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martedì 24 dicembre 2019

LA STRATEGIA DI FRANCESCO: AMBIGUITA' + PURGHE.

LA STRATEGIA DI FRANCESCO: AMBIGUITA' + PURGHE.
Francesco è chiamato a cambiare la chiesa, in particolare ad introdurre forme di relativismo nel suo insegnamento morale. Un compito improbo. Come cambiare chi fa della Tradizione il suo punto di forza? Come capovolgere un insegnamento passato che non puo' essere contraddetto pena la scomunica? Occorre avere del genio per buttarsi in questa impresa. Oggi capiamo meglio la strategia scelta da Francesco: allusioni, no comment e rimozioni più o meno silenziose negli organigrammi. La via gesuitica per eccellenza. Mi spiego meglio.
In diversi momenti del pontificato, papa Francesco ha concesso interviste a Eugenio Scalfari, si è trattato di interviste alquanto strane poiché nessuno prendeva appunti. Gli articoli che seguirono furono "trascrizioni" di un dialogo evocato dalla memoria dell'ottuagenario (e anche un po' rincoglionito) giornalista. In questa sede Francesco tendeva ad essere piuttosto spericolato, anche se per la forma scelta risultava alquanto difficile comprendere cosa il pontefice avesse effettivamente detto. Per esempio, nell'autunno del 2013 (prima conversazione), sembra che il papa avesse definito il proselitismo un' "assurdità solenne", precisando che "non esiste un dio cattolico", e suggerendo che "ognuno ha la propria idea di bene e male e deve scegliere di seguire il bene e combattere il male come lo concepisce", concludendo con questa perla new age: "... la nostra specie finirà ma la luce di Dio non finirà e a quel punto invaderà tutte le anime e sarà tutto in tutti". I virgolettati sono quanto riferisce Scalfari, non le parole uscite dalla bocca di Francesco. il sito ufficiale del Vaticano, dopo aver pubblicato l'intervista, la ritirò immediatamente dopo dicendo che "il testo era una ricostruzione" approvata da Francesco senza per questo che fossero "chiare le parole esatte usate dal papa".
Una delle solite gaffe di Francesco? No perché nell'estate del 2014 lo strano colloquio "senza appunti" si ripete nonostante i casini sollevati dal precedente. Evidentemente la formula de-responsabilizzante piaceva a Francesco, che questa volta sparò a zero sui cardinali: "colpevoli degli abusi sui bambini" impegnandosi a "trovare soluzioni" al "problema" del celibato sacerdotale. L'ufficio stampa vaticano fa i salti mortali e sostiene che mentre lo "spirito" della conversazione è riportato in modo accurato, "le espressioni individuali che sono state usate per riferire il dialogo e il modo in cui sono state riportate non possono essere attribuite al papa".
Francesco, da vero gesuita, è come un topo nel formaggio nella formula del dico/non-dico, e nella primavera del 2015 concede a Scalfari un altro giro di walzer, e, ormai si è capito, altre sparate ad alzo zero: le anime perdute sarebbero "annientate" invece che dannate. Di fatto per il papa l'inferno non esisterebbe, ci fa sapere il sempre più ottuagenario Scalfari. L'ufficio stampa vaticano suda freddo a balbetta che si tratta di discussioni private i cui dettagli non possono essere confermati.
E' qualcosa più di un sospetto che Francesco veda un vantaggio strategico in questo tipo di comunicazioni deliberatamente inaffidabili. Per lui sono un mezzo per lasciar trapelare un messaggio informale ai suoi sostenitori. Si lancia il sasso e si ritira la mano, nella tradizione gesuitica. Non sorprende quindi che sia tornato da Scalfari dopo il secondo sinodo sulla famiglia per darne un'interpretazione a cui nessuno sa che valore dare. Qui il nodo era la comunione ai divorziati, ovvero la questione cardine attraverso cui il soggettivismo prova a far far breccia nella morale cattolica. Si tratta di capire se puo' essere accordato il perdono a chi trova certe prove troppo dure - per esempio la convivenza casta - e fallisce nel tentativo di superarle. Scalfari riferì che secondo il papa il soggettivismo nel caso dei divorziati risposati è ammissibile e che "... le valutazioni di fatto sono affidate ai confessori, ma alla fine di percorsi più o meno rapidi, tutti coloro che lo chiederanno saranno ammessi al sacramento...". Come al solito il Vaticano ha negato che questa citazione fosse necessariamente accurata, anche se ormai la musica l'abbiamo capita, non siamo tonti.
Ad ogni modo, la posizione riferita da Scalfari fu rinforzata da Padre Spadaro, lo spericolato interprete ufficioso del papa, che pubblicò un riassunto del sinodo su Civiltà Cattolica, divenuta nel frattempo la rivista papalina per eccellenza. Tutto ciò che contava, scrisse Spadaro, era che il documento parlava dell'integrazione dei risposati e che l'insegnamento tradizionale non era quindi stato riproposto. Il sinodo costituiva un ribaltamento della tradizione. Questa lettura del del sinodo in termini di rottura era simile a quella che molti cattolici progressisti hanno sempre dato dei documenti del Vaticano II: ciò che conta è la direzione impressa al movimento più che la lettera. Si prendono le distanze dal metodo tradizionale di interpretazione del magistero della chiesa, secondo il quale qualsiasi documento doveva essere interpretata nel segno della continuità: ovunque ci fossero ambiguità la tradizione preesistente doveva rimanere la regola. Poiché parliamo di testi dove l'ambiguità la fa da padrone, progressisti e conservatori potevano guardare alla stessa lettera traendone implicazioni radicalmente diverse,
