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domenica 2 settembre 2018

FACENDO A MENO DEL PATRIARCATO

FACENDO A MENO DEL PATRIARCATO
Le donne sono intelligenti quanto gli uomini, almeno mediamente, ma tra gli uomini ci sono più ritardati e più geni. Si chiama “sovrarappresentazione agli estremi” (SE).
Non so quanto sia attendibile SE nel caso dell’intelligenza come nel caso di molte altre capacità, tuttavia, qualora lo fosse, consentirebbe la risoluzione elegante di dilemmi come quelli legati ai voti scolastici e agli stipendi: come mai le ragazze hanno voti più elevati a scuola e stupendi più bassi?
La ben nota inflazione dei voti scolastici crea un tetto verso l’alto il che, in presenza di SE, alzerebbe la media delle ragazza a parità di prestazioni. La presenza di un salario minimo crea invece un tetto verso il basso il che, in presenza di SE, alzerebbe la media degli stipendi maschili a parità di prestazioni. Ecco risolto in termini puramente statistici un problema ben noto, e senza la necessità di tirare in ballo il patriarcato, l’oppressione, gli stereotipi e altre categorie sospette.

M.E. Saggio

M.E.

Appunti sul capitolo II di “Is There Anything Good About Men?: How Cultures Flourish by Exploiting Men.” Di Roy Baumeister
  • Le donne sono migliori degli uomini? Nella retorica comune sì. Leggendo il giornale è ben difficile imbattersi in storie che vadano nel senso opposto. In libreria, poi, è ancora peggio, trovi continuamente libri con titoli come “Sono ancora necessari gli uomini?”, oppure “Vale la pena tenersi un uomo?”. In genere, ci si chiede come mai gli uomini non siano più femminili, il problema del momento è questo, e si prosegue cercando di renderli tali, per esempio in scuole sempre più ritagliate sulle esigenze delle femminucce. Per l’Economist le donne sono “il motore più potente” del mondo globalizzato. Perché poi gli investitori e i manager non sono ancora tutte donne? Leggendo certi studi accademici la domanda sorge spontanea. E il passato, così dominato dagli uomini? La donna, che era oppressa, avrebbe fatto comunque meglio. In TV quando donne e uomini si confrontano l’esito è scontato. Nei vecchi telefilm non era così, i padri, per esempio, erano spesso intelligenti, amorevoli e premurosi, oggi sono delle frane, dei buffoni, delle caricature. Trovatemi uno spettacolo in TV dove la mamma sia deficiente e il papà una figura positiva! E’ sempre vero il contrario, o, al limite, sono deficienti entrambi i genitori. Nelle discussioni accademiche “femminismo” è un termine positivo, “maschilismo” negativo: un’asimmetria eloquente che ne nasconde molte altre.
  • Quanto si diceva al punto precedente non è mera propaganda o linguaggio politicamente corretto, la gente lo comincia a pensare veramente, per averne conferma sono utili gli approfondimenti di Alice Eagly, la studiosa che ha scoperto l’effetto WAW (Women Are Wonderful). Tutti ne siamo soggetti, non solo un piccolo gruppo di femministe assatanate.
  • Quando le ragazze fanno meglio dei ragazzi sono “meravigliose”, quando i fanno peggio sono oppresse. Un bel problema per i nostri giovani, specie a scula. Ricordate la superiorità femminile nel multitasking? Non esiste. Una cosa è certa però: a parti invertite il mito non sarebbe mai potuto nascere.
  • Perché i giornali sono pieni di eventi WAW? All’inizio per la regola “uomo morde cane”, poi perché il lettore ama essere confortato nei suoi
  • Le tre fasi della psicologia. Nella prima fase ante 60 l’uomo era in qualche modo considerato “superiore”: le cavie erano tutte uomini e poiché le donne deviavano dal modello standard apparivano come una copia sbiadita. Nella seconda fase anni 70 tutte le differenze tra i generi vennero spiegate con la cultura, la socializzazione era tutto, uomini e donne in realtà erano simili se non uguali, bastava plasmarli adeguatamente. Tutte le differenze erano da imputare dunque a pregiudizi e stereotipi. Terza fase: dopo gli anni 70 la donne venne presentata come “superiore”, ora costituiva il modello standard e l’uomo una copia sbiadita, il paradigma anni 60 era rovesciata. Sembra abbastanza evidente che politica e scienza interagirono pesantemente in questa dinamica, pensiamo solo alle due ondate del femminismo (la prima in cerca di pari diritti e la seconda in cerca di privilegi), i gender studies abbandonarono presto la via dell’uguaglianza.
  • Ma come puo’ una scienza oscillare così pesantemente nelle sue conclusioni? Qui la risposta va data prendendola un po’ alla larga. Ricordate il caso Summers e della sua odissea per aver affermato che la scarsa presenza femminile nelle facoltà scientifiche poteva essere imputata ad handicap cognitivi? Il dogma dell’oppressione e del patriarcato era stato violato e la reazione (senza dibattito) contro Summers fu durissima portando alle dimissioni. I dati possono anche in parte giustificare l’accusa: l’abilità cognitiva media non sembra svantaggiare molto le donne, o comunque non spiega il pesante squilibrio oggetto della discussione. Pensiamo solo all’ IQ medio: le donne partono con misure maggiori ma poi vengono raggiunte e, al limite, superate, ma comunque di poco. Ma Summers non si riferiva alla media bensì ai top scientist, una categoria “estrema”: un surplus di maschi all’estremo superiore puo’ essere bilanciato da un surplus di maschi all’estremo inferiore lasciando inalterata la media (modello degli estremi ME). Per testare ME occorre allora guardare in basso come stanno le cose. Fortunatamente si studiano più i ritardati che i geni e si sa anche molto bene che qui i maschi sopravanzano le femmine, e quanto più la menomazione si fa severa tanto più lo squilibrio nei generi si acuiscee. Questa presenza numerosa di maschi ritardati non è certo il frutto di una cospirazione del patriarcato o di una socializzazione sbagliata o di un uso sconsiderato degli stereotipi, più probabilmente c’è lo zampino di Madre Natura. Ebbene, la dinamica speculare vale per il genio: quanto più ci si spinge oltre la media tanto più la presenza femminile si rarefa. Anche nella vita sociale ME viene confermato: ci sono molti più milionari maschi ma ci sono anche più maschi in galera. ME è confermato anche su fattori chiaramente genetici come l’altezza. E sui tratti della personalità? In molti casi ci sono  conferme ma le eccezioni non mancano, come nel caso dei Big Five.
  • ME produce parecchi inganni statistici, pensiamo solo al caso dei voti a scuola (quelli delle ragazze sono più alti) e degli stipendi (quelli degli uomini sono più alti): come è possibile che le donna vadano meglio a scuola ma gli uomini guadagnino di più? Semplice: l’inflazione dei voti crea un tetto verso l’alto, cosicché ME spiega come a parità di prestazioni i voti delle ragazze siano mediamente inferiori. D’altro canto gli stipendi hanno un pavimento verso il basso, cosicché ME spiega come a parità di prestazioni i ragazzi guadagnino mediamente di più. Una questione di statistica, non di patriarcato o di stereotipi.
  • Ma ME spiega anche l’andamento oscillante della psicologia. Come? Noi tutti siamo soggetti a “confirmation bias”: vediamo solo quel che conferma i nostri dogmi. Ora, in presenza di ME chi vuole vedere la superiorità dell’uomo trascurando la sua inferiorità è servito al meglio, esattamente come chi intende vedere il contrario. Nel caso della psicologia, una disciplina così ancorata agli umori sociali era particolarmente facile presentare in forma scientifica cio’ che la società richiedeva in quel momento: guardando sopra o guardando sotto era facile documentare una prevalenza maschile. Vuoi credere che l’uomo sia superiore? Facile. Vuoi credere che sia inferiore? Facile. Infatti, gli uomini sono realmente sia superiori che inferiori.
  • In realtà uomini e donne sono uguali e differenti tra loro, la natura ha specializzato i loro ruoli affinché collaborassero al meglio. Il patriarcato opprime e privilegia entrambi i sessi ma lo fa in modo diverso. Una cultura efficiente non puo’ che agire in questo modo: se un sesso fosse realmente superiore all’altro non si vede perché dovrebbe permanere così com’è, la cosa sarebbe contraria alle leggi dell’evoluzione. Cacciare e curare i bambini sono funzioni essenziali che richiedono talenti differenti, come ottimizzare la loro realizzazione? Semplice: specializzando i sessi nell’adempiere funzioni differenti.
  • Se le cose stanno in questi termini dobbiamo far scattare un allarme: aggiustare l’uguaglianza in un campo puo’ far sballare le cose in un altro. Oggi vogliamo una legge per ogni diseguaglianza ma questo puo’ essere pericoloso, molte differenze sono reali e andrebbero rispettate per non turbare l’equilibrio complessivo.
  • Conclusione sapienziale: ogni volta che senti dire che un genere è superiore all’altro chiediti sempre dove questa superiorità sia compensata da un’inferiorità. Se Madre Natura ha selezionato come ottimale un gruppo di persone “inferiore” nell’assolvere un certo compito è perché, evidentemente, esiste un altro compito altrettanto essenziale in cui quel gruppo è “superiore”.

