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venerdì 4 giugno 2010

La "vilification" in scena tutti i giorni a Fahrenheit

Poichè guardo alla secessione come ad uno dei Diritti Fondamentali dell' Uomo, sarò sempre grato alla Lega, unico movimento politico che l' ha messa a tema.

D' altro canto non potrò mai essere un leghista, non posso soffrire il loro atteggiamento avverso all' immigrazione. E del resto è da lì che traggono gran parte del loro consenso politico.

Come si origina un tale consenso lo spiega bene Timur Kuran ricorrendo al concetto di "falsificazione delle preferenze" applicato alla parabola del sottosegretario americano Moinyhan.

L' uomo politico scrisse un famoso saggio titolato: "The Negro Family. The Case for National Action".

In esso si sosteneva che la famiglia media dei neri era particolarmente lacerata: divorzi, separazioni, abbandoni funestavano l' educazione e l' autostima dei bambini che crescendo perpetuavano poi il circolo vizioso. Nel 1960 ben 1/4 delle famiglie faceva capo alla sola mamma! Praticamente sempre di bassa istruzione e povera. I bambini di queste famiglie avevano uno scarso rendimento scolastico un destino da disoccupati cronici. Conclusione: ogni aiuto alla razza era destinato a fallire senza una stabilizzazione della cellula sociale fondamentale, la famiglia.

L' accoglienza del report fu negativa: la "sottile" condanna del comportamento dei neri costò a Moinyhan il titolo di "sottile razzista". Il merito fu presto dimenticato per lasciar posto ad una corsa allo smarcamento; l' accusa era troppo infamante.

Si disse che quelle righe erano la benzina di un nuovo razzismo. Si disse che erano analisi cervellotiche per evitare lo smantellamento del sistema capitalistico, unico vero nemico dei Neri.

Man mano che la discussione si scaldò, parecchi leader neri che avevano espresso un timido consenso alle tesi del Sottosegretario si riposizionarono: non era accettabile discutere delle patologia della famiglia Nera senza coinvolgere le patologie della famiglia Bianca (!?).

Impauriti dall' infamante accusa di "razzismo" gli intellettuali bianchi si unirono al coro degli attacchi, mentre i liberal non aspettavano altro i più pavidi vi furono costretti per ragioni di opportunismo. Per tutti risultava insopportabile l' implicito contenuto della ricerca, ovvero che i neri tollerassero la promiscuità, i figli illegittime eccetera. La stessa Amministrazione tentò poi di dissociarsi dal lavoro del suo membro, e, nella comica finale, perfino l' impaurito Moiniyhan parlò di sopravalutazione di taluni effetti.

Il paper fu bollato e censurato in tutte le maniere, nel frattempo gli anni passavano e i problemi che sottoponeva all' attenzione del lettore s' incancrenirono: siamo nel 1990 e le famiglie con un solo genitore donna, poco istruito e povero passano al 50%! I figli di quelle famiglie ingrossano le gang e la delinquenza suburbana. Insomma, le patologie erano conosciute ma di esse non si poteva parlare. A meno che non si fosse Dave Dukes.

In quei mesi Clearence Thomas fu "udito" in Parlamento. Uscendo disse che non si sentiva affatto libero nell' offrire la sua versione.

James Coleman lavorò ad uno studio critico sull' esperimento del "busing" (una forma di facilitazione coercitiva dell' integrazione scolastica) concentrandosi sui suoi effetti perversi (withe flight). Subito il presidente dell' Associazione dei Siociologi Americani lo censurò e in fretta e furia venne organizzato dall' Associazione un congresso ad hoc per processare questo studio e il suo autore, i poster con Hitler ricoprivano le pareti della sala, le memorie dello studioso in merito sono eloquenti.

Kuran passa poi al vivido resoconto della "passione" che dovettero sopportare i pochi e coraggiosi critici dell' affirmative action (Sowell, Sleeper, Loury...), assimilati al KKK quando erano bianchi, dipinti come lo Zio Tom che lecca il bastone, quando erano Neri.

non potendo pronunciarsi nemmeno con i numeri alla mano, figuriamoci quando si trattava di dare una semplice impressione.

Ma quel che l' Accademia e il discorso pubblico nascondeva pervertendo il linguaggio e sviando la discussione era chiaro ed evidente a tutti gli americani i quali non osavano parlarne chiaramente (falsificazione delle preferenze) limitandosi a sfogarsi nelle 4 mure della casa domestica e ad elaborare dentro di sè un enorme risentimento.

Fu così che quando Goetz fece fuori i Neri che tentavano di rapinarlo nel Metro, il risentimento esplose ( il battito d' ali della farfalla) e l' uomo venne prosciolto da ogni accusa a furor di popolo. Da allora la musica cambiò, almeno un po'.

La Lega spara le sue pistolettate come le sparò Goetz, traendo gran parte della sua rendita politica dalla dabbenaggine e dalla perversione del linguaggio adottata in molte sedi, e a noi viene subito in mente il salotto perbenista di Farhenheit. Lì l' accusa di "razzismo" è sempre pronta e quasi sempre usata a sproposito da chi non osa nemmeno parlare dell' evidente legame tra clandestini e criminalità.

