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venerdì 14 dicembre 2012

Il piano per la Santa Crociata

#caplan religione, #iannaccone religione,

All’ atto del suo insediamento Papa Ratzinger rese subito chiara l’ esigenza di ri-evangelizzare l’ Europa. Miele per le orecchie di molti neo-crociati che si sono subito messi a disposizione.
In precedenza già due Sinodi avevano appuntato la loro attenzione preoccupata sul Vecchio Continente.
Insomma, per la Nuova Santa Crociata non occorrono navi, non occorrono mezzi di trasporto in generale visto che si combatte proprio dietro l’ angolo. Anzi, forse si combatte proprio a casa nostra.
Tutto cio’ ha il pregio di essere “certo” ma anche il difetto di esaurire ogni certezza in merito.
Come procedere concretamente? Al risuonare di questa domanda anche i più volenterosi sembrano guardarsi attorno annaspando. I cervelli più brillanti si trasformano in orecchie tese alla ricerca di ordini dall’ alto.
Avrei voluto dare un piccolo contributo scrivendo sul tema un post all’ altezza ma l’ impresa titanica mi ha schiacciato. Buttare nello sciacquone tutto quanto prodotto dall’ inutile sforzo mi rincresceva, salvo quindi qualche nota sparsa, per la precisione i 25 punti in fieri che componevano l’ ossatura del progetto abortito. Svilupparli oltrepassa le mie forze.
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Da questo momento, sia chiaro, copio/incollo il file recuperato dal cestino del tablet utilizzato sul treno. Treno e file sono i luoghi fisici e virtuali dove ho prodotto l’ inane sforzo. Chi è pratico di queste cose e dà un’ occhiata alla data del post sa che ho avuto un fracco di tempo per lavorare, anche se per lo più in sale d’ attesa freddissime. Siamo infatti nella settimana d’ inaugurazione del mitico software Trenord da un milione di euro: treni soppressi, cambio di orari, litigate in biglietteria, attese vane al freddo e al gelo (tipo presepe vivente coi pastori in giacca e cravatta), treni che passavano con la lentezza e l’ irrealtà degli ectoplasmi (tipo vascello fantasma) e gran finale, si spera, con la prima trionfale class action di noi pendolari. Ma procediamo.
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Sul titolo del post ci sono almeno due alternative: oLa Crociata del XXI secolo” oppure “La Crociata della Bambagia”. Se la notte non porta consiglio e i dubbi permangono fino all’ alba, tira la moneta e non se ne parli più.
1. Accenna alle priorità poste da Papa Benedetto XVI nei suoi discorsi d’ insediamento, già lì dentro emergono indicazioni decisive sulla Nuova Crociata, in particolare quando allude all’ esigenza di (ri)portare il Vangelo in Europa. Limitati a qualche parafrasi ed evita di appesantire con link scontati, chi ha voglia rintraccia facilmente i testi originali.
2. Magari puoi inserire qui una stoccata sottolineando la preminenza dell’ evangelizzazione sulla liturgia, attira sempre l’ attenzione e scalda l’ auditorio.
3. Passa al sodo diagnosticando il problema concreto: perché siamo messi così male nel vecchio continente? Trova qualche aggettivo drammatico.
4. Soffermati sulle analisi usurate del passato con qualche breve cenno alla teoria della secolarizzazione. Sintetizzane il contenuto così: il mondo moderno esalta 1. la razionalità e 2. la tolleranza; entrambi questi fattori, alla lunga, indeboliscono la fede. Conclusione: la religione è destinata a divenire sempre più irrilevante nel mondo moderno.
5. Parla in modo sprezzante della teoria (pur sapendo che c’ è del vero) calcando la mano sulle falle che presenta. Esordisci con l’ elenco delle evidenze empiriche contrarie (dalla rivoluzione iraniana al neo fondamentalismo i casi non mancano se consulti il pdf di Stark/Bainbridge).
6. Incalza sulle falle: una teoria del declino presuppone un’ “età dell’ oro”, eppure… E qui giù l’ accenno spiazzante all’ ateismo medioevale e al fenomeno della falsificazione delle preferenze. Il link al lavoro di Timor Kuran forse vale la pena, non è affatto scontato e allo studioso manca il riconoscimento che merita. Altrimenti fai solo il nome, che se lo cerchino su Wikipedia.
7. Chiudere il discorso con enfasi nominando finalmente il corpulento elefante nella stanza: gli USA. Come mai il paese più moderno registra “tassi di religiosità” da terzo mondo?
8. Urgono teorie alternative. Eccone una bella e pronta: teoria della competizione religiosa.
9. Esponi la teoria in modo semplicistico al fine da attirare obiezioni che verranno successivamente ghigliottinate senza pietà introducendo un livello ulteriore di sofisticatezza. Due righe bastano, potresti dire: in assenza di sussidi governativi, laddove più fedi competono e la regolamentazione è limitata, i fornitori saranno più aggressivi e ingegnosi nel proporre il loro prodotto. Tutto cio’ si tradurrà in una maggior diffusione del credo religioso. Qui puo’ starci una stilettata ai neo-illuministi: avete visto? la “tolleranza” lungi dall’ essere un freno alla diffusione delle fedi ne sarebbe il principale propellente.
