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mercoledì 12 febbraio 2020

HL Fifty shades of nothing Edward Feser+ FACE


CREARE DAL NULLA
Facile dirlo, difficile farlo. Soprattutto facile dire "nulla", ce ne sono tanti, bisogna scegliere. Il libro ne considera 9, io mi limito a questi 6:
1) Uno spazio-tempo privo di oggetti visibili.
2) Uno spazio tempo privo di oggetti visibili e particelle.
3) Uno spazio-tempo privo di oggetti visibili, particelle e energia.
4) Una realtà priva di tutto quanto sopra e senza nemmeno lo spazio-tempo.
5) Una realtà priva di tutto quanto sopra e senza nemmeno entità astratte (leggi di natura, universali, leggi della logica...).
6) Una realtà priva di tutto quanto sopra e senza nemmeno la potenzialità di tutto quanto sopra.
Il nulla dei fisici è il 3, al massimo il 4. Di certo non il 5 e nemmeno il 6. Non ci si avvicina nemmeno al nulla assoluto.
La creazione "dal nulla" dei fisici dediti alla filosofia - quello di cui parlano Hawking, Krauss, Close e Atkins - è creazione da un "nulla" piuttosto farlocco. Richiede l'adozione di una filosofia problematica come quella scientista, o che comunque neghi, per esempio, l'esistenza delle leggi di natura. Il "salto quantico" che loro immaginano come "prima mossa" avrebbe avuto luogo senza le leggi della meccanica quantistica, ovvero le leggi illustrate dalla teoria senza la quale non avrebbero mai immaginato nulla del genere.
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This compelling study of the origins of all that exists, including explanations of the entire material world, traces the responses of philosophers and scientists to the most elemental and haunting question of all: why is anything here―or anything anywhere? Why is there something rather than nothi....

