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giovedì 12 ottobre 2017

Il defecatore anarchico

Il defecatore anarchico

Un orco si aggira per l’India, è il defecatore all’aria aperta (DAA). Uccide ogni anno molti bambini, e di quelli che risparmia ne mette a repentaglio la crescita mentale e fisica.
Come combatterlo? A prima vista sembra tutto facile: costruiamogli  una latrina e cesserà di defecare en plein air. Pia illusione.
Ma perché i DAA si concentrano in India? La povertà di quel grande paese spiega assai poco: altri paesi con sistemi sanitari  più precari non conoscono l’ open defecation (OD).
Nel vicino Bangladesh, per esempio, l’uso del gabinetto è pressoché universale, anche nelle zone rurali. In passato l’OD è stata all’origine del colera ma una volta individuato il problema è sfato facile debellarlo. In india le cose sono andate diversamente.
Forse vale la pena di annunciare una realtà sconcertante: il DAA possiede già un bagno dove defecare, a volte anche due, ma quando si giunge al dunque e deve farla, le sue scelte diventano inspiegabili.
Una latrina costa poco, il problema non è la disponibilità. Il governo indiano ne fornisce una montagna ogni anno. Nemmeno il più scannato governo africano sembra aver problemi in questo senso.
Al mondo ci sono 55 paesi più poveri dell’India. Almeno 46 hanno una percentuale di DAA inferiore. Come mai? Mistero.
E se il reddito pro-capite desta sospetti, scegliete voi l’indicatore di povertà che più vi aggrada, la musica non cambia. Una cosa è certa: DDA  e povertà sono scollegati, e la cosa non sorprende chi si è cacciato in testa due concetti chiave: 1) una latrina rudimentale ha costi quasi nulli 2) l’indiano povero è ben più ricco e ben meno numeroso del subsahariano povero.
Altro indizio: in India i musulmani sono mediamente più poveri degli indù ma hanno meno probabilità di praticare l’ OD.
Oltre alla povertà c’è un’altra ipotesi fallace, eccola: l’OD è una pratica peculiare di quei paesi con carenza d’acqua. L’India sarebbe tra questi.
No: l’ India rurale ha più OD che altri paesi con pari o minor accesso all’acqua. Senza dire che occorre veramente poca acqua per l’uso di una latrina economica.
I Tuareg del deserto non sono DAA. Per scavare un fosso non occorre acqua.
Il colpo di grazia all’ipotesi dell’acqua: molte famiglie indiane sono ben collegate agli acquedotti ma continuano imperterriti a defecare nella tradizione dei padri.
Altra ipotesi del menga: l’ OD è un frutto di scarsa educazione e analfabetismo.
Anche qui i confronti internazionali sono impietosi. Senza andar lontano: anche nel vicino Sud Asia ci sono paesi con più analfabetismo e meno DAA.
Altra ipotesi che non regge: il DAA si diffonde perché il governo è inerte.
Credete forse che Afghanistan, Congo, Haiti, Liberia, Myanmar, Pakistan e Sierra Leone siano più solerti nel procurare servizi igienici alla cittadinanza? No, lo sono meno. Eppure non conoscono OD di sorta!
Monty G. Marshall e Ted Robert Gurr sono i due scienziati sociali che si sono incaricati di invalidare l’ipotesi del malgoverno (misurato secondo i criteri della Banca Mondiale).
Come se non bastasse, la mancata correlazione malgoverno numero di DAA si registra anche comparando gli stati indiani.
Altra ipotesi fallace: il DAA si diffonde se mancano i cessi.
Certo, una rudimentale latrina è meno piacevole di un bagno con i marmi, detto questo l’ India è un paese che puo’ permettersi e si permette latrine per tutti.
Il fatto che molti DAA posseggano un bagno taglia la testa al toro.
Giungiamo allora al problema chiave: cosa rende l’uso del cesso così particolare in India? Sono 30 anni che il governo sussidia i bagni ma il problema degli orchi non viene scalfito in modo significativo. Perché?
Qualche numero. Dal 2001 al 2011 l’uso del cesso è aumentato solo di nove punti percentuali ma l’aumento della popolazione ha più che compensato questo leggero miglioramento: oggi esistono più DAA di ieri (8 milioni in più, per la precisione)! Questo mentre le risorse per le fogne aumentavano del 46%.
Sintetizziamo così: se il governo garantisse una latrina per tutti 2/3 della popolazione non la userebbe e i DAA stazionerebbero intorno al 50% della popolazione. Ergo: la costruzione di latrine non è la soluzione.
***
Il tipico defecatore indiano la fa due volte al giorno, la prima intorno alle 5:00 del mattino e la seconda verso le 7:00 della sera. Cammina per circa mezz’ora al fine di cercare un luogo adatto: un campo, un bosco o una piazza isolata. L’unico criterio a guidarlo è il suo sfizio del momento. Mezz’ora andare e mezz’ora a tornare (ne risente anche la sua produttività!). Le donne adottano modalità simili nelle frequenze e nelle durate, il che costituisce probabilmente la principale oasi di libertà femminile concessa ad una sposa indiana. Anche per questo sono soprattutto loro ad osteggiare l’abbandono della pratica.
