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mercoledì 15 aprile 2015

Leggi di Cowen

Tenere sempre ben presenti le due leggi di Cowen:

  1. In ogni posizione che si sostiene c' è almeno un errore (la coscienza di questo fatto dovrebbe invitarci alla prudenza).
  2. Su ogni argomento c' è una letteratura abbondante, penso a persone che hanno dedicato la vita a sviscerarlo (la coscienza di questo fatto dovrebbe indurci a limitare le "sparate" estemporanee, almeno finché non si domina la letteratura di cui sopra.
Continua.



mercoledì 18 marzo 2015

MRS. Sulle politiche retoriche per la salvaguardia dell’ ombelico

Carlo Freccero (esaltato): "... perché io non voglio un mercato senza regole, sia chiaro..."
Massimo Cacciari (stizzito): "... forse che io voglio un mercato senza regole?!..."
Lilli Gruber (annoiata): "... nessuno vuole un mercato senza regole, è chiaro...”
Otto e Mezzo (una puntata qualsiasi)
 
Ci sono modi di dire che hanno la virtù taumaturgica di allontanare i disturbatori, di sanare i dissensi, di riportare la calma nel piccolo gruppo di sodali, e con la calma la possibilità di tornare a mirarsi l' ombelico. 
ombelic
Che cosa intende chi usa come un trapano l' ambigua espressione "Mercato Senza Regole"?
Forse un mercato in cui non si rispettano i contratti? Difficile poiché il mercato "è fatto" di contratti, ovvero si scambi volontari.
Forse un mercato in cui non si rispetti la proprietà altrui? Difficile visto che il contenuto di quei contratti è proprio la proprietà.
Forse un mercato privo di competizione? Un mercato senza competizione è come un "coltello senza manico a cui manca la lama", qualcosa di difficile da inquadrare.
A volte sono tentato dal tradurre l' espressione "Mercato Senza Regole" con l' espressione "Mercato senza Mercato".
Altre volte invece la traduco con l' espressione "Bidibibodibibu", ovvero una parolina magica gettata lì per “evocare” più che per “dire”. Un artificio parolaio che impressioni gli altri e sestessi. 
Ad uscire rinfrancato, infatti, è soprattutto quel "se stesso" che contempla estasiato l' assurdità delle vie alternative a quella d’ elezione. Fuori dal sentiero che illumina la sua fiaccola, ora che pronuncia le parole “Mercato Senza Regole”, non vede altro che vite brevi, violente, sofferenti.
Ammetto comunque che contesti più seri di quelli in epigrafe richiamano "traduzioni" più serie. E’ il principio di carità, bellezza.
E allora direi che il "Mercato Senza Regole" non è altro che il mercato con regole uguali per tutti. Ovvero con "regole astratte" (che non identificano il soggetto a cui si applicano per il semplice fatto che si applicano a tutti indistintamente).
Di solito, in questi casi, si parla di "regole del gioco", si perché la gran parte dei giochi vive su regole di questo tipo. Avete presente le regole del "ce l' hai"? Ebbene, valgono per tutti i giocatori, non c' è distinzione tra maschi/femmine, bambini/adulti, biondi/mori o alti/bassi. 
Lo stesso dicasi per i Cento Metri o il Salto in Alto.
Sembra che le regole astratte rendano le cose più divertenti, non a caso si dice che chi ne propone l' applicazione anche fuori dal cortile coltivi una "concezione ludica della società" anziché una “concezione moralistica”.
Alla regola astratta si oppone quella concreta: ogni caso è a sé. Chi respinge l' idea del Mercato Senza Regole sta dicendo: non c' è niente di più ingiusto che fissare regole uguali per soggetti diversi.
Non che la regola concreta sia priva di pericoli: apre la strada alla discrezione, non a caso, oltre ad essere amata dagli idealiste raccoglie i consensi dei figli di papà.
Per carità, si tratta comunque di una posizione degna di attenzione, perorata persino dal Filosofo per eccellenza... purché si eviti la caricatura di quella opposta.



















