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giovedì 14 novembre 2024

sull esistenza della mente

 Sull'esistenza della mente.


L'idea a cui sono pervenuto è che i disaccordi autentici non esistano, cio' che esiste sono solo descrizioni differenti di cio' che ci sta davanti. Un determinato evento può essere descritto allo stesso modo in termini fisiologici e psicologici, non intenzionali e intenzionali. Il disaccordo si sana quando scopriamo la descrizione più utile nel contesto in cui siamo. Esempio, la psicologia popolare rimarrà probabilmente il modo migliore per prevedere cosa faranno domani i nostri amici e conoscenti. Questo è tutto ciò che intendo dicendo "le menti esistono". D'altro canto, lo studio della fisiologia e dell'evoluzione è il modo migliore per capire come "funzioniamo", e questo è cio' che intendo quando dico "le menti non esistono". Di conseguenza, "le menti esistono" in certi contesti e "non esistono" in altri. Questo vale anche per la libertà, la giustizia, i colori, eccetera. Insomma, le ragioni sono anche cause. Oltretutto, non c'è un contesto più significativo. Le "cose del mondo" non rendono vere le frasi. La distinzione tra vero e falso possiamo sostituirla con una distinzione tra le frasi che servono a un certo scopo e quelle che servono ad altri scopi.

p.s. la cosa mi è apparsa evidente discutendo in rete sulla "medicalizzazione della scuola". Chi si oppone e chi la critica in nome della classica "responsabilizzazione" (o "scuola del merito") sta descrivendo in modo diverso la stessa identica cosa. Non c'è disaccordo genuino. Molto più semplicemente gli "oppositori" mirano ad una società che massimizzi il capitale umano mentre i sostenitori a una società che "minimizzare il dolore" degli studenti. Forse sopravviveranno solo le società più efficienti, cosicché avranno ragione gli "oppositori", oppure la scuola è di fatto slegata dalla formazione del capitale umano e allora avranno ragione i "sostenitori".

venerdì 12 luglio 2024

Una teoria della coscienza derivata dalla teoria generale dell'autoinganno.

 Una teoria della coscienza derivata dalla teoria generale dell'autoinganno.


La coscienza è stata "inventata" dalla natura per rendere possibile l'autoinganno e creare un doppio simulato di noi stessi. Esempio: se devo mentire, lo farò meglio quando penso di dire la verità ma per creare queste condizioni mi occorre un doppio me stesso: qualcuno che curi i miei interessi materiali (inconscio) e qualcun altro che sia il mio addetto stampa o avvocato difensore (coscienza). A livello neuronale la coscienza è quindi un processo ridondante che, rispetto al processo sottostante, interessa anche certi circuiti correlati con la gratificazione, fiducia e autostima. Così definita, dubito che gli animali abbiano coscienza. Non  sono ipocriti e la coscienza esisterebbe solo come base dell'ipocrisia.


Esiste un autore che ha percorso questa via? 

