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sabato 30 novembre 2019

DOPO IL TUO FUNERALE


DOPO IL TUO FUNERALE
I cattolici sono divisi su cosa capiterà loro appena dopo la morte. Tutti concordano sul fatto che l'anima esista, che persista anche dopo la morte e tutti concordano sul fatto che il corpo si unirà di nuovo all'anima dopo la resurrezione. Ma cosa ci succede tra morte e resurrezione? Continueremo ad esistere? O cesseremo di esistere fino alla definitiva risurrezione? Non spero certo che parole di chiarezza giungano da papa Francesco che, come ogni buon materialista, si interessa a noi solo prima del nostro funerale.
I "sopravviventi" (S) è l'etichetta usata per contrassegnare chi crede che l'essere umano in qualche modo continui ad esistere. "Corruzionisti" (C) è l'etichetta che contrassegna chi crede che che l'essere umano cessi di esistere dopo la morte (ma ritorni all'esistenza con la risurrezione).
Gira voce che Tommaso, autorità suprema in materia, fosse un "corruzionista", anche se la cosa è alquanto dubbia. Di certo per lui un essere umano non si identifica unicamente con la sua anima, altrimenti sarebbe un platonico. Ma la cosa non implica necessariamente corruzione. Il motivo del contendere ai suoi tempi era se fosse legittimo pensare agli esseri umani in un modo essenzialmente platonico, come anime immateriali che sono sostanze complete a sé stanti, e solo accidentalmente legate al loro corpo. Qui il "no" di Tommaso è chiaro nel momento in cui pone grande enfasi sulla presenza del corpo come essenziale per l'integrità dell'essere umano. Ma sia i S che i C possono concordare fin qui. Sempre inteso che cio' che conta non è tanto il discorso esegetico ma cio' che discende dalle premesse di Tommaso.
Il fatto è che la posizione di C, dal punto di vista metafisico, non ha molto senso.
Sia i C che i S concordano (contro Platone e Cartesio) che un essere umano sia UNA SOLA sostanza, non due. Siamo sia corpo che mente (e non corpo+mente). Abbiamo sia proprietà corporee (altezza, peso) che incorporee (mente, volontà). L'assunto dell'unica sostanza significa inscindibilità: c'è anima anche nel corpo e c'è corpo anche nell'anima. Se il dualismo cattolico non è sostanziale, infatti, diventa difficile "smontare" l'uomo in un corpo e in un'anima. In questo caso s'imporrebbe la posizione S. Se l'uomo fosse composto da due sostanze la sua scissione comporterebbe la sua sparizione. In caso invece di sostanza unica l'uomo sarebbe inscindibile, in questo caso la morte è solo una grave diminuzione ma non una sparizione. L'inscindibilità significa che anche in cio' che chiamiamo "anima" c'è una parte di "corpo" che conserva l'umanità. Il fatto che l'anima umana persista significa che persiste la sostanza umana (c'è corpo anche nell'anima), ovvero l'essere umano. Quindi, l'essere umano deve esistere dopo la morte.
Ma come può un essere umano esistere dopo la morte se il corpo, che poi è scomparso, è parte integrante dell'essere umano?
La risposta è: in un modo simile al modo in cui un essere umano può continuare a esistere dopo aver perso braccia, gambe, occhi, orecchie, lingua, ecc. Braccia, gambe, occhi, orecchie, lingua, ecc. sono parte integrante di noi. Ogni essere umano nel suo stato completo li possiede. Un essere umano che ne è privo esiste in uno stato altamente anormale e fortemente diminuito. Ma esiste! Il morto esiste in uno stato ancora più radicalmente ridotto. Ma persiste. Ed è così che l'anima persiste oltre la morte. Dire invece, come fanno i C, che l'anima persiste dopo la morte ma l'essere umano no, implica che la sua sostanza sia sparita, quasi che questa sostanza sia una costruzione (anima+corpo) che ora viene smontata.
C soffre anche di difficoltà teologiche. Sia S che C, infatti, concordano sul fatto che, dopo la morte ma prima della risurrezione, le anime umane vengano ricompensate o punite e possano essere pregate. Ad esempio, puoi pregare San Pietro, che ha raggiunto la sua ricompensa in cielo. Ma ha senso ricompensare, punire o pregare solo le persone reali. Quindi San Pietro può essere intelligibilmente ricompensato e pregato solo se esiste come persona. Ma che tipo di persona è San Pietro? È un angelo o un essere umano? Un essere umano, ovviamente.
C risponde a questo problema dicendo che i discorsi sulla preghiera o sulla ricompensa di San Pietro dovrebbero essere interpretati come esempi di sineddoche, vale a dire, l'uso di un'espressione per riferirsi a una parte del tutto, come quando diciamo "Il governo italiano ha condannato gli attacchi", il che significa che un determinato ministro incaricato del governo ha condannato gli attacchi. L'idea è che quando preghiamo San Pietro, questo è semplicemente un modo retorico di riferirsi a lui riferendosi alla sua anima, che è solo una parte di lui. Ma questo non risolve affatto il problema. Supponiamo che, dopo la sua morte, il bulbo oculare sinistro di San Pietro o il suo polmone destro siano stati mantenuti artificialmente in vita (forse ai fini del trapianto in qualcuno che aveva bisogno di un occhio o di un polmone). In questo caso avrebbe senso pregare l'occhio sinistro di San Pietro? Avrebbe senso premiare il polmone destro di San Pietro? Ovviamente no.