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martedì 2 luglio 2024

definire

Le definizioni usate come randelli

I conservatori mettono in imbarazzo i progressisti chiedendo loro "Che cos'è una donna?" mentre i progressisti mettono in imbarazzo la destra chiedendo "cosa significa Woke?". Sembra che tutti siano d'accordo sul fatto che quando l'altra parte non riesce a definire un termine che usa spesso, è la prova che la sua posizione è incoerente. Ma questa è la normalità, non è incoerenza. Prendiamo l'esempio del termine conoscenza. Che cosa significa? La risposta è: nessuno lo sa. Per un po' di tempo, i filosofi hanno detto che la conoscenza era una credenza vera giustificata, fino a quando Edmund Gettier ha dimostrato che possiamo avere una credenza vera giustificata senza conoscenza. Ad esempio, se una persona vede un orologio rotto, ma l'orologio identifica per coincidenza l'ora esatta, anche se è giustificata nel fidarsi dell'orologio e la sua credenza è vera, sembra che non sappia che ora è visto che la indovina per puro caso. Possiamo allora avere una conoscenza senza averne una definizione precisa, così come possiamo parlare di lavoro o di donne senza avere una definizione precisa di entrambi i termini. Puoi essere in grado di usare il termine in una frase, di fare degli esempi, ma non sarai in grado di darne una definizione esatta. Il requisito che l'altra parte definisca con precisione il termine che usa è una presa per i fondelli. Purtroppo, a causa della non ovvietà di questo punto, la richiesta infinita di definire i termini è diventata un'arma nella guerra culturale. La risposta corretta dovrebbe essere quella di chiedere all'interrogante di definire la conoscenza.
https://benthams.substack.com/p/what-is-an-x-is-almost-always-a-cheap

martedì 22 novembre 2022

 COME (NON) HA FUNZIONATO LA FILOSOFIA


La filosofia vuole "conoscere" ma, da quando è in preda all'ossessione di definire i concetti, le è venuta la malsana idea di definire con precisione anche il concetto di "conoscenza". Sembra facile: "conoscere è credere in modo giustificato qualcosa di vero". Fine? No. Salta su un tal Edmund Gettier a dire: "se sono le sette e io, guardando un orologio rotto che segna casualmente le sette, dico che "sono le sette" ho una credenza vera e giustificata ma non ho una reale conoscenza di che ore sono poiché tutto il mio sapere è casualmente casuale". Ha ragione, cazzo. Comincia una crisi di settore da cui non ci si è più ripresi. Si cercano definizioni alternative del concetto di "conoscenza" ma Gettier, cacciato dalla porta, rientra dalla finestra e, cacciato dalla finestra, rientra dalla porta. Oggi il meglio che possiamo dire è la versione astrusa di una banalità del tipo: "è conoscenza una credenza vera e giustificata che non rientra nei casi di Gettier" (*). Più che una definizione assomiglia una tautologia inservibile.

Morale: decenni di fosforo dilapidato, con le intelligenze migliori della generazione applicate a definire - senza riuscirci - concetti che, intuitivamente, tutti conoscono già. Un lavoraccio di cui nessuno sentiva l'esigenza. Non arrivo alla conclusione populista per cui si tratta di mani rubate all'agricoltura ma lasciate che le consideri per lo meno menti rubate ai problemi che contano, tipo "esiste Dio?", "Dobbiamo pagare le tasse?", "Posso uccidere un uomo per salvarne quattro?", eccetera. Tutti temi consegnati ai genetisti, ai biologi o ai commentatori social.

E dall'altra parte non andava molto meglio, al rigore sprecato si sotituiva l'arbitrio sfrenato, con i vari "Severino" che, dopo quattro pensierucci sulla reversibilità del tempo, si ritenevano autorizzati a pontificare sui destini dell'Occidente.

#filosofiaincrisi

(*) Toppa 5. Il soggetto crede anche a una degiustificazione ( = ragione per dubitare della sua giustificazione).

Critica: la degiustificazione ha una sua degiustificazione che la invalida e così via all'infinito. Quindi non sapremo mai se parlare di conoscenza poichè non riusciamo a definire un degiustificatore genuino.