E Francesco che faceva nel corso di questo stallo post-sinodale? Francesco sembrava segnalare a più riprese che nelle sue dichiarazioni finali avrebbe risolto quelle ambiguità nel senso di autorizzare una nuova disciplina, la comunione sarebbe stata concessa ai risposati senza particolari percorsi di penitenza formale, ma attraverso lo scivolo agevolato di una decisione personale dei singoli pastori. Coloro che avevano preso nel sinodo una posizione contro la comunione per i risposati, ha scritto nel novembre successivo il sacerdote-editorialista canadese Padre de Souza, “devono essere pronti affinché il Santo Padre decida diversamente". La Chiesa è stata preparata da molte voci ad un esito di questo tipo.
Cinque mesi dopo, finalmente arrivò la tanto attesa esortazione papale Amoris Laetitia, la piú lunga enciclica della storia, un documento a volte ricco di intuizioni pastorali, a volte ripetitivo e banale. Ma tutti gli occhi erano puntati sull'ottavo capitolo, in cui si giocavano i destini della dottrina cattolica. Ebbene, dopo averlo letto, nessuno poteva dire di averlo compreso per quanto era vago. Parecchi passaggi chiave sembravano prendere in prestito da un saggio che l'arcivescovo - amico del papa - Victor Fernández aveva scritto dieci anni prima per una conferenza in polemica con la Veritatis Splendor. Di fatto il papa argentino ammucchiava elenchi di fattori attenuanti che rendevano meno grave un apparente peccato mortale. Veniva considerato un po' tutto nel tentativo di "medicalizzare" il peccato: tumulti familiari, psicologia personale, esigenze della vita moderna. Senza dubbio l'impressione è che Francesco non stesse argomentando nel solco di Giovanni Paolo II ma in opposizione. Si voleva giungere alla conclusione che le circostanze personali attenuassero la colpevolezza morale. Ma fino a che punto? Nella mente dei progressisti bisognava arrivare a dire che in molti casi l'insegnamento della chiesa sul matrimonio e sulla sessualità chiedesse troppo al "cristiano ordinario". In questo caso, si sarebbe arrivati vicini a contraddire non solo Giovanni Paolo e altri papi recenti ma il Concilio di Trento nel XVI secolo affermando chiaramente una forma di relativismo, ovvero che alcune circostanze "non consentono" a certi crisitiani di evitare il peccato, e che quindi in alcuni casi il peccato non è tale. Insomma, la grazia di Dio a volte è insufficiente. Sarebbe questa una revisione seria della posizione tradizionale della chiesa, una posizione più vicina ad alcune teologie protestanti. Questo flirt con la revisione teologica era così grave che provocò oltre venti pagine di modifiche suggerite dalla congregazione per la dottrina della fede presieduta dal cardinale Müller. Ma tutti i suoi suggerimenti furono ignorati. Con Muller bisognava regolare i conti dopo. In conclusione, fu chiaro un po' a tutti che il capitolo otto di Amoris Laetitia desiderasse ardentemente cambiare le regole della comunione nella chiesa, la sua logica suggeriva come un tale cambiamento fosse ragionevole e desiderabile. Eppure il papa evitava con cura di parlare della cosa in modo diretto o esplicito. Avrebbe dovuto dire: "... per molti divorziati risposati, la legge della chiesa è troppo difficile da seguire, i dilemmi morali troppo estremi, e quindi costoro non possono essere considerati come peccatori gravi e, di conseguenza, è giusto che abbiano accesso alla comunione se in buona coscienza...". Il papa si limitò a far trapelare questo pensiero eretico senza mai pronunciarlo. Certo, ci andò vicino con la nota 329, nella quale si ritiene che è irragionevole che la chiesa chieda - come ha fatto Familiaris Consortio di Giovanni Paolo - che una coppia risposata con figli cerchi di vivere come fratello e sorella, senza fare sesso, perché in questi casi "il bene dei bambini" potrebbe deturpato dalla mancanza di intimità dei genitori. Oppure nella nota 351, nella quale ci si riferisce a persone che, a causa di "fattori condizionanti e attenuanti", potrebbero non essere "soggettivamente colpevoli" per i loro peccati, e quindi dovrebbero essere aiutate a "crescere nella vita di grazia e carità" anche prima che la loro situazione irregolare venga risolta, e che in certi casi, questo aiuto può includere l'accesso ai sacramenti. Ma quali sono quei "certi casi" in cui i sacramenti possono essere dati? Includono quei casi in cui le persone continuano a vivere nell'adulterio pubblico? La nota a piè di pagina non lo diceva chiaramente; si limita ad allusioni che lasciano aperta la possibilità. Ma la disciplina ecclesiale su un insegnamento morale di base puo' essere appaltata a una ellittica nota a piè di pagina o a un'esortazione papale deliberatamente ambigua? A seconda dell'interpretazione che se ne dà, l'Amoris Laetitia di Francesco puo' cambiare ciò che i suoi recenti predecessori avevano insegnato in modo nitido. Questo è lo sviluppo rivoluzionario che scuote la chiesa!
Veniamo alle reazioni. Ci furono conservatori per i quali il sollievo costituì l'emozione dominante: il papa non aveva esplicitamente insegnato un'eresia. D'altra parte, c'erano conservatori (tra cui il cardinale Raymond Burke) per i quali quelle note e quelle formulazioni erano troppo pericolose per essere ignorate. La tesi della continuità fu difesa da diverse figure di spicco legate a Giovanni Paolo II e Benedetto - tra cui Rocco Buttiglione e Christoph Schönborn. Buttiglione pensava al divorziato intrappolato in un secondo matrimonio che ne coartasse la libertà con costrizioni psicologiche, in cui minacce o ricatti o abusi palesi da parte del partner rendessero il peccato sessuale semplicemente veniale e non mortale, e comunque non abbastanza malvagio da dover astenersi dalla comunione. L'analogia più sorprendente usata era la condizione di una prostituta sotto il dominio di un brutale magnaccia! Erano questi casi veramente estremi, vere e proprie prigioni emotive, sosteneva Buttiglione, che Amoris aveva in mente quando accennava all'apertura della comunione. In simili casi di relazione tossica l'accesso ai sacramenti poteva