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mercoledì 23 novembre 2022

capitolo 8 landsburg big question. ACCORDI E DISACCORDI definitivo

 https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid02R9EhHEorpzXAoz9FTrdYD78iqEw1yHCHmKhPJ4Lm7g7tXpQn6bguLEaotqS8fx4Hl   - nei commenti la soluzione -


Propongo un enigma logico piuttosto sorprendente.

Qualcuno ha passato segreti di stato a un gruppo terroristico per rapire l'onorevole Moro. E' tua responsabilità identificare il colpevole più probabile. I tuoi due migliori agenti sotto copertura, entrambi scrupolosi e affidabili, hanno indagato sul caso e oggi sono a rapporto nel tuo ufficio.
Agente 86: non posso condividere le mie prove con voi, ma sono abbastanza sicuro che il colpevole sia Andreotti.
Agente 99: Neanche io posso condividere le mie prove con voie, ma sono abbastanza sicuro che il colpevole sia Kossiga.

Ora hai tutte le carte in mano per identificare il colpevole. Come procedi?


***soluzione****- 



nell'istante in cui sento che stai scommettendo sui Red Sox, dovrei mettere in dubbio la mia fiducia negli Yankees. È vero, non so perché stai scommettendo sui Red Sox, ma sicuramente hai delle ragioni.


Rimani fedele alla tua opinione? Se è così, questo mi dice che devi avere ottime ragioni, il che scuote ulteriormente la mia fede. Resto ancora con gli Yankees?

Beh, ti sento, ma sto ancora scommettendo sui Red Sox. Io: dico ancora Yankees. Tu: dico ancora Red Sox. Io: Yankees. Tu: Red Sox. Io: Yankees. Tu: Red Sox. Io: Ok. Red Sox.


nuove informazioni vengono trasmesse in ogni fase di questa conversazione.

Rimanendo con i Red Sox per un altro round, riveli ancora di più su quanto devono essere buone le tue ragioni. "Dico ancora Yankees anche se so che dici Red Sox" significa una cosa. "Dico ancora Yankees anche se so che sai che so che dici Red Sox" significa qualcosa di più forte. Più ribadisci "Red Sox", più dubito di "Yankees"; più riaffermo "Yankees" di fronte a questo dubbio, più dubiti di "Red Sox".

Alla fine, la parte con le prove più deboli fa marcia indietro.

mercoledì 8 gennaio 2020

LA PALMA

Quando assisto a un dibattito e non so che pesci prendere, per assegnare ragioni e torti mi baso su questi indicatori (in ordine di importanza):
1) disponibilità a scommettere.
2) Quiz di conoscenza della materia.
3) Avere interessi materiali nelle vicende trattate.
4) Grado di conoscenza della posizione con cui si è in disaccordo.
5) Esperienza sul campo.
6) Razionalità nell'esposizione.
7) IQ di chi espone.
8) Eventuale accordo con me di chi espone.
9) Credenziali.
10) Complessità del ragionamento esposto.
11) Età.
12) Moderazione.
13) Condizione sociale di chi dibatte.
14) Estensione dell'argomento esposto.

giovedì 25 aprile 2019

DISINCASTRARSI

DISINCASTRARSI

Problema: non sei d'accordo con qualcuno (per esempio sull’aborto). Sai che l’altro è in una posizione almeno pari alla tua per formarsi un'opinione sulla materia del contendere, ad esempio, oltre che ben informato, è intelligente e diligente almeno quanto te. Supponiamo che la discussione non produca un'intesa, sebbene entrambi proviate ad esporre con compiutezza le vostre ragioni. Come reagisci al fatto che il disaccordo persiste?

Proposta:

PRIMO PASSO. Verifica ideologica: se nell’altro esistono motivazioni ideologiche, trascuralo e mantieni la tua posizione.

SECONDO PASSO. Verifica metodologica: se la posizione dell’altro si basa su una mera intuizione, trascuralo e mantieni la tua posizione.

TERZO PASSO. Verifica termininologica. Se il dissidio è meramente termininologico, una volta chiarito puoi riconciliarti con l’altro.

