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mercoledì 27 dicembre 2017

Felicità imprendibile

Gli errori che commettiamo per cercare la felicità sono regolari, sistematici e obbediscono a leggi Ben precise.

Primo segreto per essere felici. Pensare poco al futuro. È difficile perché i nostri lobi frontali sono lì per fare solo quello.

Purtroppo, al futuro dobbiamo pensare. Se lo trascura Simo non avremo il controllo della situazione. Il controllo è essenziale per non entrare in ansia. Il primo segreto per essere felici e quindi un vicolo cieco.

Secondo segreto. Non concentrarsi sulla metà lontana perché la metà lontana e fondamentalmente sbagliato. Noi non sappiamo prevedere ciò che è lontano nel tempo.

L'immaginazione Galoppa E noi siamo troppo poco scettici nei suoi confronti.

L'immaginazione Galoppa Ma noi non siamo particolarmente immaginativi.

Noi non sappiamo prevedere molto bene il futuro. Ma soprattutto non sappiamo prevedere i nostri sentimenti di fronte agli eventi futuri.

Molti disaccordi sulla felicità sono disaccordi semantici. Genitore che c'è la felicità emotiva. La felicità morale. È la felicità giudicata.

Il filosofo Robert nozick con la sua macchina virtuale spiega bene come la felicità sia Intesa non come sentimento di piacere ma come sentimento speciale di piacere. Il carattere di speciale attribuito al medesimo sentimento rende difficile l'identificazione.

La felicità riguarda l'esperienza. L'esperienza è soggettiva. Il contesto delle esperienze quantifica la felicità. La quantificazione è quindi soggettiva. Nella misurazione della felicità Esiste un problema di scale. Siamo dei solipsisti.

Altra difficoltà. Esperienza e coscienza non si identificano. I sensi e la coscienza impegnano parti distinte del nostro cervello. Per questo spesso non esistono parole per descrivere un'emozione.

In tema di felicità non impariamo. Pensiamo sempre che il nostro prossimo acquisto sia quello che ci rende felici. Siamo recidivi. Non ricordiamo correttamente. La nostra memoria immagazzina solo una piccola parte della nostra esperienza. Spesso ricordiamo solo il finale anche se il finale è solo l'un per cento della nostra esperienza. Tendiamo a sovrastimare quanto eravamo felici al nostro compleanno. Tendiamo a sottostimare quanto eravamo felici il lunedì mattina.

Noi sappiamo che il denaro non rende felice. Ma allora perché continuiamo ad ambire al denaro? Alcune false credenze sembrano trasmettersi in modo particolarmente facile. Cosa Motiva le persone a lavorare duro anche quando hanno già abbastanza? Probabilmente il fatto inconsapevole che così facendo beneficiano l'intera comunità. Il bisogno comunitario è più potente della consapevolezza del singolo.

Probabilmente Ha ragione chi ritiene che il secondo milione non ci Renda felici come il primo milione. Però ha torto quando ritiene che il secondo milione sia meno desiderato del primo.

Altro esempio. La gioia di avere figli. Si tratta di una falsa credenza. Ma noi continuiamo ad avere figli. Le donne sono quelle che sopportano più sacrifici e anche quelle che vogliono più figli.

Terzo segreto. Imitate Quanto fanno le persone simili a voi che considerate felici. Teoria della traccia. Probabilmente la teoria della traccia Non può essere messa a frutto per il nostro bisogno di protagonismo, per il nostro bisogno di avere il controllo della situazione.

