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lunedì 30 dicembre 2019

I LUSSI DELLA SOCIETA' ATOMIZZATA


Le circostanze che promuovono il benessere materiale, disgregano la coesione sociale? Un tempo avrei risposto di no, oggi ho molti più dubbi e sto cambiando idea. Forse modernità e coesione sociale sono davvero incompatibili.

Per coesione sociale intendo un forte senso di appartenenza, una solidarietà verace, una grande fiducia nella reciprocità e nel trovare un "senso" nello stare insieme sacrificandosi l'uno per l'altro. L'esempio canonico è quello di una piccola unità militare che combatte la sua battaglia. La coesione sociale monta al crescere delle difficoltà affrontate dal gruppo.

Purtroppo, la società moderna ha perfezionato l'arte di non far sentire le persone necessarie. Ci sei o non ci sei, fa lo stesso, non cambia molto. Una base alquanto fragile per "fare gruppo". Chi cerca il benessere materiale, cerca di fatto grandi società, anonimia, specializzazione nei ruoli e riduzione al minimo delle difficoltà materiali, tutti fattori che depotenziano la socilaità e spingono l'individualismo.

In passato vivevamo in piccoli gruppi precari, sempre sotto la minaccia di qualcosa, ci conscevamo tutti e tutti erano indispensabili o quasi. Abbiamo così sviluppato un bisogno di coesione. In un libro ho letto esempi originali di questo nostro istinto, eccone alcuni davvero curiosi: 1) molti coloni occidentali in esplorazione del nuovo mondo lasciarono volentieri la "civiltà" per unirsi alle tribù native, ma raramente accadeva il contrario. 2) Ci siamo evoluti per dormire in gruppo, solo ultimamente abbiamo messo i bambini nelle loro camerette (da leggere). 3) Ci piacciono i film (e spettacoli in genere) in cui le comunità sono perennemente in crisi (di solito c'è un maschione che affronta una minaccia esterna; una femmina che lo aiuta con le dinamiche di gruppo; un uomo che non riesce a stare nel branco e se ne va in cerca di se stesso facendo una brutta fine e un uomo che, essendo stato mandato via dalla comunità per il suo comportamento problematico, ritorna e si riscatta. 4) Durante le guerre, solidarietà e reciprocità conoscono i loro picchi. Quando sei nelle canne impari ad andare d'accordo con le persone, anche con gli antipatici. 5) L'ultimo esempio che ricordo riguardava le stragi nelle scuole americane: non succede mai nelle aree più povere e ad alta criminalità. I giovani protagonisti hanno una vita materiale confortevole.

L'atomizzazione della sociatà, prima di essere un guaio è un lusso che ci concediamo: si genera in mancanza di situazioni davvero difficili da affrontare. Non essendoci pericoli reali vicini cerchiamo di inventarcene qualcuno lontano. L'esempio del riscaldamento globale è perfetto: mai gruppo umano sulla terra si è mai minimamente preoccupato di fenomeni che forse si potrebbero realizzare ad un secolo di distanza! Solo il pensiero religioso dell'apocalisse è stato tanto lungimirante. Probabilmente, dietro c'è il bisogno di lanciare allarmi che ci consentano di ricostruire un tessuto sociale che va sfaldandosi.

Mi chiedo se esista un modo per conciliare il benessere con il senso di comunità. Sono scettico: a parole vogliamo più unità ma di fatto respingiamo alcune delle condizioni essenziali per formarla. Preferiamo vivere comodamente che affrontare guerre o altre privazioni. Preferiamo scegliere con cura le persone con cui stare anziché farci piacere gli arroganti, e preferiremmo associarci a squadre, partiti politici o stili di vita anzichè con le persone del nostro quartiere. Con la prosperità abbiamo acquisito il diritto a queste scelte e non intendiamo rinunciarci anche se l'inevitabile conseguenza è l'atomizzazione della società.