QUARTO PASSO. Se le tre verifiche di cui sopra danno esito negativo, cambia la tua posizione e resta in attesa della sua reazione. Se il disaccordo persiste ricomincia dal primo passo.

mercoledì 31 ottobre 2018

HL Why Common Priors

Why Common Priors
Robin Hanson
Citation (APA): Hanson, R. (2018). Why Common Priors [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia ( giallo) - Posizione 2
Why Common Priors
Evidenzia ( giallo) - Posizione 6
whether different Bayesians can rationally have different priors.
Nota - Posizione 7
LA QUESTIONE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 7
Bayesians with different priors could easily disagree,
Nota - Posizione 7
INFATTI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 8
rational priors are common.
Nota - Posizione 8
PRATICA STANDARD
Evidenzia ( giallo) - Posizione 11
Can rational priors be different? On the one hand, some don’t see why priors can’t be different, especially since disagreement often feels rational.
Nota - Posizione 12
PER MOLTI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 12
some say part of the meaning of rational belief is that it should not depend on arbitrary individual features,
Nota - Posizione 13
D ALTRA PARTE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 17
a new argument for the rationality of common priors.
Nota - Posizione 17
QUI ARRIVA IL MIO LIBRO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 17
a rational prior must be consistent with reasonable beliefs about the processes that produced everyone’s priors.
Nota - Posizione 18
L IDEA CHIAVE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 22
The main result is that an agent can only have a different prior if his pre-agent believed the process that produced his prior was special; reality correlated with his prior, but not with other priors.
Nota - Posizione 23
SOGGETTIVISMO...IDEALISMO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 24
Consider, for example, two astronomers who disagree about whether the universe is open (and infinite) or closed (and finite).
Nota - Posizione 25
ESEMPIO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 30
each person must believe that prior origination processes make his prior more correlated with reality than others priors.
Nota - Posizione 31
L UNICA SPIEGA DI UN DISACCORDO PERSISTENTE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 34
Since it seems unreasonable to believe that the process that made your prior was this special, it also seems unreasonable to have differing priors.
Nota - Posizione 35
CONCLUSIONE


SSSSSSSSSSSSSSSSSSS

Parte introduttiva
Evidenzia ( giallo) - Posizione 2
Rationality Requires Common Priors By Robin Hanson
Evidenzia ( giallo) - Posizione 15
most common formal model of a rational agent, by far, is that of a Bayesian.
Nota - Posizione 15
IN MOLTE DISCIPLINE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 17
what it means to be “rational”.
Nota - Posizione 17
DECISIVO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 18
standard model starts with a large (finite) state space,
Nota - Posizione 19
ASSUNTO...IL MONDO HA TANTI STATI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 19
every interesting question is completely answered once you know which state is the true state.
Nota - Posizione 20
RISPOSTE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 20
a prior function which assigns a probability to each state
Nota - Posizione 20
DOTAZIONE DI OGNUNO DI NOI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 23
state space, prior, and info,
Nota - Posizione 23
I TRE ELEMENTI DA CUI SI PARTE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 24
all variations in agent beliefs across time or situation are to be explained by variations in their info.
Nota - Posizione 25
COME SI SPIEGA UNA CREDENZA NEL MODELLO BAYESIANO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 25
info is cumulative,
Nota - Posizione 25
L INFO È PARI ALLA PREGRESSA PIÙ LA NUOVA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 26
assume agents maximize expected utility,
Nota - Posizione 26
