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martedì 3 dicembre 2019

OCCHI BLU

Quello che segue è probabilmente il quiz di logica più sorprendente che io abbia mai incontrato. C'è persino chi l'ha definito il più difficile! Da alcuni commenti in giro per il web sono venuto a sapere che esistono due risposte entrambe corrette. A me non sembra. Comunque, eccolo.
C'è un'isola in cui abita una tribù molto particolare. Adorano il "dio degli occhi". La religione che praticano proibisce loro di conoscere il proprio colore degli occhi, o anche solo di discutere l'argomento; quindi, ogni residente può vedere gli occhi altrui ma non sa niente dei propri (non esistono specchi o superfici riflettenti). Ma c'è di più, se un membro della tribù dovesse scoprire per un caso fortuito il colore dei propri occhi è tenuto dalla crudele religione praticata al suicidio rituale a mezzogiorno in punto del giorno seguente la scoperta nella piazza del villaggio, si tratta di un atto pubblico che deve essere conosciuto da tutti. I membri della tribù sono devoti ma anche molto razionali. Non solo, sanno perfettamente di esserlo.
Un giorno, una esploratrice straniera dagli occhi azzurri visita l'isola e conquista la fiducia completa della tribù. Il giorno della partenza tiene un discorso per ringraziare dell'ospitalità. Tuttavia, non conoscendo le abitudini del posto, fa l'errore di pronunciare di passaggio queste ferali parole: "... è davvero insolito vedere in questa regione persone dagli occhi blu come me...".
Che conseguenza avranno queste parole? Poniamo per semplificare che gli indigeni con gli occhi blu siano 100. In fondo le parole della visitatrice non fanno che confermare quanto tutti sanno. O no?

SOLUZIONE

Pensa se l'indigeno con gli occhi blu fosse uno solo? Si suiciderebbe il giorno successivo.

Pensa se fossero due. Si suiciderebbero due giorni dopo. Perché? Perché ognuno dei due si aspetterebbe il suicidio dell'altro il giorno dopo. Non registrando alcun suicidio saprebbe entrambi di avere gli occhi azzurri e si suiciderebbero due giorni dopo.

Se le persone con gli occhi azzurri fossero 100 si suiciderebbero tutti 100 giorni dopo.

Informazioni su questo sito web
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Directed by Stephen Priest, the video for "Blue Eyes" (from Elton's 1982 album Jump Up) was filmed on Sydney's famed Bondi to Bronte coastal walk. Elton was ...

lunedì 2 dicembre 2019

I DUE GENERALI

Ripropongo un quiz che mi ha sempre incasinato la testa e che a suo tempo mi ha fatto litigare di brutto con il mio amico Davide Curioni.
Io e te siamo due generali che devono coordinare un attacco al nemico. L'attacco avrà successo solo se entrambi lo porteremo insieme nello stesso giorno quando il nemico è vulnerabile. Fortunatamente, una volta che il nemico è tale lo resterà per sempre. Dalla mia posizione (sud) posso osservare direttamente che il nemico è vulnerabile sul versante sud, e questo ho già avuto modo di comunicartelo. Dalla tua parte (nord) devi invece inviare uno scout che non si sa bene quando tornerà. Siamo d'accordo che una volta appreso che il nemico è vulnerabile anche a nord, invierai un piccione che potrò avvistare nel cielo. A quel punto potremo attaccare a colpo sicuro. C'è so un problema, il tuo piccione impiegherà un giorno o due per completare il viaggio.
Oggi vedo il tuo piccione volare, il che mi conferma che il nemico vulnerabile anche a nord e che lo sai anche tu. Posso procedere all'attacco? E se non posso quando devo procedere? In altri termini, il giorno in cui arriva il tuo piccione mi informa che sai tutto anche tu. Dovrei attaccare. Ma lo farò? Da quando hai mandato un piccione so che sai che il nemico è vulnerabile. Ma in che giorno hai mandato il tuo piccione?

SOLUZIONE
Non esiste soluzione senza rischio.
TU: oggi mando il piccione, ma è rischioso per me attaccare il giorno dopo l'invio visto che tu potresti non averlo avvistato.