Questo circuito si chiama vilification: qualcuno fa osservazioni fastidiose ma fondamentalmente vere; altri che maneggiano al meglio il linguaggio (uomini di cultura) lo infamano pensando che malattie tanto scabrose possano essere guarite con una "cura" di decostruzione linguistica; intanto questa censura della Realtà fa montare il risentimento di chi, nonostante gli sforzi, non riesce proprio ad eludere i fatti, talune forze poilitiche capitalizzano questo stato delle cose; i "censori" di cui sopra fanno apparire "sorprendente" e minaccioso il successo di queste forze. Quando la trappola linguistica esplode nelle mani dei costruttori non resta loro che la sterile indignazione e il ritiro sull' Aventino dove possono sognatre in pace la loro Civiltà Perfetta e Artefatta, i casini che hanno scatenato con le loro Utopie parolaie non saranno certo loro a doverli curarli.

***

Per chiudere segnalo solo gli esiti che secondo Kuran hanno avuto 30 anni di quote razziali:

1) vantaggi per i neri che stavano già bene;
2) indifferenza per i neri poveri;
3) cloud of sospicious: anche i neri meritevoli sono sospetti di favoritismo;
4) rilassatezza: i privilegi non stimolano certo l' impegno;
5) risentimento, specie tra i bianchi più meritevoli ma esclusi;
6) disarmonia generalizzata tra le razze.

mercoledì 26 maggio 2010

Intercettateci tutti!

E' il grido di battaglia con cui negli ultimi giorni ci si butta a difendere il diritto alla libera circolazione delle notizie.

"Intercettateci tutti... non abbiamo nulla da nascondere".

Personalmente ci sono cose che non direi neanche al mio amico immaginario (che è un coniglio gigante), ma forse non ho la schiena abbastanza dritta e mi manca il coraggio delle mie opinioni.

Ci sono anche cose che non direi mai se solo mi guardassi dritto negli occhi, ma forse sono solo un timidone che balbetta quando è interpellato senza filtri.

Possibile però che nella sensibilità generale il diritto alla privacy sia caduto così in basso? Ma cosa tutela in fondo questo diritto? Solo il pudore dei timidoni e la vigliaccheria degli asserviti? Nulla di più? I contenuti sfuggono a molti e urge tornare al prezioso insegnamento di Timur Kuran:

"... siete alla festa data dal vostro capo, proprio quello che a breve dovrà prendere decisioni molto importanti per la vostra carriera lavorativa. Vi accoglie mostrandovi la sua casa, è particolarmente orgoglioso del soggiorno recentemente imbiancato ricorrendo ai pallidi colori naturali, tesse le lodi di se stesso per la perspicacia di una similescelta. Voi annuite, vi mostrate piacevolmente sorpreso da una simile soluzione, in realtà gli smorti colori naturali non vi fanno una grande impressione, c' è qualcosa che non vi appaga, spengono l' ambiente. Ma su questa "strana" impressione non parlereste neanche sotto tortura. A tavola si discute animatamente della recente crisi finanziaria, per il boss la speculazione internazionale è il motore immobile di tutto ed andrebbe colpita senza aspettare; concedete molti argomenti tenendo a freno le numerose riserve a cui pensate. E' mezzanotte ma non osate sloggiare per primi dalla festa, dopo che i più temerari se la sono svignata vi accostate al vostro ospite accampando impegni aurorali per l' indomani senza mai smettere di complimentarvi per la riuscita della serata. Uscite a marcia indietro dalla porta d' ingresso sempre con un nuovo ossequio in bocca. Chiudete la porta, chiudete gli occhi, sbuffate e andate verso casa tentando di scongelare il sorriso che avete tenuto per tutta la serata e che ancora stenta a disarticolarsi...".

A cosa siete ricorsi? Alla menzogna? All' ipocrisia? All' autocensura? All' eufemismo? All' insincerità?

Nel suo libro più famoso (che ho appena finito di leggere) Kuran preferisce usare per l' occasione un' espressione ad hoc: falsificazione delle preferenze personali.

Chi sa cosa sia la falsificazione delle preferenze personali sa che l' Opinione Pubblica non coincide con quel che pensa la società.

Chi sa cosa sia la falsificazione delle preferenze sa che se protratta a lungo in via esclusiva si trasforma in una falsificazione della conoscenza fino a coincidere con quel che pensa veramente la società.

Ecco a cosa serve la privacy: a fare in modo che chi falsifica le proprie preferenze continui a coltivare quelle occulte in privato e al di fuori da ogni pressione sociale in modo da conservarle e rispolverarle al momento opprtuno quando il clima sociale glielo consentirà.

Ancora Kuran:

"... dovrebbe destare meraviglia il crollo a domino dei regimi comunisti, dovrebbe stupire che gli Stati Uniti nel giro di un secolo siano passati dal tabù sulla schiavitù a quello sull' affirmative action... eppure chi conosce e studia il fenomeno della "falisificazione delle preferenze" non si stupisce affatto, sa bene che l' Opinione Pubblica viaggia su montagne russe impervie... chi assiste agli sconquassi provocati dai mutamenti sociali repentini pensa di cavarsela a buon mercato invocando il "gradualismo", peccato che questa medicina sia spesso indisponibile per vie delle Montagne Russe di cui si è appena detto..."

Bene, la privacy garantisce che le preferenze continuino a vivere dietro la maschera dissimulatoria, e, così facendo, contribuisce all' esistenza delle Montagne Russe di cui sopra. E' un contributo trascurabile?

Non penso che la nostra privacy sia così in pericolo, però smettiamola di cantare uno slogan perverso come quello del titolo, dimostra solo ignoranza e disprezzo per la dimensione privata della persona.