Se, poi, la religione è uno strumento di coesione sociale, la secolarizzazione crescente si spiega: quando il collante del gruppo cessa di essere prodotto, la religione viene accantonata, o diventa al più un partito politico o una squadra di calcio. Abbassare i livelli di welfare state potrebbe essere l'uovo di Colombo per rinvigorire religione e coesione sociale: a parità di ricchezza, avremo più rischio e più pericoli; quindi, maggiori reti sociali. Ma siamo pronti? La rimpiangiamo veramente la coesione sociale?

venerdì 29 novembre 2019

LA MADRE DI TUTTE LE LIBERTA'

A cosa serve la Storia?
No, non serve ad ammaestrarci per il futuro, serve ad ammaestrarci per il presente, in particolare a sopire i nostri bollori moralistici. Serve a farci vedere la terra dalla luna, serve a spiegarci, per esempio, che certi comportamenti che oggi tanto ci oltraggiano, ci indignano moralmente e ci fanno rivoltare l'anima, in passato erano la regola. Non solo: erano una regola giustificata razionalmente! Razzismo, sessismo, xenofobia e bla bla bla erano la regola, ed erano una regola giustificata! La libertà e l'eguaglianza tra gli uomini non sono un progresso, sono invece un lusso che ci siamo concessi quando abbiamo potuto permettercelo, ovvero in un contesto mutato (magari grazie a quelle forze che gli indignati di professione disprezzano. Dobbiamo quindi 1) gioire per questo fatto e 2) capire chi conserva certi atteggiamenti che in passato erano comunque la regola giustificata. Il libro di Koyama, a prescindere ci sia accordo o meno, porta esempi illuminanti, ma uno svetta e riguarda la nascita delle società libere.
Come sono emersi i moderni stati liberali? Gli economisti si sono tradizionalmente concentrati sulla produzione della ricchezza mentre gli scienziati della politica su questioni relative a democratizzazione e stabilità politica. Ma c'è un fattore che è stato trascurato da tutti: la religione.
Questa negligenza è facile da capire. Nel mondo sviluppato la libertà religiosa è così radicata nelle istituzioni che la diamo per scontata.
Il primo passo di questo ragionamento consiste nel non confondere libertà religiosa e tolleranza religiosa. Oggi sono praticamente sinonimi. Ci riteniamo tolleranti quando non giudichiamo o condanniamo gli altri per le loro scelte di vita, ma questo non è il significato originale latino di "tolere". Fino al XVII secolo tollerare significava sopportare qualcosa con cui non si è d'accordo. Si trattava di un principio pratico piuttosto che morale, ed era contingente e soggetto a revisione arbitraria. C'è quindi una certa differenza tra tolleranza e autentica libertà religiosa.
Perché questa distinzione è importante? Troppo spesso gli storici lodano le società che non hanno perseguitato attivamente le minoranze religiose e le chiamano "tolleranti". Ma l'assenza di persecuzioni non implica che gli individui fossero liberi di perseguire il miglioramento economico o sociale adorando il loro dio. L'ipotesi che il dissenso potesse invitare alla repressione da un momento all'altro era sufficiente a creare un clima in cui i pensieri potenzialmente sovversivi non fossero espressi liberamente. Né l'antica Roma né gli imperi islamici o mongoli avevano libertà religiosa. Spesso si astenevano dal perseguitare attivamente le minoranze religiose, ma erano anche spietati nel reprimere queste difformità quando la cosa si adattava ai loro obiettivi politici. La libertà religiosa è un'esclusiva della modernità post-1700. Perché?
E qui arriviamo al punto. Alcuni studiosi hanno introdotto la fertile distinzione tra "regole personali", "regole identitarie" e "regole generali". Le prime comportano un trattamento differenziato a seconda delle caratteristiche individuali. La legge cambia da persona a persona. Questo funziona quando la comunità è minuscola e i membri si conoscono personalmente, possono fidarsi l'un l'altro ed avranno interazioni future. Perché Ronaldo riceve un trattamento speciale nello spogliatoio della Juve? Perché tutti sanno chi è e cosa fa. Non solo, possono sempre tenerlo d'occhio e verificare che continui a rispondere alle aspettative. Le regole personali hanno tuttavia una grave lacuna, sono di scarsa utilità nel trattare con estranei.
Con il passaggio all'agricoltura, le organizzazioni politiche sono diventate più estese e i sistemi legali più sofisticati, le leggi hanno assunto la forma di regole identitarie, ovvero dipendevano dall'identità sociale dei gruppi coinvolti. Ogni gruppo aveva la sua legge. Ci si poteva riferire al clan, alla casta, alla classe, all'affiliazione religiosa, il sesso o all'etnia di un individuo. Gli aristocratici avevano regole diverse da quelle comuni. Gli schiavi avevano regole diverse rispetto ai liberi. Il Codice di Hammurabi, ad esempio, prescriveva una punizione basata sullo status del colpevole e/o della vittima. Le regole identitarie erano comuni perché più pratiche di quelle personali quando le dimensioni del gruppo si ampliavano e la conoscenza reciproca diminuiva. Poiché l'identità religiosa era particolarmente saliente, si differenziava spesso in base alla religione.