X PREDIRE LA AZIONI OLTRE A CONOSCERE LE CREDENZE ASSUMIAMO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 27
Some people study ways to relax these assumptions,
Nota - Posizione 28
TIPO ASSUMENDO LA DIMENTICANZA ECCETERA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 29
Other people focus on adding stronger assumptions.
Nota - Posizione 29
TIPO FISSANDO PROB FISSE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 31
Some people offer arguments for why particular priors are natural for particular situations.
Nota - Posizione 31
ALTRA CORRENTE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 32
One key rationality question is when it is reasonable to disagree with other people.
Nota - Posizione 32
UN PUNTO CHIAVE DEL PROBLEMA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 32
Most intellectuals see disagreement as rational,
Nota - Posizione 33
MAGGIORANZA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 33
the common prior assumption.
Nota - Posizione 34
IL NODO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 34
Given uncommon priors, it is easy to disagree, but given common priors it is hard to escape the conclusion that it is irrational to knowingly disagree,
Nota - Posizione 35
CONGETTURA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 37
There is a difference now between these two numbers, and you will now clearly tell that other person the sign of this difference.
Nota - Posizione 37
STIMA X E STIMA COME TIZIO STIMERÀ X. POI COMUNICA A TIZIO IL SEGNO DELLA DIFFERENZA. TRA BAYESIANI IL SEGNO È ZERO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 39
you can’t both warn them that you expect their estimate will be too high relative to your estimate, and then also still expect them to remain too high. They will instead listen to your warning
Nota - Posizione 40
Cccccccc
Evidenzia ( giallo) - Posizione 41
not if we assume big prior differences.
Nota - Posizione 41
LA COSA NN SI VERIFICA SE....
Evidenzia ( giallo) - Posizione 42
humans can in fact often “foresee to disagree”
Nota - Posizione 42
UNCOMMON PRIOR
Evidenzia ( giallo) - Posizione 43
So are humans rational or irrational here?
Nota - Posizione 43
IL DISACCORDO È COMPATIBILE CON L IRRAZIONALITÀ
Evidenzia ( giallo) - Posizione 43
arguments for and against common priors.
Nota - Posizione 43
COSA DOBBIAMO STUDIARE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 44
arguments that particular aspects of priors should be common,
Nota - Posizione 44
NN CI INTERESSANO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 47
Some people note that as expected utility is a sum over products of probability and utility, one can arbitrarily rescale each probability and utility together holding constant that product, and get all the same decisions.
Nota - Posizione 48
STESSE DECISIONI CON INFO DIFFERENTI E UNCOMMON PRIOR
Evidenzia ( giallo) - Posizione 50
we mean different things by probabilities and utilities, and thus are not free to vary them arbitrarily.
Nota - Posizione 50
MA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 52
Uncommon Priors Require Origin Disputes,
Nota - Posizione 52
IL MIO LAVORO ENTRA QUI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 54
what we know about rationality in Bayesian frameworks.
Nota - Posizione 54
AREA DEL VCONTRIBUTO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 56
prior must have come from somewhere.
Nota - Posizione 56
PRIMA CONSIDERAZIONE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 56
use beliefs about the origins of priors to constrain rational priors.
Nota - Posizione 57
L IDEA DI FONDO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 58
not all causal origins of priors seem equally rational.
Nota - Posizione 58
IMMAGINATEVI UN MATRIX CHE CON UNA SONDA NEL CERVELLO VI CAMBIA LE PRIORITÀ
Evidenzia ( giallo) - Posizione 67
Each agent would initially know nothing about anything, including about ordinary states or who will get which prior. Their pre-prior would summarize their beliefs in this state of ignorance.
Nota - Posizione 68
NEL MIO MODELLO