Il soggetto crede a degiustificatori in modo giustificato. Ok, ma queste giustificazioni sono a loro volta soggette a giustificatori. E' una catena infinita e noi non potremo mai sapere qual è il primo membro.

sabato 19 novembre 2022

 https://feedly.com/i/entry/YOuvNotDOLafnT+infLBJvsnPgoYrAkkYjUfQaF57o8=_18490af60ff:6db27a:8442876a

lunedì 11 luglio 2016

Credo o conosco? Questo è il problema...

Io credo che…
Io so che…
C’è differenza tra le due espressioni?
Oggi sappiamo di no ma a lungo non è stato così.
Si pensava che “conoscere” fosse qualcosa di differente rispetto al fatto di “avere una credenza”.
“Conoscere” era tipico del pensiero scientifico, “credere” di quello religioso (ma non solo).
Sarà per questo (l’eterna guerra scienza-fede) che bel bar-facebook la distinzione viene continuamente riproposta come se il problema non fosse stato già risolto dichiarando impossibile una simile distinzione.
Oggi infatti sappiamo che tutti i saperi concreti sono di natura probabilistica e che la probabilità ha una radice soggettiva ineliminabile.
Ai tempi in cui si riteneva possibile una demarcazione si diceva che la conoscenza (per esempio quella scientifica) era una “credenza giustificata”. Oggi invece sappiamo che esistono “credenze giustificate” che non costituiscono conoscenza, il che fa crollare ogni velleità a distinguere.
Al crollo contribuì in modo decisivo la spallata di Edmund Gietter concretizzatasi in un articolo di poche pagine. Non so se sia più inquietante o rassicurante sapere che una diatriba millenaria sia stata risolta da un articoletto di poche pagine. Comunque  è stato così: dopo aver letto quelle pagine praticamente tutti sono rimasti convinti delle sue tesi cessando ogni approfondimento.
26369_edmund_gettier
Ecco cosa faceva presente Gettier: 
Immaginiamo che Smith nutra una forte credenza nei confronti della proposizione f (riferita al suo amico Jones), dove f = Jones possiede una Ford nuova di zecca.

Smith ha inoltre solide giustificazioni per alimentare la sua credenza: Jones, per esempio, ha sempre posseduto una Ford in passato e ha più volte espresso la sua passione per le Ford, nonché l’intenzione di ricomprarne un’altra. Inoltre, Smith ha visto Jones proprio oggi girare con una Ford nuova fiammante. guarda caso dopo che qualche giorno fa ha rottamato la sua vecchia auto.
In realtà – noi sappiamo - la Ford con cui gira Jones è presa a noleggio, non è sua anche se non si puo’ negare che sia nuova fiammante.
Tuttavia, piccolo particolare, proprio l’ altra settimana Jones ha vinto una Ford nuova fiammante alla lotteria, che al momento, però, è dal meccanico per un’ ultima revisione in attesa del varo.
A partire da queste premesse, si viene a creare una situazione di questo tipo circa f:
1) f è vera;
2) f è giustificata;
3) Smith afferma f (credenza vera e giustificata) senza conoscerne il contenuto.
L'esperimento mentale mostra quindi che la definizione di conoscenza come credenza vera e giustificata sia come minimo incompleta.
Sembra cruciale “conoscere” anche le giustificazioni di una credenza ma così si crea un regresso infinito, come mostra facilmente Gettier.
Alla fine, per evitare il regresso, bisogna concludere che sia la CREDENZA che la CONOSCENZA si fondano sull’ evidenza e tra i due atti non esiste una differenza epistemologica di rilievo.
Ecco, meglio ricordarlo a chi in modo facilone dà per scontata la divisione tra sapere scientifico e sapere religioso.