****
Fifty shades of nothing
Edward Feser
Citation (APA): Feser, E. (2020). Fifty shades of nothing [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 2
Fifty shades of nothing By Edward Feser
Evidenzia (giallo) - Posizione 10
trying to show how quantum mechanics explains how the universe could arise from nothing.
Nota - Posizione 11
Hawking Krauss. Pop science
Evidenzia (giallo) - Posizione 18
John Leslie and Robert Lawrence Kuhn
Nota - Posizione 18
Antologia
Evidenzia (giallo) - Posizione 27
We are to imagine, first, space and time devoid of any visible objects but containing particles and energy; then space and time devoid of particles, but containing energy; then space and time devoid of that as well; and so forth until we arrive at the notion of there being absolutely nothing whatsoever, not even possibilities, mathematical truths, laws of nature, or abstract objects of any sort.
Nota - Posizione 30
La scala dei nulla
Evidenzia (giallo) - Posizione 31
Physics isn’t everything
Nota - Posizione 31
Tttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 37
described a scenario in which not even space-time or mass-energy exist but the laws of quantum mechanics do -- he calls this “the physicists’ Nothing,”
Nota - Posizione 38
Cio che hanno in mente K e H
Evidenzia (giallo) - Posizione 40
The Nothing of physicists is thick with the complete set of the laws of physics, and so between the physicists’ Nothing and Real Nothing lies a vast,
Nota - Posizione 41
Bacchettata a H e K
Evidenzia (giallo) - Posizione 42
Kuhn does not regard the fundamental laws of physics, whatever they turn out to be, as a plausible terminus of explanation.
Nota - Posizione 42
Di conseguenza
Evidenzia (giallo) - Posizione 44
I doubt I could ever get over the odd idea that something so intricate, so involved, so organized and so accessible as the laws of physics would be the ultimate brute fact.
Nota - Posizione 45
La legge di natura n é adatta nemmeno a essere un fatto bruto
Evidenzia (giallo) - Posizione 46
physicists themselves, including Krauss and Hawking, do not treat the laws of physics as if they were either logically necessary or a brute fact.
Evidenzia (giallo) - Posizione 49
If they can in principle be falsified, then they are not necessary.
Evidenzia (giallo) - Posizione 58
More than zero
Nota - Posizione 58
Tttttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 59
to propose a philosophically interesting conception of a kind of “nothing” which is something less than what he calls “absolute” nothing or “Real Nothing.”
Nota - Posizione 60
Quel che cerca di fare Kuhn
Evidenzia (giallo) - Posizione 62
we reach a point where there are no concrete objects in existence, but where there are still abstract objects.
Nota - Posizione 63
Per K ci sono nove strati di nulla
Evidenzia (giallo) - Posizione 64
there are still universals, numbers, propositions,
Evidenzia (giallo) - Posizione 67
In this scenario, since there would (in a sense) be no things, we would (in a sense) have “nothing,” but it would not be nothing in an absolute sense, since there would still be truths, properties, etc.
Evidenzia (giallo) - Posizione 69
there are no abstract objects like numbers, universals, or the like, but there are still possibilities.
Nota - Posizione 69
K va oltre
Evidenzia (giallo) - Posizione 70
This would be the “level 8” kind of “nothing.” Level 9 -- absolute nothing or Real Nothing -- would be reached when we delete even possibilities.
Evidenzia (giallo) - Posizione 78
even Kuhn’s “no concrete objects, only abstract ones” scenario is explanatorily problematic. For abstract objects are typically regarded as causally inert. Hence if we need abstract objects in order to explain the realm of concrete things, we would also need at least one concrete thing in order to explain the others.
Nota - Posizione 81
Problemi con lo scenario di K. Livello 8
Evidenzia (giallo) - Posizione 94
The classical perspective
Nota - Posizione 94
Ttttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 96
The only remaining question is which brand. Pantheism? Panentheism? The classical theism of Augustine, Anselm, Avicenna, Maimonides, and Aquinas? The “theistic personalism” or “neo-theism” of contemporary philosophers of religion like Alvin Plantinga and Richard Swinburne?
Nota - Posizione 98
Una volta accettato il nulla 9
Evidenzia (giallo) - Posizione 104
God as conceived of by theistic personalists simply cannot plausibly be regarded as an ultimate explanation of the world.
Nota - Posizione 104
Tesi
Evidenzia (giallo) - Posizione 105
a member of the class of “persons,”
Nota - Posizione 105
Per i personalisti
Evidenzia (giallo) - Posizione 106
the doctrine of divine simplicity.
Nota - Posizione 106
Negata
Evidenzia (giallo) - Posizione 106
even attribute change to God.
Evidenzia (giallo) - Posizione 107
whatever is in any way composed of parts requires an explanation of its composition;
Nota - Posizione 108
Il problema
Evidenzia (giallo) - Posizione 109
and whatever changes in any way requires a cause of change.
Nota - Posizione 110
Inoltre
Evidenzia (giallo) - Posizione 110
or simply be a “brute fact” himself.
Evidenzia (giallo) - Posizione 123
Brian Davies, John Haldane, Brian Leftow, David Oderberg, Gyula Klima, Christopher Martin, Eleonore Stump,
Nota - Posizione 124
I teisti classici oggi
Evidenzia (giallo) - Posizione 139
Asking the right questions
Nota - Posizione 139
Ttttttttttttt

martedì 11 dicembre 2018

DAL BIG BANG AI BUCHI NERI

DAL BIG BANG AI BUCHI NERI

Per Hawking Dio non era necessario poiché riteneva che il tempo non avesse necessariamente un inizio. Hawking conosceva bene la fisica, questo è chiaro, ma non conosceva bene l’argomento cosmologico, il quale non dipende dal fatto che l’universo abbia o meno un momento iniziale. Dio viene postulato come necessario per spiegare l’esistenza di un universo contingente.  Ma un universo contingente puo’ anche essere eterno: anche se l'universo è sempre esistito, è pur sempre possibile che non sia mai esistito. In metafisica, questo è un punto scontato ma Hawking era così ridicolmente ostile alla metafisica che non conosceva nemmeno le distinzioni più elementari delle teorie che contestava, la cosa è imperdonabile per un uomo della sua intelligenza e influenza.