10. Accenna con fare pignolo alle falle della teoria competitiva badando bene a non buttare il bambino con l’ acqua sporca. Essenzialmente ce n’ è solo una: l’ Uruguay. In Uruguay le varie Chiese non ricevono sussidi governativi, inoltre laggiù è relativamente facile intraprendere nei mercati dello Spirito. Eppure i tassi di religiosità sono inopinatamente bassi, c’ è qualcosa che non va.
11. A questo punto fai notare l’ esigenza di integrare la vecchia visione proponendo la teoria della Bambagia. Una genialata che va al cuore della faccenda. Non smettere mai di sottolineare che negli stati moderni la “bambagia” è il welfare. Spiega che il welfare non è altro che un’ assicurazione fornita dallo Stato il quale, prendendosi cura di noi e mettendoci al riparo da molti rischi, attenua il contatto che abbiamo col mondo reale. E’ bene che al punto 11 il post abbia un suo picco. Fallo “ingrassare” bene, rendilo sontuoso perché tra poco deve scoppiare tutto.
12. A questo punto puoi dare ufficialmente la notizia che già tutti subodorano: l’ Uruguay, unico caso da quelle parti, possiede un welfare state di stampo europeo!
13. Qui viene forse la parte più difficile, bisogna illustrare la teoria della Bambagia partendo con la descrizione del prodotto offerto dalle Chiese. Cosa offre un Sacerdote? Offre “risposte” di natura spirituale ai problemi fondamentali della vita. Prodotto, merce, domanda, offerta… ricorri a questa terminologia usando un tono materialista, quasi che religione e asparagi fossero la stessa cosa. L’ ingenuo, portato dalla sua natura a confondere tono e sostanza, sentirà l’ urgenza di esprimere un’ inarticolata indignazione completamente sguarnita di argomenti. A questo punto concediti una pausa e divertiti facendo di lui quello che vuoi.
14. Tornando a bomba, procedi sottolineando che se di molti problemi fondamentali si occupa già papa-stato, l’ appeal dell’ offerta spirituale in parte scema. Fin qui tutto facile, tutto intuibile. Ma ora vieni il bello. Non so come puoi rendere a parole un rullo di tamburi ma cerca di farlo.
15. La “credenza”, ovvero il bene offerto dalla Chiesa, è un bene immateriale ed è quindi difficile da difendere, lo sa bene chi si occupa di “copyright”. Ma c’ è un altro problema: il valore del bene offerto si azzera in mancanza di fiducia. Trova un modo per fare una pausa, chi legge deve realizzare. Trova un modo per chiedere “ci sei?”. Come zombie dall’ occhio perduto risponderanno di “sì”, un “sì” tipico di chi non ha capito niente ma conta disperatamente di capire tutto alla fine; a questo punto fai scattare la domanda: come costruire la fiducia, allora? Sarà una domanda rassicurante perché ha l’ aria di essere davvero normale, un nuovo punto da cui ripartire tutti alla pari lasciandosi alle spalle le incertezze accumulate.
16. Qui è venuto il momento di introdurre un concetto come quello di “reputazione”. La fiducia si costruisce con la reputazione. Il Profeta (o Sacerdote) è chiamato a compiere gesti estremamente “costosi” in modo da segnalare la propria sincerità. Una volta si andava nel deserto digiunando per mesi oppure si tenevano ispirate prediche chilometriche che duravano giorni e giorni senza cali di tensione. Nell’ epoca moderna c’ è rimasto solo Pannella a seguire la via delle pratiche fachiresche. Altrove il sacrificio che va per la maggiore è l’ aiuto incondizionato ai bisognosi attraverso il dono di sé. Questo spiega perché le varie Chiese abbiano prodotto nella loro storia tonnellate di “aiuto” e di “aiuto reciproco” in particolare. Insomma, tonnellate di welfare. Lo fanno innanzitutto per rendersi credibili più che per spirito di servizio. In questo resoconto i fili tendono ad attorcigliarsi dopo ogni virgola, non restano che due vie: potresti dipanare la matassa mettendoti di buzzo buono e aprendo tre parentesi – una tonda, una quadra e una graffa – ma poi chiuderle sarebbe impresa disperata; l’ alternativa – che ti consiglio caldamente – consiste nel servire una versione digeribile della pietanza in attesa del primo ruttino, i rinforzi eventuali seguiranno a tutto vantaggio di chi dimostra appetito.
17. Fai  presente che secondo questo modello - in via di principio - i fedeli godono e contribuiscono al welfare religioso non tanto per l’ opportunità di fruire di servizi, quanto per costruire un bene considerato strategico per  latori di “buona novella”: garantire sulla propria sincerità.