mercoledì 9 maggio 2018

Come litigare


Come litigare


Vent’anni fa le cose erano molto più chiare: gli scrittori scrivevano e i lettori leggevano. Oggi prevale lo scambio sminuzzato, è tutto uno scoppiettante botta e risposta al fulmicotone: il dilettantismo dilaga, tutti fanno di tutto mandando all’aria l’ antica divisione dei compiti. È l’apoteosi della micro-lettura e della micro-scrittura interattiva… in teoria è il trionfo del dialogo. Tuttavia, poiché l’arte del dialogo è contronatura, parlerei più propriamente di trionfo della scaramuccia.
La tecnologia è alla base di questa evoluzione: sui social, per fare un esempio, non c’è niente di più noioso che essere d’accordo. L’accordo è la tomba di tutto. Da un lato la concordia ci rassicura (sindrome della “parrocchietta”) ma dall’altro non ci motiva: se leggi qualcosa che condividi non ti viene nulla da aggiungere, perché mai dovresti dire la tua se corrisponde a quanto hai appena letto? E’ umiliante pensarsi come un pleonasma. Di solito passi oltre, al massimo apponi senza entusiasmo un fugace “mi piace”, al limite lo integri con la malavoglia di chi sa che l’essenziale è già stato chiarito. Il nostro ego, specie quello maschile, resta rattrappito e cerca sfogo altrove. Per esempio in ciò che realmente infervora:  il disaccordo. Lì sì che hai l’occasione di farti leggere, di assumere la sempre redditizia posizione del “ribelle”. Risultato: siamo immersi in un perenne conflitto a bassa tensione, passiamo gran parte del nostro tempo a dissociarci e a litigare, cosicché diventa necessario farlo bene, farlo in modo fruttuoso.
Qui di seguito, sulla scorta degli input forniti da Paul Graham, passo in rassegna le varie manifestazioni del disaccordo, dalla più squallida (da evitare) alla più edificante (da ricercare).
LIVELLO 0
E’ quello più infimo e lo si costruisce a base di improperi: ci si ricopre a vicenda di insulti uscendo dal confronto umiliati e svuotati. Forse c’è addirittura un livello sottozero, quello in cui ci si insulta in modo improprio o indiretto, magari fingendo di parlare con terzi sapendo che l’altro ci legge: gli insulti “per conoscenza”, diciamo così.
LIVELLO 1
Ma l’insulto puo’ essere anche creativo, a volte puo’ suonare persino simpatico, e se la “gara” è alla pari ci si puo’ anche divertire. Molti parlano di “satira”, io preferisco la locuzione “insulto creativo”.
LIVELLO 2
Ci si puo’ dissociare dall’altro ripiegando su argomenti personali (ad hominem). E’ già un passo avanti rispetto agli insulti: se per esempio io sostengo che i commercialisti dovrebbero essere più valorizzati nella nostra società, tu potresti opinare che non ho titolo ad esprimermi in merito poiché sono un commercialista. Potresti anche ricamare sopra la mia uscita ventilando  un’eventuale complotto dei commercialisti per ottenere privilegi. Una risposta del genere puo’ avere qualche merito sebbene eviti di prendere in considerazione gli argomenti proposti. Anche accusare chi parla di non avere i “titoli” (magari accademici) per farlo rientra nei disaccordi di secondo livello, in questo caso l’inconveniente è di tacitare chi magari ha qualcosa di interessante da dire: spesso le buone idee vengono proprio dagli outsider.
LIVELLO 3
Qui si considera inattendibile “chi predica bene e razzola male” denunciando un’incoerenza fattuale. Non nego che l’incoerenza fattuale puo’ avere un certo contenuto informativo anche se non entra mai nel merito restando sempre alla superficie delle cose.
LIVELLO 4
Qui si prendono le distanze da qualcuno per il tono che adotta nell’esprimere la sua opinione, il caso classico è quello di chi si presenta come arrogante o altezzoso. In questo caso si reagisce più alla scrittura che allo scrittore. Spesso, purtroppo, la valutazione fallace dell’interlocutore è dietro l’angolo poiché tendiamo sempre a giudicare “arrogante” chi segnala con chiarezza i nostri punti deboli, questo anche se dalle sue parole è assente ogni acrimonia.
LIVELLO 5
Qui si fa argine alle ragioni altrui segnalando eccezioni che contraddicono la regola esposta. Operazione degna, figuriamoci, ma in molti contesti (quasi tutti quelli interessanti che innescano dibattito) l’eccezione conferma la regola anziché confutarla. Gli aneddoti catturano l’interesse ma non fanno progredire di molto la conoscenza.