martedì 10 marzo 2015

Il Cortegiano sull’ Intercity

Piccolo manuale pratico del conversatore accorto.
conver
Ricorda sempre che:
  1. Nessun pasto è gratis. Corollario: Babbo Natale non esiste.
  2. Devi pensare al margine. Corollario: l' assoluto è una "direzione" non uno "stato" e noi dobbiamo decidere sul prossimo passo.
  3. Gli incentivi contano. Corollario: l' uomo prima o poi impara la lezione.
  4. Si migliora realmente solo quando tutti stanno meglio. Corollario: la soluzione del problema consiste in uno scambio.
  5. La conoscenza è decentralizzata. Corollario: nella nostra testa entra al massimo il 10% delle informazioni necessarie per risolvere un problema.
  6. Le conseguenze non intenzionali dominano l' azione umana. Corollario: "errore" è sinonimo di "abuso di conoscenza".
  7. Non è detto che la verità stia "nel mezzo". Corollario: se il "nazi" vuole bruciare 100 ebrei e tu vorresti astenerti da ogni azione, puo' darsi che 50 non sia affatto un numero congruo.
  8. Tutto è in concorrenza con tutto. Corollario: non si migliora migliorando l' esistente ma mutando paradigma.
  9. In ogni discussione si formano due fronti (great divide), partecipa solo a quelle in cui non sai dove collocarti, oppure fai in modo che la linea del fronte si sposti affinché tu non sappia dove collocarti.
  10. Tutt' e tre le principali ideologie sono rispettabili. Te le ricordo: il progressista giudica sull' asse oppresso/oppressore, il liberale sull' asse libero/coartato e il conservatore sull' asse civile/barbaro. Corollario: adotta l' asse della controparte e porta rispetto.
  11. Esiste un principio di carità. Corollario: evita le caricature.
  12. I piaceri sono soggettivi. Corollario: evitare le soluzioni che richiedono un confronto tra interiorità.
  13. Ricchezza e lavoro sono cose diverse. Corollario: la distinzione parassiti/produttori è sempre fruttuosa e non coicide con quella lavoratori/non lavoratori.
  14. Non abbiamo a disposizione che le nostre intuizioni. Corollario: quando ne critichi una ricordati che ti stai basando su un' altra.
  15. Devi pensare in termini di distribuzione probabilistica. Corollario: se dico che gli uomini sono più propensi delle donne a fare X significa che esistono comunque molte donne che fanno X molto meglio di molti uomini.
  16. Il concetto di "mercato senza regole" non esiste poiché "mercato" è l' espressione stenografica di due regole ben precise: rispetto dei contratti e della proprietà.
  17. Hitler ha fatto tante cose buone. Corollario: evita di discutere con chi non ammette che nel male c' è sempre del bene.
  18. Devi sottoporti al test di Turing ideologico (simulare in modo credibile l' appartenenza al partito avverso) . Corollario: meglio limitarsi a criticare le idee in cui si è creduto fermamente.
  19. Altra operazione preliminare prima di accingersi a discutere: individua tre personalità che rispetti e che sostengono idee contrarie alle tue. Se non ci riesci non scendere in campo ma continua ad ascoltare finché non hai adempiuto a questa operazione preliminare.
  20. Per ogni concetto che esprimi fai almeno un esempio concreto. Meglio ancora se fai precedere l' esemplificazione alla concettualizzazione.
  21. La chiarezza è un dovere morale.
  22. Ricordati che a volte le cose vanno in un modo, a volte in un altro (Merle Kling).
  23. Ricordati, dopo aver esposto la tua soluzione, di pensare sempre: comunque è più complicato di così.
  24. Facebook lavora per renderti stupido sollecitandoti reazioni immediate. Purtroppo, una volta che hai preso posizione è difficile cambiarla, ti senti come in dovere di difenderla, pensi che se l'intuizione immediata ti tradisce non hai scampo cosicchè ti rifiuti di accettare una simile eventualità; esiste in psicologia cio' che è noto come "effetto dotazione" e lavora per impedirci i cambi di rotta e le rinunce, per quanto appetibile sia cio' che avremo in cambio. Scrivi allora il tuo commento ma lascialo "decantare" per almeno 24 ore, se in quel lasso di tempo non interverranno ripensamenti molto probabilmente la sua sostanza coincide con quello che pensi. L'operazione è difficile e rallenta il dialogo ma ancora più difficile è cambiare idea.
  25. Tenere sempre ben presenti le tre leggi di Cowen:
    1. In ogni posizione che si sostiene c' è almeno un errore (la coscienza di questo fatto dovrebbe invitarci alla prudenza).
    2. Su ogni argomento c' è una letteratura abbondante, penso a persone che hanno dedicato la vita accademica a sviscerarlo (la coscienza di questo fatto dovrebbe indurci a limitare le "sparate" estemporanee, almeno finché non si domina la letteratura di cui sopra).
    3. I dati disponibili non sono mai sufficienti a dirimere la questione.
    Continua.
Esercizio: tutti i consigli precedenti sono errati in quanto espressi in forma stenografica e quindi apodittica. Il buon conversatore, applicando il nono consiglio, cerchi di pensare la forma corretta a cui i consigli rinviano.
Chissà che il manuale "da treno" non sia riciclabile anche sui social dove il veleno circola in dosi massicce.