mercoledì 27 novembre 2019

RICCARDI MARIANI

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RICCARDI MARIANI
La premessa del libro: il nostro comportamento è guidato dall' "apprendimento emotivo". Le emozioni intense generano gli schemi che ci facciamo su come funziona il mondo e il cervello usa poi questi modelli per guidarci al meglio. Anche l'irrazionalità si genera indirettamente dalla coesistenza di più modelli del mondo impliciti che si sono formati in risposta a varie sfide esterne.
Esempio: un uomo di nome Riccardo non riesce a parlare nelle riunioni aziendali. Ha buone idee ma ha inspiegabilmente paura di esporle al momento opportuno. Durante la terapia ha descritto suo padre come un narcisista chiacchierone che metteva bocca dappertutto. Tutti lo odiavano o lo prendevano in giro per essere uno sciocco che non sta mai zitto. Il terapeuta ipotizza che Riccardo lo osservasse e formasse un suo modello predittivo, qualcosa come "parlare ti rende odioso". Si tratta di una regola generale ma quando sei un bambino non hai molti dati e generalizzare in questo modo è normale.
La regola del tipo "parlare ti porta ad essere odiato" è una "memoria emotiva" di Riccardo. Puo' razionalmente capire che non è più utile, ma ciò non sempre aiuta poiché la sua memoria emotiva non se ne va, resta lì e si fa sempre sentire in modo più o meno conscio.
Cosa dovrebbe fare il terapeuta? Puo' somministrare anisomycina, ma è una sostanza tossica. Puo' fare un bell'elettroshock, ma ci sono danno collaterali. Puo' somministrare sostanze psichedeliche, ma si tratta di terapie in embrione. Occorre comunque fare qualcosa per indebolire la memoria emotiva passata e "riconsolidarla" diversamente. Il libro illustra una sua terapia ma qui diventa per me meno interessante e lo lascio alla vostra eventuale lettura.
La cosa interessante è invece l'idea di mente che ne viene fuori. Noi non siamo una persona ma tante persone, non un cervello ma tanti. Gli schemi interpretativi vengono generati dalle emozioni e le emozioni che proviamo sono le più disparate, così di schemi ce ne sono tanti nella nostra testa ma soprattutto poco connessi tra loro, anche perché noi non li abbandoniamo mai, nemmeno di fronte alla prova provata che non funzionano. Il potere di ricucirli è assai limitato.
Il nostro cervello deve essere immaginato come un paesaggio montuoso con fertili vallate separate da alte vette. Ogni ricordo (con annesso relativo schema interpretativo) scava e vive nella sua valle (un po' come un fiume). Ma non possono parlarsi. I valichi sono stretti e insidiosi. Gli schemi vivono autonomamente, non vincolati dalle conclusioni raggiunte altrove. La coscienza è una capitale che si stende su un'ampia pianura. Quando il cervello ha bisogno delle informazioni archiviate in una valle particolare, invia messaggeri sui passi. Questi messaggeri sono in gamba, ma portano semplici lettere, non tomi pesanti né tanto meno files; spesso possono solo trasmettere ciò che pensano gli abitanti della valle e non il perché. I collegamenti tra capitale e valli di solito sono precari e il commercio tra valle e valle è quasi inesistente. Puoi avere due valli in cui ferve il lavoro ma che non comunicheranno mai tra loro. A volte, quando è molto importante, il re può ordinare di costruire una strada. Ma non è la norma, e costruire su quei territori è molto dura.
In parole povere siamo dei dissociati. I pazienti dello psichiatrico sono la nostra caricatura... fedele. Avete presente quel tale a cui piace tanto il suo dottore? Lo ama, lo loda di fronte a tutti gli altri pazienti, dice che una volta fuori da lì lo nominerà per il Nobel. Poi, quando il dottore prende una decisione poco gradita - magari rifiuta un permesso - improvvisamente quel medico diventa un violento, peggio di Hitler, peggio di Mengele. Quando sarà fuori lo denuncerà a tutte le autorità portandogli via anche le mutande. Poi il dottore prende una decisione gradita e lui torna ad amarlo incondizionatamente. Ecco, un soggetto del genere non riesce ad integrare i suoi giudizi sul medico, ha schemi diversi che si formano in vallate diverse e non comunicanti del suo cervello.
Così noi non siamo il nostro cervello ma la moltitudine dei nostri cervelli. Non esiste un dipartimento verso cui si convogliano i dati e che, in base alla sua potenza (IQ), riuscirà in modo più o meno brillante a comporre in modo razionale, generando qua e là qualche sbavatura che noi chiameremo pomposamente "bias cognitivo". No, non funziona così. E infatti noi vediamo persone intelligentissime e istruite che credono a cose sciocche e dicono cose sceme quando escono dal loro ambito. Le persone faziose, per esempio: magari intelligentissime quando sono nella loro valle preferita ma completamente deficienti e impermeabili ad ogni argomento ragionevole non appena ci si sposta in una valle collaterale del loro cervello. Ci sono persone intelligenti che hanno letto molto su un argomento ma che alla fine prendono posizioni dettate solo da schemi sballati internalizzati a suo tempo. Alcuni temi (aborto, cambiamento climatico, famiglia, religione, patria, scuola statale, omosessualità...) si prestano particolarmente ad essere elaborati in vallate assai periferiche del nostro cervello. Proprio come nel caso del nostro Riccardo. Riccardo ha prove sufficienti per rendersi conto che in azienda non odiano affatto tutti quelli che parlano durante le riunioni. Ma sente ancora, a un livello profondo, che parlare alle riunioni lo metterebbe nei guai. Le prove a sua disposizione non sono riuscite a connettersi con il suo schema emotivo, la parte di lui che prende le decisioni. Quando parli di aborto o riscaldamento globale succede un po' la stessa cosa? Le prove razionali non si collegano agli schemi dell'apprendimento emotivo? I messaggeri del Re riusciranno a recapitare il loro precario dispaccio nella sperduta vallata?
In un certo senso questo è spaventoso, significa che puoi essere uno scienziato di livello mondiale e avere dimestichezza con la matematica bayesiana e ancora non riuscire ad evitare credenze puerili che neanche un bambino di dieci anni... I razionalisti si consumano per classificare i bias cognitivi, ma ho la netta impressione che la maggior parte dei bias siano spiegati dalla mancata integrazione tra i paesini che costellano l'aspra montagna del nostro cervello.