IO: oggi avvisto il piccione ma è rischioso per me attaccare perché potrebbe essere il giorno successivo all'invio, ovvero un giorno in cui tu non attacheresti per i motivi di cui sopra.

TU: è rischioso attaccare due giorni dopo l'invio - anche se ho la certezza che tu hai avvistato il piccione - perché potrebbe essere il giorno del tuo avvistamento, ovvero un giorno in cui per te è rischioso attaccare visto quanto ho detto sopra.

IO: è rischioso per me attaccare il giorno dopo l'avvistamento poiché so che reputerai rischioso attaccare due giorni dopo l'invio per i motivi detti sopra, e oggi potrebbe essere proprio quel giorno.

TU: non ha senso attaccare tre giorni dopo l'invio perché so che per te è rischioso attaccare il giorno dopo l'avvistamento per i motivi detti sopra.

IO: è rischioso attaccare due giorni dopo l'avvistamento poiché so che per te è rischioso attaccare tre giorni dopo l'invio per i motivi detti sopra, e oggi potrebbe essere proprio quel giorno.

Eccetera, eccetera all'infinito.

La cosa sorprendente è che non esiste un sistema per decidere l'attacco, anche se sappiamo che il nemico è inerme. Anche se sappiamo che l'altro lo sa. Il fatto è che questa conoscenza non è infinita, e quindi poco utile.

Supponiamo di aver deciso su qualche sistema e secondo quel sistema dovrei attaccare alla data k. Cosa deve realizzarsi per procedere? Per prima cosa, devo aspettarmi che anche tu attacchi. E poiché attaccherai solo se sai che il nemico è vulnerabile, attaccherò solo se avrò ricevuto il tuo piccione confermando che lo sai. Ma questo non è abbastanza. Attaccherai solo se sai che attaccherò e abbiamo appena sostenuto che ciò richiede che io sappia che sai che il nemico è vulnerabile. Quindi attaccherai solo se sai che ho ricevuto il tuo piccione. Puoi essere sicuro di questo solo 2 giorni dopo averlo inviato. E dal momento che devo essere sicuro che attaccherai, attaccherò solo se ho ricevuto il piccione ieri o prima, quindi sono sicuro che lo hai inviato almeno 2 giorni fa e sono quindi sicuro di averlo già ricevuto. Ma questo non è ancora abbastanza. Dato che abbiamo appena sostenuto che attaccherò solo se avessi ricevuto il tuo piccione almeno 1 giorno fa, puoi essere certo che attaccherò solo se hai inviato il tuo piccione almeno 3 giorni fa. E questo è quindi necessario per essere pronti ad attaccare. Ma ora poiché attaccherò solo se sono sicuro che attaccherai, devo essere certo che hai inviato il tuo piccione almeno 3 giorni fa e ciò richiede che io abbia ricevuto il tuo piccione almeno 2 giorni fa (e non solo ieri. ) Questo continua. Affinché io possa attaccare, devo sapere che tu sai che io so, ecc. Ecc. Che il nemico è vulnerabile. E ogni iterazione aggiuntiva richiede che il piccione sia inviato un giorno prima dell'iterazione precedente. Alla fine finiamo i giorni precedenti perché oggi è il giorno k. Ciò significa che non attaccherò perché non posso essere sicuro che tu sia sicuro (iterare k volte) che il nemico è vulnerabile.

Mi sembra chiaro che non esiste la possibilità di sfruttare il vantaggio di conoscere la debolezza del nemico, solo che è difficile dire perché. Se si usano le parole ci si incasina. Si cominciano a usare espressioni come "non attacco perché non so se tu sai che io so che tu sai che io so...". Insomma, ci si perde e la testa comincia a girare. D'altro canto ci si rende conto che dire "io so che tu sai che io so..." senza poter andare all'infinito cambia radicalmente le situazioni concrete.

