Visualizzazione post con etichetta #caplan avanguardia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #caplan avanguardia. Mostra tutti i post

lunedì 23 luglio 2018

AVANGUARDIA

AVANGUARDIA
Chi di fronte un’ opera di avanguardia sbotta: “ma questa roba poteva metterla insieme anche mio nipotino!” forse denuncia crassa ignoranza, ma anche chi aderisce prontamente con entusiasmo potrebbe essere cascato in una trappola cognitiva, ce ne sono infatti parecchie a minacciarlo:
TRAPPOLA DELL’AUTOCOFERMA: chi si aspetta di trovare roba buona – magari perché ritiene che in un “museo” non possa esserci altro – tende poi a vedere confermate le proprie attese.
TRAPPOLA DELL’ “A POSTERIORI”: se accade qualcosa nel mondo dell’arte – per esempio il successo di una certa strana opera o di un certo artista bizzarro – tendiamo poi a pensare che le cose non avrebbero potuto andare altrimenti, che le alternative siano state sconfitte perché irrilevanti. E’ come se postulassimo l’esistenza di cause profonde e inevitabili a cui è saggio adeguarsi.
TRAPPOLA DEL CONFORMISMO: se siamo al museo e tutti guardano con ammirazione una scatoletta di zuppa prelevata da un supermercato, tendiamo ad unirci al gregge, specie se il valore artistico di quell’oggetto è periziato da critici pensosi che ne scrivono a lungo e ci perdono dietro gran parte del loro prezioso tempo.
TRAPPOLA NARCISISTICA: dire con le pupille rovesciate “la visita al museo è stata una grande esperienza” ci eleva agli occhi di tutti (soprattutto ai nostri) rispetto alla liquidazione insensibile di chi afferma perentorio: “è tutta fuffa”.
A questo punto si pone un quesito cruciale: la gente sottovaluta l‘arte contemporanea perché ignorante o la sopravvaluta perché affetta da lacune cognitive? Boh, si potrebbe salomonicamente concludere lasciando che ognuno apprezzi cio’ che crede, purtroppo esiste un buon motivo per combattere fattivamente la cattiva arte: spiazza quella buona.

mercoledì 27 settembre 2017

Psico-fondamenta di una beffa


Fondamenta di una beffa


Per molti L’arte d’avanguardia è un bluff.
Di fronte a certe opere reprimiamo a fatica l’urlo“ma lo sa fare anche mia figlia!”.
Lo spettro che regolarmente aleggia è quello dellafiaba “I vestiti dell’imperatore”. Oppure quello di Fantozzi al cineforum.
Eppure noi facciamo resistenza a questo sentimento così spontaneo. Perché?
Perché chi lo manifesta è ignorante.
O è un bambino che non conta o è un adulto ignorante, e noi non vogliamo essere assimilati agli ignoranti.
In alcuni casi è un esperto di arte tradizionale ma ignorante in arte d’avanguardia, il che è ancora peggio: oltre a essere ignorante è in conflitto di interessi (chi sa molto di una materia ha un chiaro interesse a ritenere importante quella materia e solo quella).
Sia come sia noi ci freniamo.
Eppure, quando vado in visita a Villa Panza di Varese frenarsi è particolarmente duro, il dubbio che l’avanguardia sia un bluff fa capolino dietro ogni “opera”.
Certo, un motivo d’interesse poi lo scopri sempre, ma lo scopriresti anche dietro un sasso del tuo giardino. Piace ai bambini! Ma loro starebbero giorni ad ammirare anche una lucertola qualsiasi.
Pensandoci bene non puo’ essere un bluff! Un bluff non dura un secolo! Duchamp ha rotto con la pittura e fondato l’avanguardia nel 1913, e da allora…
Ripeto: un bluff non puo’ durare un secolo!
Oppure sì.
Forse la nostra mente ha delle falle ormai assodateche consentono scherzetti “secolari”.
La presenza di queste falle sono il miglior argomento nelle mani dei conservatori per denunciare il bluff dell’avanguardia.
Errore dell’aspettativa
Noi tendiamo a vedere quel che ci “attendiamo” di vedere. Se vado in un museo e mi aspetto di vedere cose belle, probabilmente “vedrò” cose belle, qualsiasi cosa mi si pari davanti.
Errore della spiegazione
Per la nostra mente tutto deve essere spiegabile, per lei il caso non esiste. Se certa arte è riconosciuta ci sarà dunque una spiegazione, e la più semplice rimane quella per cui ha un valore reale.
Errore della pecora
Nel dubbio ci uniamo al gregge. Se tutti rispettano certa arte, io, nel dubbio, mi aggrego.
Errore del “vanto”
Tendiamo ad innalzare il nostro prestigio. Se è figo manifestare confidenza e familiarità con l’arte d’avanguardia, noi lo faremo. Ma soprattutto eviteremo di censurarla quando farlo segnala solo  ignoranza.
***
Con questi bachi nella mente un’idea sbagliata puo’campare per secoli. Sospinta da questi venti la barchetta dell’avanguardia non si ferma più.
Anche perché si tratta di errori che si autoalimentano: il conformista aumenta la numerosità del gregge, che a sua volta aumenta il suo potere attrattivo.
Chi è soddisfatto della sua visita al museo prestigioso aumenta il numero di spettatori soddisfatti, il che dà ulteriore prestigio al museo.
Chi riconosce il valore di certa arte per il fatto che è già riconosciuto da altri, aumenta il riconoscimento di quell’opera spianando la strada al prossimo.
Se ci si sente ignoranti censurando certa arte, lasceremo che a farlo siano i veri ignoranti, il che alimenta il tabù della censura.
E’ una valanga.
Questo spiegherebbe il duraturo bluff dell’avanguardia. Ma cosa spiega l’inizio?
Boh. Ma attenzione a non cadere nell’errore della spiegazione: per avere un inizio basta e avanza il puro caso.
20170902_161128
(Marghe e Brenno nella vasca luminosa di James Turrell)