mercoledì 24 luglio 2019

LA SCELTA DELLA CAUSA

LA SCELTA DELLA CAUSA
Potrebbe essere vero, e dimostrabile statisticamente, che un certo stato neurologico “causa” in un individuo la sensazione della fame. Tuttavia, potremmo dimostrare che una prolungata astinenza dal cibo provoca la medesima sensazione di fame. Entrambi questi modelli sono equivalenti in termini epistemici, ma uno potrebbe suggerire un rimedio migliore dell’altro, magari dal punto di vista morale. Contro la fame meglio una medicina o un panino? A lungo andare, questa scelta potrebbe avere conseguenze morali.
Prendiamo il caso della scuola: il bambino con difficoltà è un somaro o un “malato” affetto da disturbi dell’attenzione? Meglio farlo lavorare sodo o affidarlo alle cure di un terapeuta che gli alleggerisca gli impegni?
Una certa persona è razzista o impaurita?

A queste domande non si risponde con modelli migliori di altri, piuttosto con modelli che offrono soluzioni più morali di altre. La causa prescelta rappresenta una scelta etica e politica piuttosto che epistemologica.

https://feedly.com/i/entry/0qYIiqRydIWlymK7ino8KyHfPm408U2ptNRiQ03rbco=_1558217dfed:184ad13:85ca5f35

martedì 11 giugno 2019

COME FUNZIONA LA TUA MENTE?

COME FUNZIONA LA TUA MENTE?

Per alcuni "calcola" (come un computer).

Per altri "immagina" (come un artista).

Terza via: immagina i simboli e calcola con quelli.

La prima operazione non è così neutrale: prova a fare una divisione a due cifre con i numeri romani! Si puo', ma è complicato.

Prova a descrivere l'universo conosciuto mettendo la terra al centro. Si puo', ma è complicato.

https://jasoncollins.blog/2019/04/30/three-algorithmic-views-of-human-judgment-and-the-need-to-consider-more-than-algorithms/

sabato 23 giugno 2018

LA MENTE UMANA E’ UN COMPUTER?