aiutare. C'era poi il caso dell'ignoranza: un cattolico divorziato e risposato ma che, fuorviato dalla cultura in cui era immerso, non era stato in grado di capire che il secondo matrimonio costituiva adulterio, poteva ricevere provvisoriamente la comunione mentre veniva educato nella piena verità della fede. Naturalmente i progressisti avevano in mente qualcosa di completamente diverso, Kasper proponeva la comunione per i risposati non come un dono temporaneo per persone nel caos e in grande difficoltà, ma come una grazia permanente per i cattolici divorziati che avevano ricostruito le loro vite in un secondo matrimonio. Non relazioni tossiche, quindi, ma relazioni mature ed equilibrate. Kasper operava un ribaltamento: l'opinione ufficiale della chiesa, secondo cui la separazione o il divorzio civile era talvolta accettabile ma il risposarsi sempre sbagliato, era implicitamente ribaltata: il divorzio passato è diventato il peccato chiave e il nuovo matrimonio una sorta di riparazione. La prostituta di Buttiglione, insomma, non era per Kasper un buon candidato a ricevere la comunione. E il linguaggio di Amoris sembrava molto più vicino all'idea di Kasper e all'idea di reinserimento, anche se letture multiple erano possibili e ragionevoli, e poiché il papa aveva rifiutato di scegliere esplicitamente tra queste letture antitetiche, tutte erano state autorizzate.
Il sinodo aveva respinto la visione tedesca di una devoluzione dell'autorità dottrinale, di un cattolicesimo di opzione locale, ma deliberando poi un documento così ambiguo, papa Francesco aveva spinto il cattolicesimo esattamente verso quel tipo di devoluzione: ognuno faceva come gli pareva. I vescovi conservatori - per esempio quelli polacchi o quelli americani guidati da Charles Chaput - dichiaravano tutti contenti che la regola dei secoli precedenti era ancora pienamente in vigore e che il messaggio di reintegrazione del papa era limitato, e che "l'accompagnamento" per i risposati poteva condurre alla comunione solo se avessero ottenuto un annullamento o vivessero come fratello e sorella. Altrove, nelle diocesi progressiste, c'erano vescovi che annunciavano rapidamente la loro intenzione di accogliere i risposati in comunione. Il vescovo Robert McElroy a San Diego, per esempio. A Genova il vescovo Betori istituì un "corso di formazione diocesana". La prima lezione fu tenuta dal suo predecessore, il cardinale Ennio Antonelli, un conservatore che disse agli ascoltatori che il divieto di comunione per i risposati era ancora in vigore. Ma poi, quando la serie di conferenze arrivò al controverso ottavo capitolo, l'oratore invitato dal cardinale Betori fu un sostenitore dell'interpretazione più liberale, mons. Basilio Petra, il quale imboccò la via opposta a quella delineata nell'introduzione. Questi comici episodi chiarirono che non vi era consenso su ciò che Amoris intendesse, nemmeno tra i leader cattolici. La stragrande maggioranza dei cinquemila vescovi del mondo, indipendentemente dal loro orientamento teologico, rifiutava di assumere una posizione ferma, e dopo vedremo perché. Un sacerdote inglese, padre John Hunwicke, prese in prestito una frase dal famoso convertito inglese del diciannovesimo secolo John Henry Newman e parlò di "una sospensione del magistero". Bruno Forte ebbe modo di parafrasare quanto gli disse il pontefice in via confidenziale: "... se parliamo esplicitamente di comunione per i divorziati risposati... non hai idea di che casino faranno questi cardinali legati al passato... quindi non parliamone mai direttamente, si mettano le premesse e io ne trarrò le conclusioni ". Ma è stata questa un'idea così brillante per giungere alla stabilità dopo la tempesta dei sinodi?
Il primo problema era che la Chiesa cattolica non è progettata per agire in modo decentrato. L' "ognuno fa come crede" non è nella sua indole. Ma il paradosso è che nemmeno Francesco è a suo agio in una situazione del genere, il suo stile personale e la tendenza a ignorare la burocrazia avevano concentrato un potere crescente nelle sue mani. Roma era ancora l'arbitro finale. Andava così delinandosi il secondo e decisivo passo: dopo l'ambiguità, le purghe. Dopo i sinodi, le nomine sono diventate sempre più spostate a sinistra, ormai esclusivamente di sinistra. Nel frattempo, ci si mosse per minare e isolare i conservatori che rimanevano in importanti posizioni vaticane, e adesso capiamo meglio il muro di silenzio di fronte alla richiesta di esprimersi sull'esito del sinodo: sbagliare una parola significava minare la propria carriera, chi parlava in modo critico era segnato. Il cardinale Robert Sarah si era tarpato le ali da solo dopo che in un suo discorso esortò i sacerdoti a celebrare la messa vetus ordo. Fu convocato a un incontro con Francesco, e il portavoce del Vaticano lo umiliò pubblicamente, e in una successiva epurazione furono rimossi la maggior parte dei suoi uomini in Vaticano. Diversi sacerdoti furono rimossi dalla CDF dell'odiato Müller senza una ragione apparente. Le purghe furono radicali anche in istituti minori come la Pontificia Accademia per la Vita, che si ritrovarono letteralmente svuotata da un giorno all'altro con nuovi membri tutti rientranti tra i favoriti del papa. Ora, sia Giovanni Paolo II che Benedetto avevano spinto il Vaticano e l'episcopato in una direzione più conservatrice, ma lo avevano fatto per gradi, promuovendo i propri uomini nel rispetto delle scadenze naturali degli incarichi, rispettando i normali processi che trasformavano vescovi ausiliari in arcivescovi, gli arcivescovi in ​​cardinali eccetera. Non c'erano "rimozioni", non c'erano campagne contro il dissenso, non c'erano purghe. Francesco sembra molto più frettoloso di loro. Persino personalità a lui vicine come il boss dei gesuiti americani