mortalità infantile del 2.6%. Questo studio specifico sulla storia coloniale della polinesia è di James Feyrer e Bruce Sacerdote.

E così anche la storia del colonialismo diventa una gatta da pelare per l' utilitarista: i calcoli che esegue lo spingono a vedere con favore il fenomeno e magari anche ad incoraggiare nuove forme affinchè il benessere si estenda, ma scommetto che la sua morale istintiva si oppone ad una simile conclusione. Rinnegherà la sua ideologia o il suo istinto?