LIVELLO 6
Qui si espone una teoria alternativa a quella ascoltata, quasi che il solo fatto di segnalarne l’esistenza sia di per sé sufficiente per far piazza pulita della precedente. In fondo “parlare” è meno impegnativo e più gratificante che “ascoltare”, allo stesso modo proporre un’alternativa è meno impegnativo che confutare quella messa sul tavolo inizialmente. Anche per questo in molte diatribe social la cronologia assume un’importanza spropositata cosicché l’argomento più recente si trasforma in automatico nell’argomento vincente (“sindrome dell’ultima parola”). Spesso le teorie alternative si giustappongono tra loro mettendo sempre più carne al fuoco e senza nemmeno che siano esattamente alternative, ovvero senza che condividano appieno l’oggetto di discussione. Cambiare leggermente il fuoco del dibattito puo’ rendere la discussione più interessante ma altre volte è solo un trucchetto inconsapevole adottato nella speranza di non soccombere ricorrendo alla confusione, in questi casi la discussione si trascina senza un oggetto preciso e gli interlocutori perdono via via in lucidità non sapendo più esattamente nemmeno loro di cosa parlano e quali ragioni difendono, una situazione che di solito avvantaggia chi è più in difficoltà.
LIVELLO 7
Il modo migliore per nutrire un disaccordo resta comunque quello di concentrarsi sull’ ascolto e confutare quando dice l’altro, magari citandolo apertamente punto per punto. Eppure, anche partendo con tutte le buone intenzioni, si può finire facilmente fuori strada con maldestre citazioni decontestualizzate ma soprattutto accanendosi su parti inessenziali del discorso altrui. Il caso classico è quello di chi posto di fronte ad un’analogia, anziché leggerla come tale, entra nel merito del contenuto e riscontrati dei difetti li pensa come riferibili all’argomento principale della discussione.
LIVELLO 8
Per dissentire in modo onesto bisogna concentrare la confutazione sul punto centrale posto dall’interlocutore, anzi, seguendo il “principio caritativo“, qualora si trovi che sia stato esposto in modo carente, trovare una formulazione più adeguata dello stesso e rapportarsi a quella (“forse volevi dire che…”). In questa fase è utile anche far chiarezza sulle proprie intenzioni: si intende essere onesti o essere buoni?Gli onesti cercano la verità, i buoni cercano la felicità. Gli onesti puntano sulla verità a prescindere dalle conseguenze talvolta crudeli di questa ricerca, i buoni antepongono le conseguenze del dialogo alla verità. Ahimè, quante discussioni chilometriche tra chi fondamentalmente è d’accordo nel merito ma non sulla natura da attribuire alla discussione, ovvero tra chi pensa che si debba essere “buoni” di chi pensa si debba essere “onesti”.
LIVELLO 9
Poiché “una teoria si confuta solo con un’ altra teoria“, LIVELLO 8 e LIVELLO 6 devono procedere di pari passo. Infatti, per quanto un pensiero risulti confutato dall’evidenza o dalle sue incoerenze interne, potrebbe comunque rappresentare quanto di meglio abbiamo a disposizione in certi frangenti. Il pensiero religioso, per esempio, con le sue mille lacune puo’ rappresentare la migliore “teoria del tutto” a nostra disposizione, non ha senso criticarlo senza proporre una “teoria del tutto” alternativa.
LIVELLO 10
Non c’è dialogo se non esci  cambiato. Ciò significa che chi dialoga in modo pertinente, oltre a tenere standard da LIVELLO 9, deve comunque concedere qualcosa all’avversario mutando così la sua posizione di partenza, e questo in attesa di un nuovo dialogo e di un nuovo cambiamento. Naturalmente questo vale quando c’è rispetto tra interlocutori. Tuttavia, in caso contrario, è  buona norma astenersi in partenza dall’intervenire.
***
Spero che il decalogo possa essere d’aiuto considerato il fatto che molte disonestà intellettuali non sono volute. Imparare a litigare, poi, non ha tanto l’obbiettivo di rendere la discussione più proficua ma di renderci più soddisfatti. La lite condotta a LIVELLI infimi ci mortifica. La gente non ama pensarsi come disonesta, nemmeno dal punto di vista intellettuale, ma per uscire da questa condizione così diffusa deve pur conoscere la strada da intraprendere.
Risultati immagini per www.thisiscolossal.com conflict