Thomas Reese disse: "... sono felice che Francesco ponga le condizioni per fare in modo che il prossimo papa sia come lui... ma questi metodi costituiscono un pericoloso precedente che penderà come una spada di Damocle sulle gerarchie di ogni tendenza, le cotropurghe saranno inevitabili qualora le cose non andassero come tutti noi speriamo...". Ci fu poi il caso dei Cavalieri di Malta, un ordine benefico - e molto ricco - dotato di una sua autonomia in cui Francesco entrò a piè pari azzerando i vertici per rimpiazzarli con persone a lui gradite. La questione che fece litigare i due capi - Boeselager e Fra' Mattehew Festing - fu una distribuzione di preservativi, ma sotto covava la cenere; il primo si rivolse in Vaticano e lì presero la palla al balzo ottenendo le dimissioni di tutti i "nemici" e la reintegrazione degli "amici". Fu un caso di "annessione morbida" senza basi nel diritto internazionale. Ma si sa, papa Francesco odia i legalismi, e il tesoretto in gioco era notevole.
Nel frattempo, tra tante ambiguità, una cosa si è chiarita: il tentativo di Roma di inserirsi in una via di mezzo tra progressisti e conservatori, è un ricordo del passato. Francesco è più che mai schierato conto la tradizione, ha preso partito in modo chiaro anche se senza mai dirlo in documenti ufficiali, senza mai caricarsi di alcuna responsabilità formale. Quello che era stato uno dei tanti temi affrontati nelle prediche papali - i pericoli del farisaismo e del legalismo, i mali della rigidità, i cuori chiusi dei dottori della legge - divenne un tema costante, ripetuto settimanalmente in vari contesti. Francesco deplora di continuo il ritorno di una mentalità "in bianco e nero" tra i sacerdoti più giovani. Nelle sue uscite sempre a metà tra la gaffe e l'allusione ha avuto modo di deridere la tonaca e la tonsura di alcuni chierici tradizionalisti. Ha anche intensificato i suoi interventi non ufficiali a favore di un'interpretazione più liberale di Amoris. Quando i vescovi di Buenos Aires produssero le loro linee guida che consentivano ai sacerdoti di ammettere alcuni divorziati risposati alla comunione, è "trapelato" che il papa aveva scritto una lettera "privata" elogiando quelle linee guida e dicendo che "non erano possibili altre interpretazioni" .
Nel frattempo, il problema tanto temuto andava concretizzandosi: il relativismo della logica applicata al problema della comunione per i risposati andava estendendosi ad altre questioni, come all'intercomunione con i protestanti. Perché non consentire al coniuge protestante di un matrimonio misto di accedere alla Comunione? La pratica era già in vigore in alcuni casi limitati con gli ortodossi, ma loro riconoscevano la transustanziazione e la sacralità dell'ordine. Non era questo il caso dei luterani. Farli accedere avrebbe significato che uno puo' prendere l'eucaristia senza nemmeno credere al suo significato. Tuttavia, in nome del relativismo questa necessità puo' essere invocata (perché turbare la serenità della coppia?) e nel 2016, in occasione del seicentesimo anniversario della riforma, Walter Kasper si augurò questo passo di fronte ad un papa che segnalava il suo favore per la misura rispondendo così a una luterana che chiedeva il permesso di comunicarsi con suo marito: "... parla nel tuo cuore con Dio e procedi. Non ho altro da dirti". Un altro caso fu quello canadese, quando in quel paese si deliberò una legge per il suicidio assistito, i vescovi scrissero una lettera in cui ricordavano i doveri dei cattolici, in particolare i doveri dei pastori che in casi del genere devono recare conforto senza però concedere i sacramenti. Ma alcuni di loro presero le distanze, e citando il relativismo di Francesco sostennero che in alcuni casi il sacramento deve essere incluso nel conforto dovuto. Queste ed altre lezioni sono un monito per i conservatori silenti: accondiscendere non garantisce affatto la stabilità. Tutt'altro.
E i conservatori non-silenti? Fondamentalmente furono quelli senza incarichi, quelli già in pensione senza nulla da perdere e quindi al riparo dalle purghe di Francesco. Costoro espressero i loro dubbi chiedendo esplicitamente a Francesco: "il documento X consente la pratica Y?". Una formula analitica del tutto estranea al mondo nebuloso dove vive il nuovo papa. Oserei dire una forma "violenta" di chiarezza. Burke, Brandmuller, Meisner e Caffarra, teologicamente dei pesi massimi, posero i cosiddetti "dubia" chiedendo se l' insegnamento che bandiva i divorziati risposati dalla comunione doveva ritenersi abbandonato e se l'insegnamento per cui le circostanze e le intenzioni soggettive non possono trasformare la natura di un atto intrinsecamente peccaminoso aveva subito la medesima sorte. Papa Francesco scelse di non rispondere e ordinò alla CDF di fare altrettanto. I cardinali scomodi, con una mossa inusuale, decisero così di rendere pubblici i dubia. Il papa continuò ad ignorare la questione ma prese l'altrettanto inusuale decisione di cancellare l'incontro generale con i cardinali. E così oggi i dubia restano lì, sospesi, senza una risposta ufficiale, a testimoniare una questione insoluta per alcuni, e una provocazione arrogante per altri. Spadaro, Kasper e Cupich, infatti, li declassarono a questione priva di contenuti, un mero attacco al papa che aveva già fatto chiarezza in abbondanza (sic). Il capo dei vescovi greci arrivò ad accusare gli autori dei dubia di apostasia ed eresia per aver attaccato l'autorità petrina. Alcuni cardinali intimoriti - come Pell e Sarah - offrirono un supporto poco deciso. In genere ci si divideva e il silenzio era l'opzione preferita dalla maggioranza. Ora sappiamo perché.
Ambiguità, purghe, silenzio, no comment. Il magistero di Francesco, nonché la sua grande riforma della chiesa, si fonda su questi pilastri.