https://www.facebook.com/kevinvallier1/posts/10108056273480262

lunedì 19 ottobre 2015

L'origine del mondo (dal vangelo secondo Stephen Hawking)

Per molto tempo non si sono conosciuti esattamente gli orientamenti religiosi di una mente eccelsa come quella di Stephen Hawking (SH), anche se nel suo best seller sui buchi neri utilizzava un'espressione come "mente di Dio" che mandava in sollucchero molti credenti.

Tuttavia, l'ateismo dello scienziato è andato via via delineandosi fino a fissarsi in un libro specificatamente dedicato alla faccenda in cui le conclusioni suonavano perentorie: non è necessario nessun dio per spiegare l'origine dell'universo, bastano le leggi scientifiche che già conosciamo.

Per SH l'universo ha un'origine spontanea che possiamo inferire dalle leggi della meccanica quantistica (MQ), in particolare dal cosiddetto "salto quantico".

In effetti, nel resoconto della MQ, senza entrare in particolari in cui mi perderei, taluni fenomeni si presentano in forma "incausata" (non hanno cioè una causa materiale). E allora il gioco è fatto, l'origine del mondo potrebbe essere spiegata sulla falsariga di questi eventi.

Detto in altri termini: per SH l'universo non ha una causa materiale ma questo semplice fatto non spiazza in alcun modo lo scienziato/scientista poiché con roba del genere costui traffica tutti i giorni quando osserva il "micromondo" delle particelle subatomiche.

Inoltre, l'intuito che ci serve per afferrare l'ipotesi di SH è ulteriormente aiutato dal fatto che prima di espandersi  l'universo aveva dimensioni minime, assomigliava molto cioè proprio a una di quelle particelle subatomiche per cui valgono le leggi quantistiche di cui sopra.
 LORENZO_QUIN_force_of_nature-3
(madre natura scolpita da Lorenzo Quinn)

La "soluzione H." ha una caratteristica del tutto innocente che si rivela però un punto debole se pensiamo agli intenti non del tutto innocenti del suo ideatore: implica cioè che le leggi della MQ debbano esistere prima dei corpi a cui si applicano. E' per forza così visto che si ipotizza un universo che viene ad esistenza proprio in seguito all'azione di una di quelle leggi.

Dobbiamo immaginarci una MQ senza quanti. Un po' come immaginare una legge di gravità senza gravi. Per molti non è facile.

Fortunatamente nella storia del pensiero uno sforzo immaginativo di questo genere è giù stato fatto e se oggi l'operazione non ha per noi più segreti lo dobbiamo al sommo Platone: vi ricordate la teoria delle idee platoniche? Basta allora chiudere il cerchio convertendosi al platonismo, ovvero ad una filosofia che riconosce realtà metafisica alle idee: a quel punto non avremmo più problemi a concepire le leggi della MQ come aventi una realtà loro propria (nell'iperuranio) che prescinde dal mondo a cui si applicano.

Ma un SH platonista non ce lo vedo, innanzitutto perché si perdono in questo modo tutti i vantaggi che la sua ipotesi poteva vantare rispetto all'ipotesi teista, ovvero il fatto di non implicare oggetti metafisici.

In secondo luogo perché in questo senso è anche peggio dell'ipotesi teista: se esiste una realtà metafisica delle leggi quantistiche, perché mai  non dovrebbe esistere una realtà metafisica della legge di gravità? E via dicendo. Insomma, mentre al teista basta postulare la realtà metafisica di un oggetto solo: Dio, SH dovrebbe postulare una serie numerosa di realtà metafisiche complicando ulteriormente la sua ipotesi, che a questo punto, come tutte le idee inutilmente contorte, perderebbe in plausibilità.

lunedì 6 settembre 2010

La scrivania di Hawking

Entro nel mio ufficio e noto la presenza di una scrivania.