venerdì 4 dicembre 2015

L'illusione dell'ateismo di Roberto Timossi

L'illusione dell'ateismo di Roberto Timossi
  • Cap1 scienza e fede
  • il revival dell ateismo: dawkins e i suoi amici italiani
  • Ateismo contemp: pretende di dimostrare la nn esist. Per il resto simile al passato
  • un fatto contro l'incomp.: Gli scienziati credenti: molti
  • einstein: un panteismo confusionario dietro il quale, comq, trapela un sentimento religioso
  • Argumeentum ad verecondiam: si chiama uno scienziato e lo so fa parlare d altro. Di dio x es. poi lo si prende sul serio per il suo grande sapere in altre materie
  • Tesi: scienza e fede hanno l una bisogno dell altra
  • Odifreddi: religione = superstizione
  • Carnap: la parola dio nn ha senso
  • Odifreddi: la logica confuta dio. Critica: la logica si ferma alla validità formale nn si occupa di "esistenza"
  • Mainardi: fede = irrazionalità freud: fede e consolazione
  • Barrett vs freud: xchè dio nn avrebbe dovuto farmi in modo da credere? Se la scienza mi spiega xchè amo mia moglie significa forse che nn la amo? Se siamo nati x credere significa solo che credere è l opzione più semplice
  • La stessa scienza comprende molto atti di fede. ammissione di odifreddi.
  • I postmoderni eco e vattimo: tutto è vanità. La verità filosofica è deleteria in politica. Matrice cattolica del postmodernismo italico. Critica: i numi postmoderni nietzsche e heidegger nn sembrano molto democr.
  • Steven weinberg: universo senza scopo. tipica tesi neopositivista. w aggiunge: è una posizione che ci rende infelici, anzi, appena in grado di sopravvivere
  • La tesi di w ripugna alla mente umana: john eccles. alternative di pari potenza sono preferibili
  • Paul davis: x dare senso a x devi uscire da x
  • e qui si torna a swinburne: o recgresso infinito o causa prima: la seconda alternativa è più semplice
  • imho: discorso tipico 1) l'universo nn ha senso 2) la cosa ci ripugna e dio dà senso all'universo 3) e chi dà senso a dio: regresso infinito 3) arg. swin: l'ipotesi si sio è più semplice 4) e se l'universo fosse eterno e da sempre esistente? 5) ci sarebbe cmq la domanda perché esiste anziché no e si tornerebbe all alternativa regresso infinito/dio 6) non posso dire che l'universo ha senso in sé? eviterei di introdurre l'ente dio e occam sarebbe più felice 7) certo che puoi ma devi introdurre cmq uno spirito connaturato all'universo, una specie di posizione panteista, l'universo come mero oggetto fisico nn puo' avere senso, tu stesso lo dici al punto 1 8) ok, allora sono panteista, mi sembra meglio che teista 9) il panteismo, che resta una religione, da un lato è cervellotico da comprendere (cos'è sto spirito immateriale presente anche nei sassi?), il teismo ha a disposizione molte più analogie semplici per essere compreso (dio crea come creo io quando costruisco un manufatto), inoltre, proprio per rendersi comprensibile, il panteismo si trasforma sempre in un politeismo primitivo: il dio del fuoco, quello del fiume ecc. perdendo sul fronte di occam.
  • l epistemologia contemporanea, rispetto al muscolarismo neopositivista, sottolinea i limiti della scienza: per popper puo' solo falsificare, per kuhn è soggetta a elementi sociologici, per quine è sempre indeterminata...
  • l'unico vero alleato dell'ateismo scientista: il fideismo. innegabili i pregiudizi anti-scientifichi
  • la via estrema di paul davis: per arrivare a dio la scienza è una via migliore rispetto alla teologia
  • cap3 la prima mossa fede ed evoluzione
  • l argomento nuovo dello scientismo contemporaneo: l'evoluzione ci ha mostrato la potenza del caso. 
  • ob: non è tanto all'evoluzione che dobbiamo vedere ma all'origine dell'universo: big bang vs universi paralleli
  • il letteralismo non è tipico solo dei fondamentalisti ma anche degli scientisti: serve per confutare la bibbia e dichiarare l'incompatibilità con la scienza. vedi asimov. in questo progetto collaborano inconsapevolmente i concordisti alla Capra.
  • bibbia: scrigno di metafore, storia e poesia. una biblioteca con diversi generi
  • perché le condizioni di partenza dell'universo erano quelle? una scienza che non risponde è una scienza a metà!
  • il teorema della singolarità ci dice che non possiamo dimostrare le cause certe di un evento singolo ma cio' non toglie che possiamo formulare ipotesi più o meno plausibili
  • aggirare il problema della prima mossa: universo inflazionario: l'espansione iniziale è talmente rapida da realizzare infinite combinazioni anche nei parametri fondamentali della fisica fino al raggiungimento di un equilibrio, in qs modo il nostro universo è un sopravvissuto spiegabile con le probabilità.
  • ob: teoria meramente speculativa, del resto per avere un fenomeno inflattivo occorrono condizioni di contorno (ogni evoluzione richiede  esse stesse improbabili cosicché il dilemma della prima mossa resta intatto
  • altra idea: universi paralleli. ob: ad hoc, controintuitiva e infalsificabile
  • altra idea: universo oscillante o ciclico: stesse critiche che le altre + critiche all universo infinito qualora si presenti come tale
  • altri modelli: stringhe, universo senza confini... più che altro modelli estetici
  • conclusione: il problema della prima mossa resta intatto e il modello teista il più semplice e pragmatico
  • nota: è lo stesso dawkins ha dare il massimo valore al requisito della semplicità. per lui l'ipotesi multiverso è più semplice di quella teistica: l'intelligenza di dio è complessissima!
  • ob di barrow: non è affatto detto che gli altri universi siano poi così semplici come vorrebbe dawkins