mercoledì 26 ottobre 2016

Ogni disaccordo è disonesto SAGGIO

E’ possibile dimostrare che dietro ogni disaccordo si celi una disonestà intellettuale, di questa singolare conclusione si occupa Robin Hanson nel saggio “Are Disagreements Honest?”.
Le persone sono in perenne disaccordo tra loro: politica, morale, religione, scienza, e chi più ne ha più ne metta.
Capita anche tra persone intelligenti: si discute ma il disaccordo persiste, persino tra chi ritiene che esista una verità oggettiva.
La cosa singolare è che noi non sembriamo imbarazzati dal nostro disaccordo, eppure è difficile che in casi del genere la nostra onestà non sia in discussione...
… according to well-known theory, such honest disagreement is impossible. Robert Aumann (1976) first developed general results about the irrationality of “agreeing to disagree.” He showed that if two or more Bayesians would believe the same thing given the same information (i.e., have “common priors”), and if they are mutually aware of each other's opinions (i.e., have “common knowledge”), then those individuals cannot knowingly disagree. Merely knowing someone else’s opinion provides a powerful summary of everything that person knows, powerful enough to eliminate any differences of opinion due to differing information…
Si badi bene: la cosa vale se si discute della meccanica quantistica come dell’esistenza di Dio.
Certo, bisogna assumere che i soggetti posseggano un “common prior”, una conoscenza pregressa simile. Con una conoscenza simile si sviluppano credenze simili e si va d’accordo: se due persone si identificano nella stessa persona avranno un common prior perfetto e andranno d’amore e d’accordo (a meno che quella persona sia uno schizofrenico).
E’ anche necessario che i soggetti implicati condividano le informazioni che posseggono ma per farlo in modo compiuto devono essere degli autentici cercatori di verità. Non solo: devono sapere che l’altro lo è e sa che anche io lo sono e che lo so e che so che lui sa, e via all’infinito. Questa condizione è detta “common knowledge”.
Una persona è disonesta quando si proclama cercatore di verità e poi non lo è.
Se all’interno della discussione una persona afferma qualcosa a fin di bene senza credere nella verità di cio’ che dice, ai nostri fini è disonesta, anche se magari è la persona più buona del mondo. In genere le persone troppo buone sono disoneste (non meno di quelle troppo cattive, per esempio).
L’ambizione di essere originali a volte pregiudica il nostro status di cercatori di verità. “Avere il coraggio delle proprie idee”: ecco cosa vuol sentirsi dire un finto cercatore di verità. Il vero cercatore di verità non ha mai convinzioni salde, quindi sa che un simile elogio non è alla sua portata.
La gente ha più voglia di parlare che di ascoltare, questo non è cio’ che fanno i cercatori di verità: per ottenere un “common prior” l’ascolto dell’altro è fondamentale.
Purtroppo siamo inclini a credere quel che vogliamo credere, il che rende impossibile l’accordo.
Il conversatore medio si sente sopra la media, il che mina il suo essere cercatore di verità…
… For example, most people, especially men, estimate themselves to be more able than others… Gilovich (1991, p.77) cites a survey of university professors, which found that 94% thought they were better at their jobs than their average colleagues. A survey of sociologists found that almost half said they expected to become among the top ten 3 On the tendency for polarization, see Sunstein (1999)….
Tendiamo a sopravvalutare il gruppo a cui apparteniamo, il che rende impossibile l’accordo.
Ecco una semplice parabola che illustra come due onesti cercatori di verità (John e Mary) non possano che accordarsi su un fatto reale dove dapprima le loro opinioni erano divergenti…
… Imagine that John hears a noise, looks out his window and sees a car speeding away. Mary also hears the same noise, looks out a nearby window, and sees the same car. If there was a shooting, or a hit-and-run accident, it might be important to identify the car as accurately as possible. John and Mary’s immediate impressions about the car will differ, due both to differences in what they saw and how they interpreted their sense impressions. John’s first impression is that the car was an old tan Ford, and he tells Mary this. Mary’s first impression is that the car was a newer brown Chevy, but she updates her beliefs upon hearing from John. Upon hearing Mary’s opinion, John also updates his beliefs. They then continue back and forth, trading their opinions about the likelihood of various possible car features. (Note that they may also, but need not, trade evidence in support of those opinions.) If Mary sees John as an honest truth-seeker who would believe the same things as Mary given the same information… then Mary should treat John’s differing opinion as indicating things that he knows but she does not. Mary should realize that they are both capable of mistaken first impressions. If her goal is to predict the truth, she has no good reason to give her own observation greater weight, simply because it was hers. Of course, if Mary has 20/20 eyesight, while John is nearsighted, then Mary might reasonably give more weight to her own observation. But then John should give her observation greater weight as well. If they can agree on the relative weight to give their two observations, they can agree on their estimates regarding the car. Of course John and Mary might be unsure who has the better eyesight…. opinions should eventually stop changing, at which point they should become mutually aware (i.e., have “common knowledge”) of their opinions… They will each know their opinions, know that they know those opinions, and so on…