Il defecatore all’aria aperta afferma tranquillamente che il governo voleva rifornirlo con una latrina ma lui l’ha sdegnosamente rispedita al mittente. Perché? Perché avere un bagno in casa l’avrebbe costretto ad una “convivenza” orribile, non avrebbe potuto neanche più chiudere occhio sapendo di una presenza tanto inquietante a  pochi metri dal suo giaciglio. Un bagno in casa è quanto più disgustoso possa immaginare.
Il defecatore indiano vive in un mondo in cui defecare all’aria aperta è sinonimo di pulizia mentre la presenza di un bagno nelle vicinanze è sinonimo di sporcizia. Ma, attenzione, fa molta fatica a separare i suoi concetti di pulito e sporco dall’idea di bene e male in senso rituale e religioso.
Pulizia fisica non coincide sempre con la pulizia rituale. Alcuni oggetti sono fisicamente puliti ma nonostante ciò sono ritualmente sporchi, come per esempio un canale di scolo perfettamente nettato. La buccia della frutta e gli escrementi di topo per terra sono fisicamente sporchi ma non ritualmente inquinanti. Gli indù credono per esempio che gli escrementi e l’urina della vacca siano addirittura purificanti. Molto spesso persino le loro dimore sono costruite ricorrendo allo stallatico. Il neonato, anche se pulito, nonché la madre che si è appena sgravata, sono considerati temporaneamente inquinati e inquinanti. Bisogna poi evitare anche solo di toccare i membri di una casta inferiore. La mano sinistra è impura perché è quella con cui il defecatore all’aria aperta si pulisce.
Ora, nelle campagne indiane molto spesso si è più preoccupati della purezza rituale rispetto alla pulizia fisica. La dialettica puro/impuro domina la vita di molti indiani.
Il concetto di puro e impuro sono altresì al centro del sistema delle caste. La casta ha molte conseguenze nella vita di tutti i giorni, è ereditata dai genitori alla nascita e non può mai essere cambiata, un po’ come la razza per noi. Le persone che appartengono a caste elevate sono considerate intrinsecamente più pure mentre quelle di caste inferiori sono considerate inquinate e inquinanti. Spesso gli appartenenti alle caste superiori rifiutano il cibo preparato da persone delle caste inferiori.
I vestiti che la partoriente veste in ospedale sono considerati impuri e vengono fatti lavare da personale appartenenti alle caste inferiori. Il sistema domina ancora nelle campagne ma anche in città è tutt’altro che morto.
La regola del puro e dell’ impuro, come tutte le norme religiose, è via via divenuta norma sociale ed è stata impiegata per rinforzare le gerarchie.
Rimuovere le carcasse degli animali morti, pulire le feci e l’immondizia negli spazi pubblici, preparare il corpo dei cadaveri per la cremazione, sono tutti  compiti che spettano esclusivamente alla casta degli Intoccabili. Gli Intoccabili sono sporchi perché fanno lavori sporchi, e i lavori sono sporchi perché sono fatti dagli Intoccabili. Come dicevamo prima, non c’è infatti sempre una concordanza tra la sporcizia fisica e quella rituale: gli intoccabili infatti svolgono anche lavori che non hanno nulla a che fare con la sporcizia fisica, per esempio sono musicisti, oppure calzolai.
Per un indiano l’importanza della pulizia casalinga è massima. Ma il suo concetto di pulizia si ferma sulla soglia della propria abitazione. Una volta liberatosi dallo sporco strettamente casalingo, la pulizia esterna spetta agli intoccabili, dedicarvisi sarebbe una debolezza e soprattutto un segnale di basso status. La piaga della sporcizia che affligge molte città indiane non è solo un problema che deriva dalla scarsa cura per gli spazi pubblici ma anche un problema legato alla politica delle caste. Se l’indiano abbandona la sua spazzatura non è per una questione di pigrizia ma per affermare in pubblico il fatto di non essere un intoccabile. Sono gli intoccabili infatti a dover pulire gli spazi pubblici. Avevamo visto questa dinamica all’opera presso gli zingari, che d’altronde hanno origine indiana.
Si crea poi come una gara tra caste, ciascuna casta cerca di affermare la propria superiorità sull’altra adottando criteri di purezza sempre più stringenti, laddove le caste inferiori imitano il comportamento di quelle superiori le quali vorranno ulteriormente distinguersi.
Si creano anche paradossi curiosi, per esempio: se un Intoccabile anela alla mobilità sociale verso l’alto – almeno nelle apparenze – smetterà di allevare maiali, il che probabilmente lo impoverirà visto che parliamo di un’attività comunque redditizia.