martedì 30 giugno 2015

Is There Anything Good About Men?: How Cultures Flourish by Exploiting Men by Roy F. Baumeister


capitolo 1
  • Le maggiori differenze tra uomo e donna si configurano come trade off: se U è migliore nel fare X allora D fa meglio Y... 
  • Non esiste società al mondo in cui gli uomini non dominino. Perchè? Tre spieghe: 1) l'uomo è superiore 2) la donna è oppressa 3) uomo e donna hanno motivazioni differenti...
  •  La terza spiegazione sembra vincente: le inclinazioni dell'uomo sembrano più idonee a costruire sistemi sociali estesi, anonimi, astratti. La donna è più attratta dalla sfera personale... 
  • Tesi del libro: la cultura è una costruzione maschile ma ciò nn significa che tuteli il maschio, al contrario, gli uomini ricoprono spesso i panni della vittima... 
  • Il femminismo ha prodotto uno spiacevole effetto collaterale: la teoria del complotto patriarcale. Non sembra davvero una tesi sostenibile. Avete mai sentito dei maschi complottare? In genere maschi e femmine collaborano. Il conflitto dovrebbe essere qualcosa che accade all'insaputa dei protagonisti. Solo alcune femministe radicali sembrano coscienti... 
  • Il femminismo da movimento per i pari diritti si è trasformato in movimento antagonista. Molti cervelli hanno giudicato raggiunti gli obbiettivi mollando il colpo e lasciando il movimento nelle mani della frangia più radicale... 
  • Non lo si può negare: chi nell'accademia revoca in dubbio gli assunti femministi rischia. Non esiste un pari trattamento tra ipotesi esplicativi. Es. il wage gap: esistono molte ipotesi alternative all'oppressione dei pregiudizi (full time, rschio, sacrifici, preferenze, negoziazione...) eppure... Altro esempio eloquente sono le ricerche sulle preferenze sul sesso del nascituro, spesso sono dovute all'assetto istituzionale più che hai pregiudizi ma ipotizzarlo pubblicamente è molto rischioso... 
  • U. e D. sono differenti, le culture che capitalizzano qs. differenza sono vincenti. Il matriarcato ha perso in questa lotta. Perchè. Tesi: nn che le donne siano inette a governare ma hanno meno motivazioni: sono più avverse al rischio e ai sacrifici (hanno più alternative alla carriera)... 
  • Ma come è possibile che il sistema sfrutti i maschi quando i maschi sono ai vertici di qualsiasi organizzazione? L'errore qui è di concentrarsi sui vertici. Guarda anche ai margini, scoprirai che anche lì la prevalenza maschile è indiscutibile. Margini: prigione, barboni, incidenti sul lavoro, vitime di guerra. Per la nostra cultura la vita di un uomo vale meno. Spiegazioni? Forse è tutto legato alla generazione della prole: bastano pochi uomini per garantire una numerosa figliolanza, mentre le donne devono essere necessariamente molte... 
  • Norah Vincent: una femminista che si è fatta passare da uomo x scrivere il suo libro. Conclusione inattesa: che vita di m.!... Trade off. Esiste un genfer gap opposto nei salari e negli incidenti sul lavoro. Forse sono legati: parte del salario copre i rischi di incidenti. La logica del trade off compensa i gender gap e spiega molto in qs. tematiche.
continua