I questi casi, ad ogni modo, è meglio usare i simboli prendendo a riferimento i giorni passati dall'invio del piccione e i giorni passati dall' avvistamento. Diciamo che XI significa X giorni dall'invio e XA X giorni dall'avvistamento. Su ogni rigo che segue metto i "giorni compatibili", per esempio: 2I è compatibile con 1A. Cioè, il secondo giorno dell'invio del piccione potrebbe coincidere con il primo giorno dopo l'avvistamento.

Ammettiamo di voler spiegare perché non ha senso attaccare il settimo giorno dopo l'invio.

1) 0I - non ha senso attaccare visto che chi invia ha la certezza che il suo piccione non è stato avvistato.

2) 1I 0A N - è rischioso attaccare poiché il primo giorno dopo l'invio (1I) il piccione potrebbe non essere nemmeno avvistato (ho indicato con N questa eventualità.

3) 2I 1A 0A - è rischioso attaccare poiché il secondo giorno dopo l'invio (2I) potrebbe coincidere con il giorno dell'avvistamento (0A), un giorno che compare al rigo 2) ovvero in una situazione in cui abbiamo concluso che l'attacco è sconsigliato.

4) 3I 2A 1A - è rischioso attaccare poiché il terzo giorno dopo l'invio (3I) potrebbe coincidere con il primo giorno dopo l'avvistamento (1A), un giorno che compare al rigo 3) ovvero in una situazione in cui abbiamo concluso che l'attacco è sconsigliato.

5) 4I 3A 2A - è rischioso attaccare poiché il quarto giorno dopo l'invio (4I) potrebbe coincidere con il secondo giorno dopo l'avvistamento (2A), un giorno che compare al rigo 4) ovvero in una situazione in cui abbiamo concluso che l'attacco è sconsigliato.

6) 5I 4A 3A - è rischioso attaccare poiché il quinto giorno dopo l'invio (5I) potrebbe coincidere con il terzo giorno dopo l'avvistamento (3A), un giorno che compare al rigo 5) ovvero in una situazione in cui abbiamo concluso che l'attacco è sconsigliato.

7) 6I 5A 4A - è rischioso attaccare poiché il sesto giorno dopo l'invio (6I) potrebbe coincidere con il quarto giorno dopo l'avvistamento (4A), un giorno che compare al rigo 6) ovvero in una situazione in cui abbiamo concluso che l'attacco è sconsigliato.

8) 7I 6A 5A - è rischioso attaccare poiché il settimo giorno dopo l'invio (7I) potrebbe coincidere con il quinto giorno dopo l'avvistamento (5A), un giorno che compare al rigo 7) ovvero in una situazione in cui abbiamo concluso che l'attacco è sconsigliato.

Eccetera.

La cosa sorprendente è che se una voce autorevole si levasse dal cielo per dire "il nemico è vulnerabile", si potrebbe attaccare in tutta sicurezza. E si noti che quella voce dice solo quello che già tutti sanno. Eppure solo quella voce consente di "sapere che tu sai che io so che tu sai..." all'infinito.



nb

La mia sensazione è che stia accadendo una cosa che descrivo di seguito.

Problema: SARA' POSSIBILE PER I GENERALI PORTARE UN ATTACCO SICNCRONIZZATO VISTO CHE NON SANNO IN QUANTO TEMPO IL PICCIONE GIUNGERA' A DESTINAZIONE?

Risposta di Davide Curioni: NO (applausi in sala).

Dimostrazione: POICHE' I GENERALI NON SANNO IN QUANTO TEMPO IL PICCIONE GIUNGERA' A DESTINAZIONE, NON SARA' POSSIBILE PER LORO PORTARE UN ATTACCO SINCRONIZZATO. (mormorio in sala).

Grazie a tutti. E' stato bellissimo. Alla prossimo.


You
Dec 7, 2019
Per concludere questa ennesima battaglia tra Davide Curioni e Resto del Mondo, potremmo dire che io ho la "mia" opinione e tu hai la "tua".

Ma perché quelle vurgolette? Nel secondo caso perché io la "tua" opinione non l'ho mica capita, non saprei nemmeno dire se esista, mi sembra più che altro un modo per aggirare il problema ma, ripeto, sono io che non l'ho capita, ci rifletterò su ancora. Promesso.