Quanto abbiamo detto ha molto a che fare con il problema dei defecatori all’aria aperta, costoro ritengono che se il bagno verrà collocato nelle loro case ci sarà cattivo odore, i germi si moltiplicheranno: il bagno in casa per un defecatore all’aria aperta è un vero e proprio incubo. Tutta la casa ne sarà inquinata, ripulirla diverrà una missione impossibile, nemmeno le candele purificanti hanno potere contro un simile demonio. I problemi aumenteranno poi se il bagno verrà collocato vicino alla cucina, oppure vicino alla stanza dedicata alla preghiera.
Possiamo quindi dire che le ragioni addotte dal defecatore all’aria aperta hanno a che vedere con le sue credenze, con i suoi valori e con le norme legate al concetto di purezza, inquinamento e intoccabilità. Non sono ragioni legate alla disponibilità.
Purtroppo, l’esposizione a certi ambienti privi di sanitari è molto nociva alla salute, specie a quella dei bambini. Da questo punto di vista l’India è speciale per almeno due ragioni. Primo, possiede un numero di defecatori all’aria aperta molto più elevato rispetto a paesi anche più poveri di lei. Secondo, la grande densità di popolazione tipica dell’India rende particolarmente nociva e infausta la presenza di questa gente.
I microrganismi presenti nelle feci diffondono molte malattie. In India il problema sono gli indù, i musulmani non fanno nessuna difficoltà quando viene proposto loro di accettare un bagno in casa. Questo fatto forse spiega al meglio il cosiddetto paradosso della mortalità musulmana tipico dell’India.
Perché un bambino musulmano ha molte più probabilità di un bambino indiano di sopravvivere durante l’infanzia? La domanda è cruciale, anche perché  i musulmani indiani sono per molti versi una minoranza svantaggiata.
Secondo la teoria dei germi, la defecazione all’aria aperta diffonde molte malattie che possono uccidere o minare un bambino, la diarrea è solo il caso più ovvio. In India, un musulmano ha molte meno probabilità di un indù di defecare all’aria aperta. Inoltre, un musulmano tende a vivere vicino ad altri musulmani mentre un indù tende a vivere vicino ad altri indù. Come se non bastasse, i bambini indù che vivono in villaggi a prevalenza musulmana hanno una speranza di vita pari a quella dei bambini musulmani. L’ ipotesi dei defecatori spiega al meglio tutti questi dati.
Oggi possiamo tranquillamente affermare che probabilmente più di 200.000 bambini sotto i 5 anni, e sicuramente più di 100.000, muoiono a causa dei defecatori all’aria aperta. Adesso avete capito perché  all’inizio parlavo di “orchi”.
Un altro indicatore eloquente della salute di una popolazione è la statura.
Ricchezza e salute vanno insieme, come del resto statura e ricchezza. Le tre variabili, insomma, sono strettamente legate. Ma lasciamo perdere la ricchezza, già ampiamente trattata. E’ logico attendersi che il nesso vada dalla salute alla statura(non si vede come possa essere altrimenti).
Ebbene, gli indiani se paragonati alla popolazione di altri paesi poveri, sono particolarmente bassi. I ricercatori chiamano questa sproporzione “enigma asiatico” ma andrebbe ribattezzato più correttamente “enigma indiano”. Consiste nel fatto che una bambina indiana di 5 anni è mediamente più bassa di 2/3 di centimetro rispetto ad una coetanea subsahariana. Un’entità apparentemente trascurabile ma che gli esperti reputano invece estremamente significativa nello sviluppo successivo.
La statura sembrerebbe un parametro genetico ma la storia è piena di esempi di popolazioni che pensavamo geneticamente basse i cui bambini, non appena le condizioni di vita sono migliorate, hanno cominciato a crescere di brutto guadagnando i “centimetri perduti”. Molti i nativi messicani sembravano decisamente più bassi rispetto ai latini ma non appena è cominciata la migrazione verso gli Stati Uniti i loro figli sono cresciuti al punto da colmare il gap precedente. Alcuni ricercatori hanno tenuto sotto osservazione i bambini indiani adottati in Svezia, i risultati confermano come la statura sia estremamente sensibile all’ambiente. D’altronde, anche gli Europei di oggi sono molto più alti degli Europei di un secolo fa, e i tempi in cui si è prodotta questa differenza non sono certo legati all’evoluzione della specie. Come se non bastasse, nelle stesse regioni indiani esistono differenze, un bambino del Bangladesh è più alto di un bambino del Bengala indiano, e questo a parità di reddito e di condizione sociale. Certo, una donna del Bangladesh ha più probabilità di una donna indiana di scrivere, leggere e avere un lavoro, ma la differenza decisiva è che nel Bangladesh non si pratica ormai più, nemmeno nelle campagne, la defecazione all’aria aperta.
