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sabato 14 gennaio 2023

 La destra si indispettisce per tutte le regole e proibizioni che la transizione energetica porta con sé. La sinistra sembra più a suo agio, specie se le limitazioni della libertà sono prese in nome di una causa nobile (l'ateo ama molto le "cause nobili").


Lasciamo perdere chi non ha problemi e veniamo alle possibili reazioni degli "indignati".

1) Atteggiamento negazionista del riscaldamento climatico o del fatto che sia in parte dovuto all'attività umana.

2) Atteggiamento pigouviano: le tasse funzionano meglio delle regole. Tradotto: una carbon tax puo' sostituire di botto TUTTE le regole.

3) Atteggiamento morale che ci scagiona dall'accusa di aver provocato il cambiamento climatico, e quindi dal dover pagare pegno attraverso una serie di proibizioni.

IMO: trovo corrette e difendibili sia DUE che TRE.

TRE implica di difendere responsabilità individuale e causale, un'operazione abbastanza agevole (la modernità ne ha fatto i suoi pilastri). A quel punto la difesa del clima si trasformerebbe da dovere a semplice virtù filantropica come ce ne sono tante. DUE implica di accettare le diseguaglianze, qualcosa che la destra digerisce bene, il che significherebbe passare la patata bollente nelle mani della sinistra.

venerdì 8 giugno 2018

Catturare la CO2 POST

Is carbon capture underrated? https://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2018/06/carbon-capture-underrated.html

giovedì 12 giugno 2014

Politiche realiste contro l' effetto serra

The Stockpile Solution, by Bryan Caplan http://econlog.econlib.org/archives/2014/06/the_stockpile_s.html

lunedì 29 novembre 2010

Coraggio!

La "destra" sembra a volte talmente intimorita dalla battaglia per l' ambiente da negare persino l' esistenza di un pericolo.

Eppure proprio la destra (libertaria) ha un' ideologia che le consente di elaborare policy vincenti in questo ambito. Viene da dire: "coraggio ragazzi, non dormite"!

Vediamo allora le quattro opzioni fondamentali sul tappeto a tutt' oggi in modo da poterle etichettare ideologicamente.

1 Proibizionismo: ad ogni paese è proibito superare certe soglie di inquinamento.

2 Cap & trade: ogni paese non puo' oltrepassare le soglie di cui sopra, a meno che non compri dei "diritti ad inquinare" spostando così i limiti concessi.

3 Carbon tax + sussidi: vengono tassate le attività inquinanti destinando i ricavi alla ricerca di fonti energetiche alternative.

4 Carbon tax: è la stessa tassa di cui sopra ma ad impatto zero (viene automaticamente riversata alla generalità dei contribuenti - gli "inquinati" - con un credito fiscale).

5 Resilienza: poichè dal punto di vista morale non esiste una responsabilità individuale per i danni causati dall' effetto serra, non esiste neppure una responsabilità collettiva qualora quest' ultima sia definita come sommatoria delle singole responsabilità individuali. Non resta allora che la libertà di difendersi da una minaccia seguendo il proprio ingegno. L' umanità si è sempre difesa bene (ci sono popoli ricchissimi che vivono sotto il livello del mare!) e continuerà a farlo.

La prima politica è assurda considerati i costi. La seconda è complicata e zeppa di arbitri che la fanno naufragare. La terza punta molto sui sussidi e già la mafia si strofina le mani gongolante (vedi ultimo Report). La quarta, con i suoi incentivi alla ricerca non sussidiati, è la più semplice e diretta per chi vuole far qualcosa di serio. La quinta forse è la più efficiente e realistica (per "decarbonizzarci" del 50% dovremmo inaugurare una centrale nucleare al giorno da qui al 2050) ma difficilmente le democrazie, che devono fare almeno finta di interessarsi alla vicenda, potranno mai permettersela.

Scorrendo l' elenco si passa da politiche autoritarie (sinistra) a politiche libertarie (destra). Poichè le ultime sembrano le migliori, direi che la destra ha buone possibilità di trarre una rendita politica e mi aspetto dunque che combatta in modo un po' più spavaldo la sua battaglia su questo fronte.