mercoledì 14 dicembre 2011

Non toccare il dolcetto!

Prendete dei bambini di 4 anni (affamati) consegnate loro un dolcetto aggiungendo che se aspetteranno mezz’ ora a mangiarlo ne riceveranno un altro.

Capisco che sia difficile dominarsi quando si è guardati in un certo modo.

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Ma chi ci riuscirà sarà – molto probabilmente – persona con una psicologia più stabile, uomo più affidabile, di maggiore successo e anche più felice.

La forza di volontà (willpower) non pesa meno dell’ intelligenza (IQ) nel futuro di un bambino, senonché, diversamente dall’ intelligenza, è molto più malleabile.

Perseveranza, disciplina, pazienza richiedono una certa pratica e vi renderanno persone più in salute, più felici e più produttive.

Willpower è il nuovo libro di Roy Baumeister e John Tierney, contiene un messaggio fondamentale quanto consolatorio: la forza di volontà è un muscolo. Allenatelo!

mercoledì 7 settembre 2011

Forza di volontà

Chiedete a vostro figlio se preferisce un biscotto ora o due biscotti tra un quarto d’ ora, la risposta che vi dà potrebbe illuminarvi sul suo futuro. Nulla più del self-control predice il successo dell’ individuo. Non solo, è anche un elemento della nostra personalità che possiamo almeno in parte “allenare”.

Larry Moss 

 Steven Pinker commenta l’ ultima fatica di Roy F. Baumeister and John Tierney:

Ever since Adam and Eve ate the apple, Ulysses had himself tied to the mast, the grasshopper sang while the ant stored food and St. Augustine prayed “Lord make me chaste — but not yet,” individuals have struggled with self-control. In today’s world this virtue is all the more vital, because now that we have largely tamed the scourges of nature, most of our troubles are self-inflicted. We eat, drink, smoke and gamble too much, max out our credit cards, fall into dangerous liaisons and become addicted to heroin, cocaine and e-mail.

Enlarge This Image291 pp. The Penguin Press. $27.95.Nonetheless, the very idea of self-­control has acquired a musty Victorian odor. The Google Books Ngram Viewer shows that the phrase rose in popularity through the 19th century but began to free fall around 1920 and cratered in the 1960s, the era of doing your own thing, letting it all hang out and taking a walk on the wild side. Your problem was no longer that you were profligate or dissolute, but that you were uptight, repressed, neurotic, obsessive-compulsive or fixated at the anal stage of psychosexual development.

Then a remarkable finding came to light. In experiments beginning in the late 1960s, the psychologist Walter Mischel tormented preschoolers with the agonizing choice of one marshmallow now or two marshmallows 15 minutes from now. When he followed up decades later, he found that the 4-year-olds who waited for two marshmallows turned into adults who were better adjusted, were less likely to abuse drugs, had higher self-esteem, had better relationships, were better at handling stress, obtained higher degrees and earned more money.

What is this mysterious thing called self-control? When we fight an urge, it feels like a strenuous effort, as if there were a homunculus in the head that physically impinged on a persistent antagonist. We speak of exerting will power, of forcing ourselves to go to work, of restraining ourselves and of controlling our temper, as if it were an unruly dog. In recent years the psychologist Roy F. Baumeister has shown that the force metaphor has a kernel of neurobiological reality. In “Willpower,” he has teamed up with the irreverent New York Times science columnist John Tierney to explain this ingenious research and show how it can enhance our lives.

In experiments first reported in 1998, Baumeister and his collaborators discovered that the will, like a muscle, can be fatigued. Immediately after students engage in a task that requires them to control their impulses — resisting cookies while hungry, tracking a boring display while ignoring a comedy video, writing down their thoughts without thinking about a polar bear or suppressing their emotions while watching the scene in"Terms of Endearment" in which a dying Debra Winger says goodbye to her children — they show lapses in a subsequent task that also requires an exercise of willpower, like solving difficult puzzles, squeezing a handgrip, stifling sexual or violent thoughts and keeping their payment for participating in the study rather than immediately blowing it on Doritos. Baumeister tagged the effect “ego depletion,” using Freud’s sense of “ego” as the mental entity that controls the passions.