D'altronde io nemmeno sono stato in grado di dare la "mia" risposta, per questo metto le virgolette. Molto più semplicemente me la sono fatta suggerire da chi ha ideato il quiz e da altre persone affidabili che lo hanno discusso e concordano sull'essenziale. Dio mio ho solo formalizzato uno schemino che appare in questo thread, una cosa da nulla e probabilmente imprecisa.

giovedì 10 ottobre 2019

LA CENSURA AI TEMPI DELLA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE+ COME PUO' UNO SCOGLIO...

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COME PUO' UNO SCOGLIO ARGONARE IL MARE? PUO' PUO'.
È in atto un tentativo di migrazione da Facebook a VK, si lamentano censure. Spiace perdere "amici" con cui è bello dialogare. Ma, mi chiedo, davvero la mannaia del politicamente corretto incombe sulle nostre teste?
Per evitare di perdere tempo: non bisognerebbe parlare di "idee censurate" poiché la censura implica un intervento governativo, sarebbe meglio parlare di “idee silenziate”. Ecco, una volta precisato questo usiamo pure il termine censura e non si rompano i coglioni...
Tipico discorsetto di chi minimizza la censura. "Caro Mario Giordano, dici di "cantare fuori dal coro", di avere opinioni scomode, di incarnare il classico "silenziato". Ma va là! A chi vuoi darla a bere. Come è possibile sopportare questo eroico calvario e al contempo essere una star della tv che parla ad un vasto pubblico adorante? La celebrità può forse convivere con un tabù violato?". Ecco cosa si chiede retoricamente chi giudica un puro pretesto questa lagna dei "fuori dal coro" esclusi dal consesso civile.
Qui i “minimizzatori” non mi convincono. A me la “convivenza” denunciata sembra possibile. Riflettiamo. I transgender vivono forse in modo facile e rilassato la loro condizione solo perché Vladimir Luxuria è da anni una super star della tv? Mi sembra chiaro che tabù violati e celebrità possono convivere, eccome se possono…
A volte professare idee controverse è addirittura un viatico per la celebrità! I primi due motivi che vengono in mente Motivi: 1) violare un tabù fa spettacolo 2) le persone con il coraggio di professare idee scomode sono poche, hanno meno concorrenza e quindi concentrano su di sè la popolarità 3) chi ha il coraggio di violare un tabù possiede doti particolari da far valere, e questo lo agevola nella corsa alla celebrità.
Ad ogni modo, per capire se ci sia censura o meno direi di definire meglio il termine, in molti dimostrano di non afferrarlo. Ecco allora la formuletta condensata: CI = SI/TSI
CI: grado di censura dell'idea I
SI: supporto all'idea I
TSI: trasparenza del supporto all'idea I
È chiaro che chi non vede censura solo perché un'idea è ampiamente supportata confonde numeratore e denominatore. O meglio, non tiene conto di quest'ultimo.
Adesso due parole sul denominatore. Un supporto puo’ dirsi trasparente quando è agevole esprimerlo nella sfera pubblica, quando ci si mette la faccia senza problemi, anzi con orgoglio. Se invece supporto un'idea ma non oso espormi, allora quell'idea, per quanto diffusa, è di fatto silenziata per via di un denominatore basso. Nella favola dell'imperatore, tutti vedevano le sue nudità ma l'idea era silenziata, ci volle un bambino per fornire la dovuta trasparenza a quell’opinione universale. Un caso estremo di censura che schizza all’insù per effetto del denominatore basso.
Ancora sul denominatore. Conosco un professore che ha firmato una lettera aperta di condanna contro l'idea delle differenze sessuali innate. La cosa particolare è che lui crede a queste differenze. Ma allora perché ha firmato? Perché si aspettava che nel suo dipartimento tutti firmassero, e sarebbe stato brutto essere l'unico a non farlo. Ma perché si aspettava che tutti firmassero? Probabilmente perché tutti avrebbero fatto il suo stesso ragionamento. Ecco cos'è il denominatore. Chiaro?
NEWSTATESMAN.COM
If you had struggled to come up with a collective noun for that disparate group of people that ranges from Milo Yiannopoulos to Sam Harris and includes Jordan Peterson, Joe Rogan and every other random guy with a social media profile pic that is a photoshopped character out of an Ayn Rand novel, the...