18. Naturalmente le cose non vanno mai come dovrebbero andare “in via di principio” e quindi qui mi sembra il momento migliore per introdurre una schedatura dei fedeli, ce n’ è di tutte le risme: fedeli ardenti, fedeli tiepidi, fino ad arrivare ai meta-atei. Per gli ultimi la dimensione welfaristica (fare comunità) supera quella veritativa (andare in Paradiso), anche se magari la cosa non emerge chiaramente visto che falsificano facilmente le loro preferenze. Parlando del fedele meta-ateo ispirati alla mamma e di sicuro sgorgheranno osservazioni acute appartenenti al tuo genere preferito, il realismo comico.
19. E’ giunto il momento di introdurre l’ inconveniente tipico della “modernità”: lo Stato entra pesantemente in concorrenza con la Chiesa costruendo un suo welfare parallelo. Ma è una concorrenza sleale poiché snobba la volontarietà in favore della coercizione. In questo senso vince a mani basse.
20. Facendo trasparire un dolore autentico, ammetti mestamente che questa dinamica svuota ed espropria la Chiesa. E’ naturale che i fedeli lascino una nave che affonda, si comincerà con i meta-atei (i quali erano lì praticamente solo per il welfare ecclesiale), si passa ai tiepidi e via via si risale sempre più su. Non molti resteranno, giusto il nocciolo duro, quello formato dalla strana compagnia dei più “ardenti” e dei più “ottusi”.
21. A questo punto proponi le soluzioni e, scrollando il capoccione, mostra in anticipo quanto poco gradisci la prima: la Chiesa potrebbe tirare a campare chiedendo sussidi (cita l’ otto per mille e tutti capiscono al volo).
22. Sbuffando dallo scetticismo elenca freddamente gli inconvenienti della politica del sussidio: 1. il burocrate sostituisce il fedele come interlocutore privilegiato dei Sacerdoti (vabbé girare le spalle all’ Assemblea per rivolgersi al SS. Tabernacolo ma se lo si fa per rivolgersi all’ assessore di Formigoni…) e 2. il Sacerdote ottiene mezzi materiali non indifferenti ma dilapida il più prezioso, ovvero la “reputazione”. A molti costui apparirà addirittura come un parassita sociale (che paghi l’ IMU! quel mangia–pane a tradimento).
23. Con voce impostata esponi quindi la soluzione più naturale sulla base di quanto detto nei primi 22 punti: battersi contro ogni regolamentazione nel campo della vita religiosa ma soprattutto lotta senza quartiere al welfare state. Per scandalizzare il benpensante puoi ricorrere alla brutale equazione: meno scuola pubblica, meno pensioni INPS, meno sanità pubblica = più preghiere. Sigilla il tutto con un pugno sul tavolo che aiuti a scandire la conclusione: così si evangelizza la sclerotizzata Europa, così si combatte la Santa Crociata del XXI secolo. Amen.
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24. A questo punto valuta se inserire qualche mossa concreta, ma che sia semplice nella descrizione e tetragona nella logica. Meglio se desta l’ irritazione dei dogmatici ignari di esserlo (chissà che non si convertano ripensandoci). Trascurando i temi loffi della bioetica, potresti concentrarti sulle cose che davvero interessano da vicino chi legge, magari proponendo che i benestanti paghino la scuola dei figli. Quanto costa un alunno nelle scuole di Stato, 8/9 mila euro/anno? Che sgancino almeno un ticket di 6/7 mila euro/anno per figlio, possono permetterselo. Che tirino la cinghia sui regali di Natale e la settimana bianca. Attento, sentirsi chiedere il dovuto quando nessuno te l’ ha mai chiesto è terribile, sembra quasi ti siano entrati gli zingari in casa. Alcuni, al solo sentirsi sfiorare la tasca, sragionano balbettando slogan inconsistenti sulle tasse che già pagano; sarebbero facili prede, almeno sul terreno della discussione. Del resto, fallo notare, la mossa del far pagare chi puo’ è quanto mai funzionale alla Crociata: aggratis uno si mangia anche il pane secco ma dovendo pagare anche solo la metà del dovuto comincerebbe a guardarsi intorno, l’ offerta fioccherebbe e per la cultura religiosa sarebbe un’ occasione d’ oro. La Santa Alleanza con la Crisi va fatta fruttare senza indugio dai crociati. L’ austerity è la vera vitamina della fede. Magari ‘sta roba puoi metterla in un post scriptum, tanto per non intralciare l’ armonioso scorrere degli argomenti.
25. Per gli appassionati di numeri e fatti (ce ne sono pochi ma sempre meglio badare anche a loro, sennò diventano subito petulanti vantandosi della loro “concretezza”) accenna alle copiose evidenze intorno a quanto si è detto contenute negli studi di Anthony Gill, Laurence Iannaccone, Roger Finke, William Bainbridge, Rodney Stark e altri. Pensa se è il caso di mettere dei link, tanto non verranno letti, in queste materie dove l’ ideologia spadroneggia, qualsiasi scusa è buona per tenersi alla larga da faticosi approfondimenti che difficilmente potremo mai sfoggiare.
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