mercoledì 9 marzo 2011

Uomini contro Uomini

In nessuna società umana ospitata oggi sul pianeta terra lo status della donna è pari a quello dell' uomo... In ogni paese del mondo la donna sembra gerarchicamente schiacciata dall' uomo... e se viaggiamo nel tempo la cosa si ripete: è sempre stato così... In alcune società il gap sembra restringersi, in altre allargarsi... ma in tutte si ripresenta puntualmente... Perchè?... due teorie hanno spopolato in passato... la prima crede ad una superiorità innata dell' uomo nell' esprimere talune abilità (teoria maschilista)... la seconda postula un complotto dei maschi teso ad opprimere le donne (teoria femminista)... entrambe le teorie sono piuttosto sgangherate se valutate alla luce dei fatti, più che altro parlerei di trovate politico-intellettualistiche con un' evidenza a supporto talmente debole da poter essere definita inconsistente... è allora tempo di proporre una spiegazione alternativa ed è mio intento farlo in questo libro... se le femministe radicali hanno puntato tutto su un misterioso conflitto Uomini contro Donne, io privilegierò il ben più plateale conflitto Uomini contro Uomini... dalla guerra armata alla competizione commerciale, l' intera storia umana ripresenta di continuo forme agonistiche in cui si fronteggiano gruppi maschili... agli amanti dei fatti saranno senz' altro appagati dalla mia ipotesi... ma anche chi cerca "spiegazioni" ragionevoli troverà solide ragioni evolutive per darmi credito... se il conflitto tra uomini è tanto centrale, non sorprende che la voglia di essere "vincente", l' amore per il rischio, per la vasta organizzazione, per la gerarchia e per la situazione competitiva siano tratti tipici proprio della psicologia maschile... il maschio ha dato fondo alla sua creatività - altra caratteristica maschile - per innovare le sue conoscenze alla ricerca di armi sempre più potenti nell' offesa e nella difesa... tra queste armi ne spicca una: la "Cultura"... - l' appassionato di sport sa bene di cosa parlo perchè sa bene che anche un meraviglioso dream team composto solo da All Stars soccomberà di fronte ad onesti giocatori ben organizzati in campo... a proposito chidetevi perchè le donne amano poco seguire lo sport, e comunque, anche quando lo amano sono meno ossessionate dallo "score"... ovvero dalla fissa per quel "chi vince" e "chi perde" che tormenta l' uomo quando al bar brandisce il giornale preferito sfogliandolo nervosamente... ebbene, la "cultura" non è altro che un mezzo per organizzare e coordinare le moltitudini... la "cultura" è dunque una realtà nata all' interno della "sfera maschile"... qualcosa che i maschi hanno creato per perseguire al meglio i loro scopi... affinchè una "cultura" (istituzioni, banche, finanza, scienza, grandi imprese, esercito, polizia...) funzioni bene, richiede sacrifici continui, competizione, attitudine al rischio, spirito agonistico, voglia di superarsi, voglia di prevalere... richiede cioè di essere alimentata continuamente con un carburante esplosivo fatto anche - se non in prevalenza - da vite umane... tutte cose perfettamente in linea con lo scarso valore della vita maschile rispetto a quella femminile... ora si dà il caso che questa strana bestia - la "cultura" - abbia beneficiato di grandi progressi nei millenni e nei secoli, cosicchè abbiamo assistito anche ad un innalzamento dello status maschile... la sua sfera di interessi, in seguito agli sbalorditivi successi mietuti, lo ha reso socialmente più ricco, più influente, più potente... nulla di paragonabile è avvenuto nella "sfera femminile"... che è praticamente ferma al punto in cui stava migliaia di anni fa... Recentemente anche le donne si sono affacciate al mondo della "cultura" e non sono mancate le incomprensioni... ma era inevitabile che fosse così... chi viene dal mondo della "cura" e dell' amorevole "preservazione" difficilmente accetta di trasformarsi in carne da cannone... difficile procurarsi quella sete di vittoria che esalta l' uomo nell' agone fino a renderlo infantile... difficile di punto in bianco considerare la propria vita come "expendeble"... l' equivoco è stato alimentato poi anche da certo femminismo perennemente innamorato di concetti come quello di "discriminazione"... alcune pratiche discriminatorie sono sempre possibili, nessuno lo esclude, ma qui l' attenzione andava indirizzata altrove... l' elemento rilevante era costituito dal fatto che le donne chiedevano di non essere trattate come la gran parte degli uomini era sempre stata trattata ovvero, come vite qualsiasi rimpiazzabili e sacrificabili... poco degne di rispetto in assenza di un successo da guadagnarsi sul campo e che arride comunque ad una ristretta minoranza... anche parecchi uomini, devo dire, cadono nell' equivoco di pensare che le donne vogliano affiancarli operando sulle loro stesse basi...

Roy Baumeister - Is there anything good about men



http://www.goear.com/listen/8f18221/miserabile-amica-i-mercanti-di-liquore

Pornografia

Terapista: ... e con che frequenza avete rapporti sessuli?

Diane: praticamente di continuo... anche tre volte a settimane...

Woody: praticamente mai... a volte nemmeno tre volte a settimana...

Bill Maher: ... ogni giorno senza sesso è un giorno spracato...

"... gli uomini vogliono molto più sesso delle donne... alle battute citate per lo più si ride ma Woody e Bill esprimono opinioni che, mentre ad una donna suonano quasi paradossali, un uomo capisce bene e considera normali... la saggezza comune conosce questa differenza nei desideri sessuali ma il femminismo più arrabbiato denuncia questo sapere come uno stereotipo oppressivo... imponendo il dogma per cui uomo e donna sono guidati da stimoli sessuali di pari entità... ma la denuncia è assurda e gli esiti nefasti delle approssimazioni contenute in questo modo di procedere politicizzato si sono esplicitate al meglio nella condanna della pornografia... alcuni uomini passano gran parte del tempo a consultare materiale pornografico masturbandosi, quasi ogni giorno hanno un appuntamento fisso... la cosa non è così strana visto che nell' uomo lo stimolo si ripresenta potentissimo anche più volte al giorno... la femminista non riesce o non vuole realizzare una verità tanto semplice, per le è essenziale assumere che i "sex drives" maschili siano uguali a quelli femminili, la sua testa va in ebollizione ritrovando la quiete solo quando elabora un pensiero di questo tenore: "la pornografia mi ripugna, non la trovo affatto eccitante, specie se mi viene riproposta ogni giorno, come è possibile che a lui invece piaccia tanto... visto che posseggo in partenza un desiderio sessuale che non è certo più flebile del suo... evidentemente in quelle immagini c' è dell' altro... c' è la repressione femminile, ecco svelato l' arcano, ecco cosa lo attira febbrilmente ogni giorno..."... ma questo ragionamento, e la conseguente condanna della pornografia come mezzo di oppressione, è fallato e si trasforma in una montatura ridicola pur di preservae l' irrinunciabile assunto, quello per cui il desiderio sessuale si presenti con la medesima potenza e regolarità in uomini e donne..."