Una donna che appartiene a comunità che defecano all’aria aperta ha molte più probabilità di interrompere l’allattamento quando il bambino è ancora piccolo, la media dei tempi di allattamento è pari a 2 mesi, questo a causa di infezioni come per esempio la mastite. In casi del genere si passa dal latte materno al latte di bufalo mischiato con acqua che a quest’età ha certamente conseguenze negative sui piccoli. Sia il latte di bufalo che quello vaccino non sono particolarmente digeribili, almeno rispetto al latte materno. Inoltre, il latte dato nel biberon viene esposto a molti più germi, spesso contenuti nel latte stesso che non è bollito a regola d’arte. L’allattamento al seno è una barriera contro i germi diffusi dal defecamento all’aria aperta, ma le infezioni, che hanno la medesima origine, spesso ne impediscono l’adozione.
Il defecatore depone le sue feci sul terreno, le mosche si posano acquisendone i germi, oppure un adulto le calpesta, oppure i bambini stessi giocano nelle vicinanze in un ambiente sporco e contaminato. Oltretutto, in India, il ciuccio è poco diffuso e sostituito dalle dita – sporche – della mamma.
La conseguenza più ovvia di questo ambiente insalubre è la diarrea, ma molto diffuse sono anche le disfunzioni enteriche, è in genere tutte le malattie dell’intestino. I parassiti onnipresenti ostacolano la crescita del bambino in vari modi. Primo, si appropriano letteralmente delle sostanze nutritive destinate al piccolo. Secondo, causando una cronica mancanza di appetito, oltre che un intestino butterato e sanguinante che rende sempre più difficile la digestione.
Diversamente rispetto all’India, molte famiglie del Nepal hanno cambiato abitudine passando dalla defecazione all’aria aperta ai bagni e alle latrine, tutto questo nella decade precedente. Nel 2006 circa metà delle famiglie nepalesi defecava all’aria aperta, ma nel 2011 questa frazione è scesa al 35%. Si è subito registrato un miglioramento nei livelli di emoglobina, almeno in quelle regioni dove la defecazione all’aria aperta era collassata.
Ma che dire di quei bambini che in India e nelle regioni subsahariane sono esposti allo stesso ammontare di defecazione all’aria aperta? Ebbene, in questo caso non c’è differenza apprezzabile nella statura. Un altro tassello prezioso per risolvere l’enigma asiatico.
È chiaro che la conclusione è tanto più forte quante più le metodologie di ricerca convergono verso la stessa conclusione. È proprio il nostro caso, un primo metodo mette a confronto gli Stati, un altro mette a confronto le regioni, un altro ancora si basa sul cosiddetto “calcolo delle differenze”. Ebbene, qualsiasi sia la metodologia adottata,  la variabile che misura la defecazione all’aria aperta sembra la principale responsabile nei differenziali di statura.
Certo, l’approccio sperimentale più affidabile resta quello del “random trial”, difficilmente utilizzabile poiché presenta nel nostro caso parecchi problemi pratici. In genere si tratta di mettere a confronto villaggi a cui vengono forniti random dei sanitari con villaggi privi di sanitari, dove quindi l’ open defecation è diffusa. Purtroppo, in molti casi anche i villaggi ben forniti continuano a praticarla, vanificando così l’opera dei ricercatori.
Un altro problema dell’India è la densità della sua popolazione. La stessa frazione di defecatori all’aria aperta è molto più dannosa in India che altrove. Si è calcolato che la stessa esposizione dei bambini alle feci umane causa il doppio dei danni in India rispetto ai paesi africani.
Un altro importante problema è il nutrimento dei neonati. In India, i bambini tendono a nascere da madri molto giovani e di basso status, il che aumenta la probabilità di essere sottopeso. È chiaro che in queste condizioni si è più vulnerabili in partenza ai parassiti.
La defecazione all’aria aperta è, relativamente, un problema sanitario che riguarda tutti. Il denaro non può metterci completamente al riparo se viviamo in un ambiente così ricco di germi letali. Questa, in un certo senso, è una buona notizia: si spera che la riscossa parta dai benestanti desiderosi di migliorare l’ambiente in cui vivono.
Eppure, l’aspetto più rilevante dell’intera vicenda consiste nel fatto che le vittime sono prevalentemente i bambini, ovvero la generazione futura chiamata a compiere, in un paese promettente come l’India, il passo decisivo verso l’uscita definitiva dalla povertà.
***
Chiudo con una curiosità personale: ma se le feci umane lasciate nell’ambiente sono tanto disastrose al punto da minare intere generazioni a venire, quelle canine sono del tutto innocue? No perché nel mio quartiere non si vive più, e non parlo solo delle zone erbose. Ci sono spazi dove ormai l’accesso dei bambini è assolutamente off limits, dove l’adozione del guinzaglio (per i bambini) è consigliabile vista l’attrazione fatale che l’erba esercita sul cucciolo d’uomo.
defecatori
(defecatore anarchico ripreso in piazzale Oberdan a Milano)