C' è da sempre ma oggi ho deciso di chiedermi da dove arriva, come mai è lì.

Dopo le prime indagini non ne vengo a capo e decido che la cosa migliore è pensare che Dio sia la causa di questa misteriosa presenza.

Dopo ulteriori indagini però riesco a ricostruire la vicenda: la scrivania è stata costruita da un falegname che l' ha venduta al negoziante dal quale la comprò mio padre che poi la mise dove si trova ora.

Dopo questa sensazionale scoperto decido di diventare ateo.

Che storia buffa!

Sì, ma sai dirmi cosa c' è in fondo che non va in questa storia?

Bè, in effetti... il mio ateismo sarebbe giustificato solo se "tutto" si esaurisse nella mia "scrivania". Una premessa alquanto bizzarra.

Ebbene, quando uno scienziato viene a raccontarci che i suoi telescopi non hanno avvistato alcun Dio, a me, è inevitabile, viene sempre in mente la "scrivania".

Oggi è la volta di Hawking: Dio non esiste, non è necessario.

Ovviamente i filosofi, che non disdegnano la possibilità di apparire sui giornali, si sono affrettati a mettere in evidenza l' incoerenza delle speculazioni dello scienziato.

Ma perchè affrettarsi? In fondo vale quanto affermato dal collega di Hawking, l' astrofisico italiano Tommaso Maccacaro: "... mi sembrano affermazioni talmente irrazionali da far sì che qualsiasi teologo principiante ne possa fare un solo boccone».

Teologo principiante? Io direi "principiante" e basta: basta infatti pensare alla storia della "scrivania".

In fondo noi tutti sperimentiamo il fatto che il mondo non si esaurisce nell' insieme delle cose "avvistabili dai telescopi".

C' è molto altro, chi puo' negarlo?: la mente, l' intenzione, la coscienza, la causa, la verità, la responsabilità, il bene, il male... sono tutte cose della cui esistenza pochi dubitano. Eppure sono "avvistabili" solo dal senso comune, mica dai micro-telescopi.

L' argomento è semplice perchè 1) il problema è semplice e 2) il credente spesso non è un intellettuale.

L' ateo moderato potrebbe comunque sostenere che perlomeno la conoscenza scientifica puo' fare a meno di Dio, se poi c' è dell'' altro si vedrà.

Ma neanche questo convince la persona con istruzione sotto la media.

La conoscenza scientifica puo' fare a meno dell' uomo? E' pur sempre la mente umana a "conoscere", in fondo.

Ebbene, se l' uomo è importante per avere "conoscenza scientifica", allora chi scaccia Dio dalla porta se lo rivede entrare dalla finestra.

Ma l' ateo, specie se di mestiere fa lo scienziato, è molto intelligente (ha un' istruzione sopra la media!), veità semplici non bastano ad inchiodarlo, è in grado di replicare con arguzia costruendo concetti molto articolati.

In effetti, di fronte alle repliche dell' ateo, io (credente) sono imbarazzato. Ma non tanto perchè mi vedo con le spalle al muro, non tanto perchè vedo confutate in modo ineludibile le mie convinzioni, quanto perchè proprio non capisco mai bene cosa voglia dirmi!

Sarà che frequento ambiti con istruzione media deprimente.

Certo, sento che vuole far passare i concetti di cui sopra (causa, verità, intenzione, pensiero, bene, male, numero...) come mere illusioni che un bel giorno verranno smascherate.

Da subito ho la sensazione che il suo discorso sia a dir poco stravagante (la mia mente un' illusione?). Certi suoi concetti non riesco a pensarli con chiarezza talmente sono sfuggenti e difficili.

Se poi a questo aggiungo che, finita la discussione sull' ateismo, lui stesso comincia a pontificare in termini di "causa", "mente", "giusto" e "sbagliato", allora mi convinco definitivamente che non mi ha convinto.