LA CENSURA AI TEMPI DELLA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE
La spiego con una barzelletta sovietica: alla stazione ferroviaria di Mosca c’è un uomo sospetto che distribuisce volantini a tutti quelli che passano. Alla fine, ovviamente, il KGB lo arresta, ma scoprono con sorpresa che i volantini sono solo fogli bianchi. "Che senso ha tutto cio’?", chiedono. E lui: "cosa c'è da scrivere? È tutto così ovvio!". A ragione viene spedito nel gulag come soggetto estremamente pericoloso.
E’ la classica situazione in cui l'uomo sta cercando solo di rendere di pubblico dominio cio’ che già tutti conoscono. Ma è proprio questo che teme più di ogni altra cosa il dittatore: il volantino, non quello che c’è scritto sopra.
Se odio il dittatore, la cosa al dittatore non interessa, purché non lo scriva sul volantino.
Anche se odio il dittatore sapendo che lo odia il 99% della popolazione, la cosa interessa relativamente il dittatore. Purché non lo si scriva su un volantino.
Se odio il dittatore sapendo che il 99% della popolazione lo odia ed è cosciente che il 99% della popolazione lo odia, al dittatore non interessa. Purché questa situazione non venga illustrata su un volantino.
Senza volantini il dittatore puo’ tenere in scacco il 99% della popolazione che lo odia.
Il volantino è la dimensione pubblica di un’idea. Si puo' censurare un'idea ma ci si puo' limitare a censurarne la dimensione pubblica.
Attenzione: consentire che un’opinione venga espressa ma fatichi ad accedere alla dimensione pubblica – magari perché considerata “poco rispettabile” – è compatibile con la libertà d’espressione. La vera libertà d’espressione, allora, implica, tra le altre cose, IL RISPETTO di tutte le opinioni. Per questo chi si INDIGNA è un censore in erba.

SCOTTAARONSON.COM
The following is the prepared version of a talk that I gave at SPARC: a high-school summer program…
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LOTTA ALL’EVASIONE Perché la si proclama da anni a una “sola voce” e poi non la si fa? A molti (ingenui) la cosa sembra assurda. Per capire entriamo nel dibattito. Illustro due posizioni agli antipodi: 1) Giovanni: “Evadere le imposte almeno per un 50% è un dovere civico. Chi non si adopera per farlo è un codardo che non vuole bene al suo paese”. 2) Giacomo: “Pagare le imposte è un dovere civico. Chi non adempie a questo dovere “ruba” agli altre e nuoce al paese”. Secondo voi, se l’Agenzia delle Entrate deve fare un accertamento andrà da Giovanni o da Giacomo? Da Giovanni, è ovvio. E fa bene, è del tutto razionale che agisca in questo modo. La probabilità che l’evasione si annidi lì è maggiore. Questo cosa implica? Essenzialmente che Giovanni non esprimerà mai la sua opinione sincera e che il dibattito in cui tutti sono “liberi” di intervenire sarà in realtà un monologo. Ascoltate le telefonate al programma giornalistico di Prima Pagina su Radio Tre e avrete la rappresentazione plastica del “monologo” in atto. Al massimo, ci si spinge a fare un timido cenno benevolo all’evasione di necessità. Ora dovrebbe essere abbastanza chiaro perché l’evasione viene proclamata “a una sola voce”, perché il dialogo sul problema non è un dialogo, è necessariamente un monologo “a una sola voce”. Quell’unica voce è poi destinata a gonfiarsi anche perché chi non ha una posizione in materia trova conveniente unirsi al coro. Dirò di più, anche Giovanni, se interpellato, si unirà a quell’unica voce, magari con scarso entusiasmo ma lo farà se non è un pazzo. Poi, difficilmente si passerà dalle parole ai fatti, ma è proprio cio’ che ci si attende perché più o meno tutti (tranne gli accecati dal fanatismo) sono consapevoli di questa finzione collettiva.