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lunedì 30 settembre 2024

funzioni della pena

 Funzioni della pena:


1) Deterrenza: se il destino del criminale è il carcere, la gente ci penserebbe due volte.

2) Inabilitazione: la gente in carcere non puo' delinquere.

3) Invecchiamento: la gente invecchia in carcere e quando esce è meno aggressiva.

4) Educazione: la gente viene rieducata e quando esce è meno aggressiva.

5) Retribuzione: è giusto che il criminale conti la sua pena.

Uno non funzionano tanto bene e Quattro funziona ancora meno. A Cinque non viene nemmeno richiesto di "funzionare". Cio' che funziona benissimo, invece, sono Due e Tre. Se potessimo realizzarle senza carcere sarebbe un bell'affare per tutti.

sabato 17 febbraio 2018

Il potere della monetina applicato al crimine

A quanto pare la lunghezza della pena non incide sul comportamento dei criminali allorchè usciranno di prigione.
I duri si consolano: tenere al fresco i criminali rende tutti più sicuri e non produce danni alla persona.
I miti si consolano: l'argomento della deterrenza è quantomeno pompato.
Ma i più entusiasti sono i "secchioni", orgogliosi per come si è giunti ad una simile conclusione.
È bastato assegnare ai giudici i processi a casaccio.
In questo modo è possibile stabilire quali sono i giudici più severi e quelli più miti. L'assegnazione casuale equivale Infatti all'assegnazione dello stesso caso a tutti. È come se esistesse un solo condannato (il caso elide le differenze) che vive contemporaneamente in una moltitudine di universi paralleli del tutto identici tra loro tranne che per la pena inflittagli.
Magia dei grandi numeri, potere della monetina!
Basta quindi raggruppare i condannati a seconda del giudice che li ha processati per verificare e raffrontare poi il loro comportamento una volta usciti di galera. Fine.
Ma c'è un ulteriore motivo di orgoglio per i "secchioni". I ricercatori non hanno nemmeno dovuto progettare l'esperimento fatto, hanno sfruttato un provvedimento preso dalle autorità per ben altri motivi, ovvero il sospetto che alcuni processi venissero indirizzati verso certi giudici ben precisi.
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Riccardo Mariani I dati però non confermano, le recidive di chi accede ai permessi di lavoro non calano. Forse, semmai, giovano talune terapie cognitive che insegnano a "contare fino a 10"https://fahreunblog.wordpress.com/.../la-rieducazione.../Gestire
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Antonio Lodola Il criminale rieducato una volta uscito dovrebbe essere trasferito in un luogo diverso da quello che lo ha visto crescere come criminale e non dovrebbe avere piu' alcun contatto con la gente che frequentava prima. Inoltre una volta trasferito nessuno dovrebbe sapere che si tratta di un ex criminale altrimenti sarebbe presto e facilmente discriminato
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Antonio Lodola Io ho lavorato con ex criminali e francamente niente da dire . Il problema piu' duro per loro era il fatto d'esser diventati tossicodipendenti in carcere ed una volta usciti , pur reinseriti, non riuscivano a contenere la loro dipendenza che cercavano di nascondere con tutti i mezzi. Erano dei poveracci molto soli e faticavano a ricrearsi una vita sociale normale .
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Antonio Lodola Devo dire che ho avuto l'impressione che il reinserimento risulti piu' facile ad un assassino che ad un criminale sessuale
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martedì 4 agosto 2015

SUNTO Future Imperfect: Technology and Freedom in an Uncertain World by David D. Friedman. Bioetica