I problemi della nostra felicità derivano essenzialmente dal fatto di considerarci come un'unica persona.

martedì 16 settembre 2014

E vissero felici e contenti

Concetti chiave:


  1. todd buchholz. Futuro (speranza) e Controllo, ecco i due elementi costitutivi della felicità. Felicità è voglia di vivere, di fare, di progettare, di intraprendere, di realizzare di dimostrare agli altri e a se stessi. La felicità guarda al futuro perché è visione e progetto. La felicità è controllo perché noi dobbiamo essere protagonisti. Denaro e beni materiali non fanno la felicità ma sono strumenti per avere segnali utili a noi e agli altri: il successo è una forma di riconoscimento che ci rende felici nell'atto di realizzarlo attraverso un percorso di cui siamo protagonisti avendone il controllo. In questo senso il capitalismo è un mondo ritagliato sulla natura umana.
  2. ha una componente biologica che spesso sottovalutiamo.
  3. esiste un adattamento edonico che annulla presto il terreno guadagnato
  4. è più legata all’ invidia che all’ egoismo
  5. non siamo dei buoni predittori effettivi, affidiamoci di più all’ imitazione imparando da chi oggi è felice dopo essere passato per la nostra stessa strada.
  6. esistono alcune fonti di felicità permanente: un miglioramento estetico, per esempio; così come esistono fonti d’ infelicità permanente: stress (pendolarismo, rumore).
  7. fonte di infelicità permanente: piccoli disturbi continui (un costante rumore di fondo, il pendolarismo...). Esempio di scelta edonica sbagliata: farsi la villa in campagna. La felicità della casa bella e spaziosa è destinata a spegersi, l' infelicità del pendolarismo a persistere.
  8. cerchiamoci un’ “impegno vitale” sfruttando la segmentazione. un campo in cui stabilire relazioni, gratificazione, riconoscimento; relazione, religiosità, spiritualità hanno il vantaggio di essere beni inesauribili, che privilegiano il viaggio sulla meta. Morale: è sui valori che si costruisce la felicità.
  9. sentirsi protagonisti è importante, la scelta personale deve avere un ruolo centrale;
  10. dietro una grande felicità c' è quasi sempre un grande sacrificio: prima ancora che per produrre qualcosa di bello, serve per "appropriarsi" di cio' che di bello ci capita.
  11. coltivare il desiderio: l' atto di conquista ci rende felici e un buon equilibrio tra produzione di desideri plausibili e avanzamento nella conquista è ricetta per la felicità.
  12. il desiderio innesca la speranza;
  13. convivere coi propri limiti.
  14. guardatevi da chi dice: relazionatevi, collaborate. La ricetta consiste in consigli che indichino gli strumenti per riuscirvi e non in affermazioni che indichino la meta (in sè abbastanza ovvia);
  15. avere amicizie strette anche se circoscritte, persone con cui stare come se foste soli;
  16. fate l' esame di coscienza, interrogate la vostra anima;
  17. ricordate che i soldi hanno un legame, per quanto lasco, con la felicita,  specie se la società è diseguale. Ormai la cosa è abbastanza assodata: non disdegnateli con atteggiamenti ipocriti o peggio ancora ideologici;
  18. il successo e il riconoscimento contano comunque più dei soldi
  19. la religione, la fede e la cultura contano parecchio
  20. la spesa governativa non ci rende felici: ci umilia schiacciandoci in una dipendenza
  21. donare al prossimo è una strategia quasi sicura per essere felici
  22. la diseguaglianza non sembra connettersi alla felicità poiché la speranza nella mobilità sociale sopperisce. 
  23. il lavoro è una fonte di felicità notevole, difficile che un lavoratore si dichiari infelice
  24. il capitalismo è l' opzione ideale, lì successo e speranza sono possibili, altrove anche i fattori positivi come la redistribuzione non incide sulla felicità, anzi, considerando l' importanza del dono e il fatto che la spesa governativa spiazza le donazioni, rischia di diminuirla seriamente
  25. alcune opposizioni in cui il primo termine è da preferire: fede vs materialismo; libertà vs paternalismo; dignità vs dipendenza; opportunità vs diseguaglianza; lavoro vs tempo libero; enerosità vs. egoismo; identità vs. anonimia; famiglia vs atomismo; prestigio vs. soldi.
  26. la felicità non è tutto: esiste anche la gioia (letizia) (realizzazione, soddisfazione di una vita ben vissuta). La gioi a è il premio per un sacrificio, la felicità è un piacere che puo' avere qualsiasi origine. La letizia puo' convivere anche con il dolore, la felicità no: ci sono funerali in cui siamo addolorati ma proviamo anche una sensazione positiva perché il defunto è un soggetto che ha speso bene la sua vita e ha fatto una buona morte. Anche lo sport fornisce esempi: dopo alcune sconfitte ti senti comunque in pace con te stesso per avere dato tutto, è una pace che rasenta la gioia. (vedi Tim O'Connor su BQO)
  27. pensa all' esperienza di avere dei figli: la felicità è concentrata mentre l' infelicità è diffusa, difficile fare un confronto quantitativo.
  28. Ecco su cosa punta Charles Murray:


    • Fare un buon matrimonio è la cosa più importante. L'ottimo: sposarsi presto con l'uomo giusto. 25/27 è troppo presto?…
    • Gli sposi tardivi sono più strutturati ma sono anche soli..
    • Matrimonio merger e matrimonio start up. Nel secondo si vivono insieme alcuni snodi decisivi della ns vita e si cementa la relazione anche attraverso una memoria comune. I merger nn avranno mai quella simbiosi...
    • Sposa chi ha i tuoi gusti. Oggi vale più di ieri xchè oggi si è complementari nel consumo più che nella produzione...
    • Ti piacciono i suoi amici? Il suo umorismo? la sua etica? No? Lascia xdere. Puntualità ordine e prudenza sono elementi essenziali su cui trovare un accordo. Ti controlla? È intollerante? Mollalo.
    • Quello che vedi è quello che avrai: improb. cambiare una xsona...
    • Il matrimonio ideale? Quello tra i migliori amici che si desiderano sessualmente. 
    • Guardarsi dalle passioni totalizzante. Interessi fuori dalla coppia sono i benvenuti...
    • Sposarsi vale sempre la pena: i rischi sono nulla rispetto ai potenziali guadagni...
    • Essere ambiziosi è una virtù. Ancora + virtuoso è sapersi rassegnare alla fama che nn arriva x puntare al meglio sulle strade alternative che portano alla felicità. Esistono!...
    • La religione rende felici. Convertirsi nn è facile ma anche solo prenderla sul serio è benefico...
    • Due mosse x prenderla sul serio: leggi libri di cosmologia e frequenta xsone religiose. Non aspettare la tua Damasco ma impegnati intellettualmente: convertirsi è come laurearsi quanto a sforzo intellettuale...
    • Vivere a fondo le proprie esperienze: si scoprirà quanto sugo c'è nel banale. Nell'eterno ritorno Bill Murray è condannato a rivivere continuamente lo stesso giorno fastidioso che avrebbe tanto voluto evitare finchè nn diventa il più bel giorno della sua vita. Il giorno è sempre lo stesso ma lui ha imparato a viverlo diversamente. Una grande favola morale!
    continua
  29. Gross National Happiness: Why Happiness Matters for America - And How We Can Get More of It - Arthur C. Brooks 
    • Religione e felicità: il legame è robusto...
    • Il legame cessa se il dio in cui si crede è vendicativo...
    • Il nesso? difficile stabilirlo. Certo che l'appartenere ad una comunità religiosa conta parecchio...
    • Anche la soddisfazione per la propria condizione economica è favorita dalla fede...
    • Le comunità praticante è mediamente superiore anche dal punto di vista della prosperità economica....
    • I tuoi vicini vanno a messa? Le tue chance di prosperità aumentano

    Xxxx
    • Soldi e felicità. Il legame esiste ma è lasco
    • altri fattori + importanti: fede e cultura
    • adattamento edonico: vale in entrambi i sensi
    • nn ci adattiamo ai piccoli e continui cambiamenti. l'esempio del pendolarismo
    • è il successo e lo status che ci rendono felici. anche solo lo status relativo
    • la spesa gov. nn ci rende felici: infonde un senso di dipendenza
    • l insucceso e l indifferenza dannegiano la felicità: vale la pena di optare x il capitalismo dove il successo e la speranza sono possibili