Roy Baumeister - Is there anything good about man

Mi chiedo, perchè limitarsi alla pornografia?

Bamboccioni per finta

Nei talk show alla TV, come sulla posta del cuore dei giornali, spesso si commenta il fatto che l' uomo contemporaneo sia tanto restio ad impegnarsi con le signorine.... non si esita a parlare di "paura" nel fare il grande passo... questi poveri figlioli così tremolanti di fronte a figure forti e decise come quelle incarnate dalla loro controparte femminile... forse però sarebbe meglio valutare questa riluttanza non tanto come una paura quanto come un comportamento razionale facile da spiegare... la diffusioni degli anticoncezionali ha innalzato lo status dell' uomo... la "rivoluzione sessuale" è stata una rivoluzione in positivo soprattutto per l' uomo... ora i ragazzi hanno facilmente il sesso che cercano senza bisogno di sobbarcarsi impegni a lungo termine... le donne, visto che non corrono più rischi, sono disponibili e si concedono molto più facilmente alla ginnastica preferita dai vitelloni... una volta, per guadagnarsi certi privilegi sessuali, dovevi come minimo conquistare un intero Regno... ora che è possibile spassarsela tanto, è normale voler prolungare oltremodo questo periodo di "giovinezza godereccia"... d' altro canto la donna cerca prevalentemente la maternità e un compagno che la affianchi nella magica esperienza rassicurandola... per lei è diventato molto difficile bloccare un buon partito, specie se lo desidera di pari età... e poi, a proposito di desideri... sappiamo da tempo che le donne nel "mating" cercano per lo più il soggetto ricco e di successo, per contro l' uomo ricerca la bellezza... ecco, se le cose stanno così, chiediamoci un po' a favore di chi lavora il "tempo". Ma è semplice: mentre con il tempo la bellezza sfiorisce, l' uomo accresce le sue sostanze.... se a questo aggiungiamo la ciliegina dell' orologio biologico (per la donna suona presto, per l' uomo praticamente mai) i conti sono presto fatti... Altro che riluttanza e "paura" dell' ignoto... altro che compagne decise che "sanno quello che vogliono"... dietro tanti tentennamenti c' è solo una scelta razionale tesa a valorizzare i doni che la "rivoluzione sessuale" e la pillola hanno elargito su un vassoio d' argento al maschio contemporaneo..."

Roy Baumeister - Is there anything good about man?

C' è chi va oltre nel considerare gli effetti delle dinamiche innestate dalla "rivoluzione sessuale" e dalla pillola: la rarità di maschi inasprisce la competizione femminile.

Come fare a rendersi più appetibili visto che in tema di esaltazione della bellezza abbiamo già raschiato il fondo del barile? Una buona strategia consiglia di studiare, di prendere la laurea, prendere il master... prenderne due... tre.

L' accresciuta scolarizzazione femminile sarebbe sostanzialmente il modo moderno che ha la donna per "sculettare" di fronte ad un maschio sempre più esigente da quando la "rivoluzione sessuale" gli ha consegnato un affilato coltello dalla parte del manico.

La fonte delle ultime considerazioni è Gary Becker: Tratise on Family.

martedì 8 marzo 2011

La dieta del Minotauro

Prendete un gruppo di persone, diciamo tutte coloro che oggi sono vive sul pianeta terra. Ora considerate i loro avi chiedendovi quanti siano donne e quanti siano uomini.

Non arrovellatevi, i conti li ha fatti per voi Jason Wilder coadiuvato dalla sua équipe dopo un' analisi meticolosa dei DNA: le progenitrici donne sono quasi il 70%, i progenitori uomini poco più del 30.

Come tutto cio' sia possibile lo si capisce bene osservando che la metà dei bambini nati in centro Asia oggi, è discendente di Gengis Khan.

Considerato poi che tra i nuovi nati le femminucce costituiscono il 50% del totale, cosa ne ricaviamo?

Semplice, ne ricaviamo che ai fini riproduttivi una vita femminile vale molto molto di più di una vita maschile. A parità di disponibilità, servono molte più donne che uomini.

E una "cultura vincente" non puo' trascurare un simile conto della serva.

A quanto pare questo semplice fatto è il più sottovalutato della storia umana.

Una conclusione tanto lineare quanto facilmente verificabile, appare controintuitiva se non sconcertante. Come mai? Forse perchè tesi differenti, per quanto fragili, vengono pubblicizzate e diffuse in modo rumoroso dalla propaganda del femminismo politicizzato.

Pensate a Gloria Steinem e Naomi Wolf, per esempio. Entrambe, in epigrafe ai loro libri, menzionavano il fatto che ogni anno negli USA muoiono 150.000 donne annientate dall' anoressia. Secondo loro, sono i modelli proposti dai media a richiedere un simile mostruoso olocausto.