giovedì 31 agosto 2017

ch 5 I pericoli di defecare all'aperto

5   Health: Surviving and growing in childhood - Where India Goes: Abandoned Toilets, Stunted Development and the Costs of Caste
Diane Coffey and Dean Spears

Note:5@@@@@@@

Yellow highlight | Location: 1,248
reasons related to beliefs, values and norms about purity, pollution and untouchability.
Note:RIEPILOGO... PERCHÈ DEFECARE ALL APERTO

Yellow highlight | Location: 1,262
exposure to poor sanitation is very bad for health. In the face of this stark and universal medical fact, India is special for two reasons. First, India has much more open defecation than any other country that is as rich. Second, the high population density in India – the fact that people live so close to one another and to one another’s germs – would make any amount of open defecation all the more threatening.
Note:DANNI ALLA SALUTE... DENSITÀ

Yellow highlight | Location: 1,266
micro-organisms in faeces spread disease.
Note:GERMI

Yellow highlight | Location: 1,266
germ theory of disease
Note:GERMI

Yellow highlight | Location: 1,267
John Snow’s pioneering demonstration of the unsanitary roots of cholera in London was published in the 1850s.
Note:SNOW E IL COLERA

Yellow highlight | Location: 1,275
Good toilets make good neighbours
Note:ttttttt

Yellow highlight | Location: 1,295
Muslims, Baby emphasized, are more interested in using a latrine
Note:IL PROBLEMA SONO GLI INDÙ

Yellow highlight | Location: 1,301
the Muslim mortality paradox. This puzzle was named by economists Sonia Bhalotra, Christine Valente and Arthur van Soest.
Note:UN PARADOSSO

Yellow highlight | Location: 1,303
Muslim babies in India are more likely than Hindu babies in India to survive childhood.
Note:BAMBINI

Yellow highlight | Location: 1,306
Muslims are, in many other ways, a disadvantaged minority in India.
Note:NONOSTANTE CHE

Yellow highlight | Location: 1,311
open defecation spreads disease that can kill babies: Diarrhoea is only the most obvious cause. They also now knew that Muslims in India are less likely to defecate in the open than Hindus.
Note:DIARREA E OD

Yellow highlight | Location: 1,318
Muslims tend to live near other Muslims and Hindus tend to live near other Hindus.
Note:VICINATO E RELIGIONE

Yellow highlight | Location: 1,326
Open defecation and infant mortality
Note:tttttty

Yellow highlight | Location: 1,327
Hindu babies who live in villages where they are surrounded by many Muslims are just as likely to survive as Muslim babies
Note:IL VICINO MUSULMANO

Yellow highlight | Location: 1,343
perhaps over 200,000, and almost certainly over 100,000, children under five die each year who would otherwise survive if there were no open defecation in India.
Note:100/200.000 BAMBINI MORTI

Yellow highlight | Location: 1,352
The long and short of it: The average height of children
Note:tttttt

Yellow highlight | Location: 1,353
richer people are taller than poorer people
Note:PIÙ ALTI E PIÙ RICCHI

Yellow highlight | Location: 1,358
Compared to people in other poor countries, people in India are very short.
Note:STATURA INDIANI

Yellow highlight | Location: 1,361
Researchers have named this puzzle the Asian Enigma. This is actually a misleading name – it is really an Indian Enigma.
Note:PERCHÈ

Yellow highlight | Location: 1,372
the Asian Enigma is that the average five-year-old girl in India is about two-thirds of a centimetre shorter than in sub-Saharan Africa.
Note:BAMBINA DI 5 ANNI

Yellow highlight | Location: 1,375
Differences in population height: Environment, not genetics
Note:tttttt

Yellow highlight | Location: 1,380
History is full of examples of populations that were thought to be genetically short, but whose children grew taller when early-life conditions improved.
Note:ALIMENTAZIONE E AMBIENTE... PIÙ CHE GENETICA

Yellow highlight | Location: 1,382
Anthropologist Barry Bogin documented that the difference between average Ladino and Mayan adults was a striking 10 centimetres. But when civil war broke out and thousands of Mayans began to take refuge in the United States, Bogin found that their children grew to be even taller than most Ladinos.
Note:MAYA E LATINI IN GUATEMALA

Yellow highlight | Location: 1,387
Lemm Proos, of Uppsala University, tracked Indian children adopted into Sweden.
Note:INDIANI ADOTTATI IN SVEZIA