martedì 22 gennaio 2019

HL Eleven THE FRANCIS LEGACY

Eleven THE FRANCIS LEGACY
Note:11@@@@@@@@@@@@

Yellow highlight | Page: 183
The Vicar of Christ,
Note:UN LIBRO DED 1979

Yellow highlight | Page: 183
assassinated when he launches a crusade for pacifism,
Note:FILM SU FRANCESCO

Yellow highlight | Page: 183
White Smoke,
Note | Page: 183
ALTRO RACCONTO

Yellow highlight | Page: 183
the idea of a liberal pope who sets out to bring sweeping change to Catholicism has long been tinder for artistic imaginations.
Note:UNA FISSA RICORRENTE

Yellow highlight | Page: 183
The Vatican,
Note:UNA SERIE

Yellow highlight | Page: 184
The Young Pope was something else.
Note:SORRENTINO

Yellow highlight | Page: 184
Francis’s successor could well be a reactionary.
Note:LA PREVISIONE DI MOLTI

Yellow highlight | Page: 184
cynic, saint, and supervillain.
Note:IL COCKTAIL

Yellow highlight | Page: 184
the liturgy will no longer be a social engagement,”
Note:IL SUO MOTTO

Yellow highlight | Page: 184
the church will not accommodate to the world,
Note:IL PIANO

Yellow highlight | Page: 184
the old-time form of Catholic faith is more fascinating,
Note:L INSINUAZIONE

Yellow highlight | Page: 184
young, conservative-leaning Catholics with social media accounts.
Note:I FAN DELLA SERIE

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the young as a liberal vanguard and the older generation hunkered in resistance.
Note:IL PREGIUDIZIO SFATATO DALLA SERIE

Yellow highlight | Page: 185
Pope Francis and his progressive allies belong to an older generation
Note:IN FONDO ########

Yellow highlight | Page: 185
Lenny Belardo’s
Note:LA NUOVA GENERAZIONE

Yellow highlight | Page: 185
real pope’s more conservative opponents were abruptly ushered off the Roman stage.
Note:MA PLA VECCHIA GIARDIA SI DIFENDE

Yellow highlight | Page: 185
Cardinal George Pell,
Note:IL PRIMO FATO FUORI....PROCESSI AL SUO PAESE

Yellow highlight | Page: 185
Gerhard Müller from the Congregation for the Doctrine of the Faith.
Note:ALTRO FUORIUSCITO...SI È DI FATTO OPPOSTO A AMRE E LETIZIA

Yellow highlight | Page: 186
(He would later write an introduction for a book by Rocco Buttiglione, the John Paul II confidant who argued for continuity between Francis and his predecessor.)
Note:ALLA RICERCA DI UNA CONTINUITÀ INESISTENTE

Yellow highlight | Page: 186
he was ushered into retirement,
Note:NNOSTANTE LA GIOVANE ETÀ E PLA CONSUETUDINE AL RINNOVO

Yellow highlight | Page: 186
Francis “did not give a reason,”
Note:IL LAMENTO

Yellow highlight | Page: 186
Francis blamed him for the dubia
Note:IL GOSSIP

Yellow highlight | Page: 186
Benedict, still very much alive, sent a personal eulogy to be read aloud at Meisner’s funeral.
Note:ONORI A UN FIRMATARIO DEI DUBIA

Yellow highlight | Page: 187
pope’s allies speculated on who had really written it (presuming that Benedict was senile and malleable);
Note:LA REAZIONE PRO FRANCIS

Yellow highlight | Page: 187
In this last period of his life, he learned to let go and to live out of a deep conviction that the Lord does not abandon His Church
Note:LA RASSEGNAZIONE DI BENNY

Yellow highlight | Page: 187
watched his successor set about dismantling his legacy.
Note:LO SPETTACOLO VISTO DA BENNY

Yellow highlight | Page: 187
patience, trust, and prayer.
Note:IL VERO MESSAGGIO CHE B DÀ AI CRITICI DI F

Yellow highlight | Page: 188
taking small step after small step to instantiate a liberal reading of Amoris,
Note | Page: 188
LA STRATEGIA DI F DOPO LA SCONFITTA AL SINODO

Yellow highlight | Page: 188
“private” letter endorsing the Argentine bishops’ cautious opening to the communion for the remarried
Note:UN ESEMPIO DI STRATEGIA AMVIGUA ATTUATA DOPO LA MORTE DI DUE CARD DEI DUBIA

Yellow highlight | Page: 188
(A group of traditionalist theologians and clergy did issue a “filial correction” of Francis in early autumn of 2017,
Note:LA MOSSA DEI CONSERVATORI

Yellow highlight | Page: 188
Francis was an old man but not obviously declining, and were he to reign for five more years, still more of his remaining critics in the College of Cardinals could be effectively retired,
Note:IL TEMPO DALLA SUA PARTE

Yellow highlight | Page: 188
should he be succeeded by a similarly inclined successor—perhaps a liberal “young pope,” elected to confirm the Francis revolution—the
Note:IPTESI SUL FUTURO

Yellow highlight | Page: 189
There is a historical irony here. It was conservative Catholics who backed the strongest possible understanding of papal authority—first
Note:IRONIA....ORA LA RESISTENZA SI FONDA SUL COLLEGIALISMO

Yellow highlight | Page: 189
placing too much of a stress on the papacy’s importance as a guarantor of orthodoxy threatened to obscure the higher importance of, well, orthodoxy itself.
Note:UN VECCHIO DUBBIO DI NEWMAN

Yellow highlight | Page: 190
The Francis era has made conservative overconfidence of the John Paul II era look foolish in hindsight.
Note:MA LA STORIA RISERVA SORPRESE....IL SUCCESSO DI F NN È SCONTATO