Riccardo Mariani
Adesso
LA MENTE UMANA E’ UN COMPUTER?
Basta interrogarla per avere qualche dubbio: quanto fa 64+58? Potrebbe fare 125, ma potrebbe fare anche 5, dipende cosa significa per voi il simbolo “+”. Potrebbe significare “addizione” ma anche “paraddizione”, nel primo caso il risultato corretto sarebbe 125, nel secondo 5. Il significato di “paraddizione”, infatti, è il seguente: “la paraddizione è un’operazione aritmetica in tutto uguale all’addizione tranne quando viene effettuata in questo post, nel qual caso ha sempre 5 come risultato finale”. Quale sia allora il significato corretto di “+” è dubbio, non posso infatti appellarmi all’uso che si fa di quel simbolino poiché tutti i dati della nostra esperienza passata confermano sia il concetto di addizione che quello di paraddizione. Il software costituito dalla nostra mente sembrerebbe quindi indeterminato o comunque inconoscibile. Ma un software (algoritmo) nella sua accezione comune di programma con dei codici sorgente ben definiti non puo’ essere indeterminato, per cui la mente non sembrerebbe essere propriamente un software. In alternativa potremmo considerarlo un “software radicalmente misterioso”, quasi che un Dio ne fosse il programmatore, ma non è esattamente cio’ che hanno in mente coloro che materialisticamente considerano il nostro apparato mente/cervello alla stregua di un computer. Quanto detto, naturalmente, non implica che un computer particolarmente intelligente non possa essere considerato alla stregua di un essere umano, la cosa è possibile qualora dalla materia che lo compone "emergessero" qualità estranee alla materia stessa.
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That the brain is a digital computer and the mind the software run on the computer are theses that seem to many to be confirmed by our be...
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venerdì 27 aprile 2018

LE QUATTRO LEGGI DELLA MENTE UMANA

LE QUATTRO LEGGI DELLA MENTE UMANA.
Prima legge: la mente riposata ragiona, quella stanca racconta.
Seconda legge: la mente riposata agisce, quella stanca guarda.
Terza legge: la mente riposata presidia il presente, quella stanca vagola nel passato.
Quarta legge: nella mente riposata è la coscienza ad alimentare la memoria, in quella stanca è la memoria ad alimentare la coscienza.
Lo scienziato si avvale perlopiù di una mente riposata, l’artista di una mente stanca, praticamente addormentata, spesso al limite del sogno. L’intelligenza di gente come John von Neumann, tanto per dire, è sempre fresca e riposata, l’intelligenza visionaria di un Napoleone è invece più nebulosa e creativa… Detto questo tutti noi ci muoviamo tra i due poli, in genere al mattino frequentiamo il primo e la sera il secondo.
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A “rock star” (New York Times) of the computing world provides a radical new work on the meaning of human consciousness.The holy grail of psychologists and scientists for nearly a century has been to understand and replicate both human thought and the human mind. In fact, it's wh...

giovedì 20 aprile 2017

INTRO - Willpower: Rediscovering Our Greatest Strength by Roy F. Baumeister, John Tierney