Yellow highlight | Location: 1,390
Europeans today are much taller than Europeans only a century or two ago
Note:DIFFERENZE NON SPIEGABILI CON LA CGENETICA

Yellow highlight | Location: 1,406
Is there a Bengali enigma too?
Note:ttttttt

Yellow highlight | Location: 1,413
The average five-year-old girl in West Bengal is about a quarter of a centimetre taller than the average five-year-old girl in Bangladesh.
Note:STESSO CEPPO MA RICCHEZZA DIFFERENTE

Yellow highlight | Location: 1,418
Children in Bangladesh are taller than children in West Bengal, at the same level of wealth or poverty
Note:MA

Yellow highlight | Location: 1,427
Why are children in West Bengal shorter than equivalently poor Bangladeshis?
Note:NUOVO ENIGMA

Yellow highlight | Location: 1,429
Women in Bangladesh are more likely than women in India to be able to read and to have jobs.
Note:PRIMA DIFFERENZA: CONDIZIONE FEMMINILE

Yellow highlight | Location: 1,430
An additional difference between Bangladeshi villages and Indian villages is open defecation.
Note:SECONDA DIFFERENZA: OD

Yellow highlight | Location: 1,438
Living close and growing apart in rural Uttar Pradesh
Note:ttttt

Yellow highlight | Location: 1,451
Anil’s mother stopped breastfeeding him when he was less than two months old because she got mastitis, an infection in her breast that is common among breastfeeding mothers. Rather than continuing to breastfeed while taking antibiotics to clear the infection, as is recommended, she started giving Anil buffalo milk, mixed with water, and her body stopped making breast milk. The switch from breast milk to watery buffalo milk at such a young age had doubly negative consequences for Anil’s growth. First, it is not the right kind of nutrition for a small baby. Neither buffalo milk nor cow milk has the easy-to-digest proteins found in breast milk,
Note:ESEMPIO DI ALIMENTAZIONE PROB

Yellow highlight | Location: 1,456
bottle-feeding exposed Anil to germs. These germs lived in the milk, which was not always properly boiled,
Note:ccccc

Yellow highlight | Location: 1,472
interaction between disease and breastfeeding
Note:INFEZIONI E ALLATTAMENTO

Yellow highlight | Location: 1,476
Breastfeeding is a barrier against the germs spread by open defecation,
Note:VIRTÙ DEL DNO

Yellow highlight | Location: 1,489
How faecal germs do their dirty work
Note:tttttttt

Yellow highlight | Location: 1,490
Open defecation deposits faeces on the ground.
Note:PROCESSO

Yellow highlight | Location: 1,491
Flies land on these germs; adults step on them; and children play in dirt contaminated with them.
Note:cccccc

Yellow highlight | Location: 1,491
finger a mother offers for a crying
Yellow highlight | Location: 1,493
The most obvious consequence is diarrhoea.
Note:DIARREA

Yellow highlight | Location: 1,496
enteric dysfunction
Note:cccccc

Yellow highlight | Location: 1,499
increased permeability of the intestines to disease.
Note:ccccc

Yellow highlight | Location: 1,503
These parasites stifle child growth in a number of ways. First, they quite literally steal a child’s food: They use the food she eats
Note:LADRI DI CIBO

Yellow highlight | Location: 1,504
loss of appetite and, sometimes, scarring and bleeding in the intestines that make it difficult to digest food.
Note:INTESTINI A PUTTANE

Yellow highlight | Location: 1,528
unlike in India, many households in Nepal have been making the switch from open defecation to toilet or latrine use over the past decade. In 2006, about half of Nepali households defecated in the open, but by 2011 that fraction had declined to 35 per cent.
Note:NEPAL

Yellow highlight | Location: 1,532
haemoglobin levels were more favourable in regions where open defecation had fallen
Note:ccccccc

Yellow highlight | Location: 1,535
Deciphering the Asian (Indian) Enigma
Note:tttttt

Yellow highlight | Location: 1,536
why children in India are shorter than children in sub-Saharan Africa.
Note:L ENIGMA

Yellow highlight | Location: 1,542
difference between India and sub-Saharan Africa in open defecation is large.
Note:OD

Yellow highlight | Location: 1,554
What about children in India and sub-Saharan Africa who are exposed to the same amount of open defecation? In this case, there is no difference in child height and no Asian Enigma.
Note:MISURARE IL GAP

Yellow highlight | Location: 1,557
Converging evidence on open defecation and child height
Note:tttttttttt

Yellow highlight | Location: 1,564
the strongest conclusions emerge when multiple research strategies point in the same direction.
Note:VARIETÀ

Yellow highlight | Location: 1,567
Across a range of research strategies, open defecation has proven important for child height.
Note:ccccccccc

Yellow highlight | Location: 1,568
One method compares countries
Note:PAESI

Yellow highlight | Location: 1,570
Another approach looks across places
Note:REGIONI

