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giovedì 23 maggio 2019

ABOUT ELLY

ABOUT ELLY

Iraniani ricchi, finalmente. Non ne potevamo più dei bambini in marcia su strade sterrate per restituire quaderni scolastici alle prese con dialoghi più efficaci del tavor... non compaiono né bancarelle né motorette con almeno tre persone a bordo... si chiacchiera a ritmi mai sentiti in un film farsi... attori risparmiati dalla tentazione neorealistica dei «presi dalla strada»... qualche metafora qua e là ma il regista non riesce mai a rovinare del tutto il suo film...

martedì 7 settembre 2010

About Elly

Ieri sera abbiamo visto il film iraniano, ne valeva la pena.

Si veleggia tra Rossellini, Rohmer e Phanai... dici poco.

Difficile parlarne a chi è all' oscuro del plot.

Una comitiva di giovani famiglie della classe media di Theran passa un week end al mare, tra loro c' è Elly, è in rotta con Alì e si combina per farle conoscere Amad. Lei non avrebbe voluto venire, ripensa ad Alì e lo dice, ma Sakinè ha insistito tanto, Amad è davvero una persona speciale e presto ripartirà per la Germania.

La vita della comitiva scorre frizzantina e spensierata, potresti essere tra giovani coppie di Berlino o di San Francisco. Se non fosse per il velo non li distingueresti proprio, ma chissà, forse presto li distinguerai.

Sara dapprima nota la sproporzione tra i drammi che marchiano le due parti del film: la morte di Elly agita i cuori quanto la tragedia sentimentale di Alì.

Gestire la seconda sembra impegnare le stesse energie che richiede la gestione della prima.

In realtà, anche quella del fidanzato geloso è una morte, una morte interiore.

Eppure mi tocca dar ragione a Sara per un semplice fatto: la morte di Elly per gran parte del film è solo presunta quindi non puo' essere accantonata con un "la vita continua". Il suo fantasma aleggia eppure ci si occupa d' altro.

Ecco tutto quel che sappiamo della tragedia:



Harsh verrà salvato dall' annegamento ma Elly semplicemente scompare dalla pellicola, di lei non sapremo più niente per gran parte del film. E' proprio un tipo strano e una sua fuga disperata sotto il peso della terribile responsabilità non puo' essere esclusa.

Non possiamo dire se Elly sia morta o meno eppure, di fronte a questa tensione da thriller, vedere i protagonisti dimentichi di appurare quanto successo e tutti intenti a gestire le beghe sentimentali della presunta morta con Alì produce un certo squilibrio.

Provo a fare delle ipotesi conciliatorie: nella cultura arcaica un sospetto tradimento non è poi cosa da passarci sopra come da noi, forse puo' essere equiparato ad una morte: onore e morte vanno a braccetto.

Arcaismo e modernità si combattono poi nella figura di Sakinè, alla fine, dopo una dolorosa battaglia, prevale la seconda e la bugia che pronuncia scagiona la bella compagnia consegnando alla sofferenza il fidanzato di Elly.

Ecco la terribile e stupenda bugia:



Un film così, a raccontarlo fa venir voglia di condannare: condanna per chi ha mentito traslando le sue responsabilità (ma che colpa ne hai in fondo... racconta come sono andate le cose... cosa ti costa?...); condanna per chi complica la vita altrui con sentimenti arcaici e fuori luogo (... tanta morbosità non prelude a niente di buonio...).

Ecco, questo se il film lo racconti.

Ma se lo vedi - e qui sta la sua grandezza - condanne del genere si sciolgono come neve al sole: chi ha mentito lo ha fatto straziato da un conflitto interiore nobile e mai risolto, esattamente come chi prova certi sentimenti con un' intensità fuori moda che ripugnerebbero e alzerebbero l' indignazione del lettore medio di Vanity Fair.