    Xxc
    • la diseguaglianza nn sembra legata alla felicità, specie dove è possibile ritagliare la propria nicchia dove "lavora" l'adattamento edonico
    • basta credere nella mobilità x essere felici ma nella mobilità senza spinte... 
    • la felicità deriva dal senso di successo e di controllo
    • il lavoro come fonte di felicità. il cfr  usa/ue è impietoso: si è più felici dove si lavora di più

    Ccccxxx
    • donare ci rende felici
    • il dono aumenta la percezione del proprio status, che è molto connesso con la felicità
    • se il gvt distribuisce la gente dona meno

    Xxxx conclusioni
    • senza valori la ricchezza può poco
    • valori: famiglia generosità spiritualità fede libertà lavoro
    • fede vs materialismo
    • libertà vs pianificazione
    • dignità vs mantenimento
    • opportunità vs uguaglianza
    • lavoro vs tempo libero
    • generosità vs egoismo
    • tradizione vs anonimia
    • famiglia vs atomismo
    • onore (dignità) vs crescita economica

    continua
  30. Don Giussani e la verifica. Alla fine cosa cerchiamo tutti? La felicità. Qual è la ricetta?

    In molti l'hanno studiata, uno studio difficile, ambiguo, sfuggente. Per fortuna c'è una consolazione: in fondo sappiamo riconoscere con buona approssimazione quando siamo felici, e non è nemmeno poi così difficile riconoscere una persona felice. Forse che il mistero sia sopravvalutato?

    Infatti, noi sappiamo molto sulla felicità, senonché le conclusioni di chi approfondisce sono imbarazzanti:

    • la felicità è saldamente legata al possesso di solidi valori sentiti come reali,
    • chi è sinceramente appassionato alla verità ben difficilmente sente di possederla in modo stabile e definitivo.
    A nessuno sfugge il cortocircuito: l'appassionato ricercatore della verità non ha i requisiti per essere felice e la persona onestamente felice è nelle condizioni ideali per cessare di esserlo.

    Sarà per questo che psicologi e compagnia bella sono restii a fornire ricette, neanche dopo aver speso una vita nel tentativo di scovarla. Sanno tutto sulla felicità ma mica si puo' presentare l'autoinganno come la soluzione dei nostri problemi.

    I due punti di cui sopra ci pongono una contraddizione logica che però possiamo risolvere. Con la bacchetta magica? No, con il "tempo": noi non viviamo su un piano cartesiano ma nel tempo, il tempo ha la virtù di sciogliere le contraddizioni: una palla non puo' essere sia rossa che verde, sarebbe contraddittorio. Tuttavia, puo' essere prima rossa e poi verde. E' del tutto normale.

    Cerchiamo allora i nostri valori, teniamoceli stretti, viviamoli fino in fondo credendoci. Poi andiamo serenamente incontro alla crisi, alla verifica razionale degli stessi, magari ad una dolorosa "ristrutturazione". Infine ricominciamo il ciclo.

    La felicità non è una condizione permanente ma un onda che ci prende di volta in volta e ci solleva. Sistemiamo con cura il territorio intorno a noi per non perderci neanche un'onda, la vita ne riserva parecchie. 
  31. Felicità: un'ipotesi di Jonathan Haidt
    • gran parte della felicità è caratteriale. metafora: la mente è un elefante che va x conto suo. ma anche un el. può essere guidato.
    • oriente: rinuncia e sarai felice
    • occidente: fai la cosa giusta e sarai felice
    • c è da imparare sia da o. che da o.
    • concentrati contro il vero nemico: l invidia (nn l egoismo)
    • sei felice se controlli la situazione. il rumore dà uno stress incurabile
    • l aspetto estetico dà delle felicità durevoli
    • la qualità delle relazioni contano
    • impegno vitale: hai bisogno di sentirti in missione. famiglia matrimonio lavoro amore
    • siamo cattivi predittori affettivi: imitiamo chi ci assomiglia e si è realizzato.
    • adattamento edonico: lotta vs l invidia. incidenti e lotteria.
    • crea qlcs di tuo. imprenditorialità.
    • le ricerche confermano la saggezza degli antichi.
    • è il viaggio che conta non la media.
    • sono i progressi che contano nn la vicinanza alla meta
    • importante un progetto coerente x mente e corpo
    • flusso soddisfacente. il flusso prevale sul livello
    • centralità dell autocontrollo
    • nn puntare sui consumi posizionali
    • puntare su religione ed altruismo. la purezza conta x sentirsi in missione. il rito da controllo. la comunità dà relazioni