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“Francis effect” seems to be largely a media phenomenon,
Note:EFFIMERO

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rather than an actual revival of enthusiasm within the church.
Note:Cccccccccccc

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Mass attendance in the United States is flat
Note:SPOTTY EVIDENCE

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among younger Catholics religious observances have modestly dropped off.
Note:GIOVANI

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Record numbers of Italian Catholics took steps to disaffiliate from the church in 2015.
Note:ITALIA

Yellow highlight | Page: 191
In Brazil the decline of Catholic numbers steepened in the Francis era,
Note:BRASILE

Yellow highlight | Page: 191
Australia: What had been a gentle decline in Catholic identification under John Paul and Benedict has accelerated in the 2010s.
Note:AUSTRALIA

Yellow highlight | Page: 191
seminary enrollment went down in each of the first few years of Francis’s pontificate, after seeing (small) annual increases up until 2011 under Benedict.
Note:SEMINARISTI NEL MONDO....

Yellow highlight | Page: 191
These are short-term trends, and most of them cannot be plausibly blamed on the pope.
Note:PRUDENZA

Yellow highlight | Page: 191
But they are evidence against the frequent suggestion from Francis’s admirers
Note:MA

Yellow highlight | Page: 191
strong historical correlation between progressive theology and institutional decline,
Note:È UN DATO DI FATTO...CORRELAZIO O CAUSAZIO?

Yellow highlight | Page: 191
this time things are different.
Note:L ONERE DELLA PROVA

Yellow highlight | Page: 191
his sermons against rigidity and clericalism and ritualism so often cast younger priests in an unflattering light—as
Note:FRANCESCO SEMBRA CONSAPESVOLE DEL PERICOLO NUOVE GENERAZIONI

Yellow highlight | Page: 192
His Vatican has been very eager to investigate and scrutinize growing traditionalist orders,
Note:LA PREDA

Yellow highlight | Page: 192
Liberal Catholicism’s difficulty, now as forty years ago, is that it has the most appeal to Catholics with the loosest connections to the church, and its appeal weakens as the intensity of commitment increases.
Note:IL PUNTO DEBOLE DEI PROGRESSISTI

Yellow highlight | Page: 192
induces men and women to give their lives in service to the faith.
Note:IL FALLIMENTO

Yellow highlight | Page: 192
When you include both the Society of Saint Pius X and the traditionalist orders in full communion with the church, the number of French priests associated with the Latin Mass is growing steadily,
Note:ESEMPIO DELLA FRANCIA...I PRETI CALANO MA... #####

Yellow highlight | Page: 192
will be more traditionalist (not merely John Paul II–esque conservative) French clergy in 2040 than priests in the diocesan clergy and other religious orders.
Note | Page: 192
IL TREND

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leading the French church to import priests from Africa—hundreds
Note:UN SERBATOIO DI CONSERVATORI

Yellow highlight | Page: 193
Next, consider Africa itself,
Note:RESISTENZA AL PROGRESSISMO PROTESTANTE E ALLA TEOLOGIA TEDESCA

Yellow highlight | Page: 193
When various African theologians and bishops showed up in Rome in early 2017 for a conference on the continent’s theology, the main organizer, Father Paulinus Odozor of Nigeria and the University of Notre Dame, preempted questions about the dubia with a two-step move.
Note:UN MONDO SILENTE...TRANNE SARAH...MA CHIARAMENTE CONSERVATORE

Yellow highlight | Page: 193
“We settled that long ago. They can’t.”
Note:GLI AFRICANI SU AMORIS

Yellow highlight | Page: 193
mass attendance is presently close to 70 percent; mass attendance in Europe in 20 percent,
Note:IL FUTURO?

Yellow highlight | Page: 194
Africans may also experience a situation similar to ours. Then they might call us up to see how we dealt with it. To get some useful tips.”
Note:MA IL FUTURO È ecc STERIOSO

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“where orthodoxy is optional, orthodoxy will sooner or later be proscribed”
Note:JOHN NEUHAUS...UN ARMISTIZIO CONS LIB CON UN PAPA LIB ERODE LA POSIZIONE CONS

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criticism of Amoris Laetitia got the eminent Catholic philosopher Josef Seifert dismissed
Note:NNOSTANTE LE TANTE CHIACCHIERE SULLA MISERICORDIA

Yellow highlight | Page: 196
an open letter critical of the pope got the eminent American theologian Father Thomas Weinandy dismissed
Note:ALTRO SEGATO

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“a toxic atmosphere of intimidation”18 around the remarriage-and-communion debates.
Note:COME È STATA CHIAMATAQS ATMOSFERA

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Once you have persuaded yourself that a given reform is what the Holy Spirit wants, the toleration of conservatives who want to fence or cage the Spirit is no virtue,
Note:MA SI SA....

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If a second marriage or a same-sex partnership (or, for that matter, a physician-assisted death or a biotechnology-assisted reproduction) isn’t really sinful but just sort-of not-ideal,
Note:DAL PECCATO AL NN SANTO

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if that younger cadre swings further to the theological right,
Note:IL LACITO DI FRANCESCO

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If the conservatism of John Paul and Benedict led only to Francis, perhaps it didn’t conserve enough;
Note:IL DUBBIO DELLA DESTRA CHE SI POLARIZZA######

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In an ideal world conservatives might take the Francis era as an opportunity to think harder about what development of doctrine allows and what it doesn’t,
Note:IN UN MONDO IDEALE

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it’s more likely to inspire a purely reactive sensibility, and with it the abandonment of any hope of a new center for the late-modern church.
Note:MA NN SIAMO IN UN MONDO IDEALE E FRANCESCO ISPIRA REAZIONE CIECA

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Francis could be induced to resign so as to be replaced by Cardinal Pietro Parolin, the present Vatican secretary of state
Note:IL COLPO VENTILATO DAI BUROCRATI DEL VATICANO PIÙ CHE DAI CONSERVATORI...UN MISTO DI PETTEGOLEZZO E FALSITÀ