  • ob decisiva: ad ogni modo l'ipotesi degli universi paralleli non è affatto scientifica (anche se formulata da scienziati) il che va contro tutti i dogmi dawkinsiani
  • ipotesi di smolin (una variante della teoria inflattiva): l'universo cresce combinando i suoi elementi a velocità esponenziale finché non imbrocca un eq a prima vista statisticamente impossibile come il nostro. la legge di darwin seleziona i parametri della fisica (ovvero le leggi fondamentali della materia). 
  • ob: se gli universi sono sequenziali allora si deve parlare cmq di universo unico e all'interno di un unico universo economia vuole che fino ad evidenza contraria le leggi della fisica individuate vengano mantenute fisse. Perchè ipotizzarne una selezione? Solo per eludere la prima mossa? Se gli universi sono molti e collegati tra loro con i buchi neri, allora l'ipotesi è inverificabile, e quindi ancora ad hoc.
  • tesi di dawkins: l'intelligenza di dio è talmente complessa da essere improbabile
  • ob: dawkins giudica la complessità di un ipotesi guardando la realtà ma questo ha poco senso, se dispongo di una descrizione dettagliata dell'ipotesi devo giudicare quella.
  • ob2: forse d ha in mente il cervello: ci vuole un cervello complesso per elaborare progetti complessi. ok, ma noi coincidiamo col nostro cervello? prob no: vedi brain split
  • cap4 creazione ed evoluzione
  • l evoluzione spiega il potere del caso, questo è vero. ma questo potere è una confutazione di dio?
  • l ipotesi di dio, la più credibile per quanto detto prima, non è certo confutata dall evoluzionismo che puo' essere accettato e visto come finalizzato (dio conosce tutto fin dall inizio). l ammissione di telmo pievani
  • molti filosofi atei lo comprendono meglio solo vedendolo come finalizzato: nagel, fodor, piattellini...
  • curioso: molti scienziati si sono messi a filosofeggiare formulando ipotesi su dio e facendo della scienza una dottrina filosofico/teologica (scientismo)
  • l'errore creazionista: credere che dio sia difendibile solo confutando l evoluzionismo
  • nemmeno tra evoluzionisti c'è accordo: gould (eq punteggiati (stasi+ev veloce) vs ultradarwinisti (evol costante). esiste dunque una pluralità di teorie in un unico paradigma
  • l evoluzione viaggia verso il più complesso: c'è chi nega: gould: il successo dei batteri
  • come procede l evoluzione?: il suo forte è la diversità: tutte le nicchie vengono esplorate tra cui anche quella dell intelligenza. è lì che il tentativo uomo ha avito successo ed è emerso. in questo senso l'uomo è tut altro che un ipotesi meramente casuale, l evoluzione procede seguendo anche spinte direzionali ben precise
  • per alcuni l evoluzionismo è una teoria a metà tra scienza e storia
  • tre ipotesi evolutive: 1 ev specifica 2 ev casuale (darwiniana) 3 ev direzionata
  • escludiamo 1. l ipotesi 2 rende difficile pensare ad un processo cmq guidato: o caso o guida. anche se l idea di dio non è certo confutata. miller barr e altri scienziati credenti stanno in qs solco.
  • 3: esiste una spinta sottostante ad evolversi dal semplice al complesso il che in qualche modo guida l ev e rende prevedibili alcuni sviluppi. nota che il massimo della complessità è l intelligenza
  • il precursore di 3: theillard de cardin. ma anche presso i neodarwiniani ci sono chiare aperture a 3 (gaylord simpson, dobzhansky)
  • il sistema terrestre è sufficientemente chiuso per generare autoorganizzazione
  • ipotesi teleologica: l ev ha una sua tendenza a generare complessità, se la tendenza non è la più economica cio' si deve anche al fatto che il creatore oltre a creare l uomo deve creare l ambinte in cui inserirlo e in cui testarlo.
  • nell ipotesi finalista creazione ed evoluzione convivono eludendo l aut aut neodarwiniano. un nome per ev convergente: simon conway morris: the deep structure
  • cap6 riepilogo
  • Cos è la fede. Un tempo si distingueva tra fede e conoscenza. Oggi tutto è credenza ovvero un misto di fede e conoscenza. edmund gettier ha spianato le barriere http://broncobilli.blogspot.it/2014/10/credenza-e-conoscenza.html
  • Se tutto è credenza capiamo bene come la fede nn coincida con l irtazionalità e come la distinzione tra fatti e fede è problematici
  • Oggi il probabilismo bayesiano domina ma il prob ha una radice soggettiva
  • Cos è scienza? Il prob della demarcazione
  • Da carnap a popper a quine tornando a bayes
  • Withehead: molta teologia nella scienza contemporanea
  • L assunto della scienza: esiste un ordine. Parentela con la teologia medievale: la sequenza di cause
  • Fede degli scienziati: molte teorie sono meramente speculative: teorie del tutto. Es stringhe multiverso ecc
  • Smolin sullo srimghismo: surrogato della fede
  • Feynman: la scienza si occupa dell osservabile. Verificazionosmo. Assenza di fede nella scienza. Insanabile alternativa con la teligione
  • Relazioni possibili tra fede e scienza
  • 1 conflitto. Es galilei
  • 2 indipendenza. Es gould
  • 3 concordismo e Tappabuchi
  • 4 dialogo x un sapere più armonioso e completo
  • Critica alla teologia: ha fatto poco x nutrire qs dialogo. Ha fatto di più la filosofia quando nn la scienza stessa. La teol è rimasta al tomismo e quindi alla scienza aristotelica
  • Newman: la scoperta scientifica sposta la ns fede, non respingiamo la sfida
  • Con frege: capiamo il senso ma nn il signifocato del tutto. Dio porta significato. il senso è una coerenza interna del pensiero ma il significato è il suo referente esterno
continua