Dopo quell' esempio preclaro, ormai il compitino della femminista standardizzata è riproducibile con lo stampino: si inanella un' anedottica purchessia concludendo poi che la cultura predominante imola le donne sul suo altare. Si dà per scontato che le vite maschili siano invece salvaguardate sotto vetro come preziose reliquie. Ecco, la rotativa che stampa questo genere di libri gira in continuazione indifferente agli interrogativi.

Ebbene, se il messaggio preponderante è di questo tenore, sarà una sorpresa scoprire che è vero esattamente il contrario.

Quando al telegiornale sentiamo che "tra le vittime ci sono anche donne e bambini", è sottointeso il fatto che quelle vite vengono considerate di maggior valore.

Quando sulla nave che affonda si dà la precedenza a donne e bambini, questo è un segno del tipo di cultura che vige presso quelle persone.

Mestieri pericolosi, incidenti sul lavoro, prigione, pena capitale, guerre... è sempre o quasi sempre l' uomo che ci va di mezzo.

La nostra Cultura è molto preziosa ma in essa c' è come un Minotauro che chiede di continuo sacrifici umani. I gusti del Minotauro sono precisi: desidera maschi, possibilmente giovani.

Alcune vite maschili sono molto preziose, nel corso di un attacco nucleare, la vita del Presidente degli USA (probabilmente un maschio), riceve particolari cure. Ma la stragrande maggioranza è carne da macello.

La Cultura spinge l' uomo al rischio: pochissimi scaleranno il vertice, a tutti gli altri è riservato una specie di baratro. Ma è logico che sia così: per mandare avanti la razza umana basta un maschio alfa circondato da miriadi di donne (tutte preziose). Il resto è inutile e puo' fungere da pasto per il Minotauro.

P.S. Se in questo post avete scorto un tono lamentoso, siete fuori strada. Basti considerare che la Cultura resta pur sempre una creatura realizzata dai maschi per perseguire i loro fini.

P.S. Qualcuno dirà "in molti casi il Maschio puo' scegliere delle alternative al sacrificio di sè". "Scegliere"? Ma nessuno sceglie... "è la cultura baby"! Forse voi non capite ma una femminista di ultima generazione, quelle per cui la parola "scegliere" ha poco o nullo senso, sicuramente capirà.

P.S. In che senso si dice che "la cultura sfrutta l' uomo". La Cultura non è un agente dotato di volizione, è solo un sistema grazie al quale le persone coordinano le loro vite. Lo "schema" di Trapattoni "sacrificava" l' ala destra prevedendo che corresse incessantemente su e giù per la fascia. Ecco, il senso dello "sfruttamento" è un po' quello.

P.S. Le 150000 vittime di anoressia all' anno denunciate dalla Wolf e dalla Steinem erano una panzana originata da dati non verificati. Le morti USA accertate erano circa 70. 150000 erano i casi di anoressia che qualcuno (?) avrebbe stimato. Insomma, quisquillie.

Wilma si tiene la clava.

Secondo Susan Cross e Laura Madsen le donne sono meglio predisposte verso la "socializzzione"... prendiamo un fenomeno come quello delle aggressioni, secondo le studiose le donne tendono ad evitarle perchè maggiormente impegnate nella salvaguardia dei legami sociali... è una spiegazione all' apparenza plausibile ma che, molto semplicemente, non concorda con i fatti osservati... studiando quel che accade nelle relazioni intime, i ricercatori si sono accorti di quanta inattesa aggressività esprimano le donne... questa loro attitudine sopravanza quella maschile... Non è politicamente corretto dirlo ma questa conclusione è supportata da evidenze consolidate... In altre parole, è più probabile che sia la donna ad attaccare psicologicamente e fisicamente il suo partner - si va dallo schiaffo all' uso di armi mortali... Queste aggressioni non ricevono l' attenzione che i media riservano alle aggressioni maschili per diverse ragioni... 1. l' uomo è meno propenso a denunciare la violenza ricevuta... 2. quando esiste una violenza reciproca la polizia tende a concentrarsi sull' uomo... 3. le donne sembrano più a loro agio nel ruolo di vittime... 4. (di gran lunga la ragione più rilevante) gli uomini sono più grandi e più grossi e, a parità di intenzione violenta, i danni causati sono più ingenti... le donne sono anche responsabili della maggior parte degli abusi infantili, sebbene questo dato sia indebolito dalla considerazione che passano più tempo con i bambini... sta di fatto che, considerando l' evidenza, le donne sono più portate alla violenza qualora l' indagine si limiti alle relazioni intime... per contro, la donna difficilmente colpirà uno sconosciuto... una donna altresì esprimerà resistenza nel premere un bottone per uccidere nemici lontani e sconosciuti, anche se persistono valide ragioni... cosa che invece l' uomo è propenso a fare qualora dai suoi calcoli vi sia una convenienza... le ricerche sul campo ci dicono anche che l' uomo "aiuta" più della donna, ma questo perchè la gran parte delle ricerche si focalizza su situazioni in cui il beneficiato è uno sconosciuto o quasi... in realtà l' attaccamento della donna per i familiari sembra maggiore rispetto a quello espresso dall' uomo... concluderei dicendo che la donna ha maggiori attitudini sociali solo se definiamo "social" equivalente a "one-to-one close intimate relation", nei casi invece in cui sono implicate "broader group connection" l' uomo sembra più sensibile, nel bene e nel male... mi sento in obbligo di aggiungere che dopo l' esposizione documentata dei nostri argomenti, Susan Cross e Laura Masden hanno abbandonato le loro posizioni pregresse per spostarsi via via su interpretazioni che collimano con quella data anche qui... è così che la scienza dovrebbe funzionare..."

Roy Baumeister - Is there anything good about men?