Willpower: Rediscovering Our Greatest Strength by Roy F. Baumeister, John Tierney
You have 339 highlighted passages
You have 77 notes
Last annotated on April 20, 2017
Growth (with Christopher Buckley) To our children, Athena and Luke IntroductionRead more at location 40
Note: intelligenza+selfcontrol=>successo aumentare i.: impossibile x ora aumentare sc.: possibile la temperanza virtù sottovalutata: è alla base di tutti i probemi viviamo nel secolo delle tentazioni una riabilitazione del filisteo vittoriano: nn crede ma comprende che la disciplina imposta dalla chiesa abbia un ruolo la vittoria a distanza dei vittoriani su wilde... affermazione del self help Edit
However you define success—a happy family, good friends, a satisfying career, robust health, financial security, the freedom to pursue your passions—it tends to be accompanied by a couple of qualities.Read more at location 40
Note: IL SUCCESSO: INTELLIGENZA E SELF Edit
intelligence and self-control.Read more at location 42
Note: c Edit
So far researchers still haven’t learned how to permanently increase intelligence. But they have discovered, or at least rediscovered, how to improve self-control.Read more at location 43
Note: UNA RIGIDA L ALTRA MENO Edit
As Charles Darwin wrote in The Descent of Man, “The highest possible stage in moral culture is when we recognize that we ought to control our thoughts.” The Victorian notion of willpower would later fall out of favor,Read more at location 45
Note: DATWIN E I VITTORIANI..CTRL LE EMOZIONI Edit
Baumeister himself started out as something of a skeptic. But then he observed willpower in the laboratory: how it gives people the strength to persevere, how they lose self-control as their willpower is depleted, how this mental energy is fueled by the glucose in the body’s bloodstream.Read more at location 48
Note: IL LABORATORIO Edit
willpower, like a muscle, becomes fatigued from overuse but can also be strengthened over the long term through exercise.Read more at location 50
Note: VOLONTÀ È UN MUSCOLO Edit
the surest way to a better life.Read more at location 53
most major problems, personal and social, center on failure of self-control: compulsive spending and borrowing, impulsive violence, underachievement in school, procrastination at work, alcohol and drug abuse, unhealthy diet, lack of exercise, chronic anxiety, explosive anger.Read more at location 54
Note: PROBLEMI SE MAMCA IL SLFC Edit
Ask people to name their greatest personal strengths, and they’ll often credit themselves with honesty, kindness, humor, creativity, bravery, and other virtues—even modesty. But not self-control.Read more at location 59
Note: SELF. VIRTÙ POCO APPREZZATA Edit
People feel overwhelmed because there are more temptations than ever.Read more at location 63
Note: MONDO D OGGO: MOLTE TENTAZIONI Edit
Facebook, surfing gossip sites,Read more at location 65
The most commonly resisted desire in the beeper study was the urge to eat, followed by the urge to sleep, and then by the urge for leisure, like taking a break from work by doing a puzzle or game instead of writing a memo. Sexual urges were next on the list of most-resisted desires, a little ahead of urges for other kinds of interactions, like checking e-mail and social-networking sites, surfing the Web, listening to music, or watching television.Read more at location 76
Note: LISTA DEI DESIDERI Edit
During the Middle Ages, most people were peasants who put in long, dull days in the fields, frequently accompanied by prodigious amounts of ale. They weren’t angling for promotions at work or trying to climb the social ladder, so there wasn’t a premium on diligence (or a great need for sobriety).Read more at location 85
Note: MEDIOEVO. AUTOCONTROLLO MENO ESSENZIALE. GIARDA ALLA FORZA FISICA Edit
In the medieval Catholic Church, salvation depended more on being part of the group and keeping up with the standard rituals than on heroic acts of willpower.Read more at location 88
Note: LA SALVEZZA MEDOVALE: CONTA PIÙ IL RITO E IL SENSO DI COMUNITA Edit
Enlightenment had weakened faith in any kind of dogma. Victorians saw themselves as living in a time of transitionRead more at location 91
Note: ILLUMINISMO. LA FEDE DECLINA. I VOTTOROANI. CHE FARE? Edit
Many Victorians came to doubt religious principles on theoretical grounds, but they kept pretending to be faithful believers because they considered it their public duty to preserve morality.Read more at location 93
Note: VITTORIANI: CREDERE SOLO COME SOSTEGNO ALLA MORALE Edit
mock their hypocrisyRead more at location 95
Oscar Wilde’s philosophy: “I can resist everything except temptation.”Read more at location 96
Note: IL NEMICO DEI VITTORIANI Edit