mercoledì 8 ottobre 2014

Credenza e Conoscenza

Un tempo si pensava di poter distinguere la CREDENZA dalla CONOSCENZA.

La CREDENZA, diversamente dalla CONOSCENZA, è un sapere non fondato su prove. Al limite sull’ evidenza.

Io CONOSCO la verità su X solo se posseggo una CREDENZA GIUSTIFICATA intorno a X.

Edmund Gettier mandò in crisi questa impostazione dimostrando come  un soggetto puo’ avere una credenza giustificata di X senza conoscere X.

Ecco un esempio:

Immaginiamo che Smith nutra una forte credenza nei confronti della proposizione f (riferita al suo amico Jones), dove

f = Jones possiede una Ford.

Smith ha solide giustificazioni per la sua credenza: Jones ha sempre posseduto una Ford e ha più volte espresso la sua passione per le Ford. Inoltre, Smith ha visto Jones girare con una Ford nuova fiammante.
In realtà la Ford con cui gira Jones è presa a noleggio, non è sua. Tuttavia, proprio l’ altra settimana Jones ha vinto una Ford alla lotteria, anche se al momento è dal meccanico per una revisione.

A partire da queste premesse, si viene a creare una situazione di questo tipo circa f:

1) f è vera;
2) f è giustificata;
3) Smith non conosce f

L'argomento mostra quindi che la definizione di conoscenza come credenza vera e giustificata è incompleta. 

Sembra cruciale “conoscere” anche le giustificazioni ma così si crea un regresso infinito.