Curiosi anche gli esperimenti condotti sui "bambini in cortile": lasciati a giocare per un' ora, i maschietti, magari superficialmente, interagiscono bene o male tutti tra loro; le femminucce, al contrario, tendono a creare gruppetti che legano molto pur isolandosi. Anche l' introduzione del "terzo" incomodo all' interno della coppia da esiti differenti: i maschietti tendono ad accogliere, le femminucce fanno invece muro. Sono esiti compatibili con il fatto che la bambina è più preoccupata di salvaguardare l' intimità e la qualità del legame, il maschietto ad estenderlo.

FONTI: sulla maggiore predisposizione femminile alla violenza di coppia, il metastudio più comprensivo è quello di J. Archer: Sex differences in aggression betwen heterosexsual partners: a metanalytical review - Psychological Bulletin, 126, 697-702.

lunedì 7 marzo 2011

E' il "frame" che vi frega.

Nel frequentare il sito femminista Lipperatura mi sono accorto dell' enfasi data da quelle parti al concetto di "framing": non conta tanto quel che dici, quanto i segnali che irradiano le particolari formule discorsive adottate. Ci sono "frame" discriminatori che ti valgono la condanna di sessista indipendentemente dal concetto espresso nel tuo messaggio. Quindi attenti: valutare il "frame" è come leggere dietro la maschera, e a poco valgono le tecniche di travisamento poichè un' adeguanta indagine sul "framing" sarà in grado di decostruirla.

Si dà il caso che parallelamente a quelle frequentazioni, io stessi leggendo Roy Baumeister secondo il quale l' attenzione morbosetta ai "segnali" ... segnala qualcosa che non aiuta certo la lotta contro gli stereotipi sessisti. Anzi, gli alimenta.

Per capire questa conclusione, serve conoscere l' antefatto.

Il pensiero espresso da Roy Baumeister, nel tentativo di costruire stereotipi sessisti accurati, individua la differenza tra uomo e donna nelle motivazioni più che nelle abilità. Secondo la sua gigantesca banca dati, la donna investirebbe di più nell' empatia, l' uomo nel pensiero sistematico. La donna si mostrerebbe più sensibile verso la persona in carne ed ossa che ha davanti, l' uomo è stimolato invece quando si concentra sull' "individuo statistico", una specie di "prossimo" astratto. La donna coltiverebbe al meglio le relazioni intime (one-to-one), l' uomo trova la sua dimensione ideale quando può tessere anonime relazioni astratte in grado di connettere moltitudini. E via di questo passo.

Certo, ciascuno di noi vorrebbe essere sia "empatico" che "sistematico", ma non possiamo avere tutto, le risorse sono limitate e tra le due caratteristiche esiste un inevitabile trade-off che uomo e donna risolvono diversamente.

Ma Roy vuol andare oltre, vuole andare a parare sulla "cultura" dei gruppi umani (conoscenza, politica, commercio, istituzioni...).

La "Cultura" è un sistema costruito per coordinare al meglio la vita sociale del gruppo; una specie di "mercato", e proprio come il mercato quanto più il sistema si estende, tanto più è efficiente e coinvolgente. Poichè ogni sistema allargato fa dell' astrazione e dell' anonimia il suo cardine, per quanto appena detto ciascuno capisce come mai il "mondo culturale" sia sempre stato una prerogativa maschile.

Roy Baumeister, nel corso del libro, suggerisce poi una miriade di indizi che possano far confluire acqua al mulino delle sue tesi. Tra gli altri fa notare la particolare sensibilità per il "framing", un' esclusiva delle donne, o quasi. Insomma, mentre all' uomo-parlante interessa far passare il messaggio, la donna-parlante è più attenta al "come" viene fatto passare e alla cura con cui viene confezionato (framing):

"... nel libro di Deborah Tannen (You just don't understand), basato sul lavoro del linguista Robin Lakoff, si esplicita come l' uomo tenda ad un linguaggio "chiaro", "forte" e "inequivoco", mentre la donna opta per la gentilezza, lo stile indiretto e blando... In un ristorante, una donna dirà al cameriere "could I please maybe have some water when you get a chance? I' m really thirsty. I' m sorry. Thank you". L' uomo troverà sufficiente esprimersi così: "could we get some water over there?... un certo femminismo fa notare come la differente formulazione sia il frutto di una differente distribuzione di potere e della conseguente oppressione subita, ma io preferisco notare come la formula (il "framing") femminile sia più curato e più adatto ad una interazione tra pari, e sia anche più idonea nello stabilire una qualche forma di intimità simpatetica, necessità poco sentita invece dall' uomo, il quale mira più volentieri alla chiarezza e al risultato finale...".

Personalmente ritengo che gli stereotipi sessisti di Baumeister (quelli azzurri) siano ben costruiti, anche perchè, cosa volete, non posso che uniformarmi al messaggio veicolato in merito dalla punta più avanzata dell' Accademia. Una cosa comunque a questo punto è certa: per una donna che li reputi dannosi, la peggior strategia per combatterli consiste nel focalizzarsi sui "framing". In questo modo non farebbe altro che confermarli!

Roy Baumeister: Is There anything Good About Men?

lunedì 24 gennaio 2011

Mondi paralleli

Quasi ogni Sabato verso mazzanotte uno dei miei appuntamenti fissi è "Amore criminale" con Camilla Raznovich. Un programma zeppo di maltrattamenti e violenza ai danni delle donne. E' un passatempo solitario visto che Sara è disturbata da questo genere di programmi troppo realistici (poi se li sogna...).

Inoltre i telegiornali e giornali li guardo e li leggo anch' io, so bene di cosa si parla quando si parla di femminicidio. Non è affatto un fenomeno inventato: lui è manesco, lei lo lascia ma lui non sopporta l' affronto e uccide.


Figuratevi il mio stupore nell' imbattermi in questo passaggio contenuto nel saggio introduttivo al libro di Roy Baumeister.