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a mix of rumor and rubbish;
Note:LA VOCE

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Heresy might be tolerable, but schism is bad for business.
Note:QUELLI CHE TEMONO IN MOLTI

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more aggressive nationalisms
Note:MA F NN AGISCE NEL VUOTO...IL MONDO CAMBIA

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The younger left is reading Marx; the new right is dabbling in fascist and nationalist thinkers;
Note:NUOVE IDEE CORBYN ORBAN I POPULISMI

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In certain ways as the “people’s pope” Francis was a harbinger of this trend. His highly personalized style, his willingness to “make a mess” in the service of internal revolution, his insult-rich rhetoric, his impatience with circumspection, tradition, and taboo . . .
Note:L ARALDO DEI NUOVI TEMPI ######## IL TRUMP DELLA CHIESA...GAFFE E SCANDALO AL SERVIZIO DELLA RIVOLUZIONE...

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Rome under Francis is much like Washington under Trump—a paranoid and jumpy place,
Note:ROMA E WASHINGTON...F CON LA DOTTRINA UN PO COME TRUMP CON LA LEGGE

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The Vatican under Francis always seems to have time for secular and liberal and non-Catholic opinion, whether it’s organizing conferences that feature population control advocates or searching for common ground with pro-abortion politicians or sending the pope off to celebrate the Reformation’s anniversary in Sweden while sticking Martin Luther on its stamps. But the theological concerns of conservative Catholics are waved off as pharisaism,
Note:BARRA A SINISTRA...L ANTICATTOLICO

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instead of a fully Catholic alternative to right-wing nationalism the Vatican seems to be offering conservative Catholics only judgment on their shortcomings, their chauvinism, their anxieties and lack of charity toward all.
Note | Page: 203
LA DESTRA CATTOLICA NELLE BRACCIA DI SALVINI E QUELLI COME LUI...NELLA ROMA DI F X LORO NN C È POSTO

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wedding his economic populism instead to Kasperism and the moral theology
Note:IL MATRIMONIO INDIGERIBILE X I CATTOCONS

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easing the path to annulments
Note:SULLA COM AI DIVORZIATI PLA VIA GIUSTA ERA OVVIA A TUTTI....XCHÈ NN SI È SEGUITA? VOGLIA DI PROVOCARE E DICHIARARE GUERRA AI CONS ##########

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he had already found many ways to please progressives without having conservatives murmur about heresy and schism.
Note:Cccccccccc

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he always intended a kind of revolution, and the appearance of conservative-leaning moderation that enabled his election
Note:PRIMA IPOTESI

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Francis never had a programmatic vision in mind for church reform,
Note:ALTRA POSSIBILITÀ

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his irritation with legalisms, he did not understand the consequences of making the issue of remarriage and communion
Note:CON UN PO D ONCONSAPEVOLEZZA E CRISI DI NERVI

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for good or ill he will go down as one of the most significant popes of modern times.
Note:SIA COME SIA

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he will be remembered with Boniface VIII in the ranks of ambitious popes who overreached,
Note:SE DOVESSE FALLIRE

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Like Boniface after Celestine, Francis has pressed papal authority to its limits—theological this time, not temporal, but more dangerous for that.
Note:IL DIVISIVO

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choose a path that might have only two destinations—hero or heretic—is an act of great and dangerous presumption, even for a pope.
Note:I DUE ESITI ESTREMI

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As provincial he generated divided loyalties: some groups almost worshipped him, while others would have nothing to do with him, and he would hardly speak to them. It was an absurd situation. He is well-trained and very capable, but is surrounded by this personality cult which is extremely divisive. He has an aura of spirituality which he uses to obtain power. It will be a catastrophe for the Church to have someone like him in the Apostolic See. He left the Society of Jesus in Argentina destroyed with Jesuits divided and institutions destroyed and financially broken. We have spent two decades trying to fix the chaos that the man left us.
Note:COME BERGOGLIOK LASCIÒ LA COMPAGNIA DI JESÙ NELLA NATIVA ARGENTINA...PARLA UN COLLABORATORE

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Hagan lío! Francis likes to say. “Make a mess!” In that much he has succeeded.
IL MOTTO DO F

sabato 19 gennaio 2019

GENERAZONE LENNY

GENERAZONE LENNY

Matrimonio dei preti, comunioni ai divorziati, collegialità delle decisioni, allargamento del laicato, preti donna, sessualità, sessualità più rilassata...

La mia impressione è che nella chiesa riforme del genere eccitino soprattutto i vecchi ("generazione Bergoglio"): le hanno sognate da giovani preti rivoluzionari e ora che sono al potere possono renderle più concrete.

La nuova generazione di preti cattolici - la generazione "Lenny Belardo" - è interessata ad altro.

L'ARALDO DI TRUMP IN VATICANO

L'ARALDO DI TRUMP IN VATICANO

La Roma sotto Francesco assomiglia molto alla Washington sotto Trump, in fondo Bergoglio è il portatore di un metodo tipicamente sudamericano che nell'era dei populismi ha avuto molti epigoni: quel suo presentarsi come il "papa del popolo", quello stile altamente personalizzato e mai visto prima, quella volontà di "fare casino" attraverso sparate e ambiguità mettendo poi la confusione generata al servizio di una rivoluzione interna, la retorica ricca di accuse e insulti verso "il potere", la sciattezza utile a presentarsi come outsider, l'autoritarismo più o meno sottotraccia grazie al quale occupare con i propri uomini tutte le posizioni di vertice...

venerdì 30 marzo 2018

Spunti di riflessione dopo la lettura di “To Change the Church: Pope Francis and the Future of Catholicism” di Ross Douthat



Spunti di riflessione dopo la lettura di “To Change the Church: Pope Francis and the Future of Catholicism” di Ross Douthat