As Victorians fretted over moral decay and the social pathologies concentrated in cities, they looked for something more tangible than divine grace, some internal strength that could protect even an atheist. They began using the term willpowerRead more at location 98
Note: LA NASCITA DEL TERMINE. PER DARE UNA FEDE ANCHE AGI AYEI Edit
People sought to increase their store of it by following the exhortations of the Englishman Samuel Smiles in Self-Help, one of the most popular booksRead more at location 101
Note: SELG HELP Edit
“Genius is patience,”Read more at location 102
explaining the success of everyone from Isaac Newton to Stonewall Jackson as the result of “self-denial” and “untiring perseverance.”Read more at location 103
Note: SUCCESSO = AUTONEGAZIONE Edit
The Decline of the WillRead more at location 110
Note: motivi del declino: 1 eccessi vittoriani 2 guerra e mitizzazione del senso del dovere... naxi: il trionfo della volontà nell era della pubblicità la volontà viene rimpiazzata dal glamour e dai sorrisi declino del superego: se ti piace fallo chi sbaglia viene giustificato da eventi esterni... la volontà passa in secondo piano skinner e freud: contro volontà e coscienza l autostima rimpiazza la volontà con esiti deludenti... math studenti usa e stud coreani la riabilitazione del s.c. avviene da parte dell empiria e n dei teorici Edit
Note: t Edit
The fascination with willpower ebbed in the twentieth century partly in reaction to the Victorians’ excesses,Read more at location 112
Note: FV FUORI MODA X GLU ECCESSI VITTORIANI Edit
The prolonged bloodshed of World War I seemed a consequence of too many stubborn gentlemen following their “duty” to senseless deaths.Read more at location 113
Note: GUERRE CAUSATE DAL SENSO DEL DOVERE Edit
Intellectuals preached a more relaxed viewRead more at location 114
Germany,Read more at location 115
“psychology of will”Read more at location 115
That theme would be embraced by the Nazis, whose rally in 1934 was featured in Leni Riefenstahl’s infamous propaganda film, The Triumph of the Will.Read more at location 116
Note: LENI Edit
The decline of will didn’t seem like such a bad thing, and after the war there were other forces weakening it. As technology made goods cheaper and suburbanites richer, stimulating consumer demand became vital to the economy, and a sophisticated new advertising industry urged everyone to buy now.Read more at location 119
Note: PUBBLICITÀ. CONTRIBUISCE AL DECLINO DELLA VOLONTÀ Edit
The new bestsellers were cheery works like Dale Carnegie’s How to Win Friends and Influence People and Norman Vincent Peale’s The Power of Positive Thinking. Carnegie spent eight pages instructing readers how to smile.Read more at location 123
Note: IL NUOVO OBIETTIVO: SEDURRE GLI ALTRI Edit
“The basic factor in psychology is the realizable wish,” Peale wrote. “The man who assumes success tends already to have success.” Napoleon Hill sold millions of copies of Think and Grow Rich by telling readers to decide how much money they wanted,Read more at location 126
Note: IL NUOVO TREND: CREDICI E LO AVRAI Edit
“Believe it, achieve it.”Read more at location 130
Wheelis used Freudian terms in discussing the decline of the superego in Western society, but he was essentially talking about a weakening of willpower—and all this was before the baby boomers came of age in the 1960s with a countercultural mantra of “If it feels good, do it.”Read more at location 138
Note: 1960… IL PIACERE Edit
the “Me Generation” of the 1970s,Read more at location 141
Most social scientists look for causes of misbehavior outside the individual: poverty, relative deprivation, oppression, or other failures of the environment or the economic and political systems. Searching for external factors is often more comfortable for everyone, particularly for the many academics who worry that they risk the politically incorrect sin of “blaming the victim”Read more at location 142
Note: PAURA DEL BLAMING THE VICTIME. RIMOZIONE Edit
The very notion that people can consciously control themselves has traditionally been viewed suspiciously by psychologists. Freudians claimed that much of adult human behavior was the result of unconscious forces and processes.Read more at location 146
Note: AUTOCONTROLLO SEMPRE VISTO MALE. FREUD: INCONSCIO Edit
B. F. Skinner had little respect for the value of consciousness and other mental processes, except as needed to process reinforcement contingencies.Read more at location 148
Note: SKINNER: ISTINTO Edit
Beyond Freedom and Dignity,Read more at location 149
Some neuroscientists claim to have disproved its existence. Many philosophers refuse to use the term.Read more at location 152