    continua
  32. è felice chi raggiunge gli obbiettivi che si proponeva da giovane. ergo: non fissarli troppo in alto.
  33. The flow (il flusso). Other things equal, human beings enjoy the exercise of their realized capacities (their innate or trained abilities), and this enjoyment increases the more the capacity is realized, or the greater its complexity.... Csikszentmihalyi published a series of books elaborating the data and the theory that now goes under the label of flow E' il principio aristotelico in C. Murray Human accomplishment
  34. Stevenson and Wolfers' Flawed Happiness Research By Eric Falkenstein - #ovoidesimmetrico #felicitàabreve #invidiaegoismo #soldiefelicità
    • Stevenson and Wolfers' Flawed Happiness Research By Eric Falkenstein
    • what's wrong with so many academic debates.
    • Richard Easterlin found that within a given country people with higher incomes were more likely to report being happy. However, between developed countries, the average reported level of happiness did not vary much...
    • Similarly, although income per person rose steadily in the United States between 1946 and 1970, average reported happiness showed no long-term trend and declined between 1960 and 1970.
    • agree with Easterlin, and the relative-status utility function
    • Furthermore, evolution favors a relative utility function as opposed to the standard absolute utility function,
    • Economists from Adam Smith, Karl Marx, Thorstein Veblen, and even Keynes focused on status,
    • if economist used a relative utility function many (most) seminal models would become ambiguous, and the whole field loses much of its foundation.
    • Wolfer... second set of findings concern cross-sectional data within a country. Easterlin did not dispute this, however. Given positional goods like mates and lakefront property, relative wealth should matter.
    • So, what about the original Easterlin note, that among developed countries, where people are more worried about obesity than malnutrition, as GDP/ capita rises we aren't getting happier? Well, Sacks, Stevenson, and Wolfers (2013) adress this point directly, and show this chart...
    • When an economist tells you a symmetric ovoid contains a highly significant trend via the power of statistics, don't believe them: real effects pass the ocular test of statistical significance... as from 2010 Easterlin and co-authors have data with similar blobs, but they draw downward-sloping lines over them...I think it's best to say, no relation, and to stop drawing lines on blobs.
    • the biggest problem with the Sacks, Stevenson and Wolfers analysis is that they estimate a short-term relationship between life satisfaction and GDP, rather than the long-term relationship.
    • We should aspire higher than envy, which paradoxically seems to elevate greed,
    • I otherwise admire, usually libertarian leaning, are quite averse to the Easterlin conclusion, thinking it will lead us to adopt a luddite policies because growth would not matter in such a world (see Ron Bailey here, or Tim Worstall there).
    • key is that while I admit that my relatively impoverished grandfather was probably as happy as I am, I'm also very glad I live now: growth is good in spite of my envious homunculus.
    • as productivity growth is the natural consequence of free minds and markets, flattening growth means not merely focusing on 'more important things' but rather squelching freedom, and liberty is more important than equality... how would one prevent Larry Ellison or LeBron James from being richer than everyone else? The only way would be to destroy new companies or merit-based systems, why the worst rise to the top in hierarchies
    continua
  35. Lenore Skenazy free range... But the whole new thinking about happiness (and maturity) is that these qualities come from actually doing things. Creating. Exploring. Being independent. The catch phrase is self-mastery, and you’ll note that this term and self-confidence and self-esteem all start with self, not parent-assisted...