PRIMO SPUNTO DI RIFLESSIONE
L’alleanza tra il “populista” Bergoglio e l’ “azzeccagarbugli” Kasper resta l’ironia più spiazzante prodotta dall’ultimo Sinodo sulla famiglia.
Anche se il connubio tra slogan e sofismi non puo’ dirsi nuovo qui siamo alla sua apoteosi.
SECONDO SPUNTO DI RIFLESSIONE
In genere uno pecca POI si pente e viene perdonato. Quando posso invece perdonare chi sta ancora peccando e ha un’ intenzione esplicita di peccare ancora domani? Un caso c’è: quando questa persona non è liberà di fare cio’ che fa. Dalla Croce Gesù disse al Padre: “perdona loro perché non sanno quello che fanno”.
La Comunione ai divorziati-risposati non propone un cambiamento nell’insegnamento morale della Chiesa Cattolica, non riguarda il “soggettivismo”, non riguarda nemmeno il “relativismo”, propone invece un nuovo sguardo sulla libertà del cristiano.

TERZO SPUNTO DI RIFLESSIONE
Papa Francesco interviene a raffica sull’economia, sull’ambiente, sull’immigrazione, sul consumismo… ma sono questioni marginali. Tutto il suo pontificato si gioca sul punto della comunione ai divorziati-risposati. E’ lì che si decide se la Chiesa Cattolica è diventata soggettivista, se da un dovere morale puo’ essere esentato colui per cui compierlo è troppo gravoso. Se un politico ruba ma lo fanno tutti è moralmente responsabile? Se un soldato uccide un innocente ma gli è stato ordinato è moralmente responsabile? Se un prete pedofilo stupra ma ha un vissuto problematico alle sue spalle è moralmente responsabile? Ripeto: la questione dei divorziati-risposati è al centro di tutto.

QUARTO SPUNTO DI RIFLESSIONE
Anche prima, senza alcun vulnus alla dottrina, i divorziati-risposati potevano essere riammessi alla Comunione: bastava che annullassero il loro matrimonio precedente. Molte cause oggettive lo consentivano ma soprattutto la mancanza di un “vero consenso”, un requisito facile da piegare alle proprie esigenze. Di fatto veniva richiesta quale prova di reale pentimento la volontà di spendere e imbarcarsi in un processo presso la Sacra Rota. Da un punto di vista profano direi che si trattava di un’ottima prova: gli economisti parlerebbero di “preferenza rivelata”.
Insomma, il soggettivismo puo’ essere praticato attraverso l’arbitrio dei giudici senza bisogno di essere riconosciuto dalla dottrina.

QUINTO SPUNTO DI RIFLESSIONE
Nella Germania del Cardinale Walter Kasper la metà dei preti non si confessa da oltre un anno. Sono gli stessi che in un 15/20 minuti di Confessione, stando al progetto del Cardinale, dovrebbero individuare con “scrupoloso discernimento” il grado di contrizione del “divorziato-risposato” al fine di riammetterlo alla comunione.
SESTO SPUNTO DI RIFLESSIONE
E’ bene sapere perché la Chiesa Cattolica, prima di Francesco, si sia tanto battuta per sostenere l’inscindibilità del matrimonio:
1) è un insegnamento che ha consentito di superare la concezione romana parificando i due sessi all’interno del matrimonio;
2) è un insegnamento che collega direttamente il cattolicesimo alle Scritture quando le altre confessioni cristiane hanno invece deciso su questo punto di deviare;
3) è un insegnamento che conserva coerente la metafora paolina della Chiesa come sposa di Cristo;
4) La fedeltà a questo insegnamento (eroico) è stata pagata a caro prezzo inimicandosi molte monarchie europee, a partire dall’Inghilterra di Enrico VIII.
SETTIMO SPUNTO DI RIFLESSIONE
La storia del Concilio Vaticano II.
I versione. Uno spirito di rinnovamento sabotato prima dalle “forze conservatrici” della Curia, poi da papi paurosi (Poalo VI), infine da Papi reazionari (GPII e BXII). Anche per questo la Chiesa soffre.
II versione) Una voglia di adattamento di cui si è appropriato un certo radicalismo le cui degenerazioni, nonostante l’azione di freno di papi come GPII e BXII, ancora fanno soffrire la Chiesa.
III versione) Non ci sono né sabotatori né rapitori, semplicemente i cattolici sono divisi e la spaccatura si è palesata anche nel Concilio, appena dissimulata dietro documenti vaghi e prolissi e concetti ancor più nebulosi (“Spirito del Concilio”). I cattolici sono fondamentalmente in disaccordo tra loro e la Chiesa soffre, collassando quando prevale la voce progressista, rallentando appena la ritirata quando prevale quella conservatrice.
OTTAVO SPUNTO DI RIFLESSIONE
I cattolici ogni tre per due si disperano per la “società liquida” accusandola di tutti i mali, ma che pensano del “cattolicesimo liquido”? Quello dove non si sa mai bene chi giudica e chi è giudicato, dove è poco chiaro cosa puoi fare e cosa no, dove ogni punto di riferimento è soggetto a contorsioni gesuitiche, dove la precarietà è la regola?
NONO SPUNTO DI RIFLESSIONE
Appartengo alla razza dei “cattivi cattolici”, quelli con una fede tiepida, che dubitano su molte dottrine, che adempiono svogliatamene, che pregano poco.
Oggi, al grido parole d’ordine come “inclusione” e “apertura”, si cerca di estinguere la mia razza. Personalmente mi sento quasi irritato. Che me ne farò più della mia religione?
DECIMO SPUNTO DI RIFLESSIONE
Un libro che ci racconta la storia più importante nel mondo contemporaneo delle religioni, ovvero come il capo dell’organizzazione religiosa più importante pensi che il cattolicesimo sia riformabile in un senso che i suoi predecessori non ritenevano possibile.