... it turns out that in close relationships, women are plenty aggressive... Women are if anything more likely than men to perpetrate domestic violence against romantic partners, everything from a slap in the face to assault with a deadly weapon... Women also do more child abuse than men, though that’s hard to untangle from the higher amount of time they spend with children... Still, you can’t say that women avoid violence toward intimate partners...

Sono decisamente perplesso. Camilla e i telegiornali mi hanno fatto vivere in un mondo parallelo? Oppure, per quanto sembri chiaro, io non ho capito bene il concetto espresso da Baumeister. Del resto l' autore è affidabile.

Qualcuno, se ne sa di più, puo' levarmi dalle ambasce?

Comunque il libro l' ho ordinato venti giorni fa a prescindere e ormai sarà in arrivo. Forse potrò risalire alle fonti e diradare le ombre contenute in questo "strano" messaggio così distante dallo stereotipo che passano i media tradizionali.

lunedì 27 dicembre 2010

Gengis Khan

Ci sono molti modi per rendere conto delle relazioni tra uomini e donne nel corso della storia senza ricorrere all' implausibile concetto di "patriarcato" come ad altri ferri vecchi del femminismo più retrivo e dogmatico.

Pochi dubitano che l' evoluzione abbia modellato una differenza profonda tra uomo e donna, eppure pochi rischiano di far danni come colore che, pretendendo di averla individuata (o negata) cercano poi di costruirci sopra il modello di società più confacente.

Alternativa: dare pari diritti a tutti e lasciare che la società fiorisca non programmata.

Detto questo, anch' io ho una mia idea sul tema, mi baso innazitutto su due fatti.

FATTO 1: nella nostra società gli uomini (maschi) sono al "top". Ma anche al "bottom": fatevi un giro tra carcerati e barboni, quasi solo uomini. Non parliamo poi delle vittime sul lavoro o in guerra.

FATTO 2: Che percentuale dei nostri antenati è costituita da donne? E che percentuale è costituita da uomini? Risposta abbastanza sorprendente: 80% e 40%! Gengis Khan ebbe un migliaio di figli e qualsiasi uomo potrebbe eguagliarlo. Una donna non va oltre la dozzina. Difficilmente una donna resta senza figli con tanti uomini assatanati in giro. Molto facilmente un uomo sfigato resta senza figli visto che in giro ci sono solo donne esigenti.

CONGETTURA 1: Il FATTO 2 spiega perchè sia l' uomo il soggetto deputato ad intraprendere attività rischiose e su vasta scala: ha la possibilità di inseminare mezzo mondo e, contemporaneamente, di rimanere a secco se giudicato uno sfigato. La donna si è specializzata invece nell' intimità e nel nucleo ristretto: i suoi figli lei li avrà, quel che deve garantirsi è la protezione. Questo spiega anche perchè l' uomo è più impegnato nelle vaste reti relazionali anonime mentre la donna dà il suo meglio nelle ridotte reti relazionali affettive. Il FATTO 1 conferma del resto la congettura: più rischio, più polarizzazione.

CONGETTURA 2: la differenza uomo/donna risiede più nelle motivazioni che nelle abilità, cio' non toglie che sia una differenza profonda.

Prendiamo la musica: nella storia della musica impressiona la rarità di talenti femminili. Ci hanno spiegato che gioca un ruolo l' ambito sociale tutto dedito a scoraggiare la donna. Eppure, questa spiegazione non si accorda con una quantità di fatti. Esempio: nel XIX secolo le donne suonavano il piano molto più degli uomini senza aver dato un grande contributo creativo; nel frattempo uomini neri afro americani inventavano il blues e il jazz, generi che rivoluzieranno l' ascolto della musica. Possiamo girarla come vogliamo ma questi uomini, spesso schiavi o ex schiavi, partivano senz' altro da posizioni più svantaggiate.

CONCLUSIONE: la Cultura di una società puo' essere vista come una strategia tramite la quale uomini e donne stanno insieme in modo efficiente, in modo tale cioè che 1+1 faccia più di 2. E i benefici "sistemici" sono tanto più generosi quanto più il "sistema" è allargato. Ma man mano che il gruppo si espande, le competenze dell' uomo, come abbiamo visto, hanno il sopravvento. E' per questo che le società dove "conoscenza", "benessere" e "potere" hanno un ruolo centrale, probabilmente avranno uomini ai loro vertici. Sono infatti "sistemi" tesi ad esaltare comoponenti che dal punto di vista evolutivo ricadono nella sfera di competenza maschile.

Questo paradigma mi sembra il più convincente ed inlinea con i fatti. Lo traggo per lo più da Roy Beaumeister che l' ha messo a punto in modo chiaro (qui una sintesi)

Io ne venni a conoscenza seguendo il buon David Friedman, nell' occasione si chiedeva chi tra destra e sinistra frapponesse i maggiori ostacoli all' insegnamento dell' evoluzionismo nelle scuole:

"And the religious right has been the chief force against teaching evolution."

(Quoted from Barbara Forrest, a Southeastern Lousiana University philosophy professor and prominent critic of creationist science.)

It's a widespread view, but true in only a narrow sense. People who say they are against teaching the theory of evolution are very likely to be Christian fundamentalists. But people who are against taking seriously the implications of evolution, strongly enough to want to attack those who disagree, including those who teach those implications, are quite likely to be on the left.

Consider the most striking case, the question of whether there are differences between men and women with regard to the distribution of intellectual abilities or behavioral patterns. That no such differences exist, or if that if they exist they are insignificant, is a matter of faith for many on the left. The faith is so strongly held that when the president of Harvard, himself a prominent academic, merely raised the possibility that one reason why there were fewer women than men in certain fields might be such differences, he was ferociously attacked and eventually driven to resign.


http://daviddfriedman.blogspot.com/2008/08/who-is-against-evolution.html