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venerdì 8 gennaio 2016

Una rispolveratina a Don benedetto

Non è da escludere, specie se nell'avventura conoscitiva ritenete di dare un peso rilevante alla facoltà intuitiva.

In fondo non abbiamo altro che intuizione. Secondo Croce l'intuizione ci fornisce le coordinate della Storia, del suo Spirito e della nostra presenza in essa, cosicché è guida sicura alla morale e ai comportamenti dell'individuo.

Ma forse Croce si allarga: l'intuizione non sta ovunque e non è inamovibile nelle sue conclusioni.

Meglio Bayes, allora: fissa la tua ancora con l'intuizione (non esistono alternative) e aggiusta la tua posizione con la ragione. Poi, sempre con la ragione, sistema i conflitti tra intuizioni dalle conseguenze confliggienti al fine di dare coerenza al tuo pensiero.

Croce + Ragione = Bayes

venerdì 26 giugno 2015

La libertà per Croce

E' un concetto per noi difficile da afferrare poichè è inerente alla dialettica anzichè alla logica classica.

Implica il riconoscimento di forze superiori legate allo Spirito e alla Storia. Esse agiscono creando parti e conflitti che si sintetizzano benignamente in una forza finale. Il liberale riconosce, accetta e si adegua a questo movimento dialettico.

Ci si chiede come possa esistere una posizione anti-liberale? Dal punto di vista della logica classica non esiste, ma dal punto di vista dialettico è colui che si oppone alle Sintesi della Storia volendo far prevalere la sua parte in modo che controlli, plasmi e rinchiuda tutto il mondo. L'anti-liberale è colui che vorrebbe fare della sua parte un Tutto (totalitarismo).

venerdì 23 dicembre 2011

Il ritorno della vongola

Benedetto Croce Luigi Einaudi: Liberalismo e liberismo
Di cosa parliamo quando parliamo di liberismo?
PREMESSA: cominciamo subito col dire che la parola è intraducibile, non esiste nemmeno in altre lingue, è una nostra prerogativa e risale alla diatriba documentata in questo libro.
Ma non utilizzerei nemmeno il termine di diatriba visto l’ atteggiamento deferente di Einaudi, sempre chino nell’ atto di baciar l’ anello a don Benedetto. Il quale gli porge incurante la mano protendendo il mignolo dall’ unghia lunghissima e senza mai interrompere il dotto excursus storico che lo rapisce.
CROCE: il concetto di libertà appartiene alla sfera morale dell’ essere, qualcosa che non tollera la contaminazione con le specificazioni (liberiste). La libertà è in fondo un’ inclinazione dello Spirito (una Religione) che si attua nella storia in una sequela di forme sempre cangianti, è da frigidi fermarla in una definizione.
Detto questo il filosofo tornò più volte scocciato sull’ argomento al fine, disse, di ripulire dal gergo filosofico e ribadire le argomentazioni per renderle accessibili a chiunque. Un simile rovello fa sospettare che il Maestro intuisse da solo la presenza di sabbia negli ingranaggi della macchina che andava costruendo.
EINAUDI: come puo’ esistere la libertà senza il liberismo? Come puo’ esistere la libertà d’ espressione se mi è impedito possedere un locale nel quale invitare un pubblico a cui rivolgermi? La libertà senza liberismo è una libertà senza volto.
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Il concetto di Einaudi è una variazione sullo spartito di Hayek: chi possiede tutti i mezzi stabilisce tutti i fini, se i miei fini sono stabiliti da altri (Stato) posso davvero dirmi libero?
Responsabilità e Merito, poi, sono i fili che allacciano Utile (liberismo) e Morale (libertà).
Croce, per contro, si appella alla coscienza morale: mi pongo ogni giorno davanti alla realtà (sociale) e sgombro da pregiudizi giudico se è confacente all’ uomo libero. Tutto lo Spirito dell’ umanità si raduna in me giudice, e il verdetto ha qualcosa di unanime, di indipendente dalla mia persona.
Un criterio sublime, ma poco pratico. Soprattutto poco disposto a tener conto di sensibilità diverse che lo farebbero saltare in aria.
Oggi la via più modesta intrapresa dall’ economista piemontese è accettata dalla generalità degli studiosi, la Storia ha favorito l’ intelligibilità rispetto alle vette della coscienza tanto care allo Storico dell’ Europa.
Ricordo che da Croce venne anche la famosa sentenza per cui “la scienza non pensa”, essa ci elargisce solo pseudo-concetti, cosicché molti fanno risalire la scarsa cultura scientifica degli italiani all’ influenza nefasta quanto ipertrofica che ebbe l’ idealismo del filosofo napoletano.
Se ricordo che i migliori scienziati italiani sono usciti dalla scuola gentilian-crociana, mi viene da pensare che i nemici della scienza siano ben altri.
Meno azzardato far risalire a lui la genealogia del “liberale alle vongole” a cui pensava Longanesi, ovvero il “liberale” che ha talmente in disprezzo la pratica da opporsi di fatto a tutte le politiche liberali.

domenica 20 febbraio 2011

Convitato di pietra

San Remo ha celebrato i 150 dell' unità d' Italia; Beningni è stato all' apice dell' omaggio ma tutta la rassegna è ruotata attorno alla ricorrenza. "Stiamo uniti" è il motto-tomentone riproposto a raffica dall' indomito Gianni Morandi (a me il Gianni piace anche se mi rendo conto che l' aspetto lo avvicina alla mummia di un diciottenne degli anno 60 rinvenuta nel 3015 dopo lo scioglimento dei ghiacciai alpini).

In questo contesto Luca e Paolo hanno lasciato cadere dal palco il monito solenne di Antonio Gramsci, quello in cui l' eterno prigioniero richiamava gli italiani all' impegno in politica.

Senonchè, Gramsci appariva come un convitato di pietra al festone sanremese: se mai ci fu un critico veemente del nostro Risorgimento, questi coincide proprio con il pensatore sardo.

A lui e a Sereni dobbiamo la costruzione di un formidabile arsenale intellettuale da cui puo' ancora oggi attingere ogni aspirante anti-italiano.

Con "Scritti sul Risorgimento", a cui è d' affiancare "Capitalismo nelle campagne" di Emilio Sereni, fecero le pulci alla "gloriosa epopea".

Perfino nomi come Croce e Chabod non seppero raccogliere la sfida e reagirono in modo scomposto e sostanzialmente inoffensivo allo sfregio subito dai valori patriottici.

Solo lo storico Rosario Romeo seppe più tardi opporsi e neutralizzare la critica marxista date e numeri alla mano. Risorgimento e Capitalismo è il libro che condensa il suo sforzo intellettuale in merito.

Ne parlo perchè lo sto leggendo in questi giorni.

L' episodio non fa che prolungare il mio stupore quando constato con quanto puntiglio chi fino a ieri gridava "dagli al fascista" se spuntava da qualche parte un' innocente bandierina italiana, oggi si mette sull' attenti e si scioglie in lacrime come una prefica all' attacco di quella cabaletta da strapazzo che è il nostro inno.