David Friedman su tecnologia e riproduzione.
  • Effetti della contraccezione: meno matrimoni + tradimenti + figli nati fuori dal matrimonio [effetto Peltzman?]. Le innovazioni nella sfera sessuale hanno sempre ripercussiono norevoli... 
  • Fare bimbi sempre migliori. L'eugenetica gode di cattiva fama ma si confondono due piani: l'e. statalista e quella libertaria.... 
  • Sembrerebbe una tecnologia progettata x beneficiare le generazioni future anziché penalizzarle: le scelte vengono fatte dai genitori, ovvero da chi ha interessi più vicini ai figli... 
  • L'amniocentesi è già una tecnica eugenetca accettata (l'aborto è altra questione). Anche la fecondazione in vitro implica eugenetica... 
  • Clonazione. L'ostilità deriva dalla credenza che si tratti di "repliche" ma nn è così, la replica riguarda solo la base do partenza... 
  • Coppie gay: metà di uno e 1/4 dell'altro. Ora è possibile produrre artificialmente seme o uova con materiale genetici di un membro della coppia... 
  • Possiamo agire anche sulle cellule adulte "infettandole" geneticamente con virus creati ad hoc... 
  • Il cancro è una disfunzione prob. genetica. Chissà nn si possa curare dirottando l'azione genetica su alcune cellule... 
  • Giustizia: se certi comportamenti criminali fossero di origine genetica la pena potrebbe essere un TSO a base di cure genetiche. Ma sarà ancora la stessa xsona? Lo avremo rieducato o lo avremo cambiato?... 
  • Con uteri artificiali ad hoc si potranno dosare gli ormoni ottenendo bimbi con caratteristiche diverse. La distopia di Huxley è ormai realtà.... 
  • Ci sentiamo disturbati da tutto ciò? In fondo nn si fa che rispondere ad un desiderio di base: avere un figlio. Averlo bello, forte, intelligente. E se i governi si costruissero il cittadino xfetto? o il "soldato xfetto"? Mmm, ci vogliono almeno 20 anni e l'ambiente di crescita è cmq indeterminato... 
  • Altro rischio: cloni costruiti x i pezzi di ricambio. Tuttavia: 1) nn sarebbe legale 2) il time lag disincentiva pratiche costose e prob. inutili (l'arte medica progredisce 3) già accade che si facciano dei bimbi x il trapianto... 
  • Altro rischio clonazione: perdo un bimbo in un incidente e ne vorrei un altro uguale... 
  • Altre ragioni x opporsi 1) si tratta di pratiche strambe 2) si tratta di pratiche fallimentari all'inizio 3) potrebbero esserci conseguenze inattese... 
  • Esempio: gender selection. Ma il problema è self correcting anche se con un time lag non trascurabile. Poliandria e "doti" sempre meno impegnative contribuiranno a qs. processo... 
  • Altro esempio: diseguaglianze tra chi potrà accedere ai geni migliori e gli altri. Due obiezioni: 1) nel giro di breve tempo le tecnologie diventano alla portata di tutti 2) sarà ancora più facile di oggi incrociare le classi... 
  • Problema: oggi gli impulsi sessuali sopraggiungono ad un'età in cui nn siamo pronti a gestirli (gravidanze precoci, teen mom eccetera). Presto ci saranno medicinali in grado di sincronizzare meglio l'orologio biologico. Sarà un abuso impiegarli x i ns. figli? Già oggi usiamo medicinali x migliorare il loro carattere (Ritalin)
continua

venerdì 4 aprile 2008

Nothing works/Nothing works well/Something works

La storia che valuta il successo dei programmi riabilitativi in favore dei carcerati è particolarmente severa.

Martinson è stato il primo sostenitore della tesi "nothing works". Conclude così passando in rassegna 231 studi dal 45 al 68.

Una tesi successivamente confermata anche da Lipton/Martinson/Wilks.

Conclusioni similari vengono dal Panel on Research on Rehabilitative. In particolare Sechrest/White/Brown.

Non mancano studi che sottolineeano la scarsa qualità dei programmi analizzati. per esempio Gendreu/Ross.

Ma anche Hallek/Wittte.

Aggiungo anche Mair.

Il Panel, stimolato, insiste tentando di comprendere ulteriore materiale. Eppure le conclusioni non cambiano. Vedi in proposito Martin/Sechrest/Rdner.

Lattimore/Witte, successivamente, sono i più sistematici nel concentrarsi sull' importanza della qualità.

Sforzo doppiato da Lattomore/Witte/Baker.

Infine, un po' a sorpresa, uno dei coautori (Witte) ritratta gran parte delle precedenti conclusioni nel capitolo da lui curato in questo libro.

Leggermente diverso è il discorso sui programmi per i rilasciati e i detenuti in libertà vigilata.

Nel suo lavoro seminale Cook osserva come i prograami svolti in carcere abbiano scarsa influenza sulla recidività nonostante che le abilità risultino effettivamente aumentate. Cook suggerisce di privilegiare la ricerca del lavoro e il training on job.

Marks e Vining supportano Cook.

Mallar e Thornton documentano i risultati scadenti del programma LIFE.

Couch fa altrettanto per quanto riguarda il National Supported Work Program.

Basta così, concluderei con le parole dell' economista Kenneth Avio (Economics of Prison):

"...the evidence can be summarized as "nothing works well". Certainly the evidence suggests that a magic one-size-fits-all rehabilitation bullet does not exist. These programs tend to be "successful" only when evaluated on the basis of limited outcome mesaures and even then, the magnitude involved are typically small. Finally, it bear noting that even if "something works" in the limited sense of achieving e beneficiasl measured outcome, it may still be the case that such programs are too expensive to be worthwhile or that the resulting added incentives for individuals to enter the criminal market make the program indesiderable on net...".