Note: LA COSCIENZA FA PAURA Edit
Recently, some scholars have even begun to argue that the legal system must be revamped to eliminate outdated notions of free will and responsibility.Read more at location 155
Note: GIURISTI CHE VOGLIONO ELIMINARE LA RESPONSABILITÀ Edit
Baumeister shared the general skepticism toward willpower when he started his career as a social psychologist in the 1970s at Princeton. His colleagues were then focusing not on self-control but on self-esteem,Read more at location 156
Note: AUTOSTIMA NN AUTOCONTROLLO Edit
people with more confidence in their ability and their self-worth tended to be happier and more successful. So why not help everyone else succeed by finding ways to boost their confidence?Read more at location 158
Note: c Edit
While international surveys showed that U.S. eighth-grade math students had exceptionally high confidence in their own abilities, on tests they scored far below Koreans, Japanese, and other students with less self-esteem.Read more at location 161
Note: MA: TEST DI MATEMATICA: AMERICANI PIÙ AUTOSTIMA MENO PRESTAZIONI Edit
The resurrection of self-control wasn’t led by theorists, who were still convinced that willpower was a quaint Victorian myth. But when other psychologists went into the laboratory or the field, they kept happening on something that looked an awful lot like it.Read more at location 164
Note: IL LABORATORIO HA RISPOLVERATO L AUTOCONTROLLO Edit
The Comeback of the WillRead more at location 166
Note: il lavoro dello scienziato: non studiare nuove teorie ma studiare come testare le teorie (da qui l ingenuo "lo sapeva anche mia nonna" il mshmalow dei bambini freud in disgrazia: salvi gravi traumi l infanzia incide poco sull adulto il marshmalow sembra un eccezione: volontà e nurture sono legate sr conta + dell intelligenza elenco dei vantaggi di sr al netto di razza classe e intelligenza Edit
Note: t Edit
Everyone has a pet theoryRead more at location 168
“Oh, my grandmother knew that.”Read more at location 169
Note: ACCOGLIMENTO DDELLA YEORIA Edit
Progress generally comes not from theories but from someone finding a clever way to test a theory, as Walter Mischel did.Read more at location 169
Note: YESTATE Edit
They were studying how a child learns to resist immediate gratification,Read more at location 171
Note: MASH Edit
marshmallow,Read more at location 173
The ones who succeeded tended to do so by distracting themselves, which seemed an interesting enough finding at the time of the experiments, in the 1960s.Read more at location 176
Note: DISYRARSI Edit
He noticed that the children who had failed to wait for the extra marshmallow seemed to get in more troubleRead more at location 179
Note: CHO FALLISCE LA PROVA Edit
They found that the ones who had shown the most willpower at age four went on to get better grades and test scores.Read more at location 181
Note: VOTI E TEST Edit
These were stunning results, because it’s quite rare for anything measured in early childhood to predict anything in adulthood at a statistically significant level. Indeed, this disconnect was one of the death blows against the Freudian psychoanalytic approach to psychology, which emphasized early childhood experiences as the foundation of adult personality.Read more at location 185
Note: DI SOLITO: LA VITA NFANTILE INFLUENZA POCO QUELLA ADULTA. CONTRO FREUD Edit
Martin SeligmanRead more at location 188
the possible exceptions of severe trauma or malnutrition.Read more at location 189
Baumeister did in Losing Control,Read more at location 193
“Self-regulation failure is the major social pathology of our time,” they concluded, pointing to the accumulating evidence of its contribution to high divorce rates, domestic violence, crime, and a host of other problems.Read more at location 195
Note: LA PATOLOGIA CONTEMP. Edit
Self-control also proved to be a better predictor of college grades than the student’s IQ or SAT score. Although raw intelligence was obviously an advantage, the study showed that self-control was more important because it helped the students show up more reliably for classes, start their homework earlier, and spend more time working and less time watching television.Read more at location 199
Note: AUTOCPNTROLLO PIÙ IMP DELL INTELLIGENZA A SCUOLA Edit
In workplaces, managers scoring high in self-control were rated more favorably by their subordinates as well as by their peers.Read more at location 201
Note: SIL LAVORO: CHI SI CONTROLLA È PIÙ CONSIDERATO DA SUBORDINATI E PARI Edit
Evolution and EtiquetteRead more at location 227