Il fatto fondamentale è che in una discussione “onesta” l’altro – quello che dissente da noi – non è un avversario dialettico ma una fonte di informazioni. Il botta e risposta crea una valanga di informazioni condivise che alla fine diventano conoscenza di fondo comune: da una conoscenza comune derivano le stesse credenze, ovvero l’accordo.
Per avere autentica condivisione – meglio ripeterlo - è necessario avere “common knowledge”: ogni interlocutore deve credere all’altro e credere che l’altro gli creda e cosi via.
Se l’altro (che reputo un onesto cercatore di verità) non è d’accordo con me, evidentemente c’è qualcosa che io non so e che lui sa, quindi devo ascoltarlo e cambiare la mia posizione, anche se non necessariamente deve coincidere con la sua visto che forse c’è qualcosa che io so e che lui non sa. Lo stesso ragionamento si sviluppa nel mio interlocutore, così finché tutte le conoscenze implicite vengono esplicitate e condivise. A quel punto l’accordo viene da sè (visto che siamo diventati la “stessa persona”).
Senonchè, i fattori che incidono sulla formazione in buona fede di una credenza sono molti: informazioni, mentalità, stile di analisi dei fatti, influenze di terzi, esperienze pregresse… c’è moltissimo da condividere per arrivare a un common prior:
… John should pay attention to Mary's opinion not only because it may embody information that John does not have, but also because it is the product of a different mental context, and John should want to average over as many mental contexts as he can…
Si assume che la gente dica la verità ma spesso dice bugie e ancora più spesso non pensa di dire bugie. Questa complicazione non allunga semplicemente i tempi ma arriva a  pregiudicare l’accordo necessario.
Le cose ora stanno in questi termini: le persone dissentono perché hanno una conoscenza pregressa differente (basterebbe pensare al fatto che tutti noi abbiamo esperienze diverse), la discussione dovrebbe portarci alla condivisione ma alcune conoscenze pregresse inceppano il meccanismo. Per poter dire che il disaccordo è sempre irrazionale dobbiamo accertarci che conoscenze pregresse di questo tipo possano essere bollate come irrazionali anche dal senso comune…
…Does this allow typical human disagreement to be rational?… To answer this question, we would need to not only identify the prior differences that account for typical human disagreements, we would also have to decide if these prior differences are rational. And this last topic turns out to be very controversial… To evaluate the honesty of disagreement, we do not need to know what sorts of differing priors are actually rational, but only what sorts of differences people think are rational…
Alcuni pensano in modo estremo che qualsiasi differenza nelle conoscenza pregressa sia irrazionale. Le esperienze personali, per esempio, dovrebbero essere neutralizzate per poter parlare di vera conoscenza razionale…
… If John and Mary were witnesses to a crime, or jurors deciding guilt or innocence, it would be disturbing if their honest rational beliefs -- the best we might hope to obtain from them -- were influenced by personal characteristics unrelated to their information about the crime…
All’altro estremo c’è chi ritiene che qualsiasi conoscenza pregressa SIA razionale: la conoscenza è come una preferenza.
Le posizioni intermedie sono molte, alcune legate al senso comune. Per esempio, di solito consideriamo irrazionale quella credenza derivata violando la logica elementare, oppure quella posizione mantenuta ferma anche a fronte di evidenze contrarie.
Ma gli psicologi ci dicono che sulla formazione delle credenze incidono fattori come l’umore, il frame, il contesto eccetera. Dobbiamo considerare razionali queste credenze? Spesso si tratta di credenze che la discussione puo’ “ridurre”, che non inceppano il meccanismo, ma altre sono più insidiose…
… Imagine that John believes that he reasons better than Mary, independent of any evidence for such superiority, and that Mary similarly believes that she reasons better than John… Such priors are consistent in the sense that what John thinks he would believe if he were Mary, is in fact what Mary believes, no matter who “is” Mary. These priors are also “common” in the sense that everyone agrees about what Mary will think, no matter who really “is” Mary. These priors are not, however, “common” in the sense required for the theory of disagreement. Are such differing priors rational?…
Le “credenze identitarie” minano la teoria del disaccordo se non vengono tradotte in “credenze oggettive”…
… For example, how likely John is to be right in his current argument with Mary may depend on John and Mary’s experience, IQ, and education, but given a rich enough set of such relevant features, we do not expect to get more predictive ability from indexical information about who really “is” Mary…
Il senso comune ci porta anche a criticare chi crede cose per convenienza
… Consider a school administrator who… favors his son for a school award, or a judge who does not excuse himself from a case in which he has an interest. Consider a manager who assigns himself to make an important sales presentation, or who uses his own judgment in an important engineering decision, rather than relying on apparently more qualified subordinates… Though critics acknowledge that self-favoring belief is a natural tendency, such critics do not seem to endorse those beliefs as accurate or reliable….