Yellow highlight | Location: 1,573
an alternative approach sets out to generate differences.
Note:RANDOM TRIAL

Yellow highlight | Location: 1,577
In many cases, open defecation is something that people choose to do. If the researchers cannot persuade people in the study villages to stop defecating in the open, there will be little hope of learning about health effects by comparing the two groups of villages: In the end, their exposure to faecal germs will stay the same.
Note:PROBLEMI DEL RT

Yellow highlight | Location: 1,585
Economist Paul Gertler
Note:4 RANDO TRIAL CON LA WORLD BANK

Yellow highlight | Location: 1,597
Many people, many germs
Note:tttttt

Yellow highlight | Location: 1,600
The same fraction of people defecating in the open is more harmful for child health in India than in the average developing country. This is because where population density
Note:DENSITÀ

Yellow highlight | Location: 1,603
Payal Hathi, Sabrina Haque and Lovey Pant
Note:ccccccccc

Yellow highlight | Location: 1,604
the same exposure to open defecation matters approximately twice as much in densely populated South Asia as it does in sub-Saharan Africa, on average.
Note:INCIDE IL DOPPIO

Yellow highlight | Location: 1,630
One other important problem is maternal nutrition. In India, babies tend to be born to young, low-status women who are far too likely to be underweight
Note:NON DIMENTICHIAMO GLI ALTRI PROBLEMI

Yellow highlight | Location: 1,638
Open defecation is a relatively egalitarian health hazard.
Note:RICCHEZZA IRRILEVANTE

Yellow highlight | Location: 1,639
Money cannot buy a complete escape from an environment dense with germs.
ccccccc


mercoledì 30 agosto 2017

ch 3 La dittatura della purezza

3   Purity, pollution and untouchability - Where India Goes: Abandoned Toilets, Stunted Development and the Costs of Caste
Diane Coffey and Dean Spears
Note:3 @@@@@@@@@@

Yellow highlight | Location: 659
Ritesh goes to defecate twice a day, first around five in the morning and then again at seven at night. Each time he walks for about half an hour and goes to a different field or open space depending on his whim that day.
Note:DUE VOLTE AL GIRNO MEZZ ORA

Yellow highlight | Location: 663
‘The pradhan wanted to give me a latrine, but I didn’t take it … I didn’t take it because [I’d have to pass by it on my way in and out, that would be awful].
Note:IL GRAN RIFIUTO... INSOPPORTABILE VIVERCI ACCANTO

Yellow highlight | Location: 669
[a latrine] in the house, it is quite disgusting.
Note:ORRORE

Yellow highlight | Location: 674
a world view in which open defecation is clean and latrines are dirty.
Note:LO SPORCO E IL PULITO

Yellow highlight | Location: 684
Clean and dirty, pure and polluting, physical and ritual
Note:ttttttt

Yellow highlight | Location: 686
difficult for him to separate his concepts of cleanliness and dirtiness from his ideas about what is good and bad in a ritual, or a religious, sense.
Note:SPORCO CATTIVO... PULITO BUONO

Yellow highlight | Location: 691
R.S. Khare,
Note:L ANTROPOLOGO PIÙ ATTENTO

Yellow highlight | Location: 694
Physical cleanliness is not always the same as ritual cleanliness,
Note:PULIZIA FISICA E RITUALE

Yellow highlight | Location: 695
Some objects are physically clean, but nevertheless ritually polluting, like a drain which has just been cleaned
Note:ESEMPIO DELLA FOGNA

Yellow highlight | Location: 696
Vegetable peels strewn on the floor or rat excreta in flour are both seen as physically dirty but not ritually polluting.
Note:TOPO

Yellow highlight | Location: 700
Hindus, believe that cow dung and cow urine are purifying.
Note:STERCO E URINA DI MUCCA

Yellow highlight | Location: 700
houses are often made out of cow dung
Note:ccccc

Yellow highlight | Location: 703
newborn babies (even if clean) and mothers who have recently delivered babies are considered temporarily polluting
Note:NEONATO

Yellow highlight | Location: 705
hair that a child had in the womb is impure.
Note:PELATI A DUE ANNI

Yellow highlight | Location: 707
M.N. Srinivas,
Note:SOCIOLOGO

Yellow highlight | Location: 708
The Remembered Village,
Note:LIBRO

Yellow highlight | Location: 709
avoid touching lower-caste people.
Note:INTOCCABILI

Yellow highlight | Location: 710
left hand, which is considered polluting because it is used to clean oneself after defecation.
Note:MANO SINISTRA

Yellow highlight | Location: 718
villagers are often far more concerned with maintaining ritual purity than with maintaining those aspects of physical cleanliness
Note:COSA CONTA

Yellow highlight | Location: 721
Pure people, less pure people and polluting people
Note:ttttttt