Note: come si è evoluti il sc? società allargata=> + sc => cervello + grande sc nasce come funzione sociale più che come personal betterment: aspettare in fila il cibo dal maschio dominante... educazoone a tavola le scimmie + intelligenti progettano x 20 minuti... il tempo x consentire al dominante di nutrirsi una fetta di torta non ingrassa ma noi non la mangiamo xchè sappiamo generalizzare cosa preclusa agli animali... qui entra in gioco la coscienza e la volontà l equivoco dell inconscio: tipico di chi si concentra sulla reazione immediata nel brevissimo xiodo la coscienza è ciò che connette tutti i mictointervalli Edit
Note: t Edit
The human brain is distinguished by large and elaborate frontal lobes, giving us what was long assumed to be the crucial evolutionary advantage: the intelligence to solve problems in the environment.Read more at location 228
Note: I LOBO FRONTALI Edit
But big brains also require lots of energy. The adult human brain makes up 2 percent of the body but consumes more than 20 percent of its energy.Read more at location 230
Note: QUANTO CONSUMANO I LOBI! Edit
One early explanation for the large brain involved bananas and other calorie-rich fruits. Animals that graze on grass don’t need to do a lot of thinking about where to find their next meal.Read more at location 233
Note: TEORIA DELLA BANANA Edit
A banana eater needs a bigger brain to remember where the ripe stuff is, and the brain could be powered by all the calories in the bananas, so the “fruit-seeking brain theory”Read more at location 235
Note: c Edit
Robin Dunbar found no support for itRead more at location 237
Note: CONFUT Edit
Brain size did not correlate with the type of food.Read more at location 238
Note: c Edit
Animals with bigger brains had larger and more complex social networks.Read more at location 239
Note: TEORIA SOCIALE Edit
Humans are the primates who have the largest frontal lobes because we have the largest social groups, and that’s apparently why we have the most need for self-control.Read more at location 240
Note: c Edit
We tend to think of willpower as a force for personal betterment—adhering to a diet, getting work done on time, going out to jog, quitting smoking—but that’s probably not the primary reason it evolved so fully in our ancestors.Read more at location 241
Note: SC: NOI LO VEDIAMO EGOISTICAMENTE MA LA SUA FUNZIONE È SOCIALE Edit
For animals to survive in such a group without getting beaten up, they must restrain their urge to eat immediately.Read more at location 245
Note: ESEMPIO. L ORDONE DI CIBATSI Edit
etiquette at dinner,Read more at location 248
Experts surmise that the smartest nonhuman primates can mentally project perhaps twenty minutes into the future—long enough to let the alpha male eat, but not long enough for much planning beyond dinner.Read more at location 248
Note: SCIMMIE 20 MINUTI. IL TEMPO CHE IL DOMINANTE MANGI Edit
Much of self-control operates unconsciously.Read more at location 254
One piece of cake won’t make you fat, and skipping one assignment won’t ruin your career. But in order to stay healthy and employed, you must treat (almost) every episode as a reflection of the general need to resist these temptations. That’s where conscious self-control comes in,Read more at location 262
Note: CAPACOTÀ DI GENERALIZZARE Edit
Why Will Yourself to Read This?Read more at location 265
Note: scopo primo del libro: xchè la volontà serve scopo secondo: cos è la volontà x 2 occorre una teoria della mente... la dominante: mente come pc (esclusa ogni componente rnrgetica) Edit
Note: t Edit
We hope to combine the best of modern social science with some of the practical wisdom of the Victorians.Read more at location 266
Note: OBBIETTIVO. SCIENZA E MORALE VITTORIANA Edit
We’ll explain why corporate leaders pay $20,000 a day to learn the secrets of the to-do list from a former karate instructor, and why Silicon Valley’s entrepreneurs are creating digital tools to promote nineteenth-century values.Read more at location 267
Note: IL GRANDE REVIVAL Edit
understanding of the selfRead more at location 274
conventional view, called the information-processing model.Read more at location 274
mind as if it were a little computer. These information models of the human mind generally ignored concepts like power or energy,Read more at location 275
Note: LA CONCEZIONE DELLA MENTE TRADIZIONALE : UN PC CHE PROCESSA INFO. DOVE PRENDE L ENERGIA POCO CONTA Edit
Acquiring self-control isn’t as magically simple as the techniques in modern self-help books, but neither does it have to be as grim as the Victorians made it out to be. Ultimately, self-control lets you relax because it removes stress and enables you to conserve willpower for the important challenges.Read more at location 280
Note: NÈ FACILE COME I SELF HELP NÈ DISUMANO COME CERTO VICTORIAN