In un'epoca precedente agli stati nazionali la religione era una componente particolarmente importante dell'identità. Le credenze religiose condivise erano cruciali per mantenere l'ordine sociale. In queste condizioni la libertà religiosa era impensabile, si poteva giusto arrivare alla tolleranza. Ad esempio, nell'Europa medievale e nella prima modernità i giuramenti prestati davanti a Dio hanno svolto un ruolo importante nel sostenere l'ordine sociale. Gli atei, tanto per dire, erano fuori dalla comunità politica, poiché, come diceva John Locke, "le promesse, le alleanze e i giuramenti, che sono i vincoli della società umana, non possono avere alcuna presa su un ateo". Ma un'identità religiosa condivisa era anche cruciale per l'appartenenza alla gilda, che escludevano i musulmani, per esempio. Le corporazioni di Tallinn escludevano i cristiani ortodossi, altro esempio di Koyama. Gli ebrei poi erano sottoposti a leggi ad hoc e furono esclusi quasi ovunque.
Ma come siamo passati da un mondo di regole identitarie ad un mondo di regole generali in cui siamo "tutti uguali davanti alla legge"? Il potenziamento degli stati è stato decisivo. Per capacità statale s'intende la capacità di far rispettare le regole, e le regole identitarie sono un modo per facilitare questo compito. Il singolo va facilmente fuori dai radar e si imbosca impunito ma la comunità no. Quando il radar si potenzia l'espediente della regola identitaria non serve più.
Facciamo un esempio di come le regole identitarie potevano facilitare la convivenza con beneficio reciproco: i primi governi moderni usavano spesso le comunità ebraiche come fonte di entrate fiscali, al contempo ne tutelavano l'esistenza. Le restrizioni all'usura, per esempio, rendevano i prestiti interdetti ai cristiani. Tuttavia, i prestiti realizzavano profitti tassabili, cosicché i sovrani potevano sopperire a questa lacuna concedendo i diritti legati al prestito agli ebrei senza violare precetti religiosi. A loro volta, i tassi di interesse applicati dai finanziatori ebrei erano alti e gli utili venivano tassati dagli stessi sovrani che incameravano cospicue entrate. Certo, questa esclusiva alla lunga ha esacerbato l'antisemitismo preesistente tra la popolazione cristiana. Ciò a sua volta ha reso relativamente facile per i governanti minacciare gli ebrei nel caso in cui non intendessero pagare le enormi tasse a loro carico. Ora, fintanto che i governanti si affidavano al denaro "giudeo" come fonte di entrate, gli ebrei rimasero intrappolati in questa morsa che li rendeva quasi-liberi e vulnerabili allo stesso tempo. La loro posizione migliorò solo quando gli stati svilupparono sistemi finanziari e di tassazione più sofisticati, allora divennero cittadini tra tanti. Insomma, la limitata capacità statale implica potenti regole identitarie. Inoltre, la religione è una comoda fonte di legittimità per gli stati deboli. Ciò dà origine a una collaborazione tra stato e chiesa. Lo stato impone la conformità religiosa (privilegi) in cambio del sostegno dell'autorità ecclesiastica.
La modernità è l'epoca in cui lo stato si emancipa dalla religione, la sua potenza rende desuete le regole identitarie, e quindi anche il ruolo sociale della religione. Ma il passaggio non fu indolore, la storiella semplificata degli ebrei che ho appena raccontato non inganni. Dopo la Riforma, la violenza religiosa fu più estrema proprio laddove lo stato era forte, ovvero dove la regola identitaria - e quindi la tolleranza - non aveva più senso. La ratio è chiara, se la religione non serve più ad organizzare la società non ha più senso "tollerare" le minoranze religiose. Al contrario, in paesi come la Polonia, dove lo stato era debole, le persecuzioni religiose furono limitate nonostante la diffusione del protestantesimo. Le Guerre di religione non erano tanto legate a controversie confessionali e dottrinali. I principali stati europei si stavano spostando da regole identitarie a regole generali, avevano bisogno di un popolo omogeneo e proteiforme, i nuovi gruppi si sarebbero dovuti formare spontaneamente sul mercato senza ricorrere a identità pre-costituite. Il contratto (tra parti anonime) diventava metafora del sociale. Il passaggio da uno status fisso a una società fluida (contrattuale) ha contribuito a mettere in moto una serie di sviluppi, tra cui la crescita dei mercati e una più ampia divisione del lavoro. Ma ebbe la conseguenza non intenzionale di diminuire l'importanza politica della religione, e ciò rese il liberalismo possibile. La libertà religiosa si diffonde perché la religione conta sempre meno.
Non esiste alcuna relazione necessaria tra forza dello stato e liberalismo. Gli orrori del XX secolo furono condotti tutti da stati Leviatano. Ma il liberalismo è fragile, artificiale e altamente vulnerabile in assenza di uno stato potente. Quando manca lo stato si torna alla legge dei clan, ovvero delle comunità religiose.

