The new future of television?, Alberto Mingardi | EconLog | Library of Economics and Liberty:
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giovedì 1 agosto 2013
martedì 21 giugno 2011
Libertarianism A-Z: TV e radio
Molti sostengono che il governo debba possedere un canale televisivo e/o radiofonico che trasmetta programmi di qualità. Ne sappiamo qualcosa noi italiani cresciuti con Mamma Rai.
Ma chi decide quali sono i programmi di qualità?
Dopo non aver risposto alla domanda, constatiamo mestamente che tutti i media pendono a sinistra e i media governativi ancor di più. Come chiedere a un conservatore di pagare lo stipendio a un anchor man liberal la diffusione delle cui idee ritiene altamente nocive? Se la prima domanda era difficile, questa è impossibile.
Chiudo dicendo che anche il privato sa produrre qualità, gli esempi non mancano, a partire da History Channel.
venerdì 25 marzo 2011
La questua trascurata
... si riflette poco sull' abusato confronto tra la televisione di ieri e quella di oggi... perchè la TV di ieri sembra migliore di quella odierna? In parte perchè in passato era così al centro della scena mediatica da condizionare tutti i media alternativi... oggi quel "meglio" è facilmente reperibile altrove e la televisione deve re-inventarsi... ma ci sono soprattutto altri due fattori... in primo luogo, la TV di ieri era fatta da professionisti del mondo dello spettacolo e si rivolgeva alla media borghesia: era una televisione da salotto, per il salotto... la Tv di oggi invece è fatta soprattutto per la gente comune e si rivolge di preferenza alle fasce più deboli della popolazione... la trash TV trasferisce in video le storie di persone comuni, facendole uscire dall' anonimato in cui tirano avanti, portandole alla ribalta e facendole esplodere... la gente qualunque ha diritto di apparire e trova qui il suo mondo espressivo... si realizza così una forma di terapia dell' escluso: anche il poveraccio ha diritto di mostrarsi, di dire la sua, di segnalare la sua presenza... direttamente o per interposta persona...oggi certa produzione televisiva è culturalmente bassa perchè si rivolge ad un pubblico periferico... il servizio pubblico era chiamato a svolgere una funzione educativa... paradossalmente la televisione contemporanea, dopo aver abbandonato le mire pedagogiche, svolge oggi una funzione educativa ancora maggiore includendo e rendendo protagoniste... fasce realmente marginalizzate, periferiche, più deboli per censo, per istruzione, per tenuta psicologica... è una reale ed efficace pedagogia senza la nobilitazione di un progetto pedagogico... nel frattempo la media e alta borghesia già socialmente realizzata trova il suo corrispettivo nelle reti a pagamento in grado spesso di offrire con continuità una nicchia di prodotti qualitativi ora disponibili con una continuità sconosciuta al passato...
Aldo Grasso - Prima lezione sulla televisione - Laterza.
Anche qui come altrove la libertà dai monopoli produce il solito effetto: ampliare lo spettro dell' offerta includendo tutti: polenta taragna per gli sdentati emarginati che stanno in fondo e caviale per le élites dalla papilla degustativa sensibilissima.
Mi vengono in mente in treno quei semi analfabeti straccioni che passano il viaggio sfogliando avidamente la stampa gratuita ormai dimentichi di essere saliti per la questua o la rapina. Certi convogli sembrano biblioteche per gli zingari. Ssssst... non disturbare il popolo Rom che legge. Se devo essere sincero è la prima volta che nei loro riguardi ho percepito una qualche forma concreta di "integrazione". Altro che "programmi di recupero".
Aldo Grasso - Prima lezione sulla televisione - Laterza.
Anche qui come altrove la libertà dai monopoli produce il solito effetto: ampliare lo spettro dell' offerta includendo tutti: polenta taragna per gli sdentati emarginati che stanno in fondo e caviale per le élites dalla papilla degustativa sensibilissima.
Mi vengono in mente in treno quei semi analfabeti straccioni che passano il viaggio sfogliando avidamente la stampa gratuita ormai dimentichi di essere saliti per la questua o la rapina. Certi convogli sembrano biblioteche per gli zingari. Ssssst... non disturbare il popolo Rom che legge. Se devo essere sincero è la prima volta che nei loro riguardi ho percepito una qualche forma concreta di "integrazione". Altro che "programmi di recupero".
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