Alla fine, per evitare il regresso, bisogna concludere che sia la CREDENZA che la CONOSCENZA si fondano sull’ evidenza e tra i due atti non esiste una differenza epistemologica fondamentale.

venerdì 19 settembre 2014

Gettier e la metafisica

E' vero che la critica della conoscenza operata da Gettier riabilita l' infallibilismo della metafisica tradizionale?

Per molti versi sì.

In fondo la critica di Gettier riprende per altre vie la critica all' induttivismo.

Bisogna inventarsi qualcosa di nuovo o cedere alle metafisiche della tradizione.

Forse aiuta pensare alla conoscenza come processo: è (essenzialmente) vero cio' che appare fino a prova contraria.

Il nucleo della conoscenza non sta nell' "è vero cio' che appare", bensì nel "fino a prova contraria" che testimonia una disponibilità ad accogliere e a soppesare ulteriori argomenti.

Grazie al principio di credulità (un principio che la filosofia importa dal diritto), la conoscenza diventa un processo anziché uno stato.


giovedì 18 settembre 2014

Contro Kant

Il principale responsabile dello scetticismo moderno è Kant, il filosofo che con le sue "critiche" dimostrò i limiti della nostra ragione.

Secondo lui la nostra ragione puo' conoscere ben poco.

Senonché, nel frattempo, qualcosa è successo anche in campo filosofico.

Innanzitutto cio' che Kant dava per assodato non è più tale: la differenza tra conoscenza e credenza.

Per dire che "la ragione non puo' conoscere questo e quello" bisogna avere un' idea precisa di quel che intendiamo per "conoscere".

Dopo Edmund Gettier le cose si sono un po' confuse e nemmeno una credenza vera e giustificata puo' chiamarsi "conoscenza".

In secondo luogo Kant intendeva dimostrare che noi non possiamo conoscere le cose inosservabili (per esempio le cose di estensione infinita).

Kant aveva un grande rispetto delle scienze fisiche, e forse traeva proprio da questo rispetto il principio di cui sopra.

Sarebbe rimasto sorpreso se solo avesse vissuto abbastanza per scoprire che le scienze naturali oggi formulano molte teorie intorno a eventi e cose non osservabili perché troppo piccole o troppo grandi o troppo vecchie.

D' altronde non fanno che uniformarsi al senso comune: noi tutti cerchiamo di "conoscere" cio' che non possiamo osservare basandoci sugli effetti che possiamo osservare. L' apparenza, in assenza di prova contraria, domina sull' ipotesi dell' illusione, e quando si presentano le prove contrarie si affrontano e si valutano. Insomma ci si inserisce in un processo facendo della conoscenza qualcosa di coerente con la critica di Gettier.

Se poi si vuole dire che Kant parlando di "osservabile" si riferisse a cose "logicamente osservabili", allora possiamo tirare un sospiro di sollievo, lo scetticismo non risulterebbe poi così giustificato. Ogni immaginazione è logicamente osservabile, basta che non violi i principi della logica, appunto.

E' tempo di superare le critiche di Kant alla metafisica, ce lo dice il senso comune, ce lo dice lo sviluppo delle scienze naturali, ce lo dice la filosofia contemporanea.

mercoledì 22 giugno 2011

L’ inconveniente Gettier

Gettier con un articolo di tre pagine mise in crisi gli epistemologi.

Si riteneva che "conoscere" equivalesse a sapere che una certa cosa era vera quando questa cosa era vera e si era giustificati a credere alla sua veirutà.

Gettier mostra che anche se c' è 1) credenza 2) verità e 3) giustificazione, non si puo' parlare di conoscenza.

Alternative?

Forse l' alternativa migliore consiste nel considerare la conoscenza un processo anziché uno stato:

1) io credo a X (fino a prova contraria) perché alle mie facoltà X appare come vero

2) mi si presenta una prova contraria

3) rintuzzo la prova contraria e torno a credere a X (fino a nuova contraria) oppure accetto la prova e credo a non-X (fino a prova contraria)

In questo processo non esiste una netta distinzione tra credere e conoscere.

Se però ci accontentiamo potremmo dire che chi conosce s' impegna a seguire un processo (quello sopra descritto) a cui chi crede si disinteressa.