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Religious freedom has become an emblematic value in the West. Embedded in constitutions and championed by politicians and thinkers across the political spectrum, it is to many an absolute value, something beyond question. Yet how it emerged, and why, remains widely misunderstood. Tracing the hist...

martedì 18 settembre 2018

CANI E RELIGIONE

CANI E RELIGIONE
Perché Dio sta sparendo?
Qualcuno dice che non è vero. Purtroppo invece è proprio vero: la religiosità dell’occidente, a ritmi diseguali, declina inesorabilmente da decenni quasi ovunque. Troppi dati lo confermano ormai.
Qualcuno incolpa il benessere. Mmmmm. Direi di no: in molti paesi (es. USA) i più ricchi sono anche i più religiosi, e nella storia questo è capitato spesso (per esempio nell’Inghilterra vittoriana). Mammona non necessariamente spiazza Dio.
Qualcuno pensa: più razionali, più istruiti… meno religiosi. Guardando alla storia sembrerebbe il contrario. Ad ogni modo, anche oggi, non sembra che gli spazi religiosi siano ghetti riservati agli ignoranti. Non solo, in un credente la fede sembra crescere al crescere della sua istruzione.
Qualcuno pensa che le guerre mondiali del novecento abbiano contribuito al collasso. No, nei paesi neutrali la secolarizzazione, se possibile, ha galoppato a ritmi ancora più sostenuti.
Un bel puzzle. La risposta che mi ha convinto di più: mancano i bambini.
Sono i bambini che ci portano a Messa, non noi che portiamo loro. I paesi più avanzati non sono necessariamente meno religiosi dei paesi più arretrati ma i paesi che fanno meno figli invece lo sono regolarmente.
E’ un caso se l’unico decennio del secolo in chiara controtendenza (anni cinquanta) coincida con quello del baby boom?
E allora propongo una misura empirica della secolarizzazione: più cacche di cane sul marciapiede, meno religione. Vedrai che non sbagli.
BIGQUESTIONSONLINE.COM
In an influential book published in the thick of the Cold War called How Democracies Perish, French philosopher Jean-Francois Revel asked the chilling question of whether "[p]erhaps in history democracy will have been an accident, a brief parenthesis which comes to a close before our very eyes.
Commenti
Antonio Lodola Secondo me e' il crollo dei sogni ad uccidere dio. Nessuno sogna pou' un mondo migliore ma tutti vogliono un universo di prodotti bellissimi facilissimi da usufruire e sostituire, siamo al di là del consumismo...siamo in una fase d'identificazione totalizzante : io sono il mio ultimo super hi phone
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Rispondi17 h
Riccardo Mariani È un po' quello che si pensa in Vaticano: il consumismo come nemico pubblico numero 1. 