Molti di noi non sono cercatori di verità per il semplice fatto che avere delle convinzioni e credere in se stessi è conveniente. Si noti che per molti questo fatto è costitutivo della nostra identità: sarebbe disumano considerare tutto cio’ una forma di disonestà. Il cercatore di verità, per contro, cambia spesso opinione…
… believing in yourself can be more functional that believing in logical contradictions… while unbiased beliefs may be closer to the truth, self-favoring beliefs can better serve other goals…. The virtues of self-confidence and self-esteem are widely touted (Benabou and Tirole 2002). Parents who believe in their children care more for them, and the best salesmen believe in their product, whether it is good or bad. By thinking highly of himself, John may induce Mary to think more highly of John, making Mary more willing to associate with John. Scientists with unreasonably optimistic beliefs about their research projects may work harder and thus better advance scientific knowledge (Everett 2001; Kitcher 1990)….
Credere a cio’ che ci conviene è strategicamente razionale ma non lo è dal punto di vista epistemologico.
Anche l’auto-inganno è strategicamente razionale: aiuta a mentire meglio. Ma ovviamente è irragionevole per chi cerca la verità…
… For example, a salesman is more persuasive when thinks he likes his product because of its features, rather that the fact that it is his product. And people do seem to often be unaware that they think highly of 22 themselves because of their prior. If Mary asks John to explain his high opinion of himself, John will usually point to some objective evidence, such a project he did well on….
La psicologia evoluzionista conferma
… The story we have outlined so far, of a widely recognized tendency toward self-favoring beliefs in others, together with self-deception about this tendency in ourselves, is commonly told in psychology and philosophy. Evolutionary arguments have even been offered for why we might have evolved to be biased and self-deceived. 15 15 Many have considered the evolutionary origins of self-deception and excess confidence one’s own abilities (Waldman 1994). For example, truth-seekers who find it hard to lie can benefit by changing their beliefs (Trivers 1985; Trivers 2000). On topics like politics or religion, which are widely discussed but which impose few direct penalties for mistaken beliefs, our distant ancestors may have mainly demonstrated their cleverness and knowledge by inventing original positions and defending them well (Miller 2000)…
Ma anche la letteratura
… This story is also commonly told in literature. For example, the concluding dream in Fyodor Dostoevsky's (1994 [1866]) Crime and Punishment seems to describe disagreement as the original sin, from which arises all other sins. In contrast, the description of the Houyhnhnms in Jonathan Swift’s (1962 [1726]) Gulliver’s Travels can be considered a critique showing how creatures (intelligent horses in this case) that agree too much lose their “humanity.”…
Si propone ora un criterio per distinguere credenze razionali da credenze irrazionali, è quello che adotta il meta-razionalista.
Il meta-razionalista è un onesto cercatore di verità il quale crede nella teoria del disaccordo irrazionale, ovvero crede che siano irrazionali solo quelle credenze pregresse che impediscono l’accordo tra cercatori di verità.
E’ chiaro che non puo’ esistere disaccordo tra due meta-razionalisti che discutono. Ma quanti meta-razionalisti ci sono in giro? Pochi, pochissimi visto il persistente disaccordo su tutto. La gente tende all’ipocrisia e al politicamente corretto in senso lato, usa il linguaggio per agire più che per conoscere.
I meta-razionalisti sono pochi, in più devono riconoscersi tra loro per iniziare una discussione fruttuosa. Magari due meta-razionalisti discutono senza riconoscersi e buttano via un’occasione. Ma come fare a riconoscersi?
Forse un meta-razionalista è riconoscibile dal suo stile: cambia spesso idea quando discute e discute a lungo. Un cattolico meta-razionalista, per esempio, non è cattolico per diversi mesi all’anno e gode nel mettere in discussione la sua fede…
… We know that, on a topic where self-favoring opinions would be relevant, the sequence of alternating opinions between a pair of people who are mutually aware of both being meta-rational must follow a random walk. And we know that the opinion sequence between typical non-meta-rational humans is nothing of the sort. If, when responding to the opinions of someone else of uncertain type, a meta-rational person acts differently from an ordinary non-meta-rational person, then two meta-rational people should be able to discern one another via a long enough conversation. And once they discern one another, two meta-rational people should no longer have dishonest disagreements…
Conclusione
…We have therefore hypothesized that most disagreement is due to most people not being meta-rational, i.e., honest truth-seekers who understand disagreement theory and abide by the rationality standards that most people uphold. We have suggested that this is at root due to people fundamentally not being truth-seeking. This in turn suggests that most disagreement is dishonest…
Cosa fare per diventare meta-razionalisti?
1. Non considerare gli altri meno meta-razionali di te.
2. Cerca di adottare posizioni intermedie e di proporre una mediazione, anche per sondare se dall’altra parte hai un meta-razionalista.
3. Fatti un modello di bias cognitivi che la discussione tra meta-razionalisti puo’ e deve neutralizzare.
4. Sii prudente quando dissenti: ricorda che dietro ogni disaccordo c’è disonestà e il disonesto potresti essere tu.
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