Yellow highlight | Location: 723
core concepts of the caste system.
Note:SPORCO PULITO E IL SISTEMA

Yellow highlight | Location: 725
caste has many consequences for everyday life. It is inherited from one’s parents at birth and cannot be changed.
Note:CASTA

Yellow highlight | Location: 730
such as race in the US, South Africa or Latin America.
Note:SIMIL RAZZA

Yellow highlight | Location: 732
People from higher castes are thought to be inherently more pure than people from lower castes,
Note:CASTA E PUREZZA

Yellow highlight | Location: 735
many higher-caste people also believe that people from the lower castes are polluting.
Note:cccccccccc

Yellow highlight | Location: 736
higher-caste villagers often refuse food cooked by a lower-caste person,
Note:CIBO

Yellow highlight | Location: 742
Fatima
Note:ALTA CASTA

Yellow highlight | Location: 743
have to hire someone from the Dhobi caste to wash the clothing that her daughter-in-law used at the hospital.
Note:CHIAMARE QUALCUNO PER LAVARE I VESTITI INQUINATI ALL OSPEDALA

Yellow highlight | Location: 756
We have heard some urbanites claim that discrimination against Dalits was part of India’s past, but is no longer practised today.
Note:ANCORA OGGI I DALIT SONO DISCRIMINATI

Yellow highlight | Location: 757
Economists Amit Thorat and Omkar Joshi
Note:ccccccccc

Yellow highlight | Location: 758
20 per cent of urban respondents report having at least one family member who practises untouchability.
Note:cccccccc

Yellow highlight | Location: 765
Dirty people, dirty work and dirty spaces
Note:ttttttttt

Yellow highlight | Location: 766
Rules about purity and pollution are often used to reinforce caste hierarchies.
Note:GERARCHIE

Yellow highlight | Location: 769
removing animal carcasses from the village, cleaning faeces and trash from public places, preparing dead bodies for cremation
Note:LAVORI DEGLI INTOCCABILI SPORCHI FISICAMENTE

Yellow highlight | Location: 771
drumming or crafting shoes out of leather,
Note:LAVORI SPORCHI SOLO RITUALMENTE

Yellow highlight | Location: 773
Anthropologist Sarah Pinto
Note:giu

Yellow highlight | Location: 773
Dalits are dirty because they perform dirty jobs, and the jobs are dirty because Dalits perform them.
Note:CIRCOLARITÀ

Yellow highlight | Location: 781
Sociologist Damaris Lüthi
Note:GIÙ

Yellow highlight | Location: 782
the cleanliness and purity of the home are very important.
Note:CASA E PUREZZA

Yellow highlight | Location: 784
cleanliness stops ‘at the doorsteps of private homes,
Note:ccccccc

Yellow highlight | Location: 785
Anand Teltumbde,
Note:ggg

Yellow highlight | Location: 786
the litter problem plaguing Indian cities is not only about people not caring what happens to public spaces but also about caste politics. Indians throw their trash on the ground not merely out of laziness but also to assert their superiority over Dalits. It is, after all, Dalits who are expected to clean public places.
Note:CASTE E SPORCIZIA

Note | Location: 788
ccccccc

Yellow highlight | Location: 793
Getting ahead where some people are pure and some people are polluting
Note:tttttttt

Yellow highlight | Location: 796
one caste may try to assert their superiority over another is by adopting more stringent purity
Note:PIÙ RIGOROSI PIÙ SUPERIORI... ES DEL VEGETARIANESIMO

Yellow highlight | Location: 798
The adoption of higher-caste values and practices by members of the middle and lower castes
Note:CONTAGIO

Yellow highlight | Location: 804
Om Prakash Valmiki,
Note:SCRITTORE

Yellow highlight | Location: 805
the upwardly mobile Dalits in his village slowly stopped raising pigs:
Note:MOBILITÀ SOCIALE E RITUALI

Yellow highlight | Location: 814
What do purity, pollution and untouchability have to do with open defecation?
Note:tttttttttttt

Yellow highlight | Location: 816
the idea that public filth may be connected to ritual pollution.
Note:RELIGIONE E SALUTE PUBBLICA

Yellow highlight | Location: 817
sociologist André Béteille,
Note:ccccc

Yellow highlight | Location: 818
‘In our obsession for ritual purity, we make compromises with physical cleanliness.’
Note:cccccc

Yellow highlight | Location: 824
If a latrine is in the house, there will be bad smells, germs will grow. Latrines in the house are like ... hell. The environment becomes completely polluted. There is no benefit of lighting [religious candles and lamps], no benefit at all.
Note:IL DEMONIO IN CASA

Yellow highlight | Location: 830
Many higher-caste respondents were particularly concerned about having a latrine close to the kitchen. Aside from places of prayer,
CUCINA E TEMPIO