Ma questa visione però ha un problema: mentre consumismo e ricchezza vanno insieme, ricchezza e perdita della fede no.
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Riccardo Mariani Confrontiamo Stati Uniti ed Europa. Gli Stati Uniti sono sia più ricchi che più religiosi. Forse la variabile chiave è la sicurezza economica. L'Europa, pur avendo un reddito pro capite inferiore, cerca comunque di costruire un ambiente più sicuro per i suoi cittadini. Forse, laddove i rischi sono più elevati, a prescindere ricchezza, stipula più volentieri la polizza-Dio.
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Rispondi14 hModificato
Antonio Lodola Io pero' nel mio modesto intervento pongo l'accento sul fatto che siamo andati oltre il semplice consumo...oggi assistiamo ad un'identificazione fisica con gli oggetti ; abdichiamo alla nostra fisicita' per integrarci con oggetti interattivi che si sosituiscono lentamente a noi interagendo per procura al posto nostro rubandoci (col nostro accordo ) ogni spazio di manovra e quindi la capacita' di immaginare di sognare di progettare di sperare di riflettere
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Rispondi14 h
Antonio Lodola PS. In francia si fanno un sacco di figli (dunque molti bambini) ma la fede in dio nei cristiani e' sottozero... non quella dei musulmani..anzi ormai e' divenuta una moda convertirsi all'islam e le ragazzine cristiane si vantano di avere un cheri musulmano
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Rispondi13 h
Riccardo Mariani I francesi fanno molti più figli rispetto a chi? In molti casi rispetto a paesi meno religiosi della Francia, come per esempio l'Inghilterra, dove la secolarizzazione è ben più spinta. Oppure rispetto all'Italia, dove la secolarizzazione galoppa. E, comunque, ne fanno sempre molti di meno rispetto ai musulmani francesi, più religiosi dei francesi, o agli Stati Uniti, il paese più religioso e ricco dell'occidente. C'è amche il fatto che i bambini francesi sono "sussidiati", il che li rende particolari, ovvero quasi più una scelta di convenienza che di valore.

I bambini, ad ogni modo, sono per la Chiesa quello che gli operai sono per la CGIL: niente operai? niente CGIL. Niente bambini? Niente chiesa. È un po' come se la chiesa fosse nella storia il grande sindacato della famiglia.

IPOTESI. Ammettiamo che una coppia omosessuale abbia 5 figli grazie all' utero in affitto. Scommetto che se non trovasse ostilità si avvicinerebbe alla chiesa? La chiesa è fatta su misura per la famiglia, specie quella numerosa. Chi ha una famiglia numerosa deve sacrificarsi, sopporta le pene dell'inferno. La chiesa riconosce ed esalta tutti i sacrifici di questa persona che nella chiesa trova la sua gratificazione. Fuori dalla chiesa invece il suo dacrificio trova indifferenza se non scherno: potevi comprarti un cane, ora di cosa ti lamenti? Se hai scelto di avere dei bambini vuol dire che te la sei cercata.
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Antonio Lodola I francesi fanno piu' figli rispetto a tutti gli altri paesi europei eccettuata l'Irlanda. E di situano giusto dopo gli stati uniti . Le donne feancesi musulmane e non fanno figli perche' prendono soldi ed hanno vantaggi economici e fiscali notevoli . Che male c'e' ? Se l'Italia non ha nessuna politica famigliare tanto peggio per lei ...e' uno dei paesi meno prolifici del mondo e si sta facendo letteralmente invadere 😂...cazzi vostri. Se e'vero che gli omosessuali nella chiesa arrivano al 48% (negli USA) allora dite grazie a loro se la chiesa e dio si salveranno...tralaltro sono proprio i gay a difendere il matrimonio ...giusto 50 anni fa il movimento del 68 voleva abolire in toto il concetto stesso di matrimonio ed oggi sono i gay a sposarsi ...mi sa che voi dovete rivedere molte delle vostre attuali posizioni
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Riccardo Mariani Un popolo che fa molti figli perché li desidera (USA) non è esattamente come un popolo che fa molti figli perché viene pagato per farli (Francia, Svezia...). O, perlomeno, non lo è ai fini di ciò che qui ci interessa ( l'immigrazione non c'entra nulla). Voglio dire, non sorprende che il primo sia più religioso del secondo. La correlazione è tra figli e religiosità non tra "figli sussidiati" e religiosità.
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Antonio Lodola I figli piu' sussidiati sono quelli delle donne musulmane e sono poi i piu' religiosi
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Antonio Lodola Non e' la quantita' di figli che si mette al mondo (ed i motivi economici o meno ) ma e' la qualita' e l'intensita' dei legami famigliari a trasmettere la fede in dio o meno.
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Riccardo Mariani Ma che in Francia avete le leggi speciali che privilegiano i musulmani?
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Riccardo Mariani Mi sembra alquanto strano che i francesi siano cittadini di serie B nel loro paese.
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Riccardo Mariani Comunque da questo discorso terrei fuori gli immigrati, specie quelli freschi. La secolarizzazione è un processo che riguarda l'occidente, ovvero noi.
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Antonio Lodola Se la chiesa sborsasse soldi tanti quanti ne investe l'Arabia Saudita in Francia forse il cristianesimo avrebbe una speranza di sopravvivere
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Riccardo Mariani Ah beh, così so boni tutti
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Davide Curioni Bambini che portano gli adulti in chiesa? Non mi convince. È il contrario, anche se certe politiche non condivisibili della Chiesa spingono nella tua direzione.
La società si è secolarizzata per in motivo che hai ben individuato: l'ignoranza, che port
a a rigettare ogni fatica in favore del comfort. È ovviamente più comodo stare sul divano la domenica mattina, o cuocere salamelle piuttosto che andare in chiesa, magari a rompersi le palle davanti ad un rito insipido e fracassone. Per lo stesso motivo la gente affolla gli stadi mentre vai alla Scala e la trovi semivuota. Si preferisce l'intrattenimento facile, non si hanno strumenti per affrontare la riflessione e la complessità. E la fede religiosa è materia complessa, che le nostre nonne vivevano con naturalezza, ma che per noi è diventata una lingua straniera.
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Riccardo Mariani L’ignoranza? La tesi che circola comunemente è quella opposta: poiché oggi siamo più razionali e istruiti, siamo anche meno religiosi. Io non la sottoscrivo anche se francamente ribaltarla mi sembra piuttosto faticoso. 

Vorrei solo precisare che il le
game bambini/religione non è una “spiegazione” ma solo una connessione empirica (serve agli scommettitori, ovvero a gente che vuole predire senza spiegare nulla): quando diminuiscono i bambini, poi diminuisce la religiosità. E’ un fatto. Non c’è variabile che preannunci meglio le sorti della secolarizzazione in un paese.

Sono io che, razionalizzando a posteriori, ho fornito due possibili spiegazioni: 1) la Chiesa comprende, riconosce e gratifica chi si sacrifica per la famiglia e 2) la famiglia numerosa, insieme alla polizza-Dio, era un pacchetto contro i rischi della vita, laddove questi rischi diminuiscono (es. Europa del welfare) non ha più senso “comprarlo”.
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Antonio Lodola Ti ricordo che quando le famiglie erano numerose lo erano pure i decessi infantili, su 10 figli te ne morivano minimo 2 o 3 (mia nonna Antonia ad esempio ne vide di fratellini e sorelline morire di menengite e difterite ) anvedi che polizza-dio...
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Riccardo Mariani Ma la polizza serve proprio a quello!: sopportare simili tragedie è più